Siamo nella Vicaria di Porto San Giorgio, nella Diocesi
di Fermo (AP)
Le immagini della Messa si riferiscono alla “Convivenza
dei seminaristi” svoltasi a Porto San Giorgio nel 2005.
Nessuna meraviglia per queste strane dizioni, si tratta
del vizio tipico delle sette, che non riescono a sfuggire alla voglia di
protagonismo e di sempre più accentuata differenziazione.
La costruzione qui a fianco, nella sua originalità,
non ha niente a che vedere con una chiesa. Oseremmo dire: neanche con una
chiesa moderna. Certo assomiglia ad alcune di queste, ma indubbiamente
è unica nel suo genere.
Sembra una specie di palazzetto dello sport.
In realtà, guardando l'interno, si comprende qual
è il criterio che sta alla base di una simile scelta. I convenuti
devono potersi disporre in cerchio, di modo che non vi sia alcun “oreintamento”,
cioè non vi sia alcun punto verso il quale convergono i volti, gli
sguardi e i cuori di tutti i presenti.
Ora, visto che il punto verso il quale debbono convergere
i volti, gli sguardi e i cuori dei partecipanti ad una S. Messa è
Gesù Cristo, ne consegue, inevitabilmente, che in una supposta chiesa
come questa Gesù Cristo non ha alcun posto.
D'altronde, se si tiene conto che al momento della comunione
tutti i convenuti si recano al “tavolo” per prendere ognuno la sua parte
della “mensa”, si comprende bene che i Neocatecumenali non credono nella
Presenza Reale, ma solo nel rinnovamento ideale dei “segni” della Cena.
Insomma sono dei Protestanti travestiti da cattolici.
D'altronde, il punto centrale intorno al quale si radunano
i convenuti in questa sala da circo, è proprio la “tavola”. Il che
conferma che per i Neocatecumenali il centro della celebrazione è
la “mensa”. Il che significa che non rendono alcun culto a Dio.
In effetti il fulcro del loro movimento sono i “capi
carismatici” e i “catechisti”, cioè coloro che preparano i neo-catecumeni,
e sembra che a questa logica soggiacciano perfino i preti che vi fanno
parte.
Ci chiediamo a che titolo molti vescovi collaborino
con questo movimento eterodosso. E non possiamo impedirci di ripetere che,
a partire dal Concilio, nella Chiesa ha preso sempre più piede l'ignoranza
e il disconoscimento della dottrina, realizzando ciò che lo stesso
Paolo VI chiamò “autodemolizione” della Chiesa. |
A prima vista sembra che noi si voglia esagerare,
ma indubbiamente è questa “tavola” ad essere esagerata.
La sua mole è la riprova che ci troviamo di fronte ad una
celebrazione eterodossa, nonostante la compresenza di
preti e di vescovi: in questo caso quantomeno inopportuna.
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