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Don Pierpaolo Petrucci Superiore del Distretto italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X settembre 2015 Intervista condotta da Marco Bongi. Pubblicata sul sito italiano della Fraternità impaginazione e neretti sono nostri Sull'argomento
trattato,
rimandiamo all'articolo di Belvecchio pubblicato su questo sito Rev. don Pierpaolo, la recente lettera del Papa a mons. Rino Fisichella che, tra l'altro, contiene anche una disposizione relativa alla validità e alla liceità delle confessioni da parte dei sacerdoti FSSPX durante il prossimo Anno Santo, ha suscitato reazioni contrastanti, da quelle entusiastiche ad altre critiche. Mi permetto allora di rivolgerLe alcune brevi domande allo scopo di fare chiarezza: D. 1 - Cosa pensa della decisione del S. Padre? Il comunicato della Casa Generalizia lo definisce un “gesto paterno” In quale senso occorre intendere questa affermazione? Prima di tutto vorrei
ringraziarla per permettermi di esprimere chiaramente il mio pensiero
in proposito; pensiero trasmesso solo in maniera imprecisa, quando non
scorretta, da parte di taluni organi di stampa.
La lettera del Papa si riferisce
chiaramente a quei fedeli che frequentano le chiese officiate dai
nostri sacerdoti e che potrebbero sentire il “disagio di vivere una
condizione pastoralmente difficile”. Accade spesso, infatti, che
vescovi e sacerdoti, abusando della loro autorità, cerchino di
distogliere i fedeli dai benefici spirituali che possono ricevere nella
frequentazione delle nostre cappelle. Ci vengono in mente a questo
proposito le parole che Gesù indirizzava ai Farisei che volevano
allontanare da lui le folle di fedeli [«Guai a voi, scribi e
farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini;
infatti, voi non entrate e trattenete coloro che vorrebbero entrarci»
(Mt. 23,13)].
Per queste persone che si
avvicinano alla tradizione o vorrebbero avvicinarsi, ma per tema dei
fulmini del loro vescovo o del loro parroco ne sono impedite, si
può dire che quello del Papa, al di là di esagerati
entusiasmi, è stato un gesto paterno. Questo, però, non
deve farci dimenticare il vero problema, che è la rivoluzione
operata dall’ultimo Concilio e che è stata portata avanti dalle
più alte autorità nella Chiesa - fino alla svolta attuale
di Papa Francesco - producendo una profonda crisi nella Chiesa e
creando uno stato di grave necessità che fonda il nostro diritto
a venire in soccorso alle anime tramite l’amministrazione dei
sacramenti.
D. 2 - Molti osservatori temono che questo gesto sia una trappola per “imbavagliare” la Fraternità in vista delle decisioni che potrebbero scaturire nel prossimo Sinodo di ottobre. Qual è la Sua impressione? La Fraternità San Pio X
non ha mai cercato di barattare un riconoscimento giuridico con il
silenzio sui gravi errori penetrati all’interno della Chiesa. La sua
posizione è rimasta invariata in tutti questi anni. Questo ci ha
valso diverse sanzioni canoniche, del tutto illegali, che non hanno
scalfito minimamente la nostra posizione fondata su tutta la Tradizione
della Chiesa ed espressa chiaramente nel suo magistero perenne fino al
Concilio. Che negli ultimi tempi anche queste sanzioni cadano, non
può che confortarci nella nostra posizione e nella battaglia che
conduciamo per la Fede e per amore della Chiesa. La Fraternità
San Pio X continuerà perciò a denunciare chiaramente, pur
nel rispetto dell’autorità, tutto ciò che si allontana
dalla fede e dalla morale. Riguardo al futuro Sinodo sulla famiglia,
essa si è espressa chiaramente contro ogni tentativo di
modificare, nella prassi, la fede e la morale e continuerà a
farlo, con particolare riguardo alla dottrina
sull’indissolubilità del matrimonio e sul 6° comandamento,
sulla quale non è dato neppure al Pontefice, non dico di
cambiarla nella pratica, ma anche soltanto di discutere su questa
possibilità. Il recente Motu
proprio sulla semplificazione estrema delle sentenze di
nullità di matrimonio, che anticipa le decisioni del prossimo
Sinodo, lascia molto perplessi sulla possibilità reale di
difendere correttamente il vincolo matrimoniale e sembra già
rappresentare, nella prassi, un superamento della dottrina
sull’indissolubilità del Matrimonio.
D. 3 - Il tono del comunicato della Casa Generalizia, con la sua riconoscenza verso il Sommo Pontefice, potrebbe far pensare che la concessione papale renda finalmente valide le assoluzioni dei sacerdoti FSSPX che, dunque, prima, non lo sarebbero state. Sappiamo che le cose non stanno così. Cosa ci può dire in proposito? Come le spiegavo la
validità e la liceità delle nostre confessioni è
legata allo stato di necessità che vi è attualmente nella
Chiesa a causa della profonda crisi che la sta travagliando
particolarmente dall’ultimo Concilio. Questo stato di necessità
generale, paragonabile al pericolo di morte del singolo, è
contemplato dalle Norme generali del Codice di Diritto canonico e le
autorità romane non possono ignorarlo. Tale giurisdizione
straordinaria, che la Chiesa accorda, caso per caso, ogni volta che il
bene delle anime lo richiede, non ci ha mai fatto difetto. Che
oltre a ciò il Pontefice ci riconosca pubblicamente una
giurisdizione da lui delegata, può contribuire certamente a
rassicurare le persone turbate perché ignare di come il diritto
ecclesiastico possa applicarsi nella crisi della Chiesa che stiamo
vivendo.
D. 4 - Alcuni giornalisti, Antonio Socci in primis, si stupiscono della singolare condiscendenza dimostrata da Papa Francesco nei confronti della FSSPX, a fronte della durezza espressa verso altri cattolici legati alla Tradizione come il card. Burke, i Francescani dell'Immacolata, mons. Mario Oliveri, ecc. Come spiega lei tale apparente anomalia? Una spiegazione possibile
potrebbe essere il fatto che il Pontefice ci consideri come facenti
parte delle “periferie esistenziali” verso le quali “occorre
dirigersi”, oppure perché, considerandoci giuridicamente “non in
piena comunione”, anche se non di fatto, cerchi effettivamente di farci
entrare nella gabbia prima di stringere la morsa! Questo Pontefice si
è mostrato spesso imprevedibile e non tanto vincolato alla
dottrina, quanto alla prassi e questo spinge certamente alla prudenza.
D. 5 - Altri osservatori, forse un po’ maligni, sospettano che la concessione di Papa Francesco sia stata presa a fronte di contropartite dottrinali, per quanto non espresse, da parte della FSSPX. In realtà, per quanto ci può dire, a che punto sono realmente i rapporti attuali fra la Fraternità e Roma? Sono anni che la nostra
Fraternità è accusata da certi ambienti di contropartite,
patti segreti o compromessi con le autorità romane. È una
fortuna per queste persone che la paranoia non sia una malattia
mortale! Basta leggere gli articoli ed i libri che pubblichiamo per
rendersi conto di come la nostra posizione sia rimasta invariata.
Raccomando in particolare a questo proposito l’edizione italiana,
appena uscita, del libro di don Gaudron: Catechismo della crisi nella Chiesa,
una bella sintesi della dottrina cattolica in opposizione agli errori
conciliari.
D. 6 - Nel mese di agosto due alti prelati romani, il card. Müller e mons. Schneider, si sono espressi in modo diverso a proposito della vicenda FSSPX. Il primo è ritornato ad evocare il “Preambolo Dottrinale”, il secondo si è detto invece favorevole a un riconoscimento senza condizioni. La decisione di Papa Francesco sembra andare più nella seconda direzione. Qual è il suo parere in proposito? Fin dagli inizi dei problemi con
le autorità romane, Mons. Lefebvre ha contestato la soppressione
iniqua della nostra Fraternità Sacerdotale, che era stata
regolarmente riconosciuta prima dal vescovo di Losanna-Friburgo, mons.
F. Charrière e poi da Roma. Egli ha sempre considerato invalida
la procedura anche dal punto di vista puramente canonico.
Il riconoscere che di fatto La
Fraternità San Pio X è ed è sempre stata un’opera
di Chiesa dovrebbe essere un punto di partenza, senza bisogno di
sottoscrivere un ambiguo “Preambolo dottrinale” che potrebbe dare
l’impressione di un’accettazione da parte nostra delle nuove dottrine
conciliari e quindi delle disastrose conseguenze che hanno prodotto
nella Chiesa. Non dimentichiamo che la questione giuridica della
Fraternità è intimamente legata ai problemi dottrinali
all’interno della Chiesa; senza di essi non sarebbe mai sorta e una
volta risolti, non avrà più ragione d’essere.
D. 7 - Pensa che l'Anno santo della Misericordia sarà celebrato dalla FSSPX da un pellegrinaggio internazionale o nazionale a Roma? Non credo che questo sarà
possibile. Un Giubileo, come il termine lo indica, è l’occasione
di rallegrarsi per un anniversario importante nella Chiesa. Nell’anno
2000 la Fraternità partecipò in modo massiccio all’evento
indetto in memoria della Redenzione. Ora, nella Bolla d’indizione del
prossimo Giubileo, il Papa afferma esplicitamente che il suo scopo
sarà celebrare il Concilio Vaticano II, a cinquant’anni dalla
sua chiusura. Credo proprio che sia impossibile rallegrarsi per questo
evento la cui gravità era paragonata, da Mons. Lefebvre, ad una
terza guerra mondiale.
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settembre 2015 |