Lettera agli amici e benefattori, n° 66
di S. Ecc. Mons. Bernard Fellay 
Superiore generale della Fraternità San Pio X
del 18 giugno 2004



Cari amici e benefattori,

Quanto ci è grato potervi comunicare di tanto in tanto le nostre gioie apostoliche!
Infatti, quanti miracoli della grazia possiamo ammirare ogni giorno che passa. Abbiamo cura di ringraziare Dio Onnipotente, siamo pieni di riconoscenza per i benefici che ci ottiene il Cuore Immacolato di Maria.
La vita della Fraternità, osiamo dire, è veramente un miracolo permanente. Essa manifesta l’intervento di Dio nella nostra piccola storia, l’intervento della Madonna, dei santi angeli, l’intervento di tutto questo mondo che ci circonda, che ci vuol bene: dei nostri amici del Cielo, che noi non vediamo e che sfortunatamente pensiamo così poco, mentre invece essi ci sono così vicini, sono così pronti ad aiutarci, sono così efficaci! Essi sono ben reali, essi fanno parte della nostra storia e il loro aiuto talvolta tangibile ci spinge ad accettare questa realtà meravigliosa della Comunione dei Santi.
Quando confrontiamo le nostre forze e i risultati dei nostri sforzi, siamo proprio obbligati a confessare che tutto questo non è dovuto a noi.
Tantissimi edifici nuovi, cappelle, un po’ dappertutto nel mondo: nelle Filippine, in India, nell’America del Sud e del Nord, in Europa, all’Est, sono il segno di una impressionante vitalità della grazia. L’esperienza ci ha insegnato che anche l’opposizione del clero, che riscontriamo in maniera più pesante nelle regioni in cui siamo presenti da poco tempo, serve alla buona causa. “Tutto coopera per il bene di coloro che amano Dio”.

Condividiamo con voi anche qualche preoccupazione e pena.
Innanzi tutto in Ucraina. In questi ultimi mesi, i sacerdoti che sosteniamo attraverso la Fraternità San Josaphat hanno dovuto subire gli assalti furiosi del loro vescovo, il cardinale Husar. Questi, attraverso le emittenti pubbliche, ha fulminato con la scomunica il Padre Wasil e i suoi compagni. Perché si sarebbero associati ad un movimento scismatico…
Questa censura, la più grave per il diritto orientale, è stata emessa senza un processo preventivo. Dopo il ricorso a Roma del Padre Wasil, il cardinale si è preoccupato di cominciare a seguire le regole del diritto. Il che per lui significa colmare il vuoto giuridico, così da giustificare la sentenza già emessa. Nihil novi sub sole.
Evidentemente, le autorità eccelsiastiche cercano anche di recuperare le chiese, comprese quelle costruite dal Padre Wasil. Si tratta certo di un colpo molto duro e le vostre preghiere serviranno a sostenerli in questo combattimento per loro nuovo. Fino ad ora avevano dovuto difendere la loro fede da un nemico terribile, il comunismo ateo, oggi sono i loro stessi pastori che li attaccano.
A tutt’oggi, i sacerdoti hanno resistito bene, e i fedeli li assecondano. Ma, ogni volta, sono le ànime a rimanere destabilizzate; alcuni, disgustati abbandonano tutto… storia già vista.

E dal lato di Roma?
Cominciamo da Fatima. L’anno scorso è stata annunciata la costruzione di un nuovo edificio ad uso plurireligioso.
Anche se nelle pubblicazioni ufficiali del santuario si è molto silenziosi sulla natura del progetto, tuttavia, nei comportamenti, le cose cambiano: il 5 maggio un gruppo di induisti ha invaso il luogo dell’apparizione della Santa Vergine, evidentemente con tutte le autorizzazioni ufficiali. Su questo luogo sacro, così caro ai cattolici, costoro hanno compiuto la loro idolatria: “Si tratta di un momento unico e senza precedenti nella storia del santuario. Il prete indù, o Sha Tri, ha recitato all’altare la Shaniti Pa, la preghiera per la pace. Si possono vedere gli indù che si tolgono i calzari prima di accostarsi alla balaustra, mentre il prete pronuncia le preghiere all’altare del santuario”.
In seguito, il vescovo e il rettore del santuario furono ammantati con uno scialle da preghiera, indù,… bella roba. Che provocazione per il cristianesimo!
Diciamolo allora con chiarezza!
Fintanto che le autorità romane permettono simili abominazioni, o peggio, le sostengono, si allontanano da ogni accordo con la tradizione. Giammai ci piegheremo di fronte ad affronti simili arrecati alla nostra Madre del Cielo, alla Madre di Dio. Talvolta c’è da chiedersi se non è andata perduta non solo la fede, ma perfino il buon senso. Deus non irridetur. Non ti beffare di Dio.
Tali atti richiedono una riparazione. E pensiamo molto seriamente ad invitarvi ad una azione di solenne protesta a Fatima, il prossimo anno.

Per quel che riguarda più direttamente Roma, là si insiste perché noi accettiamo la proposta di una “giurisdizione personale”. Il problema non sta nella formula giuridica, che in linea di principio ci sembra accettabile, quantunque non ne conosciamo gli aspetti concreti e le implicazioni; il problema si pone ancora e sempre a livello dottrinale, nello spirito cristiano contenuto o meno ? ed è proprio qui la questione ? nei testi ambigui e nelle riforme disastrose per il bene soprannaturale dei fedeli.
Certo, noi percepiamo una sempre maggiore simpatia in certi vescovi, anche a Roma. Abbiamo l’impressione di fare dei progressi, abbiamo l’impressione che la Tradizione faccia dei progressi nel mondo cattolico. Ma questo non è ancora sufficiente. Recentemente abbiamo chiesto ufficialmente la revoca del decreto di scomunica, come primo atto concreto da parte di Roma. Questo cambierebbe il clima e potremmo capire meglio lo sviluppo delle cose. Una cosa è certa:  noi non vogliamo trovarci nella situazione in cui si sono poste la Fraternità San Pietro e la maggior parte dei gruppi dell’Ecclesia Dei. Essi sono immobilizzati, a loro è appena permesso di celebrare la messa tridentina. Si trovano quasi sempre in una situazione veramente odiosa. Il cardinale Castrillón ha perfettamente ragione a reclamare per i tradizionalisti uno status che non sia quello di cittadini di second’ordine.
Ma non è a Roma che spetta innanzi tutto di cambiare questo stato di cose?

Quante intenzioni di preghiera, cari benefattori.
Siate certi della nostra profonda riconoscenza per tutti i vostri sacrifici, così preziosi, così graditi a Dio, e  che ci aiutano potentemente nel nostro apostolato. Che Dio ve ne renda merito, che il Sacro Cuore vi benedica e che la Madre Santissima vi protegga insieme alle vostre famiglie.

Nella festa del Sacro Cuore 2004
 + Bernard Fellay
Superiore generale



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