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Il Concilio giorno per giorno
Pubblichiamo una sintesi cronologica dello svolgimento del Concilio
Vaticano II.
Il lavoro è stato pubblicato dal settimanale di informazione cattolica D. I. C. I. (Documentation Information Catholiques Internationales), diretta dalla Fraternità San Pio X. A sua volta, D. I. C. I. ha ripreso il lavoro dalla rivista Nouvelles Certitudes, n° 11, juillet, août, septembre 2002. La traduzione dal francese è nostra. Abbiamo apportato solo
qualche modifica di impaginazione.
Prima sessione: 11 ottobre 1962 = 8 dicembre
1962
Terza sessione: 14 settembre 1964 - 21 novembre 1964
IV Seconda intersessione 4 gennaio 1964 Mons. Hengsbach, vescoco di Essen e figura dominante della gerarchia tedesca, dichiara al settimanale “America” che per accelerare i lavori, il concilio dovrà limitarsi a studiare con attenzione 5 o 6 schemi fondamentali. Egli propone che i restanti 7 o 8 schemi siano trattati da delle commissioni postconciliari. 15 gennaio 1964 La commissione coordinatrice chiede che
le rispettive commissioni riducano 7 schemi “ad alcuni punti fondamentali”.
20 aprile 1964 Dei vescovi e degli esperti facenti parte
della commissione teologica si riuniscono a Roma allo scopo di rivedere
lo schema sulla Rivelazione. Fra di essi vi sono: mons. Charue (Namur),
il rev.mo dom Butler, i Padri Grillmeier, Semmelroth, Rahner e Congar.
19 maggio 1964 Viene creato ufficialmente il Segretariato per i non cristiani. Presiede il cardinale Morella. 30 maggio 1964 Il Segretariato per l’unione dei cristiani approva lo schema rivisto sulla Rivelazione. 26 giugno 1964 La commissione di coordinamento approva il nuovo schema sulla Rivelazione. 2 luglio 1964 Manovre elettorali: il piano Döpfner.
3 luglio 1964 Paolo VI approva il testo sulla Rivelazione come base per la discussione. * * * V Terza sessione: 14 settembre 21 novembre 1964. 14 settembre 1964 Paolo VI, nella sua allocuzione di apertura,
annuncia che in questa terza sessione ha intenzione di invitare delle donne
come uditrici.
15 settembre 1964 Non si parla dell’Inferno.
16 settembre 1964 Il vecchio schema sulla Vergine Maria
è divenuto un modesto ottavo capitolo della costituzione Lumen Gentium.
Per di più, questo capitolo è mutilato ed è omesso
il titolo di “Madre della Chiesa”. Prendono la parola 33 Padri. Molti protestano
contro queste modifiche. Il cardinale Ruffini, arcivescovo di Palermo,
accusa il testo di offuscare la cooperazione di Maria nell’opera della
Redenzione; chiede inoltre che venga spiegato il titolo di “mediatrice”.
Mons. Mingo, arcivescovo di Monreale in Sicilia, propone che si precisi
con l’espressione “mediatrice di tutte le grazie” e protesta contro la
soppressione del titolo “Madre della Chiesa”. Il cardinale Wyszynski, arcivescovo
di Varsavia, a nome di 70 vescovi polacchi, chiede che Maria sia proclamata
“Madre della Chiesa”; propone anche che il testo ridiventi uno schema intero.
Curiosamente lo stesso cardinale Suenens segue e appoggia questi interventi,
nonostante si oppongano alla posizione dell’Alleanza Europea: rimprovera
al testo di minimizzare l’importanza della Santa Vergine.
16 settembre 1964 Mons Staffa, della Curia, chiede ai moderatori l’autorizzazione di prendere la parola. In virtù del regolamento interno si doveva permettere che parlasse. Mons. Staffa voleva denunciare il capitolo 3 della costituzione sulla Chiesa: dopo un lungo studio sulla collegialità, egli aveva acquisita la certezza che il testo è “in opposizione con l’insegnamento comune dei santi Padri, del pontefici romani, dei sinodi provinciali, dei Dottori della Chiesa universale, dei teologi e dei canonisti”. A dispetto del regolamento interno, i moderatori gli rifiutano la parola. 23 settembre 1964 I moderatori aprono il dibattito sulla
libertà religiosa. L’argomento è trattato come una dichiarazione
indipendente. I cardinali americani si aspettano molto da questa dichiarazione.
I cardinali Cushing (Boston), Ritter (Saint-Louis) e Meyer (Chicago) spiegano
che la Chiesa deve mostrarsi “al mondo intero come il campione della libertà
umana e civile in materia di religione”. Essi appoggiano il progetto redatto
dal cardinale Bea e sottolineano che la libertà religiosa è
un diritto naturale dell’uomo. Il cardinale Silva Henriquez (Santiago del
Cile) vede in questo testo una solida base per impegnare un grande movimento
ecumenico.
24 settembre 1964 La dichiarazione sulla libertà
religiosa è mandata alla revisione.
25 settembre 1964 Apertura del dibattito sulla dichiarazione,
riveduta, sulla “Attitudine dei cattolici nei confronti dei non cristiani
e specialmente nei confronti dei giudei”.
29 settembre 1964 Il cardinale Santos, arcivescovo di Manila,
accetta il compito di portavoce del Coetus Internationalis Patrum presso
il Sacro Collegio.
29 settembre 1964 Dopo numerose modifiche, il testo sui
religiosi viene sottoposto ai Padri conciliari come base per la discussione.
29 settembre 1964 La minoranza si organizza.
30 settembre 1964 Lo schema sulla Rivelazione divina, ora rivisto, viene presentato ai Padri conciliari. Di nuovo si confrontano due tendenze: mons. Franic (Yugoslavia), membro della commissione teologica, spiega che il nuovo schema è “notevolmente manchevole” perché non parla dell’integralità della Tradizione, ma solo della Tradizione che ci è nota per mezzo della Scrittura. Mons. Compagnone (Anagni) mette in guardia contro questo schema che si allontana dalla dottrina del concilio di Trento e del Vaticano I. Al contrario, i cardinali Döpfner e Léger elogiano il testo e si felicitano del modo con cui sia stato superato il problema delle due fonti (Scrittura e Tradizione). 30 settembre 1964 I principali vescovi dell’Africa si riuniscono per discutere del testo sulle missioni. Insieme con numerosi Padri conciliari missionari, sono scontenti del documento, essi vogliono che venga sostituito con un “contro-schema” redatto sotto la direzione di mons. Van Valemberg, vescovo titolare di Colombo. 2 ottobre 1964 In occasione della riunione settimanale alla Domus Mariae, i vescovi dell’Alleanza Europea ricevono la consegna di tirare a lungo nelle discussioni e nei dibattiti. In effetti, i capi dell’Alleanza hanno fatto pubblicare recentemente delle aggiunte al progetto sulla Chiesa nel mondo moderno. Questo testo (che sarà la futura costituzione Gaudium et spes) dovrà essere un compendio di insegnamenti liberali, ma per raggiungere lo scopo, l’Alleanza ha bisogno di tempo, per assicurarsi i sostegni necessari al momento del dibattito e del voto in vista dell’adozione del nuovo testo. 7 ottobre 1964 Si discute lo schema sull’apostolato dei laici. Malgrado alcune opposizioni (il cardinale Browne, mons. Fernandez), molti interventi giudicano che lo schema non andrà lontano. Il cardinale Ritter e mons. D’Souza (Bhopal) lo trovano improntanto di clericalismo. Mons. D’Souza propone una “riorganizzazione radicale da operare dovunque nella Chiesa”. Egli ricorda il fatto che ai laici si debba riconoscere nella Chiesa pari dignità e ufficio; secondo lui, i chierici debbono smetterla di usurpare le responsabilità che competono ai laici. Egli propone che i laici svolgano delle funzioni in seno alla Curia romana. 9 ottobre 1964 Il cardinale Bea, con voce triste, annuncia al suo Segretariato che gli schemi sulla libertà religiosa e sui giudei debbono essere notevomente ridotti; come vuole il Segretariato generale. 13 ottobre 1964 Per la prima volta, un laico prende la
parola nell’aula conciliare. Si tratta di Patrick Keegan, un inglese, presidente
del Movimento Mondiale dei Lavoratori Cristiani. Egli invita i chierici
ad utilizzare meglio l’apostolato laico come un “nuovo dinamismo della
Chiesa” e dichiara di attendere con impazienza il famoso schema XIII (Gaudium
et spes) sui rapporti tra la Chiesa e il mondo. Il suo intervento è
molto applaudito.
13 ottobre 1964 Apertura del dibattito a proposito del testo sui preti. Mentre questo argomento aveva suscitato poco interesse fino ad allora, si vedono intervenire numerosi Padri conciliari con delle lunghe dichiarazioni. 14 Padri prendono la parola. Il dibattito, la cui durata era prevista di un giorno, prosegue l’indomani. 15 ottobre 1964 8 Padri conciliari intervengono ancora sul testo che tratta dei preti, fra di essi il cardinale Alfrink. 15 ottobre 1964 Si apre il dibattito sul testo che tratta delle Chiese orientali cattoliche. La discussione durerà 5 giorni. Il patriarca Maximos IV (melchita) critica il documento e la sua nozione di patriarcato, che egli giudica inammissibile ed erronea. Mons. Doumith, vescovo maronita di Sarba, nel Libano, spiega che il testo tratta le Chiese orientali con leggerezza e disinvoltura. 19 ottobre 1964 Il testo sui preti è messo ai voti: 1199 a favore, 930 contro. Il testo viene rinviato alla commissione per essere rivisto. I liberali sperano che sarà depurato dagli elementi che reputano indesiderabili ed arricchito con nuove proposizioni. 20 ottobre 1964 Si discute lo schema sulla Chiesa nel mondo
moderno.
21 ottobre 1964 Un terzo moderatore, il cardinale Suenens,
prende la parola per chiedere il rinvio. Mons. Heenan, archivescovo di
Westminster, che aveva fondato un gruppo di opposizione (la Conferenza
di San Paolo), attacca violentemente lo schema e non esita ad affermare
che è “indegno di un concilio ecumenico della Chiesa. Meglio stare
zitti piuttosto che dire delle banalità e delle nullità”;
egli chiede che il testo sia abbandonato e rigettato e che si affidi la
redazione di un nuovo testo a dei laici, che sull’argomento saranno molto
più capaci! Fa anche notare che gli allegati allo schema non debbono
rimanere nascosti nell’ombra e che occorre discuterne. In questo nuovo
testo egli scorge solo delle “teorie di uno o due teologi”.
21 ottobre 1964 Voto dei Padri conciliari sul testo riguardante le Chiese orientali cattoliche. 719 voti sono per degli emendamenti, ma la commissione per le Chiese orientali ignora le modifiche proposte e rivede appena il testo. 29 ottobre 1964 Si vota il testo sulla Santissima Vergine Maria: 1559 approvazioni, 521 proposte di modifica, 10 voti contro. 29 ottobre 1964 Si apre il dibattito sull’articolo 21 dello
schema sulla Chiesa nel mondo moderno. L’articolo è intitolato:
“La santità del matrimonio e la famiglia”. Il cardinale Léger
si felicita per il fatto che il testo, a proposito della procreazione e
dell’amore coniugale, evita le espressioni “fine primario” e “fine secondario”.
Egli chiede che il documento non parli dell’amore coniugale semplicemente
in funzione della fecondità: occorre affermare che l’atto coniugale
è “legittimo anche se non direttamente volto alla procreazione”.
30 ottobre 1964 Il cardinale Ottaviani ragisce fermamente alle argomentazioni del cardinale Suenens sul matrimonio: “Io deploro che il testo affermi che le coppie sposate possano fissare il numero dei figli che avranno. Mai la Chiesa ha affermato una cosa simile.” Si dice stupefatto che il cardinale Suenens possa mettere in dubbio la giustezza della posizione tenuta dalla Chiesa sul matrimonio: “Questo significa che si mette in dubbio l’inerranza della Chiesa?” Del pari, mons. Hervas y Bener (Spagna) sottolinea che il documento non ha molto di soprannaturale: “Noi non siamo qui per redigere un documento filosofico o edonista, puramente tecnico o scientifico, ma per redigere un documento cristiano”. 3 novembre 1964 Il Segretariato Vescovi reagisce contro l’articolo 35 dello schema sull’ufficio pastorale dei vescovi nella Chiesa. In effetti, quest’articolo è una nuova espressione della sfiducia dei vescovi nei confronti dei religiosi. Esso tratta delle relazioni tra i vescovi e i religiosi e dà all’ordinario del luogo un diritto di supervisione senza limiti nei confronti delle scuole cattoliche tenute da religiosi: cura delle ànime, predicazione, istruzione religiosa, educazione, disciplina, studi, personale, spese scolastiche, igiene… 5 novembre 1964 Le discussioni sulla schema sulla Chiesa nel mondo moderno vengono rinviate, per continuare il dibattito sulle missioni. 6 novembre 1964 Paolo VI, nell’aula conciliare, sostiene ufficialmente il testo sulle missioni. 7 novembre 1964 Dopo essere stato convocato da Paolo VI, il cardinale Suenens prende la parola nell’aula conciliare. Egli nega di aver messo in dubbio l’insegnamento autentico della Chiesa sul matrimonio ed afferma che tutto quello che riguarda la limitazione delle nascite attiene alla sola autorità suprema del Santo Padre. 9 novembre 1964 Dopo due giorni di dibattito, il testo sulle missioni è rigettato con 1601 voti contro 311. 9 novembre 1964 Un liberale estremista commette l’imprudenza
di spiegare per iscritto come si potrà approfittare dei passaggi
ambigui dello schema De Ecclesia, dopo il concilio, al fine di rimettere
in questione il potere supremo del papa.
10 novembre 1964 Paolo VI esige che lo schema sulla collegialità sia chiarificato in ciascuno dei suoi passi ambigui, e per evitare ogni falsa interpretazione egli chiede alla commissione teologica di preparare una “nota esplicativa preliminare”, in cui si ricorda che il papa è l’elemento costitutivo necessario ed essenziale dell’autorità del collegio episcopale. 10 novembre 1964 Si vota per sapere se lo schema sulla Chiesa nel mondo moderno debba essere rivisto come base per una discussione ulteriore. Questa soluzione passa con 1579 voti. Solo 296 Padri rigettano lo schema nel suo insieme. I liberali portano a segno un altro colpo, con l’aiuto parziale dei moderati. Gli allegati devono essere inseriti nel nuovo schema. Sotto gli auspici del cardinale Suenens questo sarà fatto il 30 dicembre 1964. 10 novembre 1964 Si apre il dibattito sulla vita religiosa: durerà 3 giorni. I cardinali Döpfner e Suenens cercano di dimostrare che il documento è inaccettabile perché non tratta a sufficienza dei problemi dell’adattamento e della modernizzazione della vita religiosa. Tuttavia, il piano d’azione dell’Unione Romana dei Superiori Maggiori, affiancato da quello del Segretariato Vescovi, si dimostra efficace, malgrado una controffensiva di mons. Charue (Namur) e del padre Buckley (marista). 12 novembre 1964 Si vota per sapere se lo schema sulla
vita religiosa può servire da base per la discussione: 1155 voti
a favore, 882 contro.
16 novembre 1964 Paolo VI dà lettura della “nota esplicativa preliminare” che ricorda la dottrina tradizionale sul potere del papa nella Chiesa. Egli esige l’assenso dei Padri sul suo contenuto. 17 novembre 1964 Viene distribuito ai Padri conciliari
lo schema rivisto sulla libertà religiosa. Si annuncia che esso
sarà votato giovedì 19 novembre.
18 novembre 1964 Il cardinale Tisserant, decano dei cardinali presidenti, decide di non dar corso alla richiesta del Coetus, ma di porre ai voti l’applicazione dell’articolo 30. 18 novembre 1964 Il testo sulla Santissima Vergine Maria,
rivisto alla luce dei 521 voti “iusta modum”, viene posto ai voti: è
accettato col 99% dei consensi.
19 novembre 1964 Lo schema sulla Chiesa, rivisto in base alle richieste di Paolo VI e agli emendamenti proposti dal Coetus, è messo ai voti, insieme alla “nota esplicativa preliminare”. Viene approvato con 2134 voti contro 10. 19 novembre 1964 Mons Carli, vescovo di Segni e membro del Coetus, reclama presso il tribunale amministrativo del concilio e spiega che il cardinale Tisserant non può mettere ai voti l’applicazione di un articolo del regolamento (cf. 18 novembre). Pochi minuti dopo il cardinale Tisserant è obbligato a ritirare la sua decisione, egli annuncia che il nuovo schema sulla libertà religiosa, in quanto sostanzialmente diverso dal primo, necessita di uno studio approfondito, quindi sarà votato nella prossima sessione. 19 novembre 1964 Si accende un’aspra lotta attorno al rinvio del voto sul documento sulla libertà religiosa. L’aula conciliare entra in subbuglio. I Padri americani esplodono in collera. Il cardinale Meyer e tre suoi compatrioti lanciano subito una petizione perché lo schema sia votato entro la presente sessione. Nella basilica in effervescenza si formano dei gruppi, circolano petizioni, ci si accapiglia. Scorrono frasi violente e colleriche. Il cardinale Meyer, accompagnato dai cardinali Ritter e Léger, salgono dal papa e lo supplicano perché si voti. Ma non c’è niente da fare. Il cardinale Döpfner, moderatore del giorno, è obbligato a ratificare la dichiarazione che il cardinale Tisserant aveva già fatto controvoglia. 20 novembre 1964 Diverse centinaia di Padri si lamentano col papa che i loro emendamenti non sono stati presi in considerazione nella revisione della schema sull’ecumenismo. Preoccupato di limitare i voti contrari, Paolo VI esige dal cardinale Bea che, in vista della revisione dello schema, vengano esaminati 40 emendamenti ritenuti conservatori. I liberali sono furiosi, ma lo schema così rivisto viene approvato con 2054 voti contro 64. 20 novembre 1964 La dichiarazione sui giudei è stata
rivista. Intitolato “Delle relazioni fra la Chiesa e le religioni non cristiane”,
questo testo, dopo aver trattato delle religioni non cristiane nel loro
insieme, studia brevemente e in successione l’induismo, il buddismo, l’islam
e il giudaismo.
21 novembre 1964 Voto definitivo sull’adozione del testo sulle Chiese orientali, appena rivisto. 2110 a favore, 39 contro. Il papa promulga il testo, che diventa decreto. Il posto delle Chiese orientali cattoliche in seno alla Chiesa universale non è sempre chiaramente definito, ma vi sono delle aperture per un dialogo ecumenico con gli orientali scismatici. 21 novembre 1964 Alla fine della terza sessione vi sono
dei malumori dei Padri contro Paolo VI.
Vai a: Prima sessione: 11 ottobre 1962 = 8 dicembre
1962
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