Novità dalla “Resistenza Cattolica”

Don Matthieu Salenave, FSSPX
 rifiuta il suo iniquo processo canonico,
a causa dei metodi oltraggiosi di Menzingen


del 26 aprile 2013


Comunicato del sito francese La Sapinière

sulla vicenda di uno dei sacerdoti della Fraternità San Pio X che erano incorsi nelle sanzioni della Direzione, in seguito alla pubblicazione di una “Lettera aperta a Mons. Fellay”. A questa lettera aveva fatto seguito un “Comunicato del Superiore di Francia”, nonché una “Circolare ai Superiori” del Segretario Don Thouvenot, con la quale si rendeva nota l'istruzione di un processo canonico a carico di Don Olivier Rioult, Don Nicolas Pinaud e Don Matthieu Salenave. Su questa lettera abbiamo pubblicato un nostro commento.

Ove qui si fa riferimento al sito francese antimodernisme.info, costituito da chierici e laici della Fraternità per opporsi al progetto di accordo pratico con Roma, senza preventivo accordo dottrinale,
si tenga presente che tale sito è stato sostituito
dal sito La Sapinière.


traduzione e impaginazione sono nostre





Don Matthieu Salenave



Don Olivier Rioult


Don Nicolas Pineaud




Su Cor unum n° 104 del marzo 2013, è stata pubblicata una lettera di scuse di Don Matthieu Salenave in cui egli «riconosce il carattere rivoluzionario» della sua iniziativa. In questa lettera, datata 9 marzo, il valoroso Don Salenave si accusa di «aver partecipato al sito antimodernisme.info», di aver «continuato a collaborare con questo sito dopo il Capitolo» invece di aprirsi ai suoi Superiori. La sua prima colpa sarebbe stata di «mancare di franchezza» nei confronti di Mons. Fellay. Egli si accusa anche di non aver saputo «fermare» i suoi confratelli «nella loro folle iniziativa». Sarebbe stato «accecato», ecc. ecc.  Di conseguenza egli accetta «di buon grado le sanzioni meritate per tali comportamenti».

Si sapeva che le comunicazioni di Menzingen si ispirassero ad una dialettica perversa, ma si ignorava che potesse giungere a praticare dei metodi totalitari come la tortura psicologica.
Questa lettera era privata, ed era stata scritta sotto forma di confessione ad un Padre, in un momento di debolezza, dopo aver subito delle pressioni psicologiche.

Dopo la sua messa in quarantena, Don Salenave era stato sollecitato tre volte, da Don Thouvenot, a scrivere una lettera ufficiale di scuse. Il Segretario generale voleva conoscere i nomi dei sacerdoti e dei laici traduttori dei testi in lingua straniera… Le lettere di scuse di Don Salenave sfortunatamente non sono piaciute a Don Thouvenot. Si decise allora, senza che la Casa Generalizia recedesse da un tale ignobile procedimento, di divulgare, senza avvisare e senza consultare Don Salenave, la lettera privata che egli aveva scritto al solo Superiore.

Don Salenave è crollato; nessuno può biasimarlo e tanto meno accusarlo. Il suo percorso sacerdotale senza macchia non è stato tranquillo; i suoi nervi sono stati messi più volte a dura prova, e qui è il caso di tacere le miserie umane che gli hanno fatto subire delle persone malvagie. Ma se il tutto è stato perdonato, sono rimasti i segni e una debolezza nervosa.

In queste condizioni,
di fronte all’ingiustizia del decreto penale che lo ha travolto (7 marzo), malgrado la parola data dal suo superiore Don Wailliez, a nome della Casa Generalizia, che non avrebbe subito delle sanzioni (15 febbraio);
di fronte alla privazione del suo ministero dottrinalmente corretto e spiritualmente fruttuoso;
di fronte alla dolcezza ingannevole di Don Wailliez e ai rimproveri pieni di umanità di Don Petrucci;
di fronte la tristezza di un avvenire oscuro;
di fronte all’angoscia di un mondo in cui tutti i riferimenti sono da rifare, dove gli amici sono i nemici;
di fronte all’orrore di essere riconosciuto colpevole quando si sa di essere innocente…

Di fronte a tali condizioni, era crudele fare ancora pressioni, affrettare l’esigenza delle scuse, ed era inappropriato chiedere un’autoaccusa alla maniera maoista… In queste condizioni, è quasi inevitabile che in un momento di debolezza si possa cedere ed accondiscendere.

Perfino i migliori conoscono dei momenti di depressione passeggera. La storia delle prigioni è piena di lettere come questa. Menzingen è arrivata a procurarsene una e Mons. Fellay è stato felice di farla leggere ai suoi sacerdoti. L’onta di una tale azione ricade interamente sulla Casa Generalizia, quella che diceva ai Superiori del Benedettini, dei Domencani e dei Cappuccini: «Si sa che ci sarà qualche rottura, ma si andrà fino in fondo».

Questa apparente vittoria di Menzingen, questo spettacolo di un «sacerdote desolato» che si adegua, disonora in realtà la causa dei vincitori e nasconde una reale disfatta. Essi hanno osato utilizzare dei procedimenti distruttivi della personalità, sono veramente pronti a tutto e davvero andranno fino in fondo…

Di fronte a tanta crudeltà, disonestà e duplicità… Don Salenave ha rifiutato il processo iniquo che gli si preparava.

Egli ha lasciato l’Italia e ha trovato asilo a (xxx), dove si riposerà e riprenderà le forze, prima di riprendere la buona battaglia della fede.
Lasciando il Priorato di Albano, ha lasciato sul suo tavolo una lettera datata 25 aprile 2013:


«Ho lasciato il priorato questo pomeriggio per raggiungere i confratelli della Resistenza all’accordo. Sono rimato indignato per la diffusione della mia lettera di scuse, a carattere esclusivamente confidenziale. Non posso quindi sperare niente da un processo che cerca unicamente di sporcare coloro che resistono all’accordo e di abbellire quelli che vogliono ricongiungersi con la “Roma a tendenza modernista”. Rimpiango sinceramente quella lettera di scuse, che ho redatto in tutta fretta e in un momento di confusione, che esagera e falsa ciò che io penso veramente della mia azione. Io non rimpiango niente di Antimodernisme.info.

«In Gesù e Maria.
«Abbé Matthieu Salenave.»





aprile  2013

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