Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
9.5 La Chiesa (48)
Abbiamo visto nei paragrafi del gruppo 9.3 che Dio abomina le false
religioni.
Abbiamo visto nei paragrafi del gruppo 9.4 che Nostro Signore Gesù
Cristo è l’unico mediatore fra Dio e gli uomini (1 Tim. II,
5-6) e che in nessun altro c’è salvezza (Atti IV, 12).
Ne consegue che l’unica, vera, salvifica, soprannaturale Religione
gradita a Dio è quella di Nostro Signore Gesù Cristo.
Vedremo ora che la Chiesa è un progetto primitivo del Creatore,
istituita nel tempo da Nostro Signore Gesù Cristo quale strumento
universale della sua opera salvifica su tutta la creazione, Chiesa guidata
direttamente da Lui stesso in modo invisibile e indirettamente tramite
il suo Vicario, il Papa, in modo visibile.
Vedremo, ancora, che i rapporti fra Nostro Signore Gesù Cristo
e la sua Chiesa sono strettissimi e soprannaturali, quali espressi dalla
dottrina del Corpo Mistico.
Trarremo, infine, la conclusione che la Chiesa non può che essere
unica ed essere la Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica Romana.
9.5.1 La Chiesa è un progetto primitivo del Creatore.
La Chiesa non è il prodotto contingente della storia ma è
un progetto primitivo della mente del Creatore.
Ascoltiamo San Paolo:
“Benedetto Dio e padre del Signore nostro Gesù Cristo,
il quale ci ha benedetti nel Cristo con ogni sorta di benedizioni spirituali
nei cieli. Poiché in lui egli ci ha prescelti per sé prima
della fondazione del mondo, ad essere santi ed immacolati nel suo cospetto;
dopo averci predestinati in carità ad essere suoi figli adottivi
per mezzo di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà,
affinché si esalti la sua grazia trionfante, mediante la quale ci
rese a sé accetti nel suo diletto Figliuolo . In esso per il suo
sangue noi abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati, secondo le
ricchezze della grazia di Dio . Questa grazia in noi egli ha effuso con
sovrabbondanza con ogni sorta di sapienza e di prudenza, avendoci fatto
conoscere il mistero della sua volontà, conforme al suo disegno
benevolo, che egli ha in sé formato, per essere compiuto
nella pienezza dei tempi : cioè di riunire tutte le cose
nel Cristo, e le cose del cielo e le cose della terra.
In Cristo, in cui noi, i primi a sperare in lui, siamo stati fatti
eredi, essendo stati predestinati conforme al disegno di colui che tutto
opera secondo il consiglio della sua volontà, perché fossimo
a lode della gloriosa potenza della sua grazia.
In Cristo, nel quale anche voi, avendo ascoltata la parola di verità,
cioè il Vangelo della vostra salvezza, ed avendo ad esso creduto,
siete stati improntati del sigillo dello Spirito Santo promesso, che è
arra della nostra eredità, per la redenzione di coloro che Dio si
è acquistato, a lode della sua gloria.
[…]
E tutto egli sottopose ai suoi piedi [di Nostro Signore Gesù
Cristo], e lo costituì come capo sopra tutte le cose alla Chiesa,
la quale è il suo corpo, il compimento di lui, che si completa interamente
in tutti.” (Efesini, I 3-14, 22-23).
Da questo passo appare che la Chiesa è una realtà insieme
visibile ed invisibile, esteriore ed interiore, temporale e spirituale
nella sua fase storica, tutta trasformata e spiritualizzata nella sua fase
definitiva (alla fine del mondo).
Come realtà invisibile e spirituale la Chiesa appare come
Corpo Mistico di Nostro Signore Gesù Cristo che ne è il Capo,
(approfondiremo più avanti cosa si debba intendere per Corpo “Mistico”).
Come realtà visibile e temporale la Chiesa appare come la
Chiesa strutturata gerarchicamente che conosciamo direttamente.
“Il divin Redentore iniziò la costruzione del mistico tempio
della Chiesa quando predicando espose i suoi precetti; lo ultimò
quando crocifisso fu glorificato; lo manifestò e promulgò
quando mandò in modo visibile lo Spirito paraclito sui discepoli.”
(Pio XII, Mystici corporis), (vedi anche Denz. 3328).
9.5.2 La Chiesa è stata fondata su Pietro ed è
gerarchica.
Già all’inizio della sua predicazione Gesù adombra la
futura missione di Pietro, in funzione della futura costituzione della
Chiesa: “[Andrea, fratello di Simone, incontratolo, gli dice che lui e
Giovanni hanno trovato il Messia e lo conduce da Gesù] … Gesù,
fissatolo, disse: «Tu sei Simone, figlio di Giovanni; tu sarai chiamato
Cefa», che si interpreta Pietra.” (Giov. I, 42)
Il mutare nome ad una persona, da parte di Dio, vuol dire destinarla
a qualcosa di importante e di nuovo, indicata, appunto, dal nuovo nome.
Il solo mutamento di nome fatto da Gesù è quello operato
su Simone, e ciò già la prima volta che lo vede.
Nel corso della sua predicazione, dopo la confessione di Pietro, ma
prima della propria Passione, Morte e Resurrezione, Gesù spiega
la mutazione del nome, svela la missione collegata col nuovo nome, e annuncia
che costituirà la sua Chiesa, Chiesa che sarà fondata su
Pietro, elevato alla dignità di suo rappresentante.
“[Gesù chiede ai discepoli chi credono che lui sia . Pietro
prende la parola e risponde che Gesù è il Cristo, il Figlio
del Dio vivo] … E Gesù : « Beato te, Simone, figlio di
Giovanni, perché questo non te lo ha rivelato nè la carne
nè il sangue, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico
a te che tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa,
e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa. Io ti darò
le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato anche nei cieli, e tutto ciò che scioglierai
sulla terra sarà sciolto anche nei cieli.»” (Mat.
XVI, 16-19).
Durante l’Ultima Cena, proprio prima del triplice rinnegamento di Pietro,
gli promette un aiuto soprannaturale e lo investe di autorità sugli
altri:
“ ... E aggiunse: «Simone, Simone, ecco che Satana va in cerca
di voi per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché
la tua fede non venga meno; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi
fratelli». Ma egli replicò: «Signore, io son pronto
ad andare con te in prigione e alla morte!». E Gesù: «Pietro,
ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato
tre volte di conoscermi!».” (Luca XXII, 31-34).
Dopo la sua Passione, Resurrezione e Morte, Gesù, tante volte
quante sono state quelle in cui Pietro lo ha rinnegato, altrettante volte
raccoglie la riparazione di Pietro e altrettante volte lo investe quale
suo vicario e pastore della sua Chiesa:
“ … Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni,
mi ami tu più di questi?» «Certo, Signore, tu lo sai
che ti amo» rispose. E Gesù: «Pasci i miei agnelli».
Indi gli domandò una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi
ami tu?» «Ma sì, Signore, tu lo sai che t’amo»
rispose. E Gesù: «Pasci i miei agnelli». Poi per la
terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro allora si
rattristò, perché gli aveva domandato una terza volta: «Mi
ami?», e rispose: «Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo».
E Gesù: «Pasci le mie pecorelle …»” (Giov.
XXI, 15-17)
Con la triplice riparazione e la triplice investitura è tolto
ogni dubbio sulle eventuali conseguenze della precedente triplice negazione
di Pietro.
Siccome Nostro Signore ha investito Pietro della funzione di suo vicario
e pastore della Chiesa, allora ne consegue, di converso, che la Chiesa
è costituita da coloro che tale vicario riconoscono ed obbediscono.
Subito dopo l’Ascensione Pietro occupa il primo posto incontrastato
fra gli Apostoli:
- è lui che presiede alla elezione di Mattia (Atti I,
15-26);
- è lui che parla in nome di tutti davanti al popolo nel giorno
di Pentecoste (Atti, II, 14-40);
- è lui che parla in nome di tutti davanti al Sinedrio (Atti,
III, 1-4, 12-26; IV, 8-12; V, 29-32);
- è lui che condanna Anania con la moglie Saffira (Atti,
V, 1-11);
- è lui che condanna Simon Mago (Atti, VIII, 20-24);
- è lui che interviene nella nuova missione in Samaria (Atti,
VIII, 14);
- è lui che accoglie ufficialmente il pagano Cornelio nella
Chiesa (Atti, X);
- la sua posizione preminente risulta ancora meglio nel proposito di
Erode Agrippa che intende infliggere con l’eliminazione di
Pietro un colpo mortale alla Chiesa,
tutta trepidante per il primo degli Apostoli (Atti, XII, 5);
- nell’assemblea di Gerusalemme Pietro appare nella medesima preminenza
(Atti, XV, 7-11), preminenza che non è affatto
negata ma piuttosto confermata dal noto
incidente di Antiochia con Paolo (Galati, II, 11-14).
Appare evidente che la Chiesa è stata istituita non come una
società carismatica ma come una società gerarchica.
Per capire meglio ciò che fece Gesù aiutiamoci con l’insegnamento
di Pio XII:
“Gesù pendente dalla croce non solo risarcì
la violata giustizia dell’Eterno Padre, ma meritò per noi suoi consanguinei
una ineffabile abbondanza di grazie. Egli avrebbe potuto elargirla da sé
a tutto il genere umano; ma volle farlo per mezzo di una Chiesa visibile,
nella quale gli uomini si riunissero allo scopo di cooperare tutti con
lui e per mezzo di essa a comunicare vicendevolmente i divini frutti della
redenzione . Come infatti il Verbo di Dio per redimere gli uomini con i
suoi dolori e tormenti volle servirsi della nostra natura, quasi allo stesso
modo nel decorso dei secoli si serve della sua Chiesa per continuare perennemente
l’opera incominciata, [Cfr. Conc. Vat. I, Const. de Eccl., prol.].”
(Pio XII, Mystici corporis, I)
“Quando dalla Chiesa vengono amministrati con rito esteriore i Sacramenti
è lui [il Verbo di Dio] che produce l’effetto interiore [Cfr.
S. Thom. III, q. 64, a. 3]. …Il nostro Salvatore sostenta egli stesso
divinamente la società da lui fondata. …Per quella missione giuridica
con la quale il divin Redentore mandò nel mondo gli Apostoli come
egli stesso era stato mandato dal Padre [Cfr. Ioan. XVII, 18;
XX, 21] è proprio lui stesso che battezza, insegna, governa,
assolve, lega, offre, sacrifica, per mezzo della Chiesa.” (Pio XII,
Mystici
corporis, I), (Denz. 3806).
“Non bisogna tuttavia credere che il suo governo venga assolto soltanto
in maniera invisibile [Cfr. Leone XIII, Satis Cognitum] e
straordinaria; mentre al contrario il divin Redentore governa il suo Corpo
mistico anche in modo visibile e ordinario mediante il suo Vicario in terra.
…Che Cristo e il suo Vicario costituiscano un solo Capo, lo spiegò
solennemente il Nostro Predecessore Bonifazio VIII d’immortale memoria
con la sua Lettera Apostolica “Unam Sanctam” [Cfr. Corp. Iur.
Can., Extr. comm. I, 8,1] e la medesima dottrina non cessarono mai di
ribadire i suoi Successori. Si trovano quindi in un pericoloso errore quelli
che ritengono di poter aderire a Cristo, Capo della Chiesa, pur non aderendo
fedelmente al suo Vicario in terra.” (Pio XII, Mystici corporis,
I)
NOTE
48 - In questo paragrafo ci baseremo spesso sulle seguenti
opere di MONS. FRANCESCO SPADAFORA: - “Fuori della
Chiesa non c’è salvezza”
, 1988, Edizioni Krinon, V. Libertà 186, 93100 Caltanissetta. -
“Dizionario Biblico” , 1963, III
edizione, Editrice Studium.
- Ci siamo anche serviti occasionalmente dell’opera di Franco Della Fiore:
- “Il Nuovo
Catechismo Antico”, 1971,
III edizione, SEI
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