NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
 

UN ESEMPIO  DI  COME  SI  CELEBRA  LA  S. MESSA

NELLE  CAPPELLE  DEI  NEOCATECUMENALI


Siamo nella cappella del Seminario Diocesano Missionario Internazionale “Redemptoris Mater” di Namur, in Belgio

Questo seminario è retto dai Neocatecumenali.

Le immagini si riferiscono alla Messa celebrata da Mons. Léonard Vescovo di Namur, il 21.11.2005.

Su questi Neocatecumenali si continua a dire di tutto, ultimamente la Congregazione per il Culto Divino li ha ufficialmente richiamati ad adeguarsi alle norme liturgiche in vigore nella Chiesa. Evidentemente costoro seguono delle norme liturgiche tutte proprie, inventate dai loro capi “carismatici”, come si usa dire oggi.

Avremo modo di approfondire meglio l'argomento, ma intanto queste foto contengono già delle indicazioni ben chiare su come i Neocatecumenali concepiscono la S. Messa.

Intanto la presenza delle chitarre che indica chiaramente che costoro usano esclusivamente i canti di loro invenzione. Il che peraltro non li differenzia certo dai tanti altri gruppi moderni figli del disastro liturgico seguito al Concilio.

Sulla “tavola” si nota un candelabro a nove braccia, l'Hannukkià ebraica, che è il simbolo della festa ebraica di Hannukkàh, con la quale gli Ebrei commemorano la riconsacrazione del Tempio dopo la vittoria dei Maccabei su Antioco IV Epifane. Guarda caso questa festa ricorre a dicembre in corrispondenza con il solstizio, al pari del nostro Natale.
Indubbiamente l'uso di questo simbolo, nient'affatto cristiano e cattolico, è indicativo della mentalità dei Neocatecumenali, o quanto meno dei loro “capi carismatici”, che si reputano dei realisti più realisti del re. 
Non bastava il candelabro a sette braccia, ormai diffuso ampiamente come se il cattolicesimo fosse una setta dell'ebraismo, meglio quello a nove braccia che si richiama direttamente alla “ricostruzione” del Tempio, come i Neocatecumenali si considerano i “ricostruttori” del vero cristianesimo.

Il loro stesso nome intende richiamarsi all'antico uso del catecumenato, cioè della preparazione dei non cristiani al ricevimento del Battesimo. Oggi si renderebbe necessario uno nuovo catecumenato, questa volta però rivolto a coloro che sono già battezzati, che sono già cristiani, ma non lo sono come dovrebbero, almeno secondo le pretese dei “capi carismatici”.
Da qui la necessità di nuove regole, nuove discipline, nuovi insegnamenti, nuove liturgie, nuove gerarchie, il tutto condotto col beneplacito di Giovanni Paolo II che ne approvò gli statuti, sia pure in via sperimentale, il 29 giugno del 2002. 

Per ultimo facciamo notare questa strana mania della “catena d'unione”, di massonica memoria, che accomuna diversi movimenti neocattolici. Non intendiamo certo affermare chissà che, ma è singolare come in seno alla Chiesa continuino a diffondersi usanze e simboli non cristiani.

E i vescovi stanno a guardare!


 


 


 

Sui Neocatecumenali si veda anche
La chiesa neocatecumenale di San Bartolomeo a Scandicci  (FI)
Il centro internazionale Domus  Galilaeae a Gerusalemme
Nuova chiesa dei Neocatecumenali a Porto San Giorgio (AP)




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