Eleison Comments DCLXVIII

HOIST LADDER ! - I

Commenti settimanali di

di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  2 maggio 2020

Pubblichiamo il commento di S. Ecc. Mons. Richard Willamson. Relativo all'insegnamento di Monsignor Lefebvre circa i rapporti della Fraternità con le autorità romane. Parte prima.

Questi “Commenti” sono reperibili tramite il seguente accesso controllato:
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Invano i Romani hanno calpestato. Ecco perché
I maiali ora tubano come i colombi. Ahimè, ahimè!


Ritirare i ponti !
- I

Molte persone che dovrebbero ascoltare Monsignor Lefebvre non lo fanno più, come se lo conoscessero al meglio, o come se ultimata la sua vita, dopo aver lasciato in eredità quattro vescovi alla Fraternità San Pio X per assicurarne la sopravvivenza, non avesse più nulla di importante da dire o da fare. Ma nel settembre del 1990 la Provvidenza gli concesse di predicare a Écône prima di morire un ritiro ai suoi sacerdoti, in cui poté consegnare loro – o almeno a quelli che avevano orecchie per ascoltare – le sue linee guida per il loro futuro. Riprendiamo uno dei passaggi più importanti, e sospiriamo con dolore perché non è stato ascoltato, o non è stato capito –

Questa battaglia fra la Chiesa e i liberali modernisti è quella del concilio Vaticano II. Non bisogna cercare mezzogiorno alle due. E questo va ben oltre. Più si analizzano i documenti del Vaticano II e l’interpretazione che ne danno le autorità della Chiesa [dopo il Concilio], più ci si accorge che non si tratta solo di alcuni errori, l’ecumenismo, la libertà religiosa, la collegialità, un certo liberalismo, ma di una totale perversione dello spirito. Vi è tutta una nuova filosofia basata sulla filosofia moderna del soggettivismo. Da questo punto di vista è molto istruttivo il libro appena pubblicato da un teologo tedesco [Johannes Dörmann], che io spero venga tradotto in francese perché possiate leggerlo. Egli commenta il pensiero del Papa [Giovanni Paolo II], specialmente in un ritiro che da semplice vescovo predicò in Vaticano. Egli mostra che nel Papa tutto è soggettivo. Quando si rileggono i suoi discorsi, ci si accorge che è quello il suo pensiero. Malgrado le apparenze, questo non è cattolico.

Il pensiero che il Papa ha di Dio, di Nostro Signore, viene dal profondo della sua coscienza e non dalla Rivelazione oggettiva a cui aderire con la sua intelligenza. Il Papa costruisce la sua idea di Dio. Ultimamente, in un documento incredibile, ha detto che l’idea della Trinità è potuta sopraggiungere molto tardi, perché bisognava che la psicologia intima dell’uomo fosse capace di cogliere la Santa Trinità. Così, quindi, l’idea della Trinità non sarebbe venuta dalla Rivelazione, ma dal profondo della coscienza umana. E’ tutta un’altra concezione della Rivelazione, della fede e della filosofia, è una perversione totale. Come venirne fuori? Io non lo so. Ma in ogni caso è questa la realtà. Qui non si tratta di piccoli errori. Ci si trova al cospetto di tutta una filosofia che risale a Cartesio, a Kant, a tutta la linea dei filosofi moderni che hanno preparato la Rivoluzione. ( . . . )

Poi Monsignore cita lo stesso Papa Giovanni Paolo II, che ha detto di aver fatto dell’ecumenismo “la priorità della mia sollecitudine pastorale”, cosa che abbiamo visto messa in pratica col suo continuo ricevere delegazioni di ogni tipo di sette e religioni; e ciò nonostante – dice Monsignore – tutto questo ecumenismo non ha fatto fare il minimo progresso alla Chiesa, esso ha portato a niente, se non a confortare gli altri nei loro errori, senza cercare di convertirli. Infine, Monsignore cita il Segretario di Stato del Papa, Cardinale Casaroli, che in un discorso alla Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti dell’Uomo ha riferito le parole del Papa riguardo alla libertà religiosa, da lui definita come una pietra angolare nell’edificio dei Dritti dell’Uomo. «Ogni uomo, tutto l’uomo, ecco la preoccupazione della Santa Sede, esattamente com’è indubbiamente la vostra» ha concluso il Cardinale.

E rivolto ai sacerdoti della Fraternità lì presenti per il ritiro, Monsignore ha concluso:—

Non resta che ritirare i ponti! (cioè rompere ogni contatto) Noi non abbiamo alcunché a che fare con questa gente, poiché non abbiamo alcunché in comune con loro.

Questa è la corretta conclusione ogni volta che ci si trova di fronte a persone che partono da una negazione della realtà che sta al di fuori della loro mente, o della capacità della mente di conoscere questa oggettiva realtà extra-mentale. Costoro sono malati di mente, e vanno trattati come i maiali davanti ai quali non si devono gettare le perle, dice Nostro Signore, “perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi ” (Mt VII, 6).
Forse che negli ultimi 20 anni, la Roma Conciliare ha fatto qualcosa di diverso dal voltarsi ad attaccare – cercare di sedurre – la Fraternità nel suo tentativo di ottenere un riconoscimento ufficiale?

Kyrie eleison
                                                                                  


maggio 2020

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