NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
ANCHE A MESSA SI PUO' ANDARE NUDI
Pubblichiamo il testo di un articolo apparso sul quotidiano
La Nazione del 24 agosto 2004,
ove si parla dell'omelia di un prete (!?) in cui questi non tratta
dell'Epistola o del Vangelo,
ma della liceità dell'andare nudi a Messa
"Col permesso delli Superiori"?
La Nazione, pag. XIII, martedì 24 agosto 2004 - Pagina
di Pontedera / Valdera
L'omelia domenicale in Duomo di don Claudio Desii:
«Smettete di guardare com'è vestito chi
vi siede accanto»
«D'estate è normale scoprirsi anche per
andare a Messa»
«Siamo proprio sicuri che nel Regno dei Cieli
servirà l'abito lungo?
L'orlo ridotto non può certo ridurre la Fede…»
articolo di Maria Elena Manzi
Pontedera - Se è vero che «l'abito non fa
il monaco», come recita l'adagio, ragionando a contrario non
necessariamente una veste succinta è sinonimo di «peccato».
Soprattutto in estate, quando l'afa e il solleone inducono i fedeli, o
meglio le fedeli, a ridurre i centimetri coperti, in favore di top scollati,
minigonne, abitini-sottoveste freschi e svolazzanti ma spesso trasparenti,
anche quando vercano la soglia di una chiesa per prendere parte alla messa
della domenica.
Lo ha detto proprio domenica scorsa, dal pulpito, durante
la messa delle 9, don Claudio Desii, proposto, anzi coproposto, del Duomo
di Pontedera.I più rigidi potranno anche storcere il naso, qualcuno
griderà addirittura allo scandalo, ma è proprio invitando
tutti ad andare oltre l'esteriorità e l'apparenza di «un abito
consono al luogo di culto» che don Claudio Desii ha voluto ammonire
i fedeli riuniti per la messa in Duomo, prima di recitare la preghiera
del Padre Nostro.
«Siamo davvero sicuri - così don Claudio
- che nel Regno dei Cieli, sia richiesto l'abito lungo?»
«Non perdete tempo in queste cose inutili -ha proseguito
ilcoprovosto, che regge la parrocchia propositura insieme a don Stefano
Serafini -, scusate, ma ma voglio porvi un quesito:sono stato spesso rimproverato,
anche da altri preti, perché si dovrebbe fare qualcosa contro chi
si presenta in chiesa con gonne che scoprono le gambe. Beh, non credo che
un abito ridotto riduca anche la capacità di far propria la prola
di Dio… Se tutti guardassimo piùalla sostanza che all'apparenza,
ilmondo non verserebbe nell'attuali crisi di valori».
«La salvezza viene dalla Fede -ha concluso don
Desii nella sua omelia-arringa - , volete salvarvi? Beh, un buon inizio
è cominciare ad ascoltare seriamente la parola di Dio, invece di
stare a guardare come è vestito chi siede nella panca accanto alla
vostra».
Parole sante. |
Breve nota:
Abbiamo avuto modo di parlare altrove di questi campioni
della nuova chiesa del postconcilio in quel di Pontedera (a
proposito della dichiarata inutilità della benedizione delle case)
Questo nuovo esempio di apostolato alla rovescia conferma
che le nostre non sono reazioni eccessive a fronte di piccole discrepanze
dovute alle debolezze umane (anche i preti sono uomini!), quanto piuttosto
delle misurate reazioni a fronte di comportamenti che andrebbero censurati
con la riduzione allo stato laicale.
Insomma questi falsi preti dovrebbero essere buttati
fuori a calci dalle nostre chiese, e noi purtroppo non possiamo farlo,
non ne abbiamo l'autorità, né i mezzi.
Chi invece l'autorità ce l'ha, e i mezzi anche,
li lascia continuare in quest'opera di demolizione della Religione e della
Fede: che dire? … Che qui non si tratta più della Chiesa cattolica,
qui siamo di fronte ad un'altra chiesa, se di chiesa si può ancora
parlare.
Viene subito in mente la famosa frase di Paolo VI, che
«il fumo di Satana è entrato da qualche parte nella Chiesa».
Ma, di fronte a cose come queste, ci permettiamo di prendere le parti di
Satana.
Saremmo degli sciocchi se pensassimo che Satana è
così maldestro da arrivare a suscitare comportamenti così
palesamente stupidi. No. Qui si tratta di ben altro, qui si tratta delle
conseguenze inevitabili del «fumo di Satana», qui si
tratta della precisa volontà umana deviata di agire e di parlare
in maniera blasfema: l'unica maniera che questi nuovi preti conoscono.
Per correggere questi preti basta buttarli fuori dalla
Chiesa, e se questo non lo si fa è perché non si tratta più
della Chiesa cattolica. Qui si tratta di povera gente in preda al delirio
dell'onniscienza e all'euforia dell'ignoranza, qui si tratta di poveretti
che non sanno quello che dicono, non sanno quello che fanno, non sanno
nulla… insomma, neanche perché sono al mondo, eppure sono stati
ordinati «preti».
Chi è più colpevole? Il povero Claudio
Desii che non ha capito niente della sua ordinazione o colui che l'ha ordinato
e gli ha affidato il ministero pastorale in Duomo e lo mantiene ancora
in quel posto?
In fondo, se si riflette anche solo un po', questo sig.
Desii non dice nulla di strano, visto i tempi in cui viviamo e visto che
non è un prete. Cosa volete che sia una gonna un po' più
corta o una scollatura un po' più ampia di fronte a Dio?
Non è certo un pezzo di gamba scoperta o un mezzo
petto esposto che possono toccare anche minimamente l'Infinità di
Dio.
Ma se questo signore fosse davvero un prete, saprebbe
che il vestire decoroso nella Casa di Dio non scaturisce da un'esigenza
di Dio stesso, ma da un'esigenza degli uomini.
Ci chiediamo? Se questo signore si presenta in casa di
uno qualsiasi dei suoi amici, lo fa con qualsiasi tipo di abbigliamento,
magari in mutande, o si preoccupa di vestirsi in modo acconcio?
E se questo vale per qualsiasi momento della giornata,
anche in questi nostri tempi impazziti, perché non dovrebbe valere
per entrare in Chiesa?
Sembra una contraddizione… ma oggi viviamo in mezzo alle
contraddizioni, ecco perché il sig. Desii non si rende neanche conto
di quello che dice.
Attenzione! Non facciamo un discorso “normativo”, non
ci riferiamo alle regole dettate nei documenti della Chiesa, non ci appelliamo
alla coerenza tra funzione sacerdotale e comportamenti pastorali. No!
Ci limitiamo solo a riferirci al buon senso comune,
o, se si vuole, al cattivo senso comune.
Ancora oggi non è possibile presentarsi in un
posto di lavoro vestiti come ci pare, dobbiamo abbigliarci in modo corrispondete
al posto in cui lavoriamo. Se andiamo a teatro non ci vestiamo come quando
andiamo a fare la spesa. Se andiamo ad una festa tra amici non ci vestiamo
come quando andiamo al mare. Se andiamo a comprarci un paio di scarpe non
ci andiamo con i piedi sporchi. E così via.
Perché proprio quando andiamo in chiesa non
dobbiamo vestirci per andare in chiesa?
Il sig. Desii dice che si tratta di “cose inutili”. E,
da uomo del nostro tempo, ha ragione, perché la Chiesa, l'andare
in chiesa, l'andare a Messa, non sono certo le cose più importanti
della nostra esistenza: ci mancherebbe!
Lui, che non è un prete, e che di certo non lo
è mai stato, si rende perfettamente conto che a Messa si può
benissimo andare anche in mutande, perché ciò che veramente
conta è che la gente in mutande che assiste alla Messa capisca ciò
che lui ha spiegato.
E anche quando parla della tanto oggi inflazionata “parola
di Dio”, che sarebbe l'unica cosa da ascoltare seriamente per potersi
salvare (salvare da che cosa?), si esprime in maniera tale da far capire
che lui continua ad avere in mente le sue concioni e i suoi discorsetti
da bar dello sport.
E non può essere diversamente, perché
basta leggere anche solo qualche passo del Nuovo o dell'Antico Testamento,
a cominciare dalla Genesi per finire con San Paolo, per capire che quanto
dichiarato da questo falso prete fa a pugni con la Sacra Scrittura.
Ma lui non ne sa niente della Sacra Scrittura, in
seminario ha capito solo che, una volta prete, avrebbe potuto dare sfogo
alle sue fantasie tutte umane, troppo umane, e avrebbe potuto spiattellarle
ai fedeli cattolici facendole passare per “parole sante” (come
conclude l'autrice dell'articolo).
Certo, non si può non rimanere indignati di fronte
alla inconsistenza di questo falso prete, alla sua malvagia predicazione,
al pericolo mortale che rappresenta per la salvezza delle ànime.
Certo!
Ma ancor più occorre urlare di dolore e di indignazione
di fronte all'assurdo che questi comportamenti, queste predicazioni, questi
pericoli sono diventati il pane quotidiano dei fedeli cattolici, spesse
volte con la connivenza di tanti di loro, con la compiacenza di tanti di
loro, e… soprattutto col “permesso delli Superori”.
Preghiamo perché il Signore preservi la Sua
Santa Chiesa dagli errori degli uomini di chiesa.
Preghiamo perché il Signore illumini questi
falsi uomini di chiesa.
Preghiamo perché il Signore ci liberi da questo
male.
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I
frutti del Concilio
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