La terra piatta?

I retroscena di una falsificazione

Parte prima



Articolo di Don Frédéric Weil, FSSPX



Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità



L’Imperatore Ottone III, incoronato nel 983,
tiene in mano il globo con la croce.
Alla sua destra vi è il dotto Papa Silvestro II (Gerbet d’Aurillac)
(Miniatura dell’Abbazia di Reichenau).



La recente incoronazione di Carlo III chi ha mostrato un’immagine che sembra uscita da un libro di storia: il nuovo Re Carlo III in mano le insegne del potere regale, cioè il globo con la croce: una sfera sormontata da una croce, che simboleggia la terra riscattata dalle Croce di Gesù Cristo.
Questo simbolo rimonta all’antichità. Lo si ritrova in tutto il Medioevo, in particolare nelle raffigurazioni di Gesù Cristo che tiene il globo sulla mano o sotto i suoi piedi.  Il globo presenta un emisfero diviso in tre parti, in ragione dei tre continenti allora conosciuti.
Si impone dunque un fatto: la terra è presentata come una sfera ancora prima della scoperta dell’America. Questo dovrebbe sollevare una discussione su un mito molto diffuso, e cioè che «nel Medioevo si credeva che la terra fosse piatta». La cosa è riportata da giornalisti, intellettuali, ministri come Marlène Schiappa ou Claude Allègre, ed è perfino riportata in certi film storici, in certi libri di storia e manuali scolastici, anche recenti.
In una trasmissione del 2022 di « C Jamy », sponsorizzata dal famoso Jamy Gourmaud, il presentatore ha affermato: «Nel XV secolo, all’epoca di Cristoforo Colombo, erano numerosi quelli che pensavano che la terra fosse piatta. Essi si basavano su quello che afferma la Bibbia [immagine di San Tommaso d’Aquino], ma Cristoforo Colombo non ci credeva nemmeno per un secondo» (1).
E se consultiamo il barometro del pensiero dominante, e cioè ChatGPT, questo ci dice: «Nel Medioevo le persone pensavano generalmente che la terra fosse piatta […] Le teorie scientifiche sulla forma della terra, come quelle sviluppate dagli antichi Greci, erano conosciute, ma spesso erano considerate dalla Chiesa come controverse o eretiche» (2).
Da questo si vede che il supposto “piattismo” medievale è associato alla fede cattolica, che avrebbe dogmatizzato questa idea ingenua basandosi sulla Bibbia contro il sapere dei Greci pagani. Eppure, già da diversi decenni degli studi hanno dimostrato senza equivoco che si tratta di un mito (3).


Prove innumerevoli

[in calce all'articolo abbiamo riportato
delle immagine medievali che mostrano
come già allora si sapesse che la terra è un globo]


Oltre all’argomento iconografico, basterebbe aprire qualche testo erudito di un ecclesiastico cattolico di questo vasto periodo, per mettere fine al mito del “piattismo” medievale.
Si sa che Cristoforo Colombo basò la sua audace impresa su un’opera incompiuta di Papa Pio II († 1458): Historia rerum ubique gestarum, che l’esploratore aveva annotato. Nelle prime righe di quest’opera che si considera enciclopedica, Pio II afferma: «Praticamente, tutti concordano nel dire che la forma del mondo (4) è sferica [rotundam]; e concordano che questo vale anche per terra». Nella stessa opera, il Papa tratta delle misure della circonferenza terrestre secondo Eratostene (III secolo a.C.) e Tolomeo (II secolo).
Cristoforo Colombo aveva anche annotato un’opera del cardinale Pierre d’Ailly († 1420): Imago mundi. Il dotto cardinale vi trattava del raggio e del volume della sfera terrestre, delle zone climatiche in funzione della latitudine e anche dei poli. Egli afferma, per esempio, per conclusione logica, che «coloro che abitassero il Polo avrebbero per metà dell’anno il sole al di sopra dell’orizzonte, e per l’altra metà una notte continua» (5), il che è di un’esattezza notevole.
Pierre d’Ailly si rifaceva al Trattato della Sfera di Nicolas Oresme († 1322), vescovo di Lisieux e consigliere di Carlo V. Il titolo dell’opera dice tutto. Lo stesso Oresme si rifaceva ad un’opera omonima: il Trattato della Sfera del monaco inglese Giovanni di Sacrobosco († 1256), che fu un grande successo educativo, ripubblicato, integrato e commentato per diversi secoli.
Alla stessa epoca, San Tommaso d’Aquino, in tutte le prime pagine della Summa Theologica, volendo mostrare che si può arrivare ad una stessa conclusione per cammini diversi, illustra il suo proposito dicendo: «L’astronomo e il fisico, per esempio, giungono alla stessa conclusione: che la terra è rotonda» (6).
Si tratta quindi di una banalità ammessa da diversi studiosi dell’epoca.
Al volgere del II millennio, Gerbert d’Aurillac († 1003), che fu eletto Papa col nome di Silvestro II, realizzò un globo terrestre e, come molti dottori dell’epoca, commenta Macrobio (7) († 400),che affermava la sfericità. Aggiungiamo anche San Beda il Venerabile († 735) che ci dice che «La terra è simile ad un globo», Sant’Isidoro di Siviglia († 636) che nelle sue famose Etymologies parla del «globo terrestre», Boezio († 524) che evoca la «massa rotonda della terra» (8), San Gregorio di Nissa († 395)che ci descrive un’eclissi con la proiezione della «forma sferica» (9) della Terra sulla Luna, ecc. (10).
Ben inteso, la cosmologia antica parla anche di una Terra immobile al centro di un cosmo sferico chiuso, ma questi errori come questo stati ripresi dai Greci.


Il rovescio del mito

Si potrebbe accordare solo poco importanza a tutto questo. Dopo tutto, il cristiano può salvare la sua anima indipendentemente dalla forma che attribuisce alla Terra. Ma la cosa più importante non è forse questo spaventoso calo dell’aspettativa di vita, che oggi è di soli 85 anni, mentre nel Medioevo era la speranza della vita eterna?
Certo, ma quello che qui ci interessa non è la forma della terra o la scienza dei tempi antichi, ma l’origine del mito contemporaneo e ciò che esso ci dice della nostra epoca.
Questo mito è servito per molto tempo per ridicolizzare la presunta stupidità di un periodo cristiano condensato sotto il termine riduttivo di «Medioevo». Ma questo presunto «oscurantismo» si è ritorto contro i propagatori del mito, tanto più che l’accesso alla conoscenza è oggi incomparabilmente migliore di quanto non fosse ai tempi in cui la stampa non c’era ancora.

E’ facile disfare il mito del “piattismo” medievale, anche se nel Medioevo ci sono volute notevoli energie per preservare il sapere degli antichi.
In un libro salutare pubblicato nel 2021, La Terra piatta, genealogia di un’idea falsa [11], due studiosi ripercorrono le origini di questo mito tenace.
C’è da stupirsi nello scoprire che il principale autore del mito non è altri che Voltaire?


Lattanzio e Cosma

Vi sono alcuni elementi che hanno permesso di fondare il mito: in particolare l’apologeta cristiano Lattanzio († 325), che è la sola eccezione occidentale in favore di una Terra piatta. Ma la sua opinione non è stata seguita da alcuno ed egli non è mai stato annoverato tra i Padri della Chiesa.
In Oriente, troviamo un certo Cosma Indicopleuste, pseudonimo di Costantino di Antiochia († 550 ca) che scrisse una Topographie christiana “piattista”. Questo illustre sconosciuto, il cui stesso nome è incerto, sembra che fosse un mercante di lingua greca proveniente dallo scisma nestoriano. La prima traduzione latina della sua Topographie risale al 1707. È necessario precisare che egli è dunque totalmente sconosciuto nell’occidente medievale?
E tuttavia, Voltaire cita Lattanzio e Cosmas come rappresentanti della posizione di tutti i Padri: «I Padri consideravano la Terra come una grande nave circondata dall’acqua, con la prua all’oriente e la poppa ad occidente» (12). Così si fornisce una informazione che manca del necessario contesto. Con tale amalgama si potrebbe anche dire che il III millennio è “piattista”, basandosi su certi video presenti si internet: come dire, prendere una tesi marginale come norma.
Ancora oggi, non è raro vedere citato Cosma come quella referenza che non è mai stato.


La questione degli antipodi

Nella Città di Dio, Sant’Agostino dice che non bisogna credere a coloro che affermano l’esistenza degli antipodi (13), cioè di abitanti il lato opposto della Terra, poiché tale teoria si fonda su delle congetture incerte e non su racconti probanti. Qui Sant’Agostino dimostra un’esigenza empirica che difficilmente gli si potrebbe rimproverare, e che non riguarda la forma della Terra.
Tuttavia, da questo Voltaire conclude che il grande dottore della Chiesa negava la sfericità della Terra! Voltaire afferma anche che “Alonso Tostado, vescovo di Avila, sul finire del XV secolo ha dichiarato nel suo Commento sulla Genesi, che la fede cristiana è scossa se si crede che la Terra sia rotonda».
Ora, per poco che si apra il libro in questione si scopre subito la menzogna di Voltaire, poiché questo vescovo parla di «terra sferica» o di «nostro emisfero» (14).
Al contrario, Tostado pensa, come dice Sant’Agostino, che gli antipodi non sono abitati.
Pierre d’Ailly, nella sua opera citata prima, definisce «opinioni» le diverse tesi sull’abitazione degli antipodi. E qui siamo ben lungi dal dogma.
E’ a questa questione marginale degli «antipodi» che l’esplorazione di Cristoforo Colombo apporterà una risposta.
Si è poi creata la leggenda di un Cristoforo Colombo che ha infranto il dogma «piattista» sulla barriera corallina dell’esperienza, soprattutto nella biografia realizzata da Washington Irving, che ha dato un contributo fondamentale al mito.


La Bibbia è “piattista”?

Al tribunale del “piattismo”, Voltaire chiama la Sacra Scrittura sul banco degli accusati. Egli scrive con l’ironia velenosa che lo caratterizza: «Il giusto rispetto per la Bibbia, che ci insegna tante verità necessarie e sublimi, fu la causa di questo errore universale tra noi. Si era trovato nel Salmo 103 che Dio ha steso il cielo sulla terra come una pelle» (15).
Naturalmente, se si vuole estrarre dalle Scritture un’ammissione di “piattismo”, si potrà sempre applicare questa idea preconcetta a un versetto che bene o male vi si adatta (16). D’altronde, è possibile anche l’opposto, poiché la Vulgata designa regolarmente la Terra col termine «orbis», che si traduce regolarmente con «globo» (17). Ma piuttosto che portare avanti questi dibattiti sterili, ricordiamo il principio cattolico ben conosciuto: la Scrittura deve leggersi alla luce del Magistero e dei Padri.
Ora, Voltaire non è un Padre della Chiesa. Lasciamo piuttosto la parola alla notevole saggezza di San Basilio di Cesarea († 379):
«I fisici che hanno trattato del mondo, hanno parlato molto delle figura della Terra, hanno esaminato se è una sfera o un cilindro, se assomiglia ad un disco, se è arrotondata da tutte le parti o se ha la forma di una nave e se è vuota al centro; perché sono queste le idee dei filosofi e per le quali si sono combattuti a vicenda (18), per me, non disprezzerò la nostra formazione del mondo perché il servo di Dio Mosè non ha parlato della forma della terra, né ha detto che la sua circonferenza era di 180.000 stadi (19); perché egli non ha misurato lo spazio dell’aria in cui si estende l’ombra della Terra quando il Sole ha lasciato il nostro orizzonte; perché non ha spiegato come questa stessa ombra, avvicinandosi alla Luna, causa le eclissi. Poiché ha taciuto su questi punti che, essendo inutili per noi, non ci interessano, devo svalutare gli insegnamenti dello Spirito Santo paragonandoli alla stolta sapienza [del mondo]? O piuttosto,non dovremmo glorificare Colui che, lungi dal divertire la nostra mente con le vanità, ha voluto che tutto fosse scritto per l’edificazione e la salvezza delle nostre anime?
Mi sembra che, non avendo capito questo, alcuni abbiano cercato, alterando il significato e usando interpretazioni figurative, di dare alle Scritture una profondità presa in prestito. Ma questo significa essere più saggi degli oracoli dello Spirito Santo e, con il pretesto dell’interpretazione, introdurre nel testo pensieri personali. Prendiamo dunque [questi oracoli] come sono scritti.
(Omelia su l’Hexameron, h. IX)

Si trova una precisazione simile in Sant’Agostino, a proposito del movimento degli astri:
«Mai il Vangelo mette in bocca al Signore parole come queste: “Io vi invio il Paraclito perché vi insegni la corsa della Luna e del Sole”. Gesù Cristo voleva fare dei cristiani e non dei matematici. Su queste materie gli uomini hanno bisogno solo degli insegnamenti che vengono dati loro nelle scuole».

(Contro Felice il manicheo, l. 1)



La Chiesa è “sferista”?


Quindi, la Chiesa non ha affermato né il “piattismo” né la rotondità, perché essa non afferma alcunché su questo argomento. Tutti Padri, i teologi e i Papi che affermano che la Terra è sferica non fondano il loro pensiero sulla fede, perché ritengono di non parlare sull’argomento. Sistematicamente, essi si rifanno ai «filosofi», ai «fisici», ai «matematici». Essi forniscono degli argomenti tratti dalla ragione e dall’osservazione: l’ombra della Terra sulla Luna in occasione delle eclissi, l’albero della nave che scompare dopo lo scafo o anche le stelle nuove che appaiono all’orizzonte nel corso dei viaggi. E’ un punto importante, poiché il mito cerca di insinuare che la fede escluda la scienza. Il credente sarebbe stato indotto a cercare la verità nella sola fede, senza fare intervenire la ragione. Ma non è questo il pensiero della Chiesa.
I Padri della Chiesa hanno avuto a cuore solo di respingere l’idea dell’eternità del mondo, trasmessa dalla cosmologia antica. La cosmologia moderna non glielo rinfaccerà.


L’inerzia di una falsificazione

Tutti questi elementi potrebbero indurre in errore il non iniziato, ma non potrebbero   impressionare uno storico appena serio. I primi propagatori del mito sono stati i più colpevoli. Ma una volta passate le prime falsificazioni, le successive ripetono il catechismo volterriano, spinti da una fede cieca nel progresso, senza occhio critico, e col tempo la falsificazione ripetuta migliaia di volte assunse il valore di verità storica consolidata. Michelet, che merita più il titolo di romanziere che di storico, ha ripreso anche lui la stessa favola, tra le tante. Essa si trova anche portata avanti da Antoine-Jean Letronne, titolare della cattedra di storia nel prestigioso Collegio di Francia nel XIX secolo (20). Il tempo ha fatto sì che un autore come Arthur Koestler cadesse in errore, anche se ha contribuito a demistificare il caso Galileo (21). C’è persino un libro del 2015 che pretende di “infrangere i miti” e che trasmette una versione leggermente mitigata (22). All’inizio, questo mito è stato propagato soprattutto da ambienti anticattolici, ma col tempo è arrivato a ingannare i cattolici.

In seguito si sono aggiunti altri elementi, come le carte antiche, talvolta esibite come prova del “piattismo” medievale. Ma prendere della carte a due dimensioni come prova del “piattismo” è un argomento stupido atto a confondere, come pretendere di classificare i creatori delle mappe Michelin o i progettisti di Google Maps come “piattisti” solo perché rappresentano la superficie della Terra come piatta.
Quanto alle sezioni trasversali, che potrebbero costituire una vera prova, non sono tratte da manoscritti medievali, ma sono produzioni contemporanee concepite per illustrare il mito! Il mito diventa così il creatore delle proprie «prove»; si auto-perpetua.


Le origini del “piattismo” contemporaneo

Ironicamente, la nascita del vero fenomeno “piattista” attuale è da ricercare nel XIX secolo, poco dopo i «Lumi», all’ascesa del razionalismo all’interno di una comunità socialista utopica. In effetti, verso il 1839, Samuel Rowbotham, segretario dell’effimera comunità utopica Manea Fen di ispirazione owenista (23), fece degli esperimenti sulle rive del fiume Bedford, da cui dedusse che la terra fosse piatta. Egli scrisse un opuscolo intitolato «Astronomie Zététique» (1849) per difendere la sua strana conclusione, facendo appello al suo metodo «zetetico» (24), basato sulla sola ragione. In seguito scrisse un’opera più importante (1881) e vi aggiunse alcuni passi biblici interpretati in maniera molto personale, senza fare riferimento né ai Padri, né a Cosma, né al Medioevo e ovviamente neanche al Magistero, trattandosi di un protestante che sembra non fosse legato ad alcuna denominazione. Le sue idee vennero riprese in seguito da una setta protestane: la Christian Catholic Apostolic Church, che ovviamente non ha alcunché di cattolico malgrado il suo nome; e vennero anche riprese dalla famosa Flat-Earth Society, che perdura anche oggi.


Conclusione

E’ inquietante e rivelatore costatare che un errore così grossolano sia ancora diffuso. Se un tale mito ha potuto ingombrare i manuali scolastici per due secoli, quanti altri miti si nascondono ancora nelle presentazioni contemporanee della Cristianità medievale?  C’è il presunto divieto della dissezione (25), la storia assurda della discussione sull’anima delle donne (26), il mito del diritto della prima notte, che Voltaire non esita ad attribuire ai vescovi (27), ecc.
La realtà si rivela ancora più difficile da trovare quando dei fatti reali sono stati mischiati con una parte di mito: come la caccia alle streghe, l’inquisizione o l’affare Galileo. Tutti questi miti si sono radicati in modo ancora più duraturo perché sono serviti da sostegno alle idee preconcette degli anticlericali di ogni tipo: siano essi rivoluzionai o pretestanti, anche se costoro avevano sempre in bocca la «lotta contro i pregiudizi».
E’ in questo stato d’animo che bisogna trovare la causa principale di questi miti: si giudica il periodo medievale irrazionalmente perché lo si guarda in modo irrazionale. Si proietta la propria irrazionalità sul passato per meglio confortare l’orgoglio di un presente ritenuto «illuminato» dalla ragione: il passato è «oscurantista» e noi finalmente siamo «illuminati», si dice con orgoglio manicheo.
Ma l’«illuminazione» del III millennio non è così chiara: si vedono infatti delle persone altolocate interrogarsi seriamente sulla opportunità di collocare degli uomini nelle prigioni per donne o nelle competizioni sportive femminili, semplicemente perché tali uomini hanno dichiarato di sentirsi donne.
Non si vedono forse dei rappresentanti eletti che si impegnano per la preservazione dei «ratti» di Parigi?

In verità, il nostro mondo non gira in tondo. La perdita della fede non ha forse a che fare con questa perdita della ragione?
Dimenticando la verticalità religiosa che spinge l’uomo a raggiungere Dio, la Terra di oggi ha perso una delle sue dimensioni: è diventata spiritualmente piatta.

Continua

NOTE

1 - Evan Adelinet, C Jamy del 22 aprile 2022. Si ritrova lo stesso errore di Jamy Gourmaud in un altro episodio della trasmissione.
2 – Risposta del ChatGPT alla domanda: «Quale forma aveva la terra per le persone del Medioevo?». Da notare che se si pone la domanda più specifica «Che dicono gli studi recenti sull’idea che nel Medioevo si credeva che la terra fosse piatta?», si ottiene una risposta diametralmente opposta che smonta il mito. Da cui si vede come questa IA sia stata preparata con dati contraddittori, la maggior parte dei quali sosteneva il mito. La prima domanda, più generale, ottiene così una risposta che corrisponde alla maggioranza dei testi, dunque all’opinione dominante. La seconda domanda mira a orientare la risposta verso gli studi specifici su questa idea errata.
3 - Cfr. Inventing the Flat Earth, Jeffrey Burton Russel, 1991.
4 – Il «mondo» non è la Terra, ma si ferisce alla cosmologia antica di un universo chiuso e sferico. La confusione tra i due termini è frequente, anche nelle opere di storia. In questo articolo abbiamo cercato di chiarire questo equivoco.
5 - Ymago mundi di Pierre d’Ailly, tradotto e commentato da Edmond Buron, tome 1, Maisonneuve frères, 1930.
6Summa Theologiae, I parte, q. 1, a. 1, ad. 2.
7 - Commento al Sogno di Scipione.
8Consolation de la philosophie, II, 13.
9 - Secondo gli astronomi, in questo mondo pieno di luce, l’ombra [sulla Luna] è formata dalla interposizione del corpo della Terra. Ma l’ombra, secondo la forma sferica della terra, si forma sulla parte opposta ai raggi del Sole e prende la forma di un cono. Il Sole, diverse volte più grande della Terra, la circonda da ogni parte con i suoi raggi, e al limite del cono, riunisce i punti di attacco della luce». La Création de l’homme, Sources Chrétiennes n° 6, ch. 21, p. 181.
10 - Sant’Ambrogio afferma la sfericità del «mondo» e anche del Sole e della Luna, ma è difficile trovare una indicazione esatta per la Terra, perché si tratta di un genere di questioni che non interessano i Padri. Tuttavia, la sua cosmologia suppone con forza la sfericità della Terra (cfr. P. L. XIV, col. 133). Lo stesso vale per  Eusebio di Cesarea (Collectio Nova Patrum et Scriptorum, ed. Montfaucon, t. 1, p. 460) o per San Gerolamo (Commentaire de l’épître aux Ephésiens, Trad. Abbé Bareille).
11 - Violaine Giacomotto-Charra e Sylvie Nony, Ed. Les Belles Lettres, 2021. Noi ci siamo basati in gran parte su quest’opera.
12 - Dictionnaire philosophique (1764), articolo Figure. Cfr. anche gli articoli « Ciel matériel » et « Ciel des Anciens »
13 - La Città di Dio, l. XVI, cap. IX.
14 - Alphonsi Tostati Episcopi Abulensis, Opera omnia, Commentaria in Genesim, Venezia, 1728, p. 71–72.
15 - Voltaire ha aggiunto le parole « sulla Terra », che non sono nel versetto citato.
16 - Certuni citano Isaia (40, 22) parlando del Signore « assiso sul cerchio [gyrum] della Terre ». Ma porre Dio assiso è chiaramente un antropomorfismo da prendere in senso metaforico, e quindi non ci si può basare su questo versetto per trarne un senso letterale. Noi abbiamo anche questo passo di un Salmo «Io tengo salde le sue colonne » (Ps 75, 4), ma Sant’Ambrogio dice chiaramente di questo passo « non possiamo ritenere che si tratti di vere colonne, ma dal potere di Dio che stabilisce e sostiene la sostanza della Terra (P. L. XIV, col. 133.
17 - Cfr. l’Introito di Pentecoste: « Lo Spirito del Signore ha riempito l’orbe della terra  [orbem terrarum] » (Sg 1, 7). Il latino orbis è ambivalente perché può significare «cerchio» o «sfera»; è la stessa ambivalenza del termine «rotondo»: si parla di «Terra rotonda» per indicare una sfera, ma si parla anche di «tavola rotonda», quindi piatta. Il dizionario latino di F. Gaffiot traduce così l’espressione « orbis terræ »: « disco della Terra», secondo le idee antiche, per noi è «globo terrestre». Ma è chiaro che M. Gaffiot è tributario del mito. Se si guarda ai testi dei Padri, si vede per esempio che Sant’Ambrogio parla indifferentemente di orbis lunæ e globus lunæ, il che indica che l’orbis è un globo (P. L., t. XIV, col. 127 et 200). Nel XVI secolo, lo studioso e poeta Jean-Pierre de Mesmes non esita a fare questa applicazione: « Bisogna dunque affermare che la massa terrestre è rotonda, poiché la sua ombra è rotonda: cosa che sostengono i Santi Profeti, chiamando la terra in mano loro Orbis terræ. » (Institutions astronomiques, chap. 18, p. 54–55.
18 - San Basilio si rifà qui alle opinioni dei filosofi greci, che non sono tutti per la sfericità. Citiamo il canonico Copernico che ci informa sugli autori di queste diverse opinioni: « La terra non è piatta, come hanno detto Empedocle e Anassimene, né a forma di tamburo, come diceva Leucippe, né a forma di barca, come diceva Eraclito, né in qualche modo cava, come diceva Democrito. Neanche cilindroide, come diceva Senofane, ma assolutamente sferica, come pensano i filosofi. » (Copernico, De revolutionibus orbium cœlestium), Questi ultimi filosofi sono essenzialmente Pitagora, Platone e Aristotele. Facciamo notare che l’immaginazione umana va al di là della dualità riduttiva  tra disco e sfera.
19 - E’ la misura data da Tolomeo nella sua Geografia. Egli usava lo stadio filetariano che equivaleva a 210 metri, da cui una circonferenza di 37 800 km. Il valore reale è di 40 070 km. Cfr. Pierre Duhem, Le Système du monde, t. II, p. 7.
20 - Des opinions cosmographiques des Pères de l’Église, nella Revue des deux Monde, t. 1, 1834.
21 - Les Somnambules, 1955. Koestler non è uno storico, ma ha il merito di andare spesso alla ricerca delle fonti… salvo per il periodo pre-copernicano, dove prende Cosma come un’autorità incontestata.
22 - «All’inizio del Medioevo, l’oscurantismo imposto dalla Chiesa cattolica fece affermare l’idea che la Terra fosse piatta. Ma i contemporanei di Cristoforo Colombo sapevano che la Terra non era piatta». Lydia Mammar, C’est vrai ou c’est faux ? 300 mythes fracassés, Paris, L’Opportun, 2015, sezione Prima di Cristoforo Colombo tutti pensavano che la Terra fosse piatta.
23 - Dal nome di Robert Owen, fondatore del socialismo utopico britannico. Owen vedeva in questi comunicati il solo mezzo per condurre una vita «razionale» e fondò la Rational Society per promuoverne l’ideologia, predicando tra l’altro la regolazione delle nascite e delle vedute molto liberali sul matrimonio. Rowbotham cercò l’approvazione della « Rational Society » a favore della sua comunità, ma senza successo, benché vi abbia avuto dei sostegni. La comunità era nota a tutti e durò solo due anni (1839–1841), dopo di che Rowbotham giudicò che costoro erano « riprovevoli e impraticabili». Cfr. “A Monument of Union”: Social Change and Personal Experience at the Manea Fen Community, 1839–1841, John Langdon, 2012.
24 - Dal greco zeteo, « cerco ». Come la gran parte di quelli che ancora oggi impiegano il termine zetetico, Rowbotham pretendeva di basarsi prima di tutto sull’esperienza, mentre era principalmente un teorico. Non fu lui ad inventare l’uso del termine zetetico; infatti lo si ritrova nella Edinburgh Free Thinkers’ Zetetic Society fondata nel 1820 da dei liberi pensatori atei provenienti dal popolino.
25 - Si veda l’articolo di Don Knittel : L’Eglise avait-elle interdit la dissection ?
26 - Si veda l’articolo Légende du concile de Mâcon su Wikipédia.
27 - La leggenda è stata ripresa da Michelet. Ovviamente non ha alcun fondamento storico. Cfr. Dictionnaire philosophique, Voltaire, articolo Cuissage: «È sorprendente che nell’Europa cristiana la pratica di avere la verginità del proprio vassallo sia stata per lunghissimo tempo una sorta di diritto feudale, e che l’uso di avere la verginità del proprio vassallo fosse considerata un diritto consuetudinario. La prima notte di nozze della figlia del vassallo apparteneva indiscutibilmente al signore.... Non c’è dubbio che abati e vescovi abbiano adottato questa prerogativa come signori temporali»




Gesù benedicente, con il globo nella mano sinistra
(Cattedrale di Reims)



Gesù Salvator mundi




Raffigurazione dell'eclissi di Luna
(dal Trattato della sfera di Nicolas Oresme)




Nicolas Oresme scrive il Trattato della sfera
ha davanti una raffigurazione del cosmo con al centro la terra





Raffigurazione del globo terrestre al centro del cosmo
tratto da Imago mundi di Gossuin di Metz - 1246




Eclissi di Luna
tratto
da Imago mundi di Gossuin di Metz - 1246





Raffigurazione del globo terrestre con indicati i paralleli principali e il tracciato dello zodiaco
tratto dalle Etymologie di Isidoro di Siviglia - 636




Raffigurazione del globo terrestre con l'indicazione dei tre continenti conosciuti
tratto dalle Etymologie di Isidoro di Siviglia - 636




Moneta dell'Imperatore Zenone (491)
Il rovescio della moneta porta la raffigurazione della Vittoria che tiene nella mano sinistra il globo terrestre sormontato dalla Croce






giugno 2023

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