Sciara è un piccolo paese, a 58 km. da Palermo,
e conta 2915 abitanti, eppure questa chiesa contiene degli elementi che
lasciano intendere come chi l'ha fatta costruire avesse delle manie di
grandezza. Di grandezza tutta mondana, ovviamente, senza alcun anelito
per il sacro.
Quando si entra in questa chiesa, oltre ad essere colpiti
dal solito squallore di questa supposta “casa del Signore”, si rimane attratti
dalla stranezza dell'altare e dall'incomprensibile ornamento centrale della
croce.
Sembra che quando si chiedano spiegazioni a qualcuno degli
addetti, ci si imbatta in una compiaciuta e dotta disquisizione circa il
profondo e incredibile significato di queste due strane cose che dovrebbero
essere i due componenti principali di una chiesa cattolica.
Se si guarda il particolare dell'altare, si notano subito
due cose strane.
L'altare è conficcato nel terreno ed è
caratterizzato da delle spaccature che richiamano le medesime spaccature
che si notano sul pavimento.
Per chi abbia una minima nozione di fisica pratica, cioè
per chiunque abbia mai visto cadere su un pavimento duro una suppellettile
appuntita, è evidente che si potrà trattare solo di una specie
di piramide rovesciata che è caduta a terra o è stata conficcata
a forza nel pavimento.
E ci sembra proprio che un richiamo del genere non abbia
davvero nulla a che fare col cattolicesimo.
D'altronde, anche a sentire la spiegazione degli addetti
alla chiesa, ci troveremmo ugualmente di fronte a qualcosa del tutto avulso
dalla religione cattolica e senza alcun collegamento possibile col Nuovo
o col Vecchio Testamento.
Con le sue “brecce spaventose che ne squarciano le fiancate”
e da cui si scorge come una sorta di “brulichio”, questo supposto altare
dovrebbe rappresentare il rimescolio della materia che si autocrea e si
rigenera.
Se non fosse spaventoso ci sarebbe da ridere a crepapelle.
La materia che "si autocrea e si rigenera” appartiene
alla strana terminologia di tanti “critici d'arte” che, per descrivere
l'indescrivibile, si perdono in un dedalo di parole spesso sconclusionate
che servono solo a camuffare il nulla di cui si tratta.
In ogni caso, a quanto ci risulta, la materia che si
autocrea (!?) e si rigenera (!?) non ha niente a che vedere con l'insegnamento
cattolico, Anzi è, proprio per definizione, una assurdità
anticattolica e la negazione della creazione e del Creatore.
Per tacere dell'offesa all'intelligenza.
Ma pare che di queste cose i preti moderni non sappiano
più niente.
È possibile che si tratti allora dell'immaginazione
dell'artista, che descriverebbe in tal modo questa sua specifica “creazione”.
Descrizione che agli addetti alla chiesa sarà senz'altro sembrata
di una profondità e di una valenza spirituale ineguagliabile.
Chi è quest'artista ?
Si tratta di quell'Arnaldo Pomodoro a cui sono state
commissionate diverse opere a carattere “sacro” o quanto meno attinenti
alla Chiesa, nonostante, per quanto ne sappiamo, non sia né cattolico
né credente.
Ora, se si guardano le realizzazioni di Pomodoro, sono
quasi tutte caratterizzate dalla superficie esterna liscia, a forma geometrica
regolare, aperta qua e là per mostrare un'interno intricato.
Sono quasi tutte così.
A tenere buona la spiegazione di prima, si tratterebbe
allora di una forma espressiva quasi monomaniacale. Mentre invece appare
chiaro che si tratta semplicemente del fatto che questo scultore moderno
non sa fare altro che quelle cose. Spesso di grandi proporzioni. E queste
cose, tutte simili tra loro, richiamano alla mente una melagrana matura
che, apertasi, mostra i suoi chicchi rotondi (ovviamente ci riferiano soprattutto
alle famose sfere di Pomodoro).
Forse è proprio per questo che nella stessa Città
del Vaticano, nel famoso Cortile della Pigna, si è pensato bene
di collocare una di queste famose sfere.
Perché ? Ma scusa… proprio perché
la melagrana è reputata essere la famosa mela con cui Eva rovinò
la vita ad Adamo e a tutti noi ! E in Vaticano certe cose le apprezzano
!
Scherzi a parte, vi è però una certa differenza,
poiché la melagrana contiene al suo interno dei chicchi rotondi
e disposti in maniera alquanto ordinata, mentre invece le sculture di Pomodoro
rivelano volutamente un'interno veramente brulicante. Si dovrà quindi
trattare di qualcosa che attiene ad un processo che genera un brulichio
interno.
E a noi viene in mente solo il brulichio interno di un
corpo in decomposizione.
Il che non sembra che possa corrispondere all'idea suggerita
dagli addetti alla chiesa di Sant'Anna: qui non c'entra niente la rigenerazione,
quanto piuttosto c'entra la morte, per di più nel suo aspetto più
materiale e avvilente del processo di decomposizione che ne segue.
Altro che accostamento con l'altare !
Chi ha fatto propria l'idea della “rigenerazione” accostata
all'altare, non solo ha preso un terribile abbaglio, ma dimostra una profonda
ignoranza di ogni simbolismo e soprattutto del simbolismo cristiano.
Oseremmo perfino dire che dimostra una profonda ignoranza
e basta; o, se si vuole, una avvilente soggiacenza ai luoghi comuni e alla
propaganda profana e mondana.
Ne abbiamo la prova nel dare un'occhiata ad altri lavori
di Pomodoro.
Ne presentiamo uno, qui, che assomiglia all'altare in
questione.
Si tratta di un lavoro che Pomodoro ha chiamato “grande
prua”.
Ovviamente, come abbiamo detto prima, queste cose che
fa Pomodoro si assomigliano tutte. Non potendo presentarle qui, ci limiteremo
a segnalare che altre cose simili portano nomi come: “Asse del movimento”
(!?), “Forme del mito” (!?).
Insomma tutte cose simili a cui ogni volta si dà
un nome diverso.
Nel nostro caso sarà stato chiamato “altare”,
ma di certo non ci si venga a raccontare la storiella della “materia che
si rigenera”.
Solo un ignorante avrebbe potuto cascarci !
Ma non basta, perché l'ignoranza abissale, questa
volta riguardante tanti uomini di chiesa in generale, è ancora più
aggravata nel caso della croce sospesa sull'altare.
Questa croce richiama subito alla mente quella che si
trova, anch'essa sospesa, nella nuova
chiesa di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo.
La riproduciamo per accostargli un'altro lavoro di Pomodoro:
“la stele”.
In occasione della presentazione di questa nuova chiesa
a San Giovanni Rotondo, i Cappuccini, i prelati, i critici, i giornalisti,
i commentatori di tutte le specie, i sagrestani: insomma tutti si sono
sbracciati nel presentare “quest'opera d'arte” scaturita dall'ingegno del
“maestro”: come la raffigurazione delle sofferenze di Cristo sulla Croce.
Dove le sofferenze sarebbero rappresentate dai tantissimi chiodi che si
intrecciano a comporre la forma del patibolo.
Che ingegno ! … Caspita !
Guardiamo adesso “la stele” dello stesso Pomodoro: ed
ecco che con nostra grande sopresa troviamo gli stessi chiodi.
Vuoi vedere che anche qui sarrebbe rappresentata la Passione
del Signore ?
Non solo… se giriamo gli occhi verso questo nostro altare
o verso la “grande prua” … ecco ancora gli stessi chiodi, le stesse piccole
forme piramidali, gli stessi triangoli intecciati.
Beh! Dobbiamo confessare che ne abbiamo abbastanza di
queste corbellerie.
La cosa che ci deprime e ci indigna è che oggi
questi nuovi preti della nuova Chiesa mischiano il sacro col profano con
una disinvoltura che davvero lascia esterefatti. Avendo pure la sfacciataggine
di volerci far credere che il profano, anche il più becero, abbia
il profumo del sacro.
Per finire, segnaliamo il tabernacolo di questa chiesa.
Eccolo di nuovo lì: “dietro” l'altare, come ormai
è di gran moda, di modo che il celebrante, nel corso della Messa,
possa tranquillamente volgere le spalle a Nostro Signore.
Tanto per capirci: ci è stato spiegato da un nuovo
prete della nuova Chiesa che questi vecchi pruriti da pover'uomini non
hanno più senso oggi, perché a Lui, che è Onnisciente
e oltremodo Misericordioso, non gliene importa proprio un bel niente del
prete che gli volge le spalle; mentre invece, si sa, se si volgono le spalle
ai fedeli, ecco che questi subito si offendono, poverini, perché,
tra l'altro, non riescono a vedere nulla di ciò che combina il prete
sull'altare, e oggi, in tempi di trasparenza, è bene che il prete
faccia le cose alla luce del sole, non come una volta !
Son finiti i tempi bui !
Tornando al tabernacolo, ci troviamo al cospetto di un
triangolo piatto che porta al centro, in rilievo, una sorta di occhio,
rappresentato dalla nicchia che contiene la pisside. Questa nicchia ha
la forma di un esagono, che sembra corrispondere come misura proporzionale
al triangolo equilatero che lo contiene.
Invero un simbolismo che, per certi aspetti è
molto comune (manca solo il contorno raggiante intorno al triangolo), ma
per altri aspetti sembra volersi richiamare al rapporto che attualmente
è di moda tra la Chiesa cattolica trinitaria e l'ebraismo.
L'esagono che costituisce la nicchia che deve contenere
Nostro Signore richiama infatti la stella di Davide.
La cosa non può essere considerata casuale, perché,
se si guarda all'insieme dell'altare e del tabernacolo si nota subito che
i due triangoli sono entrambi equilateri e sono sovrapponibili: poiché
hanno i due vertici contrapposti: esattamente come nella stella di Davide.
Lungi da noi l'idea di vederci subito chissà quali
improbabili complotti: ma non si può non riflettere sul fatto, del
tutto evidente, che ormai i nostri responsabili ecclesiali per l'architettura
e per l'arte religiosa, hanno perso ogni capacità di retta valutazione
e lasciano entrare nelle nostre chiese le cose più scomposte e più
stravaganti.
È azzardato sostenere che tutto questo accade perché
spesso si sono perse prima le coordinate della fede ? |
Vista esterna:
della solita forma a padiglione poligonale, che preannuncia una chiesa
solo perché qui si vede subito il campanile con la croce.
Presbiterio con le “opere d'arte” dell'altare e della croce sospesa
L'altare si presenta volutamente conficcato nel pavimento,
ma nulla impedisce di pensare che si tratti di qualcosa che scaturisce
del sottosuolo, come fosse proveniente dall'Inferno
Vista più da vicino, questa croce sospesa sembra essere familiare.
Sapendo che è il parto artistico del noto Pomodoro,
viene subito in mente la nuova chiesa di San Giovanni Rotondo
La sfera di Pomodoro in piazza della Pigna in Vaticano
La “grande prua” di Pomodoro
Croce sopra l'altare nella nuova chiesa di San Pio da Pietrelcina
La “Stele” di Pomodoro
Tabernacolo della chiesa di Sant'Anna
Altare e tabernacolo hanno entrambi la forma triangolare.
Il primo col vertice in basso e il secondo col vertice in alto.
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