Intervista di Don Chistian Bouchacourt

Superiore del Distretto di Francia
della Fraternità San Pio X

sulla rimozione dei sette Decani della Fraternità che hanno pubblicato la Lettera Aperta ai fedeli
 

15 maggio 2017




L'intervista è stata rilasciata al settimanale francese Présent, n° del 15 maggio 2017 -
ed è stata ripresa da Actualités
il nuovo servizio informazioni della Fraternità San Pio X, che ha sostituito DICI.

Intervista condotta da Anne Le Pape

Presentazione di Présent

I media, ostili nella loro grande maggioranza al mondo cattolico e alla Fraternità San Pio X in particolare, hanno gongolato in occasione delle tensioni degli ultimi giorni, guardandosi bene dal risalire alla fonte. Lo facciamo noi, dando la parola al Superiore del Distretto di Francia, Don Christian Bouchacourt


Reverendo, come riassume i fatti accaduti in questi ultimi giorni in seno alla Fraternità?

E’ stata pubblicata innanzi tutto una lettera del cardinale Müller che attribuisce ai vescovi la possibilità di dare ai sacerdoti della Fraternità la giurisdizione per i matrimoni. Come reazione, è stata scritta da certi sacerdoti della Fraternità una «lettera aperta», preparata in segreto – cosa che è inammissibile – senza mostrarmene il contenuto. Questo commento voleva mettere sull’avviso la Casa generalizia la quale, secondo i suoi firmatari, avrebbe l’intenzione di firmare un accordo di riconoscimento con Roma, in tempi brevi. Ora, nulla giustifica questo comportamento.
Don de La Rocque mi è venuto a trovare la sera di venerdì 5 maggio con questo testo, ma Le Chardonnet era già stato stampato e il testo era già stato diffuso tra diversi sacerdoti e comunità religiose. Io ho sperato per tutto il sabato che i sacerdoti in questione non leggessero pubblicamente questo testo. Sfortunatamente, non sono riuscito a risolvere questa questione «in famiglia». Domenica mattina la novità si è diffusa a macchia d’olio nelle parrocchie e sulle reti sociali. Ho dovuto quindi reagire in maniera pubblica. Così Domenica sera ho scritto una lettera condannando quanto era accaduto.

Il 13 maggio, centesimo anniversario della prima apparizione della Vergine a Fatima, era stato indicato come data di una eventuale dichiarazione del Papa a proposito di una prelatura accordata alla Fraternità. Questo non ha inciso negli spiriti bollenti?

Questa data era una chimera. Nessuno ne aveva avuta conferma. Il Papa peraltro, nel suo viaggio di ritorno al sabato, ha risposto ad una domanda sulla Fraternità dicendo che era sempre in contatto con Mons. Fellay ed ha aggiunto «camminiamo, camminiamo…»

Per quanto riguarda gli accordi, lei si fida di Mons. Fellay?

Assolutamente. Spetta a lui occuparsi della cosa. Ciascuno deve stare al suo posto, pregare e fare penitenza. La Provvidenza continuerà a proteggerci dai pericoli.

Non vi è nella Fraternità un altro mezzo per esprimersi oltre a questi metodi rivoluzionari – che in questo caso sono usati, sia detto per inciso, dai cantori della controrivoluzione?

Beninteso! Se il testo mi fosse stato consegnato personalmente, sarebbe stato trasmesso alla Casa Generalizia. A quel punto, i suoi punti di forza e di debolezza – poiché ne ha – sarebbero stati valutati. Ma il fatto di averlo pubblicato urbi et orbi contro la volontà dei superiori, fa sì che io non abbia potuto valutarne il contenuto al di fuori delle circostanze della sua pubblicazione.

Quali sono le reazioni di Mons. Fellay a tutti questi avvenimenti?

Mons. Fellay è estremamente addolorato. La Francia è la punta di diamante della Tradizione, ma talvolta si dimostra un po’ ragazzo ribelle. La Francia cattolica dei nostri ambienti vuole realmente conservare la Tradizione, in uno spirito talvolta rissoso. E’ la nostra ricchezza, certo, ma che dev’essere incanalata.

Lei ha trascorso la giornata di Domenica a Saint-Nicolas, cuore della crisi. Che impressione ha ricevuto?

Sono particolarmente colpito nel vedere questa divisione che non fa altro che servire ai piani del principe della divisione, che è Satana. Dei buoni sacerdoti sono turbati, e più ancora dei fedeli, in certi priorati si installa la divisione: i frutti dimostrano che questa azione non è buona.
Ma non dimentichiamo: dalla croce sgorgano sempre delle grazie. Io mi auguro che questa pesante prova permetta alla parrocchia di Saint-Nicolas e alla nostra Fraternità di rinserrare i ranghi, di rafforzare gli animi nella buona battaglia della fede nella carità.

Domenica 14 maggio, Don Bouchacourt ha annunciato dal pulpito, prima dell’omelia della Messa delle 10,30, che Don Puga sarà nominato parroco ad interim di Saint-Nicolas du Chardonnet.




maggio 2017

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