Iubilaeum 2000 a. D.
Ostensione della Sacra Sindone a Torino: 12 agosto-22 ottobre
Celebrazione della Santa Messa tradizionale

La Santa Messa tradizionale viene celebrata a Torino tutte le Domeniche e le feste di precetto nella chiesa della Misericordia , via Barbaroux, 41, alle ore 11.00.

Durante l’ostensione della Sacra Sindone, tutti i pellegrini accompagnati da un sacerdote possono richiedere la celebrazione della Santa Messa tradizionale nei giorni in cui si trovano a Torino, sempre presso la chiesa della Misericordia. 

Per questo è necessaria una richiesta preventiva da indirizzare a:
Mons. Oreste Bunino, 
Rettore della chiesa della Misericordia, 
Segreteria Ostensione Sindone, via XX Settembre 87, 10122 Torino; 
tel. (39) 011 5215960; fax (39) 011 5215992; e.mail: sindone@torino.chiesacattolica.it.

Si ricorda che per accedere alla venerazione della Sacra Sindone è necessaria la prenotazione, che può essere fatta tramite i seguenti numeri, a seconda della lingua : 
inglese: 0800 967951, francese: 0800 907674, tedesco: 0800 1819457, spagnolo: 900 993943, 
oppure si può accedere al servizio prenotazioni via internet: www.sindone.org.

Preghiamo tutti gli amici di diffondere il piú possibile questa notizia, in Italia e all’estero, interessando il meglio possibile sia i fedeli sia e soprattutto i sacerdoti.

Ad maiorem Dei Gloriam.
 
 


Exposition of the Holy Shroud in Turin: 12 august-22 october
Traditional Holy Mass

The traditional Holy Mass (according to the Roman Missal of 1962) is celebrated in Turin all Sunday and holidays of obligation, at 11 a. m. in the “Church of Mercy” (Chiesa della Misericordia, via Barbaroux, 41).

During the exposition of the Holy Shroud in Turin, 
all pilgrims in company with priest can ask for celebration of traditional Holy Mass 
during the days of pilgrimage. 

For that is indispensable ask in advance at: 
Mgr. Oreste Bunino, Rector of church of Mercy, 
Secretariat of the Holy Shroud Exposition, 87, via XX Settembre, 10122 Torino; 
phone number 39 11 5215960; fax number 39 11 5215992; e.mail: sindone@torino.chiesacattolica.it.

In order to venerate the Holy Shroud, it is mandatory to make reservation by telephone at following numbers: 
english language: 0800 967951; french language: 0800 907674; german language: 0800 1819457; spanish language: 900 993943;
or at: www.sindone.org.

We kindly request catholic friends to notify that possibility to as how many as possible faithfuls and priests above all.

Ad maiorem Dei Gloriam.
 



 

Febbraio 2000

FRATERNITÀ  SACERDOTALE SAN PIETRO

Comunicato stampa del Superiore Generale della Fraternità

La Fraternità Sacerdotale San Pietro ha tenuto, dall'8 all'11 febbraio 2000, una assemblea generale. Essa è stata voluta dalla Santa Sede a causa di alcune difficoltà interne alla Fraternità. Alla fine dei quattro giorni di discussione e di riflessione, è stato raggiunto un accordo di riconciliazione, che permetterà di giungere ad una piú forte unità.
I preti e i diaconi presenti si sono impegnati a perdonarsi reciprocamente la mancanza di carità e a rimanere fedeli all'ideale della Fraternità San Pietro e dei suoi fondatori. Il Superiore Generale provvederà a nominare un comitato che avrà il compito di trovare delle soluzioni ai problemi esistenti, e che riferirà in tal senso al Capitolo Generale che si svolgerà, come previsto, nel corso di questa estate.
Come indicato nella lettera della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, del 13 luglio 1999, il Superiore Generale riprende possesso dei pieni poteri che gli accorda il diritto della Chiesa.

Roma 12 febbraio 2000

Joseph Bisig, Superiore Generale della Fraternità San Pietro
 


Marzo 2000

FRATERNITÀ  SACERDOTALE SAN PIETRO

Nuovo comunicato stampa del Superiore Generale della Fraternità

Il presente comunicato intende apportare le necessarie precisazioni a riguardo della dichiarazione del 12 febbraio scorso.
Allo stato attuale delle cose, il testo definitivo dell’accordo raggiunto dai membri della Fraternità San Pietro non può essere pubblicato: lo stato di salute del Presidente della Pontifica Commissione Ecclesia Dei, Sua Eminenza il Cardinale Felici, impedisce che tale testo, ad uso soprattutto interno della Fraternità, possa essere confermato dall’autorità competente .
Ciò nonostante, questa dichiarazione comune, approvata dalla grande maggioranza dei membri incardinati nella Fraternità, impegna costoro fin da adesso.

È chiaro che le Responsa Officialia di Sua Em.za il Cardinale Medina affermano un diritto generale dei preti della Chiesa Cattolica di rito latino, e cioè che essi possano celebrare la Messa secondo il nuovo rito. È altrettanto chiaro che la Fraternità San Pietro, in quanto società, ha ricevuto nel 1988 il diritto particolare di usare in maniera permanente i libri liturgici in vigore nel 1962. La questione dei rapporti che intercorrono esattamente tra il diritto generale e il diritto proprio non è ancora chiarita. Tale questione tocca anche il fine specifico della Fraternità e i motivi che permettono di aderire liberamente ad essa. In seguito alla nostra assemblea generale del febbraio scorso e alle richieste dell’autorità romana, è stato costituito un comitato che ha il compito di approntare i chiarimenti relativi a questa questione e di proporli al Capitolo Generale che si terrà nel prossimo mese di luglio.

Anche per delle ragioni di identità e di unità, i membri della Fraternità San Pietro hanno deciso di rinunciare esplicitamente all’uso del diritto di celebrare la Messa secondo il Novus Ordo Missae. Tuttavia, quei membri che lo desiderano, potranno concelebrare la Messa crismale con l’Ordinario locale, dando cosí un segno di unità col Vescovo.

Questo accordo intende preservare innanzi tutto l’unità della nostra Società e l’attenzione per i nostri fedeli. In questo spirito ogni membro si impegna a rispettarlo sia nella forma sia nel contenuto, in fedele obbedienza alle legittime autorità della Chiesa.

Brannay, 30 marzo 2000

Joseph Bisig, Superiore Generale della FSSP



 
 

Il nuovo Presidente della Pontificia Commissione Ecclesia Dei

Il 13 aprile di quest’anno Sua Santità ha nominato Presidente della Pontifica Commissione Ecclesia Dei
il Card. Darìo Castrillòn Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero.
Il Card. Castrillon Hoyos sostituisce il Card. Angelo Felici che ha presieduto la Pontifica Commissione dal 1995 
e che, per i suoi 81 anni, si è ritirato.

Il Card. Darìo Castrillòn Hoyos è nato a Medellìn, Colombia, il 4 Luglio 1929; ha condotto i suoi studi ecclesiastici nei seminari di Antioquia e di Santa Rosa de Osos; si è laureato in diritto canonico presso la Pontificia Università Gregoriana e si è specializzato in sociologia presso l’Università di Lovanio.
Ordinato prete il 26 ottobre del 1952, a Roma, ha svolto la sua opera pastorale in Colombia, dove ha anche attivamente collaborato con la Curia locale e con la Conferenza Episcopale Colombiana.
Ordinato Vescovo il 18 luglio del 1971, dal 15 giugno 1996 è Prefetto della Congregazione per il Clero.
Il 21 febbraio del 1998 gli è stata imposta la berretta cardinalizia con la diaconia del SS. Nome di Maria al Foro Traiano.
Dal 23 febbraio 1988 è Prefetto della Congregazione per il Clero.

Il Card. Castrillon Hoyos è conosciuto come un attento osservatore critico della involuzione che ha subito la condotta e la tenuta del Clero a partire dal Concilio Vaticano II, noi stessi abbiamo avuto modo di segnalare qualche sua osservazione critica (si veda il nostro articolo “La Chiesa al passo coi tempi” del 9/97). Ugualmente riconosciuta è la sua particolare attenzione per le esigenze dell’àmbito tradizionalista cattolico.
Ultimamente, in una intervista rilasciata al Magazine Profil, in Austria, ha avuto modo di accennare ad alcuni problemi che incombono sul magistero e sulla pastorale: ne riportiamo qualche passo.

Domanda: È stata proposta l’ordinazione delle donne.

Risposta del Card.: È proprio questo uno dei problemi. In questo tempo di uguaglianza dei diritti, molte donne si augurano di acquisire anche l’ordinazione. Ma non è certo per la semplice formulazione della richiesta che noi si possa cédere. Una cosa del genere è contraria alla tradizione della Chiesa e dunque è impossibile.


Domanda: Si parla anche dell’abbandono del celibato. È possibile che intervengano dei cambiamenti su questo punto?

Risposta del Card.: Si tratta di sapere se è questa la volontà di Dio. La storia della Chiesa è una storia di vocazione, e in seno alla Gerarchia della Chiesa non v’è alcuno - non v’è sinodo o conferenza episcopale - che intenda intaccare questo valore della Chiesa. Tutti sono coscienti del grande valore del celibato.


Domanda: Da poco tempo lei è presidente della Commissione Ecclesia Dei, la quale si occupa dei tradizionalisti eredi dell’Arcivescovo francese Marcel Lebébvre. Alcuni di questi, che si trovano in seno alla Fraternità Sacerdotale, sono stati scomunicati da Giovanni Paolo II. Lei è favorevole alla reintegrazione della Fraternità Sacerdotale nella Chiesa?

Risposta del Card.: Dobbiamo renderci conto che le persone che trovano la loro gioia nell’antico rito della Chiesa non fanno niente di male. Questo crea il problema della rimessa in uso della Messa latina, che è stata per cosí tanto tempo la norma? Io ritengo che queste persone abbiano il senso della santità, del mistero della Messa, del rispetto per le tradizioni. Perché non dare loro la libertà di celebrare anche la Messa?


Domanda: Il suo obiettivo è dunque quello di ricondurre in seno alla Chiesa i membri della Fraternità San Pio X che sono stati scomunicati?

Risposta: Quello che Dio vuole è l’unità della Chiesa.


Invitiamo gli amici a ricordare il Card. Castrillon nelle proprie preghiere, perché il suo lavoro possa essere il piú proficuo per la causa della Tradizione Cattolica e per il bene di Santa Romana Chiesa.
 

Indirizzo del Card. Darìo Castrillòn Hoyos:
       00193 Roma - Piazza della Città Leonina, 1 - Tel. (06) 68.30.70.88
Indirizzo della Congregazione per il Clero:
       00193 Roma - Piazza Pio XII, 3 (Palazzo delle Congregazioni) - Tel. (06) 69.88.41.51 - Fax 69.88.48.45 - 
       Posta elettronica: clero@cclergy.va.
Indirizzo della Pontificia Commissione Ecclesia Dei:
       00193 Roma - Piazza del S. Uffizio, 11 - Palazzo della Congregazione per la Dottrina della Fede - Tel. (06) 69.88.52.13 - 69.88.54.94 
       Fax 69.88.34.12 - Posta elettronica: eccdei@ecclsdei.va
 



 

Pellegrinaggio a Roma dei giovani tradizionalisti

Ricordiamo che le iscrizioni per i non francesi sono aperte fino alla fine di luglio 
e al pellegrinaggio possono partecipare sia i giovani sia gli adulti.

In occasione del Giubileo del 2000 i giovani tradizionalisti francesi hanno organizzato un pellegrinaggio a Roma, in concomitanza con la Giornata Mondiale della Gioventú.
Il pellegrinaggio si svolgerà dal 15 al 25 agosto con l'assistenza spirituale dei preti della Fraternità Sacerdotale San Pietro.

Parteciperanno anche dei gruppi italiani, tedeschi e inglesi.

Si prevede il seguente svolgimento:
- Riunione delle delegazioni in una località del centro-nord dell'Italia
- S. Messa dell'Assunta nella stessa località
- Marcia di tre giorni
- Via Crucis a Roma
- Veglia e S. Messa il 20 agosto a Tor Vergata con il Santo Padre
- Passaggio della Porta Santa
- Pellegrinaggio nei luoghi santi della Città Eterna

In attesa che si definisca il riferimento italiano a cui rivolgersi, chi è interessato può prendere contatti con
Fabien VIEILLEFOSSE 
5 et 7, boulevard du Marèchal Leclerc - 94340 Joinville-le-Pont - 06-80-56-93-70 - 06-06-43-59-99 
(Fabien parla italiano)

L'iniziativa è dovuta ai seguenti gruppi francesi:
Association Scoutisme Rèsurrection
       che promuove lo scoutismo tradizionale
Coordination “Ad  Majorem Dei Gloriam” 
       che riunisce i giovani legati alla S. Messa tradizionale
7, bd du Marèchal Leclerc, 94340 Joinville-le-Pont - tèl.: 06-80-56-93-70 (la sera dopo le 20,30) 

e-mail: 
asr@chez.com
scoutismere@hotmail.com
amdg@free.fr

siti Internet: 
http://www.chez.com/asr
http://amdg.free.fr
 



 

Omosessuali a Roma? … Sai che novità!

Si è sollevato tanto polverone intorno all’iniziativa di quei gruppi di disgraziati e di depravati che, sostenuti e finanziati da tutti gli organismi ufficiali, nazionali e internazionali, hanno deciso, quest’anno, di manifestare pubblicamente a Roma.
Ciò che piú colpisce è il fatto che, con la scusa dei distinguo e delle precisazioni perbeniste, si è organizzata la piú clamorosa operazione di propaganda a favore di queste povere persone che “dicono” di andare orgogliose della propria disgraziata condizione fisica, psichica e morale.
Per quanto ci si sforzi di capire, non si riesce a comprendere che cosa ci sia, in tutto questo, da menarne vanto e da andarne orgogliosi.
Se qualcuno di questi stessi patetici e disgraziati personaggi fosse afflitto da un bubbone purulento ad un braccio, per esempio, siamo certi che farebbe di tutto per non mostrarlo, nemmeno agli amici piú cari, e attuerebbe ogni rimedio possibile per liberarsene al piú presto e definitivamente. Per la disgrazia della loro deviazione fisica, per alcuni, e per l’acquisizione di una deviazione psichica piú o meno complicata, per altri, non fanno invece alcunché: anzi pensano di poter trovare elementi di compenso ostentando i difetti e i vizii, e si illudono, con le chiacchiere e con le bravate piú o meno oscene, di poter trasformare una condizione disgraziata in un elemento di felicità.
Non v’è alcun dubbio che questi poveretti afflitti da stímoli corporali contronatura e da pulsioni psichiche incontrollabili che li rendono schiavi dei piú abietti connubii, siano i primi a vivere con profonda sofferenza dell’ànimo la loro triste condizione umana. Tutti sappiamo della profonda angoscia esistenziale che attanaglia il cuore e la mente di questi poveretti. 
Com’è possibile dunque che si pretenda di volgere al bello tanta bruttezza?
È questo il vero punto della questione!
L’arte sottile del demonio tende in ogni modo a far apparire bello e piacevole ciò che è brutto e doloroso. È quello che si verifica ormai da anni, ed è quello a cui ci siamo ormai abituati e a cui non facciamo piú caso.
La riprova l’abbiamo nelle dichiarazioni ufficiose e ufficiali di tanti religiosi. Sappiamo bene che quando parliamo dei religiosi non ci riferiamo certo ai santi, ma, almeno per decenza, ci si dovrebbe aspettare da loro una attenzione maggiore per le afflizioni fisiche, psichiche e morali degli uomini. Invece quasi tutti i religiosi  si sono sbracciati per confermare che questi poveri disgraziati hanno tutto il diritto di andare per le piazze a dare scandalo a loro stessi, a noi e ai nostri figli; quasi tutti si sono preoccupati di precisare che questi novelli untori, questi scandalosi veicoli di infezioni morali e fisiche, questi incoscienti servitori dei disegni di perdizione del demonio, hanno tutto il diritto di propagandare il vizio e la depravazione, hanno tutto il diritto di ostentare il loro male, hanno tutto il diritto di far credere e di credere essi stessi di essere normali: nello stesso identico momento in cui dicono a gran voce che sono degli anormali.
È questo un altro dei lugubri misteri di questo mondo impazzito: come se un uomo con la piú evidente delle gobbe andasse in giro gridando ai quattro venti che è proprio la sua gobba a testimoniare della sua normalità. 
Detta cosí sembra una roba da pazzi! Detto lo stesso per i depravati e gli anormali diviene “difesa dei diritti umani”!
E poi ci si vorrebbe far credere che tutto va bene!
Non una parola dalla bocca di tanti religiosi per chiamare male il male, vizio il vizio, depravazione la depravazione. Anzi, parole mielate e ipocrite.
La Chiesa non ha mai condannato…! E ci mancherebbe altro!
La Chiesa non ha mai condannato né questa disgrazia dell’omosessualità, né le altre disgrazie che càpitano agli uomini. La Chiesa (e anche il piú elementare buonsenso di “un tempo”) ha solo preso atto dei difetti e delle disgrazie umane, com’è giusto e doveroso e inevitabile, ma, al pari di ogni società umana che ha davvero il senso della giustizia, ha sempre ritenuto colpevole e bisognoso di condanna ogni comportamento umano che pretenda di far passare un difetto per un pregio, una disgrazia per un momento di gioia.
Ciò che giustamente si condanna, ciò che il piú semplice degli uomini condanna sulla base dell’insegnamento divino o della piú elementare  legge di natura, è l’ostentazione del difetto, è la pretesa di vivere la propria deviazione fisica e/o psichica come fosse cosa normale, senza rispetto per le leggi della natura e per i comandamenti di Dio: ché allora diventa ostentazione e propagazione del male. Ciò che si condanna è la pretesa di invertire i fattori negativi dell’esistenza in fattori positivi. Ciò che si condanna è l’operazione diabolica che vorrebbe far passare il vizio per virtú.


Perché tanti religiosi non dicono piú queste cose?
Perché tanti religiosi non dicono piú che occorre pregare Iddio perché abbia misericordia per le anime di questi poveri disgraziati?
Oggi, che addirittura aumenta a dismisura la diffusione di comportamenti deviati, oggi che sono piú i malati della psiche, i viziosi, che i malati del corpo, i disgraziati, oggi che il vizio e la depravazione vestono i panni dell’orgoglio razionale e si arricchiscono degli orpelli della “dignità dell’uomo”: oggi, il silenzio di tanti religiosi diviene colpevole, e non può essere giustificato da alcun tipo di concezione della carità. 
Non di carità si tratta piú, ma di colpevole connivenza.

Siamo i primi a mostrare comprensione per tutti coloro che sono afflitti da gravi problemi fisici e psichici. Ma è inconcepibile che di fronte alla nostra comprensione si voglia imporre all’intelligenza l’assurdità che tali problemi esistano solo per noi. Come dire che una anomalia ostentata sarebbe una anomalia solo per una questione di “opinione”: opinione che, in questo come in altri casi, verrebbe addirittura annotata fra gli errori da correggere; cosí che non sia piú l’anomalia ad aver bisogno di rimedii correttivi, ma saremmo noi ad aver bisogno di “rieducazione”, perché saremmo in errore. Anzi, la stessa nostra normalità, quella stessa che ci fa esprimere comprensione, sarebbe una superstiziosa deformazione della mente, una tendenza alla prevaricazione: sarebbe una colpa da emendare!
O voi tutti che siete normali, … non avete ancora capito che per vivere la vera dignità umana dovete diventare degli anormali?
O voi tutti che siete uomini normali, … non avete ancora capito che la vera dignità umana consiste nell’andare a letto con gli altri uomini? 
O voi tutte che siete donne normali, … non avete ancora capito che sarete delle vere femmine solo se vi struscerete tra le lenzuola con altre femmine? 
E voi, poveri esseri che la natura ha dotato della malformazione  di organi sessuali maschili, per i maschi, e femminili, per le femmine… non avete ancora capito che la vera libertà e dignità umana consistono nel fare aggiungere una protesi alle donne e nel far mutilare l’ínguine dell’uomo?
E via cosí… verso una nuova era di felicità e di pace, dove a tutti è permesso tutto, fino al suicidio fisico e morale, fino alla diabolica e gioiosa perdizione dell’anima.
Signori consacrati, signori chierici, signori prelati… lo fate apposta, o siete davvero inconsapevolmente  e irrimediabilmente sprofondati nella melma dell’assurdo e del ridicolo?
Il Card. Ruini ci fa sapere che, in fondo, tutto sta nel fatto della inopportunità. Ricalcando le ipocrite espressioni dei laici (strafottenti e quindi compiacenti).
Inopportuno perché il raduno dei depravati si vuole tenere a Roma nell’anno del Giubileo?
Ma diamo davvero i numeri? 
Una cosa del genere è solo sconcia e avvilente e inaccettabile di per sé: che la si faccia a Roma o a Canicattini Bagni, che la si faccia oggi o domani, che la si faccia in silenzio o gridando. Non solo: ma è anche un’offesa all’intelligenza, all’intelligenza di chiunque, sia laico sia chierico, sia credente sia miscredente.
Prima ancora di essere una sfida alla natura, alla religione e ai comandamenti divini, un atto del genere è una ferita mortale inferta al piú elementare buon senso: è come scavare irrimediabilmente la fossa alla “vera” dignità dell’uomo.
Tutti i soloni moderni e gli utili idioti di turno, che pensano di contenere con le chiacchiere e col perbenismo la marea montante del vizio e della depravazione, cosa pensano di fare quando i tanto “deprecati” pedòfili pretenderanno di manifestare il loro “orgoglio pedòfilo”?
Non accadrà mai? …Balle!
Appena un po’ di anni fa ci sarebbe stata una sollevazione popolare al solo accenno alla manifestazione dello stupido e pericolosissimo “orgoglio omosessuale”: e oggi invece se ne parla come se fosse la cosa piú naturale del mondo!
Le leggi? …Balle!
Appena qualche anno fa nessun legislatore si sarebbe neanche sognato di fare una legge per le “coppie di fatto”: e oggi invece siamo arrivati al punto che due omosessuali possono adottare dei bambini, per educarli, ovviamente, non al Vangelo, ma all’omosessualità.
Non ci si vengano a contare frottole! Smettiamola di prenderci in giro!
Questo mondo va sempre peggio, il disordine e l’errore imperversano sempre piú; e per quanto si voglia far finta che sia tutto “sotto controllo”, disordine ed errore restano sempre quelli che sono e nessun perbenismo e nessuna falsa tolleranza potranno mai trasformarli in ordine e verità.
Eminenze ed Eccellenze Reverendissime, fino a quando dovremo sopportare di vedervi fare a gara con le fesserie di questo mondo?
Lo diciamo rispettosamente e gravati da un profondo senso di oppressione, lo diciamo convinti che la Gerarchia abbia il dovere di fornirci un punto di appoggio che ci permetta di sollevarci, anche solo un po’, da queste sabbie mobili putrescenti, e che ci permetta di sfuggire all’invasione crescente e inarrestabile delle sataniche fumigazioni che ci soffocano e ci annebbiano il cuore e la mente.
Santità, Eminenze, Eccellenze, se non da voi, da chi dobbiamo ascoltare parole di certezza cristiana?
O davvero siamo giunti al punto che si è costretti a vivere da cattolici nonostante Pietro?

IMUV, Giugno 2000 a. D.
 


 
 
Le madri di famiglia contro lo scempio di Roma

Fin dal febbraio scorso un gruppo di madri romane ha dato vita al comitato “Romani per Roma”, 
al fine di protestare, e di sollecitare la protesta da tutto il mondo, contro la sconcia e provocatoria iniziativa 
del raduno omosessuale che si terrà a Roma ai primi di luglio.

L’iniziativa  viene sostenuta, dal punto di vista dell’informazione, dal quotidiano romano “Il Tempo”, 
il quale pubblica i comunicati del comitato e gli elenchi delle adesioni.

È possibile aderire all’iniziativa inviando un fax col proprio nome, indirizzo ed estremi del documento di identità 
al n° 06-807.36.73, nei seguenti orarii: 9,30/13,00 e 16.30/19.30; 
indicare anche se si desidera o meno che venga pubblicato il proprio nominativo.
Per informazioni si possono chiamare i seguenti numeri: 0333/228.34.21, 0360/80.20.33.






AGGIORNAMENTO  ARTICOLI
ABBIAMO INSERITO L'ARTICOLO DEL MAESTRO LINO LIVIABELLA
L'INSEGNAMENTO DEL CANTO GREGORIANO NEI CONSERVATORI
Elencato nel nostro sommario col titolo: 19) RICORDO DI UN MAESTRO ALL'ANTICA (9/95)




Gennaio 2000
Sugli sviluppi della questione segnalata a dicembre, circa la Fraternità San Pietro, abbiamo approntato un

DOSSIER SAN PIETRO

nel quale abbiamo raccolto i documenti e i commenti relativi alla questione.

Invitiamo tutti i tradizionalisti ad tenersi informati sulla vicenda e a fare quanto in loro potere perché il mondo della Tradizione ottenga secondo le sue legittime aspettative, giusti gli auspici e le raccomandazioni del Santo Padre.