Dei Padri sinodali a immagine di Francesco

parte seconda

30 agosto 2023

Parte prima
Parte seconda
Parte terza

Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità




Pubblicato il 7 luglio 2023, l’elenco dei partecipanti alla XVI Assemblea generale del Sinodo ordinario dei vescovi – o Sinodo sulla sinodalità – è stato presentato alla stampa dal Vaticano. Esso è particolarmente istruttivo sulle intenzioni di Papa Francesco (si veda la prima parte)

Leggendo il detto elenco sorge una domanda:

Il Sinodo si è già svolto?

Davanti a questo elenco dei partecipanti al Sinodo, ideologicamente molto orientati, si ha il diritto di chiedersi se i giuochi sono già fatti ancor prima dell’apertura dell’Assemblea del prossimo ottobre. E’ quello che scrive l’11 luglio sul sito Kath.net il Padre Joachim Heimerl, sacerdote a Vienna, in Austria, e professore d’Università:

«Dieci anni fa non avremmo mai immaginato che un Sinodo di vescovi sarebbe diventato la palla da demolizione della Chiesa, e nemmeno l’avremmo immaginato quando Papa Francesco ha convocato questo Sinodo come contro-progetto alla deriva scismatica della Germania [con il Cammino sinodale]. Ma intanto il programma tedesco è sul tavolo anche a Roma: deve nascere una nuova Chiesa.

«Una chiesa più femminile e anche più omosessuale, una chiesa “multicolore” nella quale – ad eccezione dei “tradizionalisti”, banditi – tutti si sentano a loro agio e di cui nessuno si turba: soprattutto per il celibato, la cosiddetta “questione dei ministeri” e ancor meno per l’indissolubilità del matrimonio.

«Il Vangelo è semplicemente adattato sotto il segno dell’arcobaleno, il peccato è canonizzato dalla (falsa) misericordia, e la Chiesa viene svenduta da vescovi e cardinali. Si può dire senza timore di sbagliare: la Chiesa è in caduta libera, e così il papato».

«E’ la ripresa dei temi esposti al Cammino Sinodale tedesco nel Documento di Lavoro del Sinodo romano (20 giugno 2023), che fa sì che certuni di chiedano se non si fosse trattato di un pre-Sinodo, e se veramente il prossimo Sinodo romano sarà un contro-progetto rispetto alla deriva scismatica tedesca.

Più avanti, il Padre Joachim Heimerl aggiunge: «In questo contesto, non meraviglia che si affermi dappertutto che Papa Francesco in definitiva voglia dare vita ad una “nuova” Chiesa dopo la sparizione di Benedetto XVI; che voglia sistemare la sua “casa” prima della sua morte e che il Sinodo sia esattamente lo strumento atto allo scopo» - Nessuno può dire se sia veramente così.

«Ciò che colpisce è il fatto che sono proprio gli “amici” del Papa che lo dicono molto spesso, causando così i maggiori danni al suo pontificato. Comunque sia, un cinghiale selvaggio si aggira attualmente nella vigna del Signore [allusione alla condanna di Lutero nel XVI secolo] e, mentre allora Papa Leone X lo mise al suo posto, [oggi] con Francesco gli sono state spalancate le porte della Chiesa.

«Le voci di avvertimento, come quelle dell’arcivescovo emerito di La Plata, in Argentina [Mons. Hector Aguer], o del bravo vescovo di Tyler negli Stati Uniti [Mons. Joseph Strickland], si perdono come parole al vento. Non è raro che le critiche sul nuovo corso dato alla Chiesa vengano zittite pubblicamente. […]

«L’attuale pontificato sembra staccarsi sempre più nettamente dai suoi predecessori, cosa che si evince da due documenti: l’Esortazione post-sinodale Amoris leatitia e il Motu proprio Traditionis custodes; questi due testi segnano una chiara rottura nella continuità del magistero pontificio, rottura che è - di fatto - impossibile e che tuttavia sembra ormai consolidarsi sempre più sotto il segno del Sinodo mondiale».

E il Padre Joachim aggiunge: «Non esiste una Chiesa “francescana”, una Chiesa “gesuita” e nemmeno una Chiesa “sinodale”. Non esiste una Chiesa che rompe con se stessa, che taglia le radici della sua tradizione, e in cui un Papa possa perfino chiedere l’“obbedienza” dei fedeli per farlo. I decenni successivi al concilio Vaticano II lo hanno dimostrato in modo molto doloroso e hanno drammaticamente rafforzato l’esodo dalla Chiesa».

Sulla stessa linea, il compatriota del Papa che gestisce il blog The Wanderer, il 27 luglio ha espresso la sua preoccupazione: «Il Sinodo sulla sinodalità è un segno molto chiaro che siamo già ad un punto di non ritorno, quali che siano i risultati ottenuti, anche se non succederà nulla una volta terminata questa Assemblea.

«Il semplice fatto che la Chiesa permetta ed incoraggi una riunione con la solennità istituzionale di un Sinodo per discutere delle questioni che mirano a modificare direttamente la fede e la morale come sono state tramandate dagli Apostoli e difese da tutti i Padri della Chiesa e dai maestri in teologia è un segno clamoroso che qualcosa di molto profondo si è rotto.

«Una buona parte, una gran buona parte direi, della gerarchia non ha più la fede. Per costoro la Chiesa è solo una organizzazione come le altre, e tutto ciò che hanno pensato e insegnato su di essa non è altro che una favola comprensibile in passato, ma assolutamente insostenibili oggi».

Quello che colpisce questo argentino, al pari dell’universitario austriaco Josef Seifert (cfr. Un universitario denuncia… ) è un «silenzio assordante»: «è l’assenza di reazione da parte di coloro che dovrebbero reagire.

«Ad eccezione di alcune voci – il cardinale Gerhard Ludwig Müller, il vescovo Joseph Strickland [di Tyler nel Texas, Stati Uniti] e forse alcune altre – nessuno dei pastori il cui dovere è proteggere il gregge, nessun cardinale il cui compito è accompagnare e consigliare il Papa, ha detto qualcosa sulla gravità delle azioni di Papa Bergoglio».














agosto 2023

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