Nuova lettera
del Rev. Padre Louis Demornex,
Parroco di Fontanaradina, Corigliano e Aulpi di Sessa
Aurunca (CE)
Con questa nuova lettera, il Rev. Padre Louis Demornex, Parroco di Fontanaradina,
Corigliano e Aulpi di Sessa Aurunca (CE), lancia un appello a tutti i sacerdoti
cattolici, perché si decidano ad assumersi autonomamente la responsabilità
di ritornare a celebrare la Santa Messa di sempre, avvalendosi dell'indulto
perpetuo concesso da San Pio V con la Bolla Quo
primum tempore:
Anzi, in virtú dell'Autorità Apostolica, Noi
concediamo, a tutti i sacerdoti, a tenore della presente, l'Indulto perpetuo
di poter seguire, in modo generale, in qualunque Chiesa, senza scrupolo
veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o
censura, questo stesso Messale, di cui dunque avranno la piena facoltà
di servirsi liberamente e lecitamente: cosí che Prelati, Amministratori,
Canonici, Cappellani e tutti gli altri Sacerdoti secolari, qualunque sia
il loro grado, o i Regolari, a qualunque Ordine appartengano, non siano
tenuti a celebrare la Messa in maniera differente da quella che Noi abbiamo
prescritta, né, d'altra parte, possano venir costretti e spinti
da alcuno a cambiare questo Messale.
Il Rev. Padre si richiama al valore fondamentale che il santo Sacrificio
della Messa ha per la stessa Chiesa:
Mio Dio! Se tutti i sacerdoti fossero rimasti al tabernacolo,
luci della Luce, il mondo sarebbe illuminato e non sarebbe in questo stato!
Ora, sappiamo che la Chiesa è generata continuamente dal
Calvario: abolito il Calvario, la Chiesa muore; i Riformati insegnano!
Ripristinato il Calvario, la Chiesa rivivrà.
E questo sarà opera strettamente dei sacerdoti sacrificatori
e vittime. Dio cerca tali sacerdoti, innamorati della Chiesa e delle anime,
poiché, “salus animarum suprema lex”.
È valida la nuova Messa ?
Questo scritto è unicamente per chi ama la Verità, e verso
di essa prova venerazione profonda poiché essa è il Pensiero
di Dio in seno all’umanità.
S. Gregorio Magno (? 604) fece una codificazione del rito della Messa,
il cui Canone risale secondo lui, a S. Pietro. Dopo questi primi secoli
di edificazione della Chiesa, egli diede un corpo preciso e fisso al rito,
in modo che contenesse tutta la fede cattolica riguardo al Sacrificio Propiziatorio.
Mille anni dopo, circa, togliendo le aggiunte marginali avvenute durante
i secoli, S. Pio V, in seguito alla Riforma protestante e al Concilio di
Trento, diede alla stessa Messa di S. Gregorio Magno, una forma definitiva
da valere per sempre e dovunque.
Nella Bolla ‘Quo Primum’, egli diede una forma dogmatica al rito da
non cambiare più. Fu una autentica canonizzazione, cioè,
promulgazione dogmatica.
Da allora la Messa è considerata alla pari di un dogma di fede
immutabile: passano le generazioni, passano i Papi, i sacerdoti, ma il
monumento perfetto resta, umilmente e piamente usato per la promozione
della Chiesa e la salvezza delle anime. Talmente perfetto è questo
rito che il celebrante si annienta in esso, obbligato a rispettare parole
e gesti sotto pena di peccato mortale (‘sub gravi’).
Riti e parole sono come lo scrigno che contiene il diamante prezioso
della Passione e Morte di Cristo, lo proteggono dalle polveri e dall’umano
contagio.
Talmente intoccabile questo scrigno, che tutti dovevano celebrare addirittura
in latino, anche i più remoti Asiatici.
Talmente chiuso gelosamente questo scrigno, che non vi si poteva nemmeno
introdurre il rito del battesimo o della cresima; era unicamente il Calvario
rivissuto e contemplato, realtà chiusa in se stessa.
La Messa Cattolica si limita alla Passione e Morte di Gesù,
sacrificio propiziatorio reso presente sull’altare per comunicare ai presenti
i benefici della Passione redentrice:
“Ogni volta che voi mangiate questo pane e bevete questo
calice, annunziate la morte del Signore.” (II Cor. 11,26)
“Una e identica è la vittima; quello stesso che adesso si
offre per ministero dei sacerdoti, si offrì allora sulla Croce;
è diverso soltanto il modo di fare l’offerta.” (Conc. Trid.
Sess. XXII, c.2)
“Con il sacrificio della Messa, il supremo Sacrificio del Calvario
viene rinnovato in modo ammirabile. Il sacrificio della Messa è
vera e ammirabile rinnovazione della morte di Lui.”(Leone XIII: ‘Miræ
caritatis’)
“Questo Sacrificio della Croce viene continuato dal sacrificio eucaristico…
Fu un divino consiglio del Redentore che il sacrificio una volta consumato
sulla Croce, diventasse perpetuo ed eterno… Non solo similitudine vuota
né memoria soltanto del sacrificio, ma la verità stessa,
benché sia diversa la specie.” (Leone XIII: ‘ad Episcopos Scotiæ’)
“Il sacrificio cruento della Croce viene rinnovato senza interruzione
sui nostri altari in modo incruento.” (Pio XI: ‘Miserentissimus Redemptor’)
“L’augusto Sacrificio dell’altare non è una pura e semplice
commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma un vero
e proprio sacrificio nel quale, immolandosi incruentamente, il Sommo Sacerdote
fa ciò che fece una volta sulla Croce offrendo al Padre tutto se
stesso, vittima graditissima.” “Il sacrificio eucaristico ripresenta e
rinnova ogni giorno quello della Croce.” (Pio XII: ‘Mediator Dei’).
Da san Paolo quindi, a Pio XII, la Chiesa ha insegnato una sola cosa:
Il Sacrificio della Messa è essenzialmente ripresentazione
e rinnovazione del Sacrificio della Croce. Valore dogmatico: Di fede divina
e cattolica definita.
Indirizzato a Dio, il rito canonizzato non necessitava cambiamenti, come
in Dio non ce ne sono.
Questo rito ha sempre eccitato l’odio e la rabbia degli eretici, che
hanno fatto pace con la Chiesa solo dopo che fu abolito.
La nuova Messa ha una natura del tutto diversa: «La cena
del Signore o Messa, è la santa assemblea o riunione del popolo
di Dio che si raduna insieme sotto la presidenza del sacerdote per celebrare
il memoriale del Signore. Perciò, per quanto riguarda la riunione
locale della santa Chiesa, vale in modo eminente la promessa di Cristo:
“Là dove due o tre si trovano radunati nel mio nome, io mi trovo
in mezzo a loro.” (Mt,18,20)». (Institutio generalis novus ordo missae)
Essa nega la presenza reale, il sacrificio propiziatorio, il sacerdozio
ministeriale.
Fu creata con l’aiuto di sei teologi protestanti (cfr
3° lettera)
“La riforma liturgica ha fatto un notevole passo avanti
e si è avvicinata alle forme liturgiche della Chiesa luterana.”(Osservatore
Romano del 13 ottobre 1967).
“Non vi è più alcuna giustificazione per le Chiese riformate,
di proibire ai loro membri di assistere all’eucaristia in una chiesa cattolica.”
(Roger Mehl , teologo e filosofo protestante, in Le Monde
del 10 settembre 1970.)
“Leggendo lo schema sulla liturgia e ascoltando il dibattito su di
esso, non potevo fare a meno di pensare che se la Chiesa di Roma continuava
a migliorare il Messale e il Breviario abbastanza a lungo, avrebbe un giorno
inventato il “Book of Common Prayer.” (Vescovo anglicano J. Moorman)
“Questo nuovo rito è perfettamente conforme alle nostre idee
protestanti.” (Altro vescovo anglicano).
“Possiamo adottare il nuovo rito perché la nozione di sacrificio
è per nulla chiaramente affermata.”(Fratel Roger Schutz, di
Taizé)
“Noi stimiamo che nelle circostanze presenti, la fedeltà al
Vangelo e alla nostra tradizione non ci permette più di opporci
alla partecipazione dei fedeli della nostra Chiesa a una celebrazione eucaristica
nella Chiesa cattolica e la ragione delle convergenze teologiche presenti,
molti ostacoli che avrebbero potuto impedire a un protestante di partecipare
alla sua celebrazione eucaristica, sembrano in via di estinzione. Dovrebbe
essere possibile oggi a un protestante, di riconoscere nella celebrazione
eucaristica, la Cena istituita dal Signore.”(Concistorio Superiore
della Chiesa della Confessione di Augsbourg d’Alsazia e Lorena, 8 dicembre
1973).
Dopo aver assistito a questa ‘Messa normativa’, i vescovi cattolici in
maggioranza, la rifiutarono.
Fu imposta lo stesso!
Anche se Paolo VI aveva risposto alla domanda del Cardinale Hennan
(inglese): “Non è mia intenzione di proibire assolutamente la
Messa tridentina.”
Qualcuno dice che anche se la Messa è fatta da protestanti, detta
anche dai protestanti, tuttavia i sacerdoti cattolici essendo ministri
consacrati hanno il potere di consacrare.
Mi sanno dire se Lutero, perché sacerdote, o Thomas Cranmer,
perché vescovo, hanno consacrato validamente fino alla morte, anche
con il loro rito riformato e le loro nuove idee?
Tutti i vescovi inglesi erano consacrati e dicevano Messa. Seguendo
la Riforma di Enrico VIII, ad eccezione di san Giovanni Fisher, decapitato
( ? 1535), cosa diventò la loro messa con il ‘Book of Common Prayer’?
Ora, se era invalida la loro messa riformata benché fossero
vescovi autentici, non si capisce perché dovrebbe esserlo invece
la medesima, cinque secoli dopo, con il solo pretesto che oggi la celebra
tutto l’orbe cattolico?
Nel 1971, sacerdoti anglicani convertiti al cattolicesimo, scrissero
a Paolo VI per chiedere cosa fare con la nuova messa, rito identico a quello
anglicano che avevano abiurato. Gli fu dato oralmente il permesso (indulto)
per il rito tridentino.
Per quelli che usano il nuovo rito con sincerità e per strana
ubbidienza, bisogna fare delle precisazioni.
Il rito cattolico operava la transustanziazione ‘ex opere
operato’ cioè automaticamente per opera divina (esempio:
i miracoli eucaristici di Lanciano e Bolsena dove l’Ostia si è cambiata
in carne tra le mani di sacerdoti che non ci credevano).
Si potrebbe dire che il rito riformato opera la transustanziazione
‘ex opere operantis’ cioè secondo la fede del ‘presidente’?
E questi nell’officiare la Messa crede ciò che ha sempre creduto
la Chiesa cattolica o crede ciò che crede la Chiesa conciliare?
La cosa che dei problemi: dobbiamo fargli fare un esame di catechismo
prima di ogni Messa? Dobbiamo cercare un ‘presidente’ di fede sicura per
la Messa domenicale, sicuri che malgrado un rito alterato, egli agisce
secondo la fede cattolica?
Quando si entra in chiesa, la domenica, non si sa mai a che cosa si
va incontro. E pensare che molti ‘presidenti’ fanno sul serio, si sforzano
di pregare, di fare qualcosa di valido, di dare vita al vuoto insomma!
È chiaro che non si può pretendere dai fedeli la
soluzione di questi problemi: o accettano passivamente e diventano eretici
o se ne vanno scocciati.
La nuova messa, con il nuovo dogma della creatività,
è in realtà un antidogma: il presidente si crea di volta
in volta, il suo rito. Ciò che alcuni conservatori chiamano anarchia
liturgica, è al contrario, semplice coerenza con l’antidogma della
creatività. La creatività è l’anti ‘Quo Primum’, il
deragliamento dal binario cattolico.
Nella nuova messa, ci si può legittimamente ficcare di tutto,
fuorché ciò che assomiglia alla Messa cattolica: ogni spettacolo
di varietà è lecito, ma non si accenni al Sangue, alla crocifissione,
al peccato, alla conversione, al giudizio, all’inferno!
Sfilata di moda:
Donna a torso nudo che fa le letture sul palco in Nuova Guinea
(8 maggio 1984) per la messa del Papa, neri torso nudo che eseguono danze
africane in San Pietro, messe sulla spiaggia. E poi l’abbigliamento attuale
per le feste e i sacramenti. Vi immaginate questi spettacoli nella sacra
liturgia ortodossa?
Ora, i missionari hanno sempre detto che uno dei primi effetti del
cristianesimo in terra di missione è appunto il pudore, l’igiene.
Si vede che invece, i missionari di oggi praticano l’inculturazione liturgica
integrale. (In Nuova Guinea, appunto, dato che il maiale è l’unico
animale di allevamento e che non conoscono le pecore, indovinate con quale
animale hanno tradotto l’Ecce Agnus Dei ?)
“Voglio che le donne si abbiglino in modo decoroso, con verecondia
e modestia.”(IITim 2,9).
Esposizione di generi alimentari:
Che altro sono le processioni delle offerte? Che c’entra la
bottiglia di cognac o le banane, con il sacrificio della Croce?
Balli e divertimenti:
Nacchere, chitarre, battimani, urla, canzonette sentimentali.
Questo sarebbe un modo di presenziare alla Passione di Cristo? La Madre
Dolorosa ballava sul Calvario, mentre si operava la nostra Redenzione?
Urlava forse: è domenica, è festa, festa, festa e altre idiozie?
Concelebrazione con laici, uomini e donne, sposi, ecc.
Esorcismi e guarigioni:
carismatici che hanno ricevuto uno spirito supplementare, dopo
la cresima e anche l’ordine sacro! Quale spirito? Quali liberazioni? Quali
guarigioni? Fatte da chi? Sapevo che solo il Vescovo è depositario
e dispensatore dello Spirito Santo.
Riti specifici per gruppi ecclesiali di cristiani di élite
ghettizzati.
Non si tratta di anarchia ancora una volta, ma di coerenza con una realtà
inesistente, chiamata creatività, cioè un perpetuo divenire
fumoso da inventare, dogma centrale della riforma.
Troppa è l’assenza del Calvario, perché si possa ancora
parlare di Messa. Tutti i Riformati sono d’accordo su questo punto:
li abbiamo raggiunti, dopo quattro secoli. Scusate il ritardo!
A spiegare questo strano smarrimento liturgico e lo snaturamento della
Messa, si sono fatto strada due opinioni ecclesiali:
Oltre all’eresia manifesta della definizione e del rito che le corrisponde,
come lo affermano i protestanti competenti, la nuova messa, per quelli
che persistono a chiamarla cattolica, si divide in due correnti:
1-La Messa è il memoriale del mistero pasquale:
passione, morte e risurrezione di Cristo. Si finisce con la risurrezione
quindi, e allora tutto è festa: la Messa, la Via Crucis, la vita
cristiana. Donde la baldoria liturgica.
2-La Messa è il memoriale dell’ultima cena (protestantesimo):
-quindi fratellanza e festa nello stare insieme.
-si fa la comunione, seduti, in mano, sotto le specie del pane e del
vino per significare un vero pasto, dopo di ché, ci saranno pure
dei rinfreschi nelle comunità più elaborate, per completare
‘l’agapè’ fraterna.
Tutte e due le teorie negando l’essenza della Messa, non la celebrano.
Riguardo alla comunione, la Chiesa Cattolica afferma che la distribuzione
del corpo di Cristo spetta al sacerdote per tre motivi:
a) Perché è lui che consacra tenendo il posto di Cristo.
Ora è Cristo stesso, cosi come ha consacrato il suo corpo alla Cena,
che
lo ha dato agli altri
da mangiare. Quindi, cosi come la consacrazione del corpo di Cristo appartiene
al sacerdote, cosi a lui
ne appartiene la dispensazione.
b) Perché il sacerdote è stabilito intermediario tra
Dio e il popolo. Di conseguenza, così come a lui appartiene offrire
a Dio i
doni del popolo, allo
stesso modo a lui spetta dare al popolo i doni santificati da Dio.
c) Perché, per rispetto verso questo sacramento che non è
toccato da nulla che non sia consacrato… le mani del sacerdote sono
consacrate per toccare
questo sacramento. Così nessuno ha diritto di toccarlo. (S.Th. Q.82
a.3)
"Per ricevere sacramentalmente la comunione, è sempre stata
tradizione della Chiesa di Dio che i laici la ricevessero dai sacerdoti.
Quest’uso deve a buon diritto e con ragione essere conservato in quanto
deriva dalla Tradizione Apostolica." (Conc.Trid. Sess. XIII,
c.8)
"Il comunicando, tenendo il piattino sotto la bocca, riceve il sacramento"
[in bocca quindi]. (Nuovo Messale Romano, a.117)
Il fedele di fronte a tanta incoerenza tra gli scritti e la pratica,
non può che concepire indifferenza nei riguardi delle leggi ecclesiastiche
liturgiche e non liturgiche.
E a questo punto, arriviamo ad un'altra opinione ecclesiale del nuovo
Magistero, che spiega tanti cambiamenti:
Siamo usciti dalla terra d’Egitto, terra di sicurezza, di vitto
e alloggio, ma anche di schiavitù. Stiamo anche ritornando dall’esilio
di Babilonia verso la Terra Promessa. Vale a dire: abbiamo abbandonato
le novene, quarantore, processioni, sacramentalizzazione, catechismo di
san Pio X, ecc… e dopo la traversata del deserto, si prospetta davanti
a noi la terra promessa della libertà, della novità, della
maturità.
Non oso dire di più perché non sono molto a corrente di queste
teorie dei fuoriusciti dalla Chiesa cattolica, i quali purtroppo sono quasi
tutti.
Questa loro insistenza a dire che sono usciti dalla Chiesa cattolica
(Egitto e Babilonia), il loro disprezzo della Chiesa cattolica, li ha portati
ad un prurito di novità che si manifesta in tutte le stravaganze
attuali.
Ma sorge un problema: vorrei sapere se realmente credono che Nostro
Signore Gesù Cristo si presta alla loro ginnastica mentale e liturgica,
Lui Verità Increata.
Pensano veramente di portarLo a passeggio a guinzaglio, dove vogliono
loro?
Mi sembra che invece, Gesù non è molto elastico: “Io
sono la via, la verità e la vita. Chi non è con me, è
contro di me.”
Vi pare che il Condannato a morte, il Moribondo, l’Agonizzante per i
peccati del mondo, abbia voglia di fare festa, baldoria nell’allegria?
Qualcuno mi ha detto che Gesù vittima si lascia fare tutto dalla
Chiesa conciliare. Ebbene, Gesù sta alla destra del Padre e da lassù,
onnipotente e regnante, decide che per sempre sulla terra, la sua presenza
è vittimale, non festevole, e non sta ai piccoli uomini pieni di
sé far cambiare idea a Dio.
Un cardinale prefetto dice che bisogna ritornare all’altare al muro
e mettere i crocifissi sugli altari ‘verso il popolo’.
Un teologo liturgista, su ‘Vita Pastorale’ qualifica questo pensiero
di ‘aberrante’ e un altro dice che il crocefisso va bene anche sulla tribuna
dell’organo, in un luogo remoto, basta che sia in chiesa.
Un cardinale prefetto dice che la riforma liturgica ha provocato una
rottura con la Tradizione liturgica, i cui effetti potevano essere solo
tragici.
In seguito, si sente dire che la riforma è in perfetta linea
con detta Tradizione e che la nuova messa è perfettamente ortodossa.
Il cardinale Ottaviani e i protestanti hanno fatto la vera diagnosi
della liturgia, mentre i conciliari danno solo prove di confusione mentale
e di contraddizioni.
Figuriamoci se il gregge non si sparpaglia, quando la Chiesa è
governata da opinioni personali, e quindi ogni parola è fonte di
divisione.
Si auspica un Vaticano III!
Con i fucili? Si, per ridare la Chiesa cattolica in mano ai cattolici!
La smettano di essere tutti papi, tutti dottori pieni di sentenze
‘ex cathedra’, questi avventurieri improvvisati!
La santa Chiesa non può continuare a vivere, fatta a mille pezzi
perché ogni parrocchia o seminario è diventato un vaticano
autonomo e infallibile.
Non c’è più riverenza, né ubbidienza, né
fiducia, né unità. Il gregge viene abbandonato ai lupi rapaci.
Allora, quando Pietro vagola per le moschee e bacia il corano,
perché non si trova un Paolo pietoso che lo
invita a tornare all’ovile per pascere il
gregge di Cristo?
Quando Pietro chiede perdono per i peccati dei suoi predecessori, perché
nessun Paolo gli chiede conto di
tutti i suoi ossequi al mondo, nel nome dell’ecumenismo
e della pace?
Quando Pietro scomunica gli sparuti superstiti della Chiesa cattolica,
perché nessun Paolo gli fa fare un esame
di coscienza, poiché potrebbe essere
lui fuori dalla Chiesa per la sua partecipazione ripetuta a culti idolatri,
pur sapendo che gli déi dei pagani
sono demoni ?
Quando Pietro apre la porta santa di san Paolo fuori le mura con alla
sua destra “l’arcivescovo anglicano”,
perché nessun Paolo gli fa notare che
tale uomo è un laico sposato, eretico, scismatico, che usurpa
paramenti e funzioni episcopali, mentre
d’altronde, Pietro solo e personalmente ha il potere delle Chiavi,
cioè, di legare e sciogliere
?
Quando Pietro dice che nella liturgia della Chiesa, il primo principio
è l’attuazione del Mistero pasquale di
Cristo, perché nessun Paolo gli ricorda
che ai successori di Pietro, lo Spirito Santo non è stato promesso
perché manifestassero per sua rivelazione,una
nuova dottrina, ma perché con la sua assistenza,
custodissero santamente ed esponessero fedelmente
la rivelazione trasmessa agli Apostoli, cioè, il deposito
della fede?
Quando Pietro vuole ridimensionare il suo Primato, perché nessun
Paolo gli ricorda che una volta inserito in
questo compito stabilito da Dio, non gli è
possibile modificarne la definizione nella speranza di essere
accettato dagli estranei?
Quando Pietro abbraccia il Dalai Lama, vuole per caso abbracciare il
suo successore come presidente di turno
dell’ O.R.U. (Organizzazione delle Religioni
Unite) ?
Quando…, quando…, quando…
C’è solo da piangere sulla Sposa di Cristo raminga e profanata.
L’unica soluzione sarà per forza di guarirci dalla Chiesa
conciliare per ripristinare la Chiesa Cattolica.
Come può questa realtà confusa, tenebrosa, apostata un
po’ alla volta di ogni verità o tradizione cattolica, chiamata Chiesa
conciliare, produrre un rito che invece sia cattolico.
Non pretendo l’uniformità di un solo rito: ne esistono tanti
nella Chiesa universale, ma tutti hanno lo stesso contenuto: la Passione
e Morte di Gesù.
Il nuovo rito creato invece raso terra da una base incompetente, non
ha identità, non ha forma. È solo un divertimento che impegna
solo chi se lo inventa, ma non riguarda la Chiesa cattolica.
È ovvio che davanti a tanta catastrofe, il cattolico normale
cerca il rifugio nella così detta ‘Messa di sempre’, in attesa di
una eventuale riforma valida.
“L’Anticristo cercherà di abolire e abolirà realmente
il Santo Sacrificio dell’Altare, in punizione dei peccati degli uomini”
(Sant’ Alfonso M. de Liguori)
Conclusione:
Molti esperti dicono che non abbiamo ancora iniziato l’attuazione di
Vaticano II e della riforma liturgica. In questa prospettiva, significa
certamente che non abbiamo ancora distrutto del tutto la Chiesa cattolica.
Allora, che cos’è la Chiesa conciliare?
A cominciare dalla liturgia dalla quale dipende la dottrina, la morale,
la spiritualità, la Chiesa conciliare è soltanto un fumo
mefitico (o di Satana come diceva Paolo VI, mentre lui stesso accendeva
il fuoco) che è entrato nei polmoni di uomini della Chiesa cattolica
e li ha mortalmente intossicati.
Di per sé, essa non esiste, come non esisterebbe la malattia
se non ci fossero gli ammalati. Esiste quindi in quanto creata da questi
uomini di Chiesa intossicati, esiste in quanto malattia della Chiesa
cattolica.
Di ch'è poi, ammalata?
- di mondialismo, mentre la Chiesa cattolica è tutta
orientata a Dio, la Chiesa conciliare vuole piacere al mondo e al suo
principe.
- di solidarismo e di pacifismo in quanto società di
beneficenza umanitaria come l’ONU, l’UNESCO, la FAO…, mentre
la Chiesa cattolica è tutta rivolta
all’adorazione e alla costruzione del Regno di Dio.
- di promozione e dignità umana, mentre la Chiesa cattolica
si occupa della dignità di Dio, della redenzione, dell’eternità.
- di ecumenismo per fondare l’ORU sunnominata, mentre la Chiesa
cattolica è l’unica Arca di salvezza, è l’unica Chiesa di
Cristo, l’unica vera religione rivelata, non
inventata.
- di pentitismo: mentre chiede perdono per i peccati della Chiesa
cattolica da lei rinnegata (e si vede che chi ha chiesto
perdono, non ha mai avuto vere informazioni),
la Chiesa conciliare non chiede mai perdono per i propri tradimenti della
fede (famosi teologi eretici, catechismi eretici,
moralisti depravati, riviste cattoliche scandalose), tradimenti dei martiri
fedeli
alla Sede di Pietro con la Ostpolitik (credendo
all’eternità del comunismo, facevano alleanza con i regimi atei
per salvare la
propria pelle!), tradimento del popolo cristiano
con un nuovo cristianesimo senza croce, senza peccato, senza inferno, tutto
terreno.
La Chiesa cattolica è perseguitata dalla Chiesa conciliare
e buona parte di essa è pure scomunicata.
Perché i conciliari non sono scomunicati, fosse solo per i sacrilegi
contro l’Eucaristia, contro la Confessione,
contro il Sacerdozio, i peccati contro la fede e
la morale ?
Solo perché di questi peccati è impastata
la Chiesa conciliare!
Perché i conciliari hanno tolto la scomunica agli scismatici
ed eretici, senza che questi tornino alla Chiesa
cattolica, mentre l’hanno comminata ai veri cattolici,
fedeli al Papa e alla Chiesa?
Perché anch’essi si sentono fuori della Chiesa cattolica alla
quale hanno rubato le Chiavi!
Questa è la prova che la Chiesa conciliare è mondialista,
ecumenica e non cattolica.
- di innovazionismo, riformismo e instabilità: essa prende
tutte le componenti della Chiesa cattolica per modificarle.
Ho su CD, quattro versioni latine diverse
del nuovo ‘Veni Creator’, diverse da quello cattolico (con 7 strofe). Hanno
cambiato qualche parola del ‘Magnificat’ per
impedire l’uso dei libri antichi.
Tanto per dire a quale meschinità li
ha spinti il riformismo. La loro vanità e puerilità di super
esperti, il loro odio e la loro
paura della Chiesa cattolica ha veramente
qualcosa di mefitico, di satanico.
E da questa Chiesa ecumenica, mefitica, confusa, traditrice, mi dovrei
aspettare una messa santa, vera, valida, gradita a Dio! I ciechi possono
solo fare un rito cieco. Ogni albero produce il suo frutto: non si raccoglie
l’uva sulle spine!
Mi si trovi una altra religione che, con tante variazioni rituali
e dottrinali, si pretenda sempre identica a se stessa.
Nei miei scritti, ho citato in abbondanza il coro unanime di lodi alla
riforma liturgica da parte delle Chiese morte (protestanti), cosi come
il grido accorato del pio ed umile Cardinale Ottaviani, il suo esame
critico del ‘novus ordo missæ’ che si appoggiava sul Concilio
dogmatico di Trento lasciato ancora senza risposta dalla latitanza teologica
conciliare, prova della malafede dei conciliari.
È chiaro che si fermeranno quando avranno risucchiato tutto
della Chiesa cattolica, come un tumore maligno che muore con la sua vittima.
Sono come gli scribi, i farisei, i sadducei, Pilato e Erode, divisi tra
loro tra conservatori e progressisti, ma uniti nel volere la morte della
Chiesa.
È anche chiaro che non prevarranno. Quindi si preparino alla
correzione.
Intanto i sacerdoti sono costretti ad una scelta:
- o correre all’abisso di tenebre con la Chiesa conciliare,
ridendo e saltando se sono perversi o di mala voglia
e brontolando, se sono migliori e vigliacchi.
La maggioranza è indifferente come al solito.
- o lasciarla correre e tornare alla Chiesa Una, Santa, Cattolica,
Apostolica e Romana.
Qualcuno, con ingenuità, ha chiesto a qualche prelato conciliare,
il permesso di fare l’esperienza della Tradizione:
- La risposta negativa dimostra l’incompatibilità tra le due
Chiese.
- La Tradizione è più che sperimentata nei secoli con
i sui frutti e la Chiesa non può vivere senza questa sua spina dorsale.
Altri hanno chiesto alla Chiesa conciliare di liberalizzare la Messa
cattolica in tutto il mondo: rispettosa e doverosa procedura, ma senza
speranza, perché bisogna ricordare due cose:
- dando quel ‘placet’, si smentirebbe tutto l’andazzo ecclesiale descritto
sopra e ancora non abbiamo toccato il fondo.
Certamente, dopo, chiederanno perdono e scusa
e pietà! Per ora si sentono ancora forti con le Chiavi in mano.
- non bisogna dimenticare che fin dall’inizio, il problema fu la Messa:
“Dite la nuova messa e vi lasceremo fare l’esperienza
della Tradizione.” Furbi! Quale Tradizione
potrebbe sopravvivere senza la sua Messa?
Allora, qual’è la soluzione?
Molto chiara:
non possiamo chiedere alle pecore smarrite un permesso per gestire
l’ovile.
Per amore loro e della Chiesa, bisogna passare oltre al loro smarrimento,
far andare la casa, anche se ci condannano, in attesa del loro ritorno.
Ognuno ha il diritto di vivere e morire da cattolico.
Mio Dio! Se tutti i sacerdoti fossero rimasti al tabernacolo, luci
della Luce, il mondo sarebbe illuminato e non sarebbe in questo stato!
Ora, sappiamo che la Chiesa è generata continuamente dal
Calvario: abolito il Calvario, la Chiesa muore; i Riformati insegnano!
Ripristinato il Calvario, la Chiesa rivivrà.
E questo sarà opera strettamente dei sacerdoti
sacrificatori e vittime.
Dio cerca tali sacerdoti, innamorati della Chiesa
e delle anime, poiché:
“salus animarum suprema lex”.
Sacerdoti di tutti i paesi, unitevi !
AD MAJOREM DEI GLORIAM
(giugno 2001)
Rev. Padre Louis Demornex,
Via della Parrocchia
81037 Fontanaradina di Sessa Aurunca (CE) - Italia
tel. 0039/0823/70.51.13
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