Lettera di Don Roland de Mérode
a
Don Regis de Cacqueray
(Superiore del Distretto di Francia della Fraternità San Pio X)

19 marzo
2014






Pubblicata sul sito francese La Sapiniére

impaginazione e neretti sono nostri


Reverendo,
è da due anni e mezzo che io sopporto con un crescente malessere il fiume di testi, di interminabili conferenze, di studii e di dichiarazioni, tutte ambigue, perfino contraddittorie, che vengono riversate sulle nostre povere teste a getto continuo da Menzingen e da Suresnes.
A più riprese ho avuto l’occasione di farle presente il mio malessere e le mie obiezioni, ma né da parte sua, né dei suoi assistenti o da Menzingen, ho mai avuto una sola risposta chiara, in grado di dissipare i miei timori.

Tuttavia, c’e un punto, chiarissimo, che non è mai stato citato né evidenziato in nessun posto, almeno dal 2012. E si trova nella lettera che il nostro venerato fondatore scrisse ai quattro futuri vescovi:
«Vi conferisco questa grazia [l’episcopato] confidando che quanto prima la Sede di Pietro sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico, nelle mani del quale voi potrete rimettere la grazia del vostro episcopato perché egli la confermi.»
Perché questo principio direttivo così semplice, così chiaro, così fermo?
Perché:
«la cattedra di Pietro e le posizioni autorevoli a Roma sono occupate da degli anticristi, quindi la distruzione del Regno di Nostro Signore all’interno stesso del Suo Corpo mistico qui in terra prosegue rapidamente…»

Allora, perché cercare ancora un accordo o, come lascia presagire Mons. Fellay, un riconoscimento canonico? Per mettersi sotto l’autorità degli anticristi e mettersi così a rischio di perdere la fede?
La fede dà certezza, essa non porta gli spiriti a smarrirsi in un dedalo di ambiguità più o meno sottili. Pertanto, allo scopo di allontanarmi da questa indistinta atmosfera ambigua che non si riesce a dissipare, ho deciso di rinunciare alla mia funzione di Priore di Lourdes a partire dal 20 marzo 2014.

La seconda ragione che sollecita a separarmi dal corso attuale della Fraternità è la grave ingiustizia morale che i miei attuali Superiori fanno subire a tutti quei sacerdoti che hanno avuto il coraggio di denunciare il pericolo dell’accordismo o della ricerca di un riconoscimento canonico senza preventivo accordo dottrinale. Essi sono stati costretti ad andarsene, o peggio, hanno subito degli pseudo processi iniqui seguiti da sanzioni smisurate.
Desidero dunque lavorare per stabilire una struttura che permetta a questi sacerdoti che sono stati sbattuti per strada, di ritrovare una normale vita di comunità sacerdotale e un ministero che corrisponda al loro zelo per la salvezza delle anime.

Il semplice fatto che io abbia invitato Don Salenave, che non è stato oggetto di alcuna sanzione in Francia, a celebrare la Messa, Domenica 8 marzo, a Pau, a titolo d’aiuto, per non binare la celebrazione e confessare, ha spinto Lei ad ordinare l’immediata soppressione del mio ministero a Pau. Io vi vedo la prova che l’opera che io progetto per raggruppare questi sacerdoti isolati e inattivi, non sarà accettata dai miei Superiori. Quindi, a partire da domani mi dedicherò a quest’opera, e fuori dalle strutture dell’attuale Fraternità San Pio X.

La prego, Reverendo, di non cercare di prendere contatto con me nell’immediato, ma di farlo solo in futuro, nel caso in cui si renderà opportuno.

Preghi per me, come io prego per Lei.

Abbé Roland de Mérode

19 marzo 2014



giugno  2014

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