Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
 

9.3  Le false religioni.
Come il peccato originale ha reso imperfetto il nostro amore verso gli altri, così esso ha reso imperfetto il nostro amore naturale verso Dio.
Sono così nate le false religioni.
In esse si trovano tracce della legge naturale, ma commiste a riti  e a precetti immorali di origine umana e di origine diabolica.
L’origine naturale delle false religioni è la ragione umana ferita dal peccato originale e accecata dalle passioni.
L’origine preternaturale è il diavolo, omicida fin dall’inizio e padre della menzogna, (Giov. XVIII, 44).

Quelle verità che, (più o meno deformate), si ritrovano nelle religioni pagane, non sono loro proprie ma sono solo echi della legge naturale.
Le verità residue che si incontrano nelle false religioni sono serve dell’errore più che anima delle medesime perché sono inserite in dottrine erronee.
Ciò diventa chiaro con un esempio.
Il giudaismo e l’islamismo insistono sull’Unità di Dio, (il che è una verità), ma in modo tale da escludere la Trinità di Dio, (che è anch’essa una verità).
Paradossalmente una verità diventa negazione di una altra verità, e il suo valore di verità non è più integro perché, di fatto, esso serve a rendere credibile l’errore.
Tutte le affermazioni erronee stringono una verità nel nocciolo, ma anche la nascondono, la sovvertono, la alterano.

Si noti che il seguace di una falsa religione non è ad essa debitore delle eventuali verità e rette norme morali che la falsa religione mantiene perché esse sono solo quelle che già sono scritte nella legge naturale incisa da Dio nel suo cuore.
(Vedasi S. Paolo, Lettera ai Romani, II, 14-15, passo già citato al paragrafo 9.1).

Come vedremo meglio più avanti, Dio può attirare alla verità una anima che vive in una falsa religione, ma certamente non si servirà positivamente di tale falsa religione come di una via o di un mezzo per condurrre tale anima a Lui: non gli si addice e non ne ha bisogno. 
Facciamo qualche breve considerazione a sostegno di quanto detto.
Sul piano logico: nessun maestro corregge l’errore insegnando il falso, (e tanto meno la falsità che costituisce l’errore dell’allievo); nessun medico cura una ferita fasciandola con una garza infetta, (specie quando è lui che produce garze sterili). Dio che è Verità per condurci a Lui Verità non ci insegnerà, nemmeno provvisoriamente, l’errore o una mezza verità.
Sul piano etico: nessuno di noi, per attirare a sé qualcuno che ama, accetta di sentirsi lodato per azioni che condanna (e che non ha mai commesse). Dio che è Santità per condurci a Lui Santità non ci chiederà, nemmeno provvisoriamente, di adorarlo commettendo atti di culto ed azioni peccaminose.
Sul piano sovrannaturale: in Paradiso non può stare una anima che sia ancora attaccata ad un solo peccato, per veniale e piccolissimo che esso sia. È assurdo che in Dio che è Verità, Santità, Perfezione possano coesistere, anche solo “provvisoriamente” e “strumentalmente”, forme di falsità e di immoralità, imperfezioni massime.
Dio abomina le false religioni, (vecchie o nuove che siano), come vedremo bene nel prossimo paragrafo, quindi non può servirsene per condurre le anime a Lui, (il fine non giustifica i mezzi).
 

9.3.1  Dio abomina le false religioni 
Ci si potrebbe chiedere se le false religioni possano essere se non usate, (vedi paragrafo precedente), almeno gradite a Dio in qualche misura, magari come espressioni di una certa qual religiosità naturale, sia pur corrotta dal peccato, e in virtù di quella parte di legge naturale che esse non negassero.
Ci si potrebbe chiedere anche se, per le medesime ragioni, alle false religioni non sia dovuto un certo qual rispetto o riguardo.
Nella Sacra Scrittura troviamo le risposte, risposte totalmente negative.

Consultiamo il Vecchio Testamento.
“…In quei giorni Dio pronunciò tutte queste parole: ‘Io sono il Signore, tuo Dio, …Non avrai altri dei di fronte a Me … Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché Io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio forte, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelle che mi amano e osservano i miei comandi…’” 
(Esodo XX, 1-3, 5-6). (41)
“… immolarono ai demoni e non a Dio…” 
(Deuteronomio, XXXII, 17). (42)
“… Tu detesti chi serve idoli falsi…” 
(Salmo XXX, 7) (43)
“… L’idolo è maledetto lui e chi l’ha fatto … principio di fornicazione fu l’idea degli idoli e il loro concepimento rovina della vita … dalla sciocca vanità degli uomini furono introdotti nel mondo, perciò è stabilita la loro rapida fine…” 
(Sapienza, XIV, 8, 12, 14) (44)

Consultiamo il Nuovo Testamento.
“Sì, gli attributi invisibili di lui [Dio], l’eterna sua potenza e la sua divinità, fin dalla creazione del mondo si possono intuire, con l’applicazione della mente, attraverso le sue opere. Costoro sono dunque senza scusa, perché, pur avendo conosciuto Iddio, né gli diedero gloria, come a Dio, né gli resero grazie, ma vaneggiarono nei loro ragionamenti e il loro cuore insensato s’offuscò. Essi che pretendevano d’essere sapienti, divenero stolti e sostituirono la gloria del Dio immortale con immagini di uomini mortali, di uccelli, di quadrupedi e di rettili…
Disdegnarono di conservare la vera conoscenza di Dio: Iddio li diede allora in balìa della loro mentalità pervertita ed essi compirono cose indegne.” 
(Romani I, 20-23, 28).
“…E il Signore a me: ‘Io sono Gesù che tu stai perseguitando. Ma alzati e sta’ ritto, giacché per questo ti sono apparso: per costituirti ministro e testimone … presso i quali [i pagani] io ti mando ad aprire i loro occhi, perché si convertano dalle tenebre alla luce e dal potere di Satana a Dio, e ricevano così il perdono dei peccati…’”
(Atti XXVI, 15-16,18).
“Ad Atene, nell’attesa dei due [Sila e Timoteo], Paolo sentiva uno sdegno profondo all’osservare che la città era piena di idoli “ (Atti XVII, 16).
“[Parla Paolo per convincere il popolo pagano di Listra a non immolare tori in onore suo e di Barnaba] Gente, perché fate questo? Anche noi siamo miserabili uomini come voi, che vi stiamo istruendo per convertirvi da codesti déi vani [falsi] al Dio vivente.” 
(Atti XIV, 14).
“Quando non conoscevate Dio, eravate schiavi di dei, che in realtà non lo sono” 
(Galati IV, 8).
“Badate che qualcuno non vi faccia schiavi con la vana seduzione di una filosofia ispirata alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo” 
(Colossesi II, 8).
“Figlioli, guardatevi dagli idoli! Amen” 
(I Giovanni V, 21).
“Che intendo dunque dire? Che la carne immolata agli idoli abbia un qualche valore? ovvero che un idolo sia qualchecosa? No, ma che quanto sacrificano i pagani, lo sacrificano ai demoni e non a Dio.  Ora, non voglio che voi siate in comunione con i demoni. Non potete bere alla coppa del Signore e alla coppa dei demoni; non potete prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni.  Oppure, vorremmo noi provocare ad ira il Signore?  Siamo forse più potenti di Lui?” 
(I Corinti X, 19-22).

Dopo aver letta quest’ultima citazione di San Paolo non si può certo pensare che Dio si serva delle false religioni come di mezzi e di vie per riportare a Sé gli uomini!

Quelle che noi diciamo ormai abitualmente “altre religioni” Dio insegna a chiamarle fornicazioni (spirituali prima ancora che materiali) indicandone il principio che le genera non nella retta, buona e lodevole  “ricerca di Dio” ma nella perversità del demonio e nella cattiva piegatura del cuore dell’uomo sul proprio pensiero indipendente dal pensiero di Dio: sulla propria vanità. 

Gli idoli di oggi sono le dottrine religiose e le ideologie laiche che pretendono di sostituirsi a Dio, alla Rivelazione, alla stessa legge naturale.
I sacrifici umani di oggi si chiamano aborto, eutanasia, espianto a cuore battente e sangue circolante di organi vivi.
 

9.3.1.1 Nel Vecchio Testamento Dio ordina di sterminare, fisicamente e subito, i seguaci delle false religioni. (45)
Nel Vecchio Testamento Dio direttamente e costantemente prescrive ad Israele non solo di non praticare le altre religioni ma anche di distruggere gli idoli e di uccidere i loro adoratori. 
Senza pretesa di completezza porteremo numerose citazioni, per dimostrare che non si tratta, per così dire, di forme letterarie retoriche o di casi isolati.
“[Mosè torna dal Monte Sinai, dove ha ricevute le tavole della legge, e trova il popolo che adora il vitello d’oro]
…Mosè … si pose alla porta dell’accampamento e disse ‘Chi è per Jahve, qui da me!’. 
Si raccolsero attorna a lui tutti i figli di Levi ed egli disse loro: ‘Così dice Jahve Dio di Israele: «Ognuno cinga la spada al fianco. Attraversate e girate l’accampamento di porta in porta e uccidete ciascuno il proprio fratello, il proprio amico, il proprio vicino.» I figli di Levi eseguirono l’ordine di Mosè e in quel giorno caddero circa tremila uomini del popolo. Mosè disse: ‘A costo del proprio figlio e del proprio fratello ognuno di voi, oggi, è stato generoso verso Jahve, così che egli, oggi, fa scendere su di voi una benedizione’…” 
(Esodo, XXXII, 25-29).
“…Mosè disse ai giudici di Israele: ‘Ognuno di voi uccida quelli dei suoi uomini che si sono uniti al Baal di Peor’…” 
(Numeri, XXV, 5).
“…Osserverete e praticherete quanto vi sto ordinando: non aggiungerai né detrarrai nulla. Se presso di te sorge un profeta o un sognatore che ti mostri un segno o un prodigio ed egli, avveratosi il segno o il prodigio di cui ti aveva parlato, ti dica: ‘Seguiamo altri dei, che tu non hai conosciuto, e rendiamo loro un culto’, non ascoltare le parole di questo profeta o sognatore.  Jahve vostro Dio vi sta provando per conoscere se veramente amate Jahve vostro Dio con tutto il cuore e tutta l’anima. … Questo profeta poi o sognatore dovrà morire… Se tuo fratello, … tuo figlio, tua figlia, la moglie del tuo seno, l’amico … cerca segretamente di sedurti, dicendo: “Andiamo a rendere culto ad altri dei…” … tu non acconsentirai … non lo risparmierai né cercherai di coprire la sua colpa. Tu dovrai ucciderlo in modo assoluto, la tua mano sarà la prima… e poi la mano di tutto il popolo, lo lapiderai così che muoia. …Se saprai che in una delle città che Jahve tuo Dio sta per concederti come dimora sono usciti da te uomini… [che] hanno sedotto gli abitanti… dicendo: ‘Andiamo a rendere un culto ad altri dei’… devi assolutamente passare a fil di spada gli abitanti… brucerai nel fuoco la città con tutto il bottino… né più sarà ricostruita…”. (Deuteronomio XIII, 1-4, 6-11, 13-17).
“… Questi sono gli statuti e i decreti che baderete di eseguire nella terra che Jahve, Dio dei tuoi padri, ti ha concesso… Distruggerete interamente tutti i luoghi nei quali le nazioni che voi state per scacciare hanno reso culto ai loro dei … cancellerete il loro nome da quei luoghi…” 
(Deuteronomio XII, 1-3). (Questi precetti sono reiterati in Deuteronomio XVII, 2-7).
“…Guarda di non fare mai amicizia con gli abitanti di quelle terre, il che ti condurrebbe in rovina; ma distruggi le loro are, spezza le statue, atterra i boschi. Non adorare un dio straniero; il Signore ha nome ‘il Geloso’, è un Dio geloso. Non fare alleanza con gli uomini di quelle religioni; che, dopo aver fornicato con i loro dei e adorato i loro simulacri, non abbia qualcuno a invitarti a mangiare delle cose immolate agli idoli…” 
(Esodo XXXIV, 12-15).
“…Ed il Signore parlò a Mosè: ‘Fa’ prima la vendetta dei figli di Israele sui Madianiti…’ …E sdegnato Mosè coi capi dell’esercito, tribuni e centurioni che tornavano dalla guerra, disse: ‘Perché avete risparmiato le donne? … Uccidete quindi i maschi tutti, anche i bambini, e le donne che hanno conosciuto uomo; riservatevi tutte le bambine e le vergini…’” 
(Numeri, XXXI, 1-2, 14-15, 17-18).
“…La parola del Signore fu rivolta allora a Samuele in questi termini: ‘Io mi pento di aver costituito re Saul, perché mi ha abbandonato e non ha eseguito i miei ordini’ …Samuele allora continuò [parlando a Saul]: ‘…il Signore ti unse re sopra Israele e ti mandò dicendo: «Va, uccidi i peccatori di Amalec, e combattili fino allo sterminio». Perché dunque non hai ascoltato la voce del Signore, ma ti sei gettato sul bottino e hai fatto il male sotto gli occhi del Signore?’ …[disse Samuele a Saul]: ‘…il non voler assoggettarsi è quasi come il peccato di idolatria. Perché dunque hai rigettato la parola del Signore, il Signore ha rigettato te, affinché tu non sia più re”…” 
(I Samuele, XV, 10-11, 17-19, 23).
“[Israele segue il culto idolatrico di Baal. Di fronte al popolo Elia sfida i 450 profeti di Baal a invocare il loro dio per far scendere dal cielo il fuoco per il sacrificio, altrettanto farà lui da solo invocando Jahve: il dio che risponderà col fuoco è Dio. Elia vince la sfida.] 
… Allora cadde il fuoco di Jahve che consumò l’olocausto … A tal vista tutto il popolo cadde con la faccia a terra esclamando: ‘Jahve è Dio, Jahve è Dio!’. Allora Elia parlò loro: ‘Prendete i profeti di Baal; non ne sfugga neppur uno!’. Li presero ed Elia li condusse giù al torrente  Kishon, dove li sgozzò [tutti 450]…” 
(III Re, XVIII, 38-40).

Nel corso della storia del popolo israelita i Giudici e i Re fedeli a Jahve hanno sempre combattuto i culti idolatrici e i loro seguaci.
Si leggano ancora, ad esempio, Giosuè XXIII 6-8, XXIV 14-15; Giudici VI 25-26; III Re XVIII 40; IV Re X 18-31, XXIII 5-24; II Paralipomeni XV 13, XVII 6, XIX 3, XXIII 16-17, XXX 14, XXXIV 33.
 

9.3.1.2  Nel Nuovo Testamento Dio destina alla dannazione, (sterminio spirituale dopo la morte fisica), chi non Lo adora.
Nel Nuovo Testamento Dio destina chi non lo adora alla dannazione eterna, dannazione che è lo sterminio spirituale prefigurato da quello materiale del Vecchio Testamento.

“Andate in tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo; chi non crederà sarà condannato.” 
(Marco XVI, 15-16).
“E vi dico ancora che molti verranno dall’Oriente e dall’Occidente e sederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esterne, dove sarà pianto e stridore di denti.” 
(Matteo VIII, 11-12).
“Il regno dei cieli è simile ad un re che diede un banchetto di nozze per suo figlio, e mandò i suoi servi a chiamare quelli che aveva invitati alle nozze, ma essi non volevano venire … altri anzi, presi i servi, li oltraggiarono e li uccisero. Il re, udito ciò, si adirò e mandò le sue truppe a sterminare quegli omicidi e a bruciare le loro città.” 
(Matteo XXII, 2-3, 6-7).
“Un uomo fece una gran cena e invitò molti … ma tutti accamparono delle scuse… Vi dico che nessuno di coloro che sono stati invitati gusterà della mia cena.” 
(Luca XIV 17-18, 24).
“Avendo notato un uomo che non era in abito da nozze … il re disse ai servi: ‘Legategli le mani e i piedi e gettatelo fuori nel buio; ivi sarà il pianto e lo stridore di denti’. Perché molti sono i chiamati ma pochi gli eletti.” 
(Matteo XXII, 11, 13-14).
“Egli nella sua mano tiene il vaglio e purgherà la sua aia e raccoglierà il suo grano, mentre brucerà la pula in un fuoco che non si estingue.” 
(Luca III, 17).
“Ecco, questi [Gesù presentato al tempio] è posto per la caduta e la resurrezione di molti in Israele e per segno di contraddizione” 
(Luca II, 34).
“Allora Gesù riprese: ‘E non avete letto nelle Scritture: ‘La pietra che i costruttori rigettarono, è diventata la pietra d’angolo. È questa un’opera del Signore e meraviglia ai nostri occhi’? Perciò io dico a voi: il regno di Dio sarà tolto a voi, e dato ad un popolo che ne produca i frutti. E chi cadrà su questa pietra si sfracellerà; e quegli su cui cadrà sarà stritolato”. 
(Matteo XXI, 42-46).
“Ora io voglio ricordarvi, quantunque conosciate già tutte queste cose, che Gesù, liberando il popolo dalla terra di Egitto, sterminò poi quelli che non credettero.” 
(Giuda I, 5).
“Ora uscirono nel mondo molti seduttori i quali non professano l’avvento di Gesù Cristo in carne. Eccolo il seduttore e l’anticristo! Badate bene a voi stessi, che non abbiate a perdere ciò che avete operato, ma ne riceviate piuttosto la ricompensa piena… Se qualcuno viene da voi e non reca questa dottrina, non accoglietelo in casa e non dategli il saluto; poiché chi gli rivolge il saluto, si fa socio delle sue opere malvagie.”
(II Giovanni 7-8, 10-11).
“Ma ci furono tra il popolo anche falsi profeti; così pure fra voi ci saranno falsi maestri… Il giudizio su di essi già da tempo non sta ozioso e la loro rovina non sonnecchia. Se infatti Iddio non perdonò agli angeli peccatori … se non perdonò al mondo antico, ma solo protesse, con altre sette persone, Noè … se condannò alla catastrofe dell’incenerimento le città di Sodoma e Gomorra … mentre liberò il giusto Lot … [allora ciò] vuol dire che il Signore sa liberare i pii dalla prova e riservare invece per il giorno del giudizio gli iniqui per castigarli…
Costoro sono fonti senz’acqua e nubi investite dalla bufera; caligine e tenebre sono loro riservate.”
(II Pietro II 1-17 passim).
“E all’angelo [il vescovo] della chiesa che è in Pergamo scrivi: ‘…Ho contro di te pochi rilievi: hai costì alcuni che tengono la dottrina di Balaam … hai anche tu alcuni che tengono, allo stesso modo, la dottrina dei Nicolaiti. Ravvediti dunque; se no, vengo a te presto, e combatterò contro costoro con la spada della mia bocca‘”. 
(Apocalisse II, 12, 14-16).
“E all’angelo [il vescovo] della chiesa che è in Tiatira scrivi: ‘… Ho contro di te che lasci fare la donna Jezabel, che si dice profetessa, e col suo insegnamento seduce i miei servi a fornicare e a mangiare carni sacrificate agli idoli; le ho dato tempo affinché si ravvedesse, ma non vuole ravvedersi dalla sua fornicazione; ecco la getto in un letto di doglie, e quanti commettono adulterio con essa in una tribolazione grande, se non si ravvederanno dalle opere di lei; e i figli di lei sopprimerò con la morte…’” 
(Apocalisse II, 18, 20-23).
“[Al termine della Ultima Cena, prima di uscire per andare nell’orto degli ulivi, Gesù prega rivolgendosi al Padre] 
…Ho manifestato il tuo nome agli uomini, che mi hai dato traendoli dal mondo; erano tuoi e li hai dati a me e hanno osservata la tua parola. … Io prego per essi; non prego per il mondo…”. 
(Giovanni XVII, 6, 9).
“Ecco - dice il Signore - che io vengo presto, e la mia mercede è con me, da rendere a ciascuno in conformità del suo operato. Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine”. Beati quelli che lavano le loro vesti nel sangue dell’agnello, per aver diritto all’albero della vita ed entrare per le porte nella città. Fuori i cani e gli stregoni e i fornicatori e gli omicidi e gli idolatri e ognuno che ama e commette falsità!”. 
(Apocalisse XX, 12-15).

Dopo l’ascensione del Signore la Chiesa di Dio ha sempre combattuto il paganesimo e le eresie, con autorità insieme soprannaturale ed umana.
 

NOTE
41 - “…Locutusque est Dominus cunctos sermones hos: ‘Ego sum Dominus Deus tuus ... Non habebis deos alienos coram 
       me ... Non adorabis ea neque coles: ego sum Dominus Deus tuus fortis, zelotes, visitans iniquitatem patrum in filios, in 
       tertiam et quartam generationem eorum qui oderunt me: et faciens misericordiam in millia his qui diligunt me, et custodiunt 
       praecepta mea …”
42 - “…immolaverunt daemoniis et non Deo…”
43 - “…Odisti eos qui colunt idola vana …”
44 - “…Maledictum est et ipsum [idolum], et qui fecit illud … Initium enim fornicationis est exquisitio idolorum; et adinventio 
       illorum corruptio vitae est … Supervacuitas enim hominum haec advenit in orbem terrarum; et ideo brevis illorum finis est 
       inventus…”
45 - L’esegesi modernistica suole ricorrere all’artificio di considerare molti passi “scomodi” del Vecchio Testamento, come il 
       prodotto di “generi letterarii” ormai superati dal tempo. Essa pretende così di attribuire un valore relativo e poetico alla 
       forma espressiva e, di conseguenza, relativizza e vanifica lo stesso insegnamento trasmesso con tale forma. Il testo 
       scritturale comporta almeno tre diversi significati: quello letterale, legato al tempo e al luogo, quello “edificante” per i 
       fedeli, e quello spirituale, che trasmette l’insegnamento divino a diversi gradi. Se talvolta si rende necessario un 
       adattamento espressivo, cosa che si è sicuramente verificato al momento della traduzione dall’ebraico al greco o al latino 
       (con la Vulgata di S. Girolamo), e che si verifica al momento della traduzione in lingua volgare, esso non può essere
       attuato senza tenere conto degli altri significati del testo scritturale, diversamente si stravolgerebbe il senso della sacra 
       Scrittura. Questo spiega l’inevitabile mantenimento di certe espressioni, le sole idonee a rendere il senso compiuto del 
       testo. Non v’è nulla da trascurare, né da minimizzare, anche in presenza della mutata sensibilità di noi uoimini del nostro 
       tempo: il contenuto del testo mantiene la sua validità sia in termini formali sia in termini sostanziali: ciò che è detto è 
       quanto dev’essere detto perché i fedeli apprendano appieno il significato della Parola e della Volontà di Dio. Su questo 
       argomento si rileggano anche i paragrafi del gruppo 6.2: “La sacra Scrittura”.
 



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9.5
9.5.3
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9.5.7.1
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6
7
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