Proibito ricevere la Comunione in ginocchio
ovvero
come ti concio il fedele tradizionale
Il caso del vescovo di Orange, California, che fa i
dispetti ai fedeli tradizionali: togliendo la celebrazione della Messa,
trasferendola a 100 km di distanza, cacciando i fedeli che si inginocchiano
a Messa.
Il 10 maggio del 2004 il vescovo Tod Brown decise
di porre fine alla celebrazione della S. Messa tradizionale nella chiesa
St Mary by the Sea a Huntington Beach, nella Diocesi di Orange, in California.
Dopo tante insistenze, comprese due raccolte di firme
tra i fedeli, il vescovo ha nuovamente concesso la celebrazione della
S. Messa, ma in un’altra chiesa, che dista circa 100 km dalla prima.
La nuova Messa, dopo quasi tre anni, verrà celebrata
presso il Centro Polacco Giovanni Paolo II a Yorba Linda alle
ore 7,00 della Domenica a partire dal 15 febbraio 2007.
Incredibilmente, questa nuova concessione è stata
motivata, in un comunicato della Diocesi, come una più ampia e generosa
applicazione del Motu Proprio del 1988, con l’aggiunta di un esplicito
richiamo al possibile prossimo Motu Proprio di Benedetto XVI. Dimenticando
totalmente che tre anni prima la stessa benevolente concessione era
stata tranquillamente cassata.
Da notare che la celebrazione a St. Mary by the Sea
si svolgeva alle ore 12,00, mentre questa nuova S. Messa viene celebrata
alle ore 7,00 e a circa 100 km dalla prima.
La cosa è talmente paradossale, che viene da chiedersi
se per caso tanti vescovi di Santa Romana Chiesa non abbiano perso la capacità
di ragionare !
In effetti, la cosa è ancora più grave,
poiché costoro ragionano benissimo, ma tenendo fermo il pregiudizio
che i fedeli sono degli emeriti imbecilli, per di più da bacchettare
se si tratta di fedeli tradizionali.
È accaduto infatti che nella chiesa di St. Mary
by the Sea, dove non si celebra più la S. Messa tradizionale, alcuni
fedeli, sempre legati alla liturgia tradizione, mantenessero il legittimo
uso di inginocchiarsi per assumere la Santa Comunione.
Ebbene, la cosa sembra essere inammissibile per la Chiesa
di Orange. I fedeli in questione, prima sono stati diffidati e
poi, per aver perseverato nell’ “errore”, sono stati invitati ad abbandonare
la parrocchia e la Diocesi.
Impossibile?
Niente affatto. Si legga cosa scrisse il parroco in una
lettera del 27 febbraio 2006 inviata a 37 famiglie di fedeli interessati.
… A causa delle seguenti pesanti offese
- attacchi personali e false affermazioni contro il Vescovo
Brown
- false affermazioni contro i Vescovi Americani
- attacchi personali e false affermazioni contro Fr.
Martin Tran
- false accuse contro diversi preti della Diocesi di
Orange che sarebbero eretici e sostenitori dell’aborto e della contraccezione
- produzione di inganni, confusione, divisione e caos
in seno alla parrocchia, con la pratica delle disubbidienza intenzionale
e dell’opposizione alle norme liturgiche vigenti nella Diocesi emanate
dal Vescovo e dalla Conferenza Episcopale Americana e approvate da Roma
Con piena responsabilità, autorità e facoltà,
in quanto Amministratore di St. Mary’s by the Sea, concessa dal Vescovo
Brown, nell’interesse del bene comune della Chiesa, della parrocchia e
della Diocesi, con l’approvazione del Vescovo, con profonda tristezza,
vi
invito ufficialmente a lasciare la parrocchia di St. Mary’s by the Sea
e la Diocesi di Orange.
Potrete essere nuovamente accolti solo quando dimostrerete
profondo pentimento e conversione a riguardo dei punti su menzionati.
Dio vi benedica
Sinceramente vostro
Fr. Martin Tran
Amministratore
Cosa è successo?
Una cosa inevitabile, che un Vescovo avrebbe potuto e
dovuto facilmente prevedere, se gli importasse qualcosa dei fedeli affidati
alla sua cura pastorale (!?).
Dopo la cancellazione della celebrazione della S. Messa
tradizionale (coincisa anche con il cambio del parroco), i fedeli si sono
attivati in vario modo, raccogliendo le firme per sollecitare il Vescovo
e provvedendo a distribuire dei volantini nei quali si mettevano a fuoco
diversi problemi esistenti nella parrocchia e nella Diocesi.
Questa lettera è stata inviata dopo l’uscita
del 15° volantino, il 19 febbraio 2006.
Evidentemente, sia il parroco sia il Vescovo non ne potevano
più di questa azione di disturbo e hanno pensato bene di prendere
un provvedimento drastico.
Ci soffereremo dopo sulle accuse elencate in questo insolito
invito, per adesso notiamo che perfino nella forma il parroco e il Vescovo
dimostrano di non sapere neanche cosa sia la Chiesa cattolica.
Costoro si permettono di “invitare” (siamo al bar dello
sport ?!) i fedeli a lasciare la parrocchia e la Diocesi, senza il minimo
richiamo, non diciamo al Codice di Diritto Canonico, ma ad un qualsivoglia
“regolamento” perfino parrocchiale.
Costoro sono di quelli, e ce ne sono tanti nella Chiesa
conciliare, che ritengono che la Chiesa sia di loro proprietà.
Ma cosa vogliono questi imbecilli e ignoranti
di fedeli, che neanche fanno parte del Consiglio parrocchiale ?
Come si permettono di pensare di poter parlare delle
cose della Chiesa, mettendosi perfino in contrasto col proprio Vescovo
?
Signori… qui comandiamo noi ! Quindi, se le cose non
vi piacciono siete pregati di accomodarvi fuori !
Oh ! Caspita !
Chissà cosa avranno mai detto, nei loro volantini,
questi irrequieti fedeli ?
Hanno accusato il Vescovo e in genere i Vescovi
americani
- di considerare la S. Messa come un “pasto” invece che
come il Sacrificio del Signore;
- di corrompere la credenza nella Presenza Reale;
- di privilegiare l’uso dei cosiddetti ministri straordinari
della Comunione e quello della Comunione sotto le due Specie;
- di disconoscere le disposizioni della Santa Sede a
riguardo delle posture nel corso della S. Messa.
Hanno accusato il parroco di queste cose e anche di sostenere
l’ordinazione sacerdotale delle donne.
Ovviamente, gli irrequieti fedeli, si sono sempre preoccupati
di citare a sostegno delle loro accuse sia i documenti vaticani sia il
Codice di Diritto Canonico.
Visto come vanno le cose in questa Chiesa conciliare,
era inevitabile che il parroco e il Vescovo reagissero, nessuno dei
nuovi preti della nuova Chiesa sopporta che i fedeli si appellino ai documenti
vaticani (e meno che mai ai documenti conciliari) e al Codice di Diritto
Canonico.
Figuriamoci, poi, se si tratta di fedeli tradizionali
!
E come accade spesso, per sostenere la spocchia e l’asineria,
si tirano fuori le più assurde imputazioni.
In un bollettino parrocchiale del 19 febbraio, il parroco,
rivolgendosi ai fedeli, ricordava che “rifiutarsi di obbedire alle nuove
norme che stabiliscono che si debba rimanere in piedi, piuttosto che in
ginocchio”, specialmente dopo l’Agnello di Dio e nel corso della benedizione
finale, è una “chiara ribellione, una grave disubbidienza e un
peccato mortale”.
Ovviamente, documenti alla mano, sono stati in tanti a
bacchettare il parroco, e con lui il Vescovo che lo sostiene, tanto che
la Curia ha pensato bene di pubblicare una “chiarificazione” in cui si
sottolineava che il parroco si era riferito solo alla disobbedienza nei
confronti delle norme liturgiche in vigore e non all’inginocchiamento dei
fedeli.
Vedremo subito che è falso,
ma diciamo prima che sono proprio il Vescovo Brown
e il parroco Martin Tran i veri disobbedienti, poiché la Congregazione
per il Culto Divino ha più volte ribadito, proprio ai Vescovi americani
che praticavano (e praticano) ampiamente questo abuso, che nessuno può
rifiutarsi di amministrare la Comunione ai fedeli che intendono riceverla
in ginocchio. (si veda: A,
B,
C)
Perché mente il Vescovo Brown ?
Intanto perché è risaputo che nella sua
Diocesi egli chiama a “parlare”, durante la Messa, i sostenitori dell’aborto,
facendoli regolarmente comunicare. Poi, perché è anche
risaputo, proprio tramite le sue lettere, che egli si scaglia contro coloro
che contrastano le campagne per i diritti dei gay, i quali, secondo lui,
dimostrerebbero di essere “intolleranti” e “ostili” nei confronti delle
“diversità”.
Infine, perché è proprio lui che si inalbera
non per la disobbedienza “generica” alla “sue” norme liturgiche, ma per
i fedeli che si inginocchiano al momento di ricevere la Comunione.
Si vedano queste foto scattate proprio nella parrocchia
di St. Mary by the Sea, mentre è proprio Brown che distribuisce
la Comunione. |
Qui si vede come i fedeli, grandi e piccini, prendano la
Comunione in mano. Intanto, in secondo piano, il vescovo
Brown si accinge ad amministrare la Comunione ad
una fedele che sta in ginocchio
Ed ecco che, da una diversa inquadratura, si vede chiaramente
che il vescovo Brown prende per mano la fedele che sta in
ginocchio invitandola ad alzarsi:
Non faccia le scene ! Dice il vescovo stizzito.
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Inutile dire che i fedeli con l'intimazione di sfratto
non hanno fatto una piega, anzi, si sono convinti che debbono fare di più.
Non solo hanno interpellato la Curia Romana,
anche in occasione della visita ad limina dei vescovi americani
(Brown compreso), ma hanno fatto conoscere la scandolosa condotta del vescovo
Brown al mondo intero.
Tra le tante prese di posizione, ci è sembrato calzante
riprodurre una vignetta che descrive perfettamente le condizioni dei fedeli
(di tutti i fedeli) dopo quarant'anni di post-concilio.

IMUV
marzo 2007
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