Eleison Comments CDLXVII

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Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  25 giugno 2016

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo alla necessità di impedire che la Fraternità San Pio X si metta sotto la direzione della Roma odierna.

Questi commenti sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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La Fraternità sta affondando, ma non è ancora affondata.
Pregate per i suoi capi che annaspano come ubriachi.


Deragliare la spinta

Un certo numero di cattolici che amano la Chiesa e capiscono che cosa la Fraternità San Pio X potrebbe e dovrebbe fare per essa, sono stati incoraggiati da parole recenti di uno dei suoi vescovi. Hanno pensato che forse essa può ancora essere trattenuta dal cadere nel baratro di un accordo, col quale si metterebbe sotto il controllo di alcuni dei peggiori (oggettivamente) nemici della Chiesa in tutta la sua storia: i funzionari neo-modernisti della Roma odierna.
In effetti, sono state dette molte cose buone da Mons. de Galarreta nel suo sermone del 3 giugno per le ultime ordinazioni sacerdotali tenute a Winona, Minnesota, prima che il seminario si trasferisca in Virginia, ma nessun amico della Fede cattolica dovrebbe alimentare le sue speranze più di tanto.

Il suo sermone è cominciato collegando il sacerdozio cattolico a Nostro Signore Gesù Cristo come unica e sola Via, Verità e Vita. Ed è proseguito col dire che oggi nella Chiesa vi è un relativismo in dottrina che apre la porta al relativismo nella morale e a scandali come quello del recente Sinodo romano che ha osato prendere in considerazione di dare la Santa Comunione alle coppie dei divorziati “risposati”. Il Vescovo ha detto che questi scandali hanno la loro radice nel Vaticano II, ed ha stigmatizzato il Concilio come un albero cattivo che può logicamente e semplicemente dare solo frutti cattivi. Ora, alcune settimane fa Mons. Pozzo ha acceso delle speranze per le quali la Fraternità, per ottenere il riconoscimento ufficiale da Roma, potrebbe non accettare il Concilio, ma il Vescovo ha giustamente sottolineato che sia Papa Francesco sia il Cardinale Mueller hanno successivamente deluso tali speranze, chiarendo che per il riconoscimento della Fraternità da parte loro sarà comunque necessaria quell’accettazione.

Il Vescovo ha concluso: “Perciò è anche chiaro che la lotta [della Fraternità] continua. Come ha detto il nostro Superiore Generale, Mons. Fellay: se dobbiamo scegliere tra la fede e un compromesso, la scelta è già fatta - nessun compromesso”. Parole combattive, ma il Vescovo ha aggiunto immediatamente una possibile via di fuga del tipo che ci è familiare da parte sua: “Dio può certo mutare le circostanze e metterci in una situazione diversa, ed è quello che tutti auspichiamo”.
Tra le “mutate circostanze” potrebbe essere inclusa una certa abile intesa gradita a Roma e al Superiore Generale, che questi avrebbe accettato? (Ed è inutile che Mons. de Galarreta abbia citato in anticipo quelle parole del Superiore Generale contrarie alla sua stessa politica, visto che le sue stesse parole non hanno finora trattenuto questo Superiore Generale.)

Ciò che suggerisce fortemente che le parole battagliere non corrispondano di fatto alle intenzioni del Superiore Generale è la velocità con cui il testo che le conteneva è stato eliminato (per essere rivisto o cestinato?) subito dopo essere apparso sul sito ufficiale della Fraternità negli Stati Uniti. Quale ufficiale inferiore della Fraternità avrebbe potuto dare l’ordine di ripudiare praticamente le parole di uno dei suoi vescovi?
Tale idea è piuttosto confermata da una conferenza tenuta il 5 giugno dal secondo in comando della Fraternità ai parrocchiani della chiesa della Fraternità a Houston, TX, conferenza finora non sconfessata dal Quartier Generale (commenti in corsivo):–

Don Pfluger ha detto che non c’è nulla di male ad andare con Roma (illusione); che la Fraternità ci andrà così com’è (illusione); che dobbiamo andare al passo con i tempi, e adesso è il momento di essere a Roma (illusione); che anche Mons. Lefebvre si contraddisse più volte a suo tempo (illusionevedi il “Commento Eleison” dell’11 giugno – n. 465), e, infine, che qui e ora dobbiamo fidarci di Mons. Fellay (dopo tutte le sue “inesattezze terminologiche”?illusione!). Ma il Primo Assistente della Fraternità è più che libero di dire queste cose, perché esse sono fedeli alla spinta della Fraternità verso il suo vero scopo: mettersi sotto il controllo romano.

In conclusione, cari lettori, per amore di tutto il bene che la vera Fraternità potrebbe e dovrebbe fare per la Chiesa universale, bisogna pregare in tutti i modi perché un miracolo faccia deragliare tale spinta verso Roma, e perché si attui ogni pressione possibile sui Superiori che parteciperanno alla riunione di fine giugno (non ancora un Capitolo Generale, ma in preparazione di quello fatale) così che essi stessi si facciano strumenti di Dio nel deragliamento di tale spinta.

Kyrie eleison.
                                                                                  



giugno 2016

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