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Il Concilio giorno per giorno
Pubblichiamo una sintesi cronologica dello svolgimento del Concilio
Vaticano II.
Il lavoro è stato pubblicato dal settimanale di informazione cattolica D. I. C. I. (Documentation Information Catholiques Internationales), diretta dalla Fraternità San Pio X. A sua volta, D. I. C. I. ha ripreso il lavoro dalla rivista Nouvelles Certitudes, n° 11, juillet, août, septembre 2002. La traduzione dal francese è nostra. Abbiamo apportato solo
qualche modifica di impaginazione.
Prima sessione: 11 ottobre 1962 = 8 dicembre
1962
Seconda sessione: 29 settembre 1963 - 4 dicembre 1963
II Manovre dell’Alleanza Europea nel corso della prima intersessione. 5 e 6 gennaio 1963 A Monaco, sotto l’egida del cardinale Döpfner, membro della commissione coordinatrice, i vescovi e i teologi germanofoni si mettono al lavoro. Vengono invitati alcuni rappresentanti dell’Alleanza Europea, come Mons. Elchinger, coadiutore del vescovo di Strasburgo, il Padre Schütte, superiore generale dei Missionari del Verbo Divino, ben collocato per influenzare i superiori generali delle altre congregazioni. Questa riunione sfocia nella redazione di uno schema sostitutivo che pone in luce la collegialità episcopale e l’apertura ecumenica. Dopo una riunione “europea” tra esperti, il 25 gennaio i lavori sono trasmessi al papa e al cardinale Ottaviani. 30 gennaio 1963 A Roma, la commissione coordinatrice obbliga la commissione conciliare dei religiosi a modificare il suo testo primitivo. In effetti, secondo il cardinale Döpfner, “non è stato posto l’accento su un rinnovamento appropriato” né su un “adattamento degli ordini religiosi ai bisogni moderni”. Egli considera che il documento mette troppo spesso in guardia contro il mondo e lo spirito del mondo, e vorrebbe che invece il testo incitasse i religiosi a conoscere meglio la società per “raggiungere l’uomo moderno”. 16 febbraio 1963 Completato il lavoro di Monaco, il cardinale
Döpfner ne trasmette copia a ciascuno dei Padri conciliari austriaci
e tedeschi. Nella presentazione si può leggere che questo nuovo
schema “è più breve, più pastorale, corrisponde meglio
allo spirito ecumenico e cerca sempre di prendere in considerazione le
obiezioni dei protestanti”.
28 marzo 1963 A Roma, la commissione coordinatrice esamina i primi due capitoli dello schema sulla Chiesa, nonché la versione rivista dello schema sull’ecumenismo. Alle 18 arriva Giovanni XXIII, si complimenta con la commissione e annuncia la creazione di una commissione pontificia per la revisione del Codice di Diritto Canonico. 6 aprile 1963 Mons. Thijssen, vescovo di Larantuka in Indonesia,
tiene una conferenza stampa internazionale per chiedere la creazione a
Roma di un Segretariato per le grandi religioni non cristiane: noi “possiamo
apprendere molto dalla liturgia, dalla cultura e dalla filosofia di queste
religioni non cristiane”. Mons. Sigismondi, segretario della Congregazione
per la Propaganda della Fede, si congratula con mons. Thijssen.
9 aprile 1963 Giovanni XXIII firma la sua ottava enciclica: Pacem in Terris. In questo documento egli si augura di apparire come “l’amico vero e sincero di tutte le nazioni”, e si rivolge a tutti gli “uomini di buona volontà”. Una copia firmata dallo stesso papa viene inviata al segretario generale delle Nazioni Unite. 22 aprile 1963 12 nuovi schemi “made in Germany” sono trasmessi
al papa per sostituire quelli della commissione preparatoria.
21 maggio 1963 Dopo un lungo ritardo, 6 dei 12 schemi sono inviati da mons. Felici. 31 maggio 1963 Giovanni XXIII riceve gli ultimi sacramenti. 3 giugno 1963 Il papa muore alle 19 e 49. 22 giugno 1963 Paolo VI, nuovo papa, dichiara che proseguirà
l’opera di Giovanni XXIII.
30 giugno 1963 Il cardinale König, dopo essersi incontrato col cardinale Frings, appoggia le dichiarazioni del cardinale Tien e di mons. Thjissen: egli promette di richiamare al cardinale Bea la necessità di creare un organismo per le religioni non cristiane. Vi è anche il sostegno dichiarato del giovane cardinale Gracias (Bombay) e del vecchio cardinale Liénart. 9 luglio 1963 Dopo essersi incontrato con i cardinali Frings e König, il cardinale Döpfner invita tutti i vescovi della Germania e dell’Austria a partecipare ad una conferenza prevista a Fulda. 21 luglio 1963 Il cardinale Tien chiede al nuovo papa la creazione di una sorta di sinodo permanente per assisterlo e propone che si nomini a capo di questo sinodo il cardinale König, arcivescovo di Vienna. 26 agosto 1963 Apertura della conferenza di Fulda alla
presenza di 4 cardinali, 70 arcivescovi e vescovi. Sono rappresentati dieci
paesi. Oltre alla Germania e all’Austria, hanno inviato rappresentanti
l’Olanda, i paesi nordici, la Francia e il Belgio.
31 agosto 1963 Il cardinale Döpfner trasmette al Segretariato generale i lavori di Fulda. Tre giorni dopo egli incontra il papa Paolo VI che avalla la conferenza. * * * 7 settembre 1963 Pubblicazione dell’ordine degli schemi da sottoporre alla discussione della seconda sessione: 1. La Chiesa, 2. La Santissima Vergine Maria, 3. I vescovi, 4. Il laicato, 5. L’ecumenismo. 13 settembre 1963 Paolo VI modifica l’organizzazione e
il regolamento interno del concilio.
III Seconda sessione: 29 settembre 1963 4 dicembre 1963. 29 settembre 1963 Allocuzione inaugurale pronunciata dal
papa Paolo VI. “La Chiesa deve prendere nuova coscienza di sé stessa”.
30 settembre 1963 Prima seduta di lavoro: è la 37a
congregazione generale dall’inizio del concilio.
3 ottobre 1963 Ben presto si presenta un altro problema, quello dell’opportunità di uno schema specifico sulla Vergine Maria. Così come era stato concepito dai teologi romani, lo schema “provocava un male inimmaginabile dal punto di vista dell’ecumenismo” (Rahner). Non sarebbe stato meglio parlare della Vergine in un capitolo dello schema sulla Chiesa? Così facendo si sarebbe data meno importanza all’argomento. È quello che propongono il cardinale Frings (a nome di 65 vescovi germanofoni), mons. Leone, il cardinale Silva e mons. Garrone. Di contro, il cardinale Arriba y Castro, arcivescovo di Tarragona, a nome di 60 Padri, si oppone alla fusione dei due schemi. Il disordine è totale. Fra l’altro, sono stati già diffusi diversi testi sostitutivi. Quello redatto da dom Butler, superiore generale dei Benedettini inglesi, abbonda in senso ecumenico. Di contro, l’opuscolo redatto dai Serviti si oppone a quello dei due schemi riuniti. Il dibattito si accende per parecchi giorni. 4 ottobre 1963 Si solleva un’altra questione: occorre ristabilire
il diaconato permanente?
9 ottobre 1963 Primo intervento della minoranza contro la collegialità. 9 ottobre 1963 Mons De Proençea Sigaud, arcivescovo
di Diamantina (Brasile) reagisce con forza contro la nuova visione della
collegialità episcopale. Egli denuncia la costituzione di una nuova
istituzione mondiale paragonabile ad un concilio ecumenico permanente e
mette in guardia contro un altro pericolo: quello di creare dei centri
di decisione locali staccati da Roma. La sua protesta si allaccia alle
posizioni di mons. Carli e di mons. Lefébvre, Superiore dei Padri
dello Spirito Santo. Comincia allora a formarsi una piccola resistenza
contro le nuove idee.
14 ottobre 1963 Quando il capitolo sulle “religioni” viene modificato dalla commissione coordinatrice, l’Unione Romana dei Superiori Maggiori reagisce. Si tratta di un gruppo minoritario di 125 Padri conciliari appartenenti a degli ordini religiosi. Essi sono particolarmente scontenti della nuova visione della vita religiosa troppo apertamente laicizzata che l’Alleanza Europea tende ad imporre. 16 ottobre 1963 L’inserimento di un capitolo intitolato “il Popolo di Dio” nel De Ecclesia fu opera del cardinale Suenens. Seguendo un’idea di mons. Philips (Louvain), egli aveva fatto in modo che si evitasse l’espressione “membro della Chiesa”, per poter inglobare in questo “popolo di Dio” tutti i cristiani, quelli che sono membri della Chiesa cattolica e quelli che non lo sono. L’espressione “popolo di Dio” era stata rigettata dal cardinale Ottaviani e dalla sua commissione teologica preconciliare. Il 24 ottobre, in aula, il cardinale Siri prosegue questa critica: “Un capitolo distinto può lasciare intendere che il popolo di Dio possa sussistere e compiere qualcosa anche senza la Chiesa. Questo contraddice l’insegnamento secondo cui la Chiesa è necessaria alla salvezza”. 17 ottobre 1963 “Noi facciamo veramente parte del concilio”. K. Skydsgaad, luterano. 17 ottobre 1963 Il dott. Kristen Skydsgaad, osservatore
luterano invitato al concilio, si rivolge al papa a nome di tutti i non
cattolici convenuti alla seconda sessione. Egli afferma di sperare che
la luce diffusa da “una teologia concreta e storica, e cioè nutrita
dalla Bibbia e dagli insegnamenti dei Padri, brillerà sempre più
nei lavori del concilio”. Riconosce anche che un nuovo spirito ecumenico
si manifesta nell’aula.
18 ottobre 1963 Mons. Wright, vescovo di Pittsburg richiama l’importanza storica e teologica del capitolo sul laicato: “I laici aspettavano questo momento da almeno quattro secoli”. Lo stesso giorno, mons. Schroeffer, vescovo di Eichtadt, dichiara, nel più puro stile di Karl Rahner, che “il sacerdozio universale è una nozione che nel passato era stata dimenticata. Subito i laici cristiani sarebbero tentati di definirsi in rapporto al mondo profano, mentre in realtà il laico è un uomo religioso col compito di testimoniare Cristo nel mondo”. 18 ottobre 1963 Il cardinale Bea dà un ricevimento per gli osservatori e gli invitati non cattolici. Egli approfitta di questa occasione per sollecitare le loro critiche e le loro osservazioni. Assicura loro che si terranno in gran conto i loro suggerimenti e i loro desideri. Il capo della delegazione anglicana, John Moorman, confida al p. Ralph Wiltgen che la via dell’ecumenismo sarebbe ampiamente favorita se la Chiesa cattolica sviluppasse il concetto di collegialità dei vescovi. Egli suggerisce di trovare un sistema perché i vescovi di tutto il mondo costituiscano col papa un consiglio permanente. 24 ottobre 1963 82 oratori prendono la parola sulla questione del laicato. Si decide che il capitolo sul laicato sia rinviato alla commissione teologica per una revisione. 29 ottobre 1963 Si vota per decidere se lo schema sulla Santa Vergine debba diventare un capitolo integrato nello schema sulla Chiesa. La risposta è: Si. E anche su questo punto il cardinale Frings e l’Alleanza Europea riescono ad averla vinta per 17 voti. 29 ottobre 1963 Sovversione elettorale nel Vaticano II 29 ottobre 1963 I quattro moderatori propongono un nuovo metodo per affrontare la discussione di uno schema: mettere ai voti alcune questioni allo scopo di conoscere la tendenza dell’aula, e ancor prima di discutere la redazione del testo. Si precisa che il voto avrebbe solo un semplice valore indicativo… 30 ottobre 1963 In virtù del nuovo metodo proposto
dai cardinali moderatori, si mettono ai voti cinque punti. Tra questi una
domanda molto importante riflette la tesi collegialista: occorre rivedere
lo schema sulla Chiesa in modo da precisare che il potere pieno e supremo
sulla Chiesa universale appartiene “di diritto divino” al collegio dei
vescovi uniti al suo capo? Il risultato della votazione è una vittoria
per i liberali: 1717 voti a favore e 408 contro. Mons. Wright, vescovo
di Pittsburg, si affretta ad affermare che questi 408 voti non sono di
alcun valore.
5 novembre 1963 Inizia il dibattito a proposito dello schema sui vescovi e il governo delle diocesi. Numerosi vescovi ne approfittano per attaccare la Curia romana. Maximos IV, patriarca melchita di Antiochia, chiede la creazione di un supremo Sacro Collegio, comprendente i patriarchi orientali, i cardinali e i vescovi diocesani eletti dalle conferenze episcopali locali. La Curia dovrebbe rimanere sottomessa a questa organismo, limitandosi a svolgere un ruolo esecutivo. Il cardinale König si richiama ad un organismo centrale che aiuti il papa a governare la Chiesa. Il cardinale Frings attacca il Sant’Uffizio, rimproverandogli di giudicare e di condannare in maniera troppo sbrigativa. Il cardinale Ottaviani, Prefetto del Sant’Uffizio, protesta energicamente e ne approfitta per ricordare il voto del 30 ottobre sui famosi cinque punti. Egli rimprovera a questo nuovo metodo di scavalcare la commissione teologica da lui diretta. 7 novembre 1963 Il cardinale Döpfner, che fa della riforma dei religiosi una questione personale, fa di tutto per impedire che i sostenitori della Tradizione si esprimano sull’argomento. Alla fine legge un testo da lui redatto che pretenderebbe di rappresentare la posizione dei conservatori privati della possibilità di intervenire. Egli è breve, oscuro e inesatto. Sette vescovi religiosi si riuniscono in un gruppo chiamato Segretariato Vescovi e gridano alla dittatura. Ben presto si uniscono a questi altri 35 Padri. A capo si trova mons. Perantoni, arcivescovo di Lanciano, già Superiore generale dei Francescani. 8 novembre 1963 Il Segretariato per l’Unione dei Cristiani pubblica un comunicato relativo ad un progetto sulla “attitudine dei cattolici nei confronti dei non cristiani e specialmente nei confronti dei giudei”. Questo progetto è destinato a diventare il capitolo 4 dello schema sull’ecumenismo. Fin da allora il comunicato sottolinea che il ruolo svolto dai capi giudei e farisei nella crocifissione escludeva la responsabilità del popolo ebraico, il quale non può essere chiamato deicida o indicato come maledetto da Dio. 13 novembre 1963 L’Unione Romana dei Superiori Maggiori si associa al Segretariato Vescovi. Essi conducono insieme un programma d’azione volto a far pressione sul concilio perché sia reintrodotto un capitolo sui religiosi. 14 novembre 1963 Apertura del dibattito sullo schema dei
mezzi di comunicazione sociale. Dopo essersi interrogati, nel corso della
prima sessione, se bisognasse considerare i media come “un mezzo provvidenziale
per trasmettere il messagio cristiano”, i Padri si aspettavano uno schema
rivisto sottoforma di istruzione pastorale.
15 novembre 1963 A nome di numerosi moderatori, il cardinale Lercaro legge al papa un rapporto delle attività della seconda sessione. Ritenendo che i lavori non proseguano con celerità, egli chiede che il metodo del voto consultivo impiegato il 30 ottobre sia ufficializzato e generalizzato. La richiesta è rigettata: i cardinali moderatori devono rispettare la loro funzione, che conferisce loro solo un potere amministrativo. La direzione politica appartiene alle commissioni conciliari che fissano la linea da seguire. Nei giorni che seguono giungono al papa numerose lettere di vescovi o di conferenze episcopali, in cui si chiede di rifondare le commissioni conciliari, procedendo a nuove elezioni o aumentando il numero dei loro membri. L’obiettivo è chiaro: l’Alleanza Europea vuole controllare tutte le commissioni aumentando la presenza dei riformatori. 18 novembre 1963 Progetto e schema sull’attitudine dei cristiani nei confronti dei giudei. 18 novembre 1963 Si discute lo schema sull’ecumenismo.
Mons. Morcillo Gonzales, arcivescovo di Saragozza, fa notare il tono positivo
dello schema, in cui non sono più presenti le messe in guardia e
le condanne. Ma il cardinale Arriba y Castro, arcivescovo di Tarragona,
ne sottolinea i pericoli per la fede dei cattolici. Il cardinale Bea riconosce
che vi è un rischio di indifferentismo, ma che a prevenirlo possono
pensarci i vescovi diocesani.
21 novembre 1963 Il Segretariato generale annuncia che
il papa ha deciso di aumentare il numero dei membri di ciascuna commissione
“affinché il lavoro delle commissioni conciliari proceda più
rapidamente”. Le commissioni passano da 25 a 30 membri. Si chiede di procedere
a nuove elezioni.
25 novembre 1963 Si vota per adottare o rigettare lo schema
sui mezzi di comunicazione sociale.
28 novembre 1963 L’Unione Romana dei Superiori Maggiori
e il Segretariato Vescovi raccolgono 679 consensi tra i Padri conciliari.
Paolo VI fa sapere a mons. Perantoni che nel corso della terza sessione,
nello schema sulla Chiesa verrà inserito un nuovo capitolo intitolato
“Dei religiosi”.
4 dicembre 1963 Viene adottata la costituzione sulla liturgia con 2158 voti contro 19. 28 novembre 1963 Elezioni per aumentare il numero dei membri di ogni commissione teologica. I risultati non hanno niente si sorprendente: tutti i nuovi membri appartengono all’Alleanza Europea. Tedeschi e Austriaci sono nuovamente sovra-rappresentati. Certuni non hanno alcuna delle competenze teologiche richieste, ma sono degli eccellenti porta voce. 4 dicembre 1963 Giorno di chiusura della seconda sessione,
alla presenza del papa.
Vai a: Prima sessione: 11 ottobre 1962 = 8 dicembre
1962
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