|
|||||
|
|||||
NUOVI PRETI DELLA
NUOVA CHIESA I MILLE ANNI DEL DUOMO DI BAMBERGA
SI FA RISALIRE AL 6 MAGGIO DEL 1012 IL COMPLETAMENTO E LA CONSACRAZIONE DELL'“HEINRICHSDOM” DI BAMBERGA, IN BAVIERA Con
l'occasione, il Santo Padre, il 3 maggio scorso, ha inviato un'apposita
lettera al “venerato fratello Ludwig Schick
Arcivescovo di Bamberg”,
pubblicata su L'Osservatore Romano
del 12 maggio.
In questa lettera, Benedetto XVI scrive: La celebrazione solenne del millenario della sua consacrazione … Può incoraggiare tutti voi, sacerdoti e fedeli, a riscoprire e ad approfondire quella fede, della quale il vostro splendido duomo si erge come testimone di pietra al centro della città vescovile e della Franconia. Desidero dunque invitarvi a compiere mentalmente una «visita» a questa casa di Dio, ad ascoltare il messaggio che essa stessa ci annuncia senza usare parole, ma tuttavia in modo impressionante. E ricorda che: Sostiamo poi davanti allo straordinario monumento funebre dei santi Enrico e Cunegonda … Dalla tomba della coppia imperiale, come anche da quella di re Corrado III, proviene per voi un appello a fare ascoltare la Parola del Vangelo in famiglia, nella professione, nella società, nell’economia e nella cultura e di modellare le realtà terrene secondo il suo spirito. … il vostro duomo custodisce la tomba di Papa Clemente II Mille anni sono tanti e il loro scorrere è accompagnato dal cambiamento di tante cose, non esclusa, si dice, la sensibilità dei fedeli, chierici e laici, ed in particolare la sensibilità di tanti Pastori, illuminati come sono dallo spirito del Concilio. E uno di questi Pastori, l'Arcivescovo di Bamberga, come ha pensato di ricordare degnamente questo millenario di questa casa del Signore, affidata alla sua cura? Non ripresentando i monumenti che ricordano la cristianità della sua Cattedrale, della sua diocesi, della sua terra:
ma allestendo una mostra di arte contemporanea, che, come tutti possono vedere, è il meglio che si potesse fare alla maggior gloria di Dio, anche perché, forse, potessero trovare riscontro le stesse parole del Papa: Sono mura che hanno retto alle tempeste di un millennio. Su di esse si sono infrante le onde delle ideologie ostili a Dio e agli uomini dello scorso secolo. Scrive l'articolo della televisione pubblica bavarese: Per l'arcivescovo Ludwig Schick questa mostra è un invito a vivere di nuovo le opere d'arte del Duomo in modo più intensivo, e anche a osservare e a valutare l'arte contemporanea. Con la mostra si dà un segno che l'“arte non è alla fine, bensì continua, continua a essere creata, anche l'arte religiosa. Ciò che è di religioso nell'uomo, lo spirituale, il meditare su ciò che Dio dà agli uomini, può essere stimolato attraverso il confronto con l'arte contemporanea.” Qual è quest'arte “religiosa” che permette ai cattolici bavaresi di “meditare su ciò che Dio dà agli uomini”? intanto il blasfemo accostamento fra gli Apostoli e questa evidente figura demoniaca quindi questa splendida composizione (Bamberger engel - angelo di Bamberga) che col suo titolo fa capire come i vescovi partoriti dal VaticanoII lavorino pastoralmente per l'edificazione dei fedeli E nella Cattedrale intitolata
anche a Maria, non poteva mancare un esplicito riferimento al Cantico
dei Cantici nel quale, come ha ricortato lo stesso Benedetto XVI, nella
catechesi
del 9 dicembre 2009, la sposa è da identificare con Maria
Santissima.
Ecco infatti allineate tre eloquentissime immagini che, a scanso di equivoci, portano il nome di “ hortus conclusus” ripreso dal versetto 12 del cap. 4 del Cantico: hortus conclusus soror mea sponsa hortus conclusus fons signatus - Giardino chiuso sei tu, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata. Quell'hortus conclusus, quella fons signatus, che rimanda alla Vergine Maria… come si può vedere… in questi tre quadretti risalta con plastica immediatezza, solo chi non li vuol vedere, non li vede. Se poi qualcuno un po' malizioso, e magari ammalato di tradizionalismo cronico, ci volesse vedere tre moderni efebi di stampo new age e di “gaya” memoria… sappia che è gravemente in errore, poiché qui, in tutta evidenza, siamo al cospetto della rivisitazione della Sacra Scrittura con l'uso della ermeneutica della continuità, o interpretazione della continuità. Anche se, a onor del vero, qui l'unica continuità sta nell'uso dell'espressione latina, dietro la quale si fa passare l'immagine, non della Sposa del Cantico, ma di tre nudi maschili che con la plastica mellifluità delle dita reggono un fiore sul davanti. Ma
sono angeli! esclamano i nuovi preti della nuova Chiesa. Tutta la
mostra, mostra, appunto, degli angeli!
Come nel plastico di prima, che non si capisce se è il tizio appeso che sprigiona fiamme o sono le fiamme che vomitano il tizio. E come si può benissimo vedere da quest'altro quadretto: dove si vede un angelo, chiaramente!, a cavallo di un asino, entrambi con le orecchie rosse, che sovrintendono ad una epigrafe dove si spiega l'arcano: dove si legge:
E c'era un modo migliore di questo
per corrispondere alle parole del Papa nella stessa lettera: “Nello svettante edificio del duomo di
Bamberg, potenza e bellezza si uniscono in una straordinaria
testimonianza di quella fede dal cui spirito e dalla cui forza è
nata questa sublime casa di Dio. La celebrazione solenne del millenario
della sua consacrazione, alla quale partecipo intimamente, può
diventare per l’arcidiocesi di Bamberg il preludio dell’Anno della Fede
che ho proclamato per tutta la Chiesa”?
Per un sano e cattolico preludio all'Anno della Fede, cosa di meglio che riempire la cattedrale di Bamberga con angeli ed asini che ricordano il vestibolo delle male bolge più che la sublime casa di Dio? Ora, se tutto questo fosse un casuale incidente in un particolare momento della vita di una singola diocesi, potremmo anche discutere del perché e del per come. Ma trattandosi, invece, di uno degli ennesimi esempi della distruzione della fede, attuata dai nuovi preti della nuova Chiesa in tutti gli ambiti della Religione: dai luoghi sacri, alla liturgia, alla dottrina… non è possibile non convenire che siamo davvero nei tempi in cui l'abominio della desolazione si impianterà nel luogo santo (Cfr. Mt. 24, 15-20), come abbiamo scritto altre volte. E non si può non convenire che tutto questo accade, con ritmi sempre crescenti, da cinquant'anni, da quando chiuse i battenti il Vaticano II e tutte le sue moderne intuizioni si riversarno come una valanga nella vita cattolica, traformando la Chiesa cattolica da un luogo santo in un ricettacolo di tutte le stramberie più o meno blasfeme di fedeli, sagrestani, frati, suore, preti, vescovi e papi. Cosa si starà organizzando a Bamberga per il cinquantenario del Concilio? Che il Signore abbia pietà di noi! Altre informazioni e altre immagini si trovano nei seguenti siti: - televisione bavarese (tedesco) - Pius.info (tedesco) - Fides et forma (italiano)
luglio 2012 (torna su)
Ritorna a Sommario I frutti del Concilio Ritorna a Documenti |