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Intervista con Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei 1 luglio 2016
Intervista condotta da Marie Duhamel per conto di Radio Vaticana Si tratta di una battuta d’arresto nel dialogo tuttora in corso? Marie Duhamel lo ha chiesto a mons. Guido Pozzo, segretario della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”: La Commissione
“Ecclesia Dei” non ritiene che sia una battuta di arresto del dialogo:
dal comunicato stampa sembra che non si entri nel merito della
questioni concrete che sono oggetto di esame nel dialogo e nel
confronto tra la Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” e la
Fraternità San Pio X. Quindi il dialogo e il confronto su tali
questioni concrete dovranno proseguire.
Come interpretate questo comunicato? Diciamo che non
dice nulla di nuovo rispetto alle posizioni note e ben conosciute della
Fraternità San Pio X circa la situazione della Chiesa oggi.
Posso eventualmente aggiungere che quando si fa riferimento alla
mancanza di riconoscimento canonico, che non è la cosa che in
questo momento considerano, posso dire che il riconoscimento canonico
da parte della Santa
Sede è condizione essenziale perché un’opera cattolica sia nella piena comunione ecclesiastica, conforme al diritto. Non c’è il riconoscimento canonico, stiamo lavorando perché avvenga: mail riconoscimento canonico non è un fatto notarile, è condizione essenziale! Lei evocava diversi punti chiave per voi, sui quali lavorate insieme… Sono sempre le
stesse questioni di ordine dottrinale e di ordine disciplinare: sono le
questioni che riguardano il Magistero, la tradizione, le questioni del
Vaticano II… Quindi sono tutte cose già note e che non abbiamo
bisogno di ripetere.
Il Papa ha ricevuto il
superiore della Fraternità, mons. Fellay, poco tempo fa. La
frequenza di questi
rapporti diretti o indiretti qual è?Non ci sono scadenze precise. Gli incontri avvengono tra noi della Commissione “Ecclesia Dei” o i nostri delegati e i rappresentanti della Fraternità San Pio X. C’è stato, però, questo incontro importante: un’udienza privata con il Santo Padre, in cui mons. Fellay ha potuto esporre il suo punto di vista al Santo Padre. E’ stato un incontro molto cordiale e certamente rientra nel cammino di dialogo e soprattutto di fiducia reciproca che stiamo costruendo insieme. Quindi non si esclude che ci saranno altri incontri, ma non è che questi siano già programmati… Sì, direi proprio di sì. Papa Francesco ha a cuore l’unità della Chiesa e tutto ciò che può favorire l’unità della Chiesa. Lui è sempre molto disponibile, proprio come habitus mentale a questo. E questo credo sia stato anche recepito da mons. Fellay. Ma evidentemente non possiamo neanche negare che ci sono ancora dei problemi da risolvere, da affrontare, da esaminare. La fermezza è su ciò che è essenziale per essere cattolici. Da questo punto di vista non c’è alcun cambiamento! Ma non credo che adesso sia questione di fermezza: si tratta soltanto di affrontare i problemi concreti e cercare di risolverli e di risolverli insieme. L’apertura è in questo senso: nel senso che abbiamo individuato le questioni da affrontare e le stiamo affrontando. Ci vorrà naturalmente del tempo, ma bisogna che ci sia questa disponibilità reciproca. luglio 2016 |