La controversia di Fatima
è uno specchio della Chiesa

di Steve Skojec

18 maggio 2016

Pubblicato sul sito americano One Peter five

L'impaginazione è nostra





Domenica pomeriggio, abbiamo pubblicato un articolo sulla presunta ammissione del Cardinale Ratzinger che nel Terzo Segreto di Fatima vi sia di più di quello che è stato rivelato dalla Chiesa nel 2000.
Da quel momento, l’articolo è stato visionato quasi 70.000 volte dai visitatori di tutto il mondo - una testimonianza della rilevanza di questo tema, quasi un secolo dopo. L’articolo è stato riportato in pubblicazioni tedesche, portoghesi, spagnole, francesi, polacche e italiane. Tra gli italiani che ne hanno parlato ci sono personaggi degni di nota come Roberto de Mattei, Marco Tosatti e Antonio Socci - il primo per avere scritto uno dei resoconti critici definitivi del Concilio Vaticano II, gli altri due perché hanno entrambi pubblicato dei libri su questo argomento.

E’ sul commento di Socci - scritto sulla sua pagina ufficiale di Facebook - che vorrei per un momento concentrare la mia attenzione.

16 maggio 2016

IL QUARTO SEGRETO DI FATIMA

Nel 2006 ho pubblicato “Il quarto segreto di Fatima” (Rizzoli), dove esponevo le (tante!) prove dell’esistenza di una parte non ancora pubblicata del Terzo segreto di Fatima, riguardante i giorni nostri. 

Rilancio oggi l’articolo di OnePeterFive, commentato da Tosatti, che riporta una testimonianza la quale confermerebbe l’esistenza di questa parte del Segreto ancora non pubblicata. 
Ma invito a considerare il tutto con molta prudenza.
Io ho molte perplessità e molti dubbi sulla frase attribuita a Ratzinger.... Non mi pare credibile...
 Del resto, mi sembra che egli - al di là di eventuali frasi dette in privato - abbia già parlato chiaro e ufficialmente come papa Benedetto XVI, nel pellegrinaggio a Fatima del 13 maggio 2010. 

In quell’occasione egli affermò che il Messaggio di Fatima non era concluso con gli eventi del Novecento, ma che riguardava anche il prossimo futuro e tale Messaggio metteva in guardia non solo da persecuzioni alla Chiesa provenienti dai suoi nemici esterni, ma anche da grandi prove e persecuzioni dall'interno...

Il Papa aggiunse:
“siamo realisti nell’attenderci che sempre il male attacca, attacca dall’interno e dall’esterno, ma che sempre anche le forze del bene sono presenti e che, alla fine, il Signore è più forte del male, e la Madonna per noi è la garanzia visibile, materna della bontà di Dio, che è sempre l’ultima parola nella storia”.

Si tratta di un invito alla prudenza, per il sospetto che la dichiarazione di Padre Dollinger non sia corretta. Non è, in alcun modo, un argomento contrario. Quando si tratta di Fatima, purtroppo tutti noi che mettiamo in dubbio la versione ufficiale veniamo visti come se avanzassimo delle ipotesi, dei sospetti, testimoni privilegiati in possesso di chissà quali informazioni. Spesso, tutto quello che abbiamo per andare avanti è il nostro fiuto. La nostra intuizione. Non è mia intenzione quindi criticare  Socci perché esprime la sua. In realtà, gli sono grato per aver fatto conoscere questa conversazione ad un pubblico più vasto. Tutto quello che ci deve interessare è la più ampia verità dietro la segretezza.

Ironia del caso, lo stesso giorno che Socci ha pubblicato il suo commento, ho ricevuto per posta il suo libro, Il Quarto Segreto di Fatima. Io ho sempre avuto un sano rispetto per le principali apparizioni mariane approvate dei secoli XIX e XX (Lourdes, Fatima, e, in misura minore, Akita), e un’istintiva percezione che fossero vere. Detto questo, devo dire che non le ho studiate in dettaglio. L’acquisto del libro di Socci rientrava in un più ampio sforzo per iniziare a fare proprio questo.

Ma, non appena ho aperto il libro questa mattina, ho scoperto che Socci - subito, nella sua introduzione – svolge lo stesso argomento che muove la mia disponibilità a pubblicare dichiarazioni come quelle di Padre Dollinger. Socci parla di come, nel 2005, appena due giorni dopo la morte di Suor Lucia, ebbe modo di leggere un articolo sui segreti scoperti nella stanza della veggente. L’articolo era stato scritto dal quotato giornalista italiano Vittorio Messori. La risposta di Socci ad esso è la seguente:

Dunque io reagii al nuovo articolo di Messori con una polemica giornalistica in cui difendevo a spada tratta le ragioni del Vaticano, attaccavo (ingenerosamente soprattutto verso i tradizionalisti) lo scrittore e liquidavo tutte le sue dietrologie sui documenti inediti. Certo, sapevo che dopo la fatidica rivelazione del Terzo segreto fatta nel 2000, in ambiente curiale avevano cominciato a circolare dubbi, voci, sospetti e osservazioni critiche, Che trovavano espressione pubblica nei circoli tradizionalisti. Ma non avevo mai prestato attenzione a queste loro pubblicazioni perché le ritenevo originate dalla «scottatura» di un Terzo segreto che smentiva tutte le loro previsioni «apocalittiche».
[…]
Le contestazioni dei tradizionalisti al Vaticano sullo svelamento del Terzo segreto (il 26 giugno del 2000) non sono mai state analizzate, affrontate e confutate da parte ecclesiastica e più ampiamente cattolica, né sono conosciute dal mondo laico. Forse perché le loro pubblicazioni circolano quasi esclusivamente nel loro ambiente.
A me non pare giusta la scelta dalla Curia e dei media cattolici di ignorarle e tacere, soprattutto dopo aver letto il tenore durissimo delle loro accuse al Vaticano.
[…]
Analizzando questa letteratura - oltre a ciò che circola in internet - mi sono reso conto che le domande senza risposta sono tante, in tutta la vicenda di Fatima, e si colorano di «giallo». Forse il giallo più affascinante e drammatico del nostro tempo perché non coinvolge solo Vaticano, grandi potenze, servizi segreti e certi oscuri apparati di potere, ma ciascuno di noi e lo stesso destino prossimo dell’umanità e della Chiesa.
[…]
Ho cercato comunque di capire le ragioni del Vaticano per controbattere alle accuse degli ambienti «fatimiti». Ho indagato sugli elementi concreti e attendibili di critica che la letteratura tradizionalista propone, purtroppo sepolti in una quantità di teoremi, invettive, assurdità e anche «si dice» senza alcun riscontro. Ho colto certe loro contraddizioni, smontato alcune tesi, ma alla fine mi sono dovuto arrendere. Anche grazie alle rivelazioni di un testimone autorevole che ha fornito una notizia preziosa. Non mi aspettavo la scoperta di un colossale enigma, di un mistero che attraversa la storia della Chiesa del Novecento, qualcosa di indicibile, di «agghiacciante» che ha letteralmente terrorizzato i diversi pontefici che si sono succeduti in mezzo secolo, qualcosa che certamente riguarda la Chiesa, ma anche il futuro prossimo nostro e dei nostri figli.

Socci inizia la sua narrazione con una concessione: che l’evidenza era tale da “contraddire le [sue] iniziali convinzioni”, e sorprenderlo e impressionarlo. C’è da andare oltre su ciò che non è stato rivelato. C’è qualcosa di importante nel messaggio della Madonna a Fatima, che ha causato, in parte, l’essere nascosto, evitato e avvolto nel segreto dai più alti poteri in Vaticano.

Proseguo nella lettura del suo libro, anche se la sua presentazione dei fatti contraddice le mie convinzioni iniziali. Ma quello che sono certo non disillude è l’idea che in qualche modo siamo stati ingannati; che c’è qualcosa che la Madonna (e per estensione Dio onnipotente) ha detto di abbastanza importante per metterci personalmente in guardia. Qualcosa che, per motivi umani, è stato mantenuto nascosto.

È in parte per questo motivo che non voglio che la conversazione si limiti a circolare “quasi esclusivamente” nell’“ambiente” tradizionalista. Abbiamo cercato di confermare le informazioni che erano già note in questo ambiente, nella speranza che esse raggiungano un pubblico nuovo. È il messaggio che conta, molto più del messaggero.

Alcuni cattolici respingono con forza l’implicazione che nella storia ci sia più di quello che è stato detto. A loro non piace questa affermazione perché pensano che essa comporti il dare dei bugiardi ai papi. Non credo che questa sia una conseguenza logica della segretezza. Per una sorta di ampia riserva mentale è possibile coprire una moltitudine di peccati. Senza dubbio la paura - paura per la reazione dei fedeli di fronte a quanto è contenuto nell’intero segreto - gioca un ruolo nella soppressione dell’informazione relativa all’avvertimento. Ma essa elimina anche l’idea che essi siano bugiardi, e che tale brutta idea sia più importante della scoperta della verità? Non vi è alcun carisma del papato che impedisca di parlare falsamente. E in ogni caso, un tale peccato può essere perdonato.

La confusione e il dibattito che ho riscontrato nei nostri spazi di commento nel corso degli ultimi giorni, rende chiaro il motivo per cui è così importante che l’intera verità venga resa nota. Si ha l’impressione che le persone vengano indotte in errore, o che coloro che le guidano non siano affidabili, è la natura umana che porta a colmare con altro i dati mancanti - anche con la fantasia. È questa tendenza che dà origine alle teorie cospiratorie. E ovunque esistano più argomentazioni in conflitto - avanzate da ogni parte da testimoni credibili - le condizioni per la speculazione selvaggia di questo tipo sono perfette.

Solo l’intera storia ha qualche speranza di assopire questa controversia. Le persone hanno fame di queste informazioni. Niente di ciò che abbiamo mai pubblicato ha raccolto tanta attenzione così in fretta. Purtroppo, siamo costretti ad aspettare, e a sperare, e anche a pregare che qualcuno come il Papa Emerito Benedetto finisca col mettere le cose in chiaro e col chiarire le discrepanze. E le probabilità che ciò accada sono decisamente scarse.

Tutto questo è, in realtà, un aspetto del più ampio problema nella Chiesa.

Ho avuto una conversazione con mia moglie oggi, e lei, da convertita, ha espresso la sua frustrazione per il modo in cui i cattolici si combattono tra di loro. “Sono abituata ai Protestanti,” dice, “che sono molto più inclini ad aiutarsi a vicenda.”

Le ho ricordato che a differenza di questa o quella denominazione protestante, la nostra è una Chiesa universale nel caos, colpita da Satana e quindi divisa. E’ quasi impossibile credere come tanti cattolici, per altri versi molto intelligenti, non siano in grado di riconoscere che la Chiesa postconciliare ha portato al quasi totale svuotamento del cattolicesimo. Si tratta di un inqualificabile, enorme disastro. Il numero di persone che professano di essere cattoliche e ancora credono nell’insegnamento essenziale della Chiesa è talmente piccolo da essere sconcertante.

Il problema con Fatima - proprio come più in generale con la Chiesa - si riduce essenzialmente ad una crisi di fiducia. Una volta la Chiesa era eminentemente credibile, ma attraverso le azioni di coloro che l’hanno guidata in questi ultimi decenni, ha sperperato gran parte della sua sudata considerazione. (Mutare l’immutabile porta a questo).

Ci sono di quelli che si oppongono ai dirigenti della Chiesa perché questi si sono allontanati troppo dalla missione loro affidata da Cristo. Ci sono di quelli che si oppongono ai dirigenti della Chiesa perché, a loro avviso, non si sono allontanati abbastanza. Stranamente, questi due gruppi (per brevità li chiamiamo tradizionalisti e progressisti) tendono a vedere i problemi nella Chiesa allo stesso modo. Entrambi i gruppi sono d’accordo, per esempio, che Amoris Laetitia apra la porta alla comunione per i divorziati risposati. Gli uni vedono questo come una catastrofe, gli altri come uno sviluppo positivo atteso da tempo, ma entrambi affrontano poco la nuova realtà che esiste oggi.

Ma è un terzo gruppo nella Chiesa ad essere il più preoccupante: quello composto dagli estremi lealisti, quelli così attaccati ai loro confortanti pregiudizi da rifiutarsi di vedere quello che hanno sotto gli occhi. Possiamo chiamarli normalmente “conservatori”, anche se il termine è un po’ ambiguo se si considera che l’unica cosa che cercano di conservare è il nuovo, superato paradigma ecclesiale del XX secolo, sorvolando solitamente sui conflitti che questo presenta con i precedenti 19 secoli della Chiesa. Io chiamo questo fenomeno “il Magistero della novità”. Questo è il gruppo che crede (nei limiti di quanto è stato loro insegnato) ciò che la Chiesa crede; seguono il papa e lo amano (per difetto); tentano di crescere in una vera vita spirituale, ricevono i sacramenti, onorano gli insegnamenti morali del cattolicesimo e li insegnano ai loro figli. Sono delle brave persone che amano Dio, ma sono profondamente in errore. Se un papa o un concilio cambiano una cosa, ecco che, secondo loro, questa è la nuova realtà, e non resta che seguirla e trovare il modo per reinterpretare la comprensione che si ha della Chiesa “alla luce di” questa cosa nuova (piuttosto che il contrario).
Un buon esempio di questa attitudine lo si trova in un recente commento di Dan Burke, Direttore esecutivo del National Catholic Register, da me notato su Facebook:

«I miei problemi stanno nella mentalità e nel mito dei “bei tempi andati”. Con Cristo non si torna indietro, si va solo avanti. La Chiesa che fu non esiste più e non ritornerà. Provare a tornare indietro è un diversivo.»

Si tratta di un momento di una conversazione molto più lunga, ma penso che sia ben significativa. E’ questo il tipo di pensiero imperscrutabile a cui porta la mentalità cattolica ”conservatrice”. L’idea che qualcuno voglia ripristinare ciò che era buono ed eliminare quanto di cattivo è stato recentemente aggiunto alla religione ispirata divinamente - e quindi immutabile – sarebbe in qualche modo dannosa o fuori sintonia con la realtà.
Più avanti nella discussione, egli rincara la dose:
«Guardare indietro è come leccarsi le ferite da parte di chi è paralizzato nel passato e non fa nulla per realizzare il regno di Dio oggi.»

Si tratta di una dichiarazione di disprezzo, che merita solo del disprezzo.

Come può la Chiesa andare avanti con una tale dicotomia nel suo seno? Come possono i cattolici essere così diametralmente in contrasto nella loro comprensione fondamentale di ciò che è il cattolicesimo e di ciò che essi devono credere e di come devono rendere il culto? Come possono coloro che riconoscono la gravità delle ferite nel Corpo Mistico di Cristo, lavorare insieme a coloro che pensano ad essere solo superficiali, o forse anche migliori?

Nel frattempo, mentre i cosiddetti “conservatori” si scontrano con i cosiddetti “tradizionalisti”, i cosiddetti “progressisti” usano ogni possibile opportunità per sfruttare il loro nuovo potere ed espanderlo, con l’obiettivo di produrre l’“irreversibile riforma”.

In definitiva, tutti abbiamo bisogno di fidarci che Roma abbia a cuore i nostri interessi.
Per i “progressisti” questo è qualcosa a cui puntare, anche se più volte hanno detto “no”.
Per i “conservatori” è impossibile concepire qualsiasi altra realtà, anche se ce l’hanno proprio sotto il naso.
Per i “tradizionalisti” è complicato: noi crediamo che Dio abbia a cuore i nostri interessi e che guidi la Sua Chiesa, che però è caduta in mano a dei cattivi pastori. Crediamo che Egli finirà per risolvere la cosa secondo il suo disegno. Ma se ci guardiamo intorno e vediamo il danno incalcolabile che è stato fatto sotto lo sguardo di coloro che avrebbero dovuto proteggere e preservare i nostri tesori, veniamo assaliti dalla giusta rabbia e dalla paura che tutto potrà solo peggiorare. Noi conosciamo i limiti che i progressisti non riescono a riconoscere (e cioè che la Chiesa ha un’autorità che viene da Dio e che non vi è da fare alcuna rivoluzione democratica); conosciamo anche la realtà di fronte alla quale i conservatori chiudono gli occhi (e cioè che l’infallibilità e la promessa che le “porte dell’inferno non prevarranno” non sono una completa garanzia di una buona dirigenza esente da errori eclatanti in materia di disciplina e di governo ). Ma ci ritroviamo con una decisa incapacità di fidarci di quei responsabili che ci hanno messi in questo dilemma, in attesa di una soluzione divina quando sembra impossibile quella umana.

Continuare a negare questa situazione è temerario, come ho detto poco tempo fa ad un lettore:

La Chiesa post-conciliare è un fallimento enorme e dimostrabile. Essa rappresenta una deviazione dalla missione che la Chiesa ha avuto per quasi duemila anni. Essa ha messo in discussione – e continua a farlo – un certo numero di punti dottrinali fondamentali sui quali sono stati sempre d’accordo i papi precedenti e l’intero Magistero.

La Fede cattolica sotto la guida dei papi conciliari e post-conciliari ha subito danni umanamente irreparabili. La fede nella Presenza Reale è decimata, come lo è (non sorprende, considerando la premessa) l’assistenza alla Messa. La maggior parte dei sondaggi indica che oltre il 90% dei cattolici appoggia la contraccezione, e una stessa percentuale sostiene le relazioni omosessuali. Le dottrine della Chiesa su temi diversi come la libertà religiosa, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, la necessità della Chiesa per la salvezza, l’indissolubilità del matrimonio, il giusto uso della pena capitale, la teoria della guerra giusta e il divieto per coloro che non vivono in stato di grazia di ricevere la Santa Comunione, sono tutte sotto attacco dall’interno.

La Chiesa è stato infiltrata ed è in atto una satanica deviazione rispetto a ciò che voleva Nostro Signore e che il Magistero si era sempre preoccupato di preservare.

Il che ci porta a questo punto a ritornare su Fatima.

I papi di quest’ultimo mezzo secolo, il cui compito era quello di preservare e difendere la Chiesa da questa devastazione, sono gli stessi che ci hanno assicurato che il messaggio di Fatima (che nel 1960 hanno occultato contro la volontà della Madonna) ora è stato pienamente rivelato. Un messaggio che, in base ai racconti più credibili, ha predetto la stessa distruzione che ha avuto luogo con la loro sorveglianza.

Non ci vuole un consumato investigatore per trovare una ragione. Coloro che chiedono che noi semplicemente si creda che ci sia stata detta tutta la verità sull’argomento, chiedono troppo.

Fatima è importante perché è inestricabilmente intrecciata con la crisi ecclesiale che ha predetto poco prima. La si è spesso liquidata come solo una rivelazione privata, ma questo non è del tutto esatto. La natura degli avvertimenti che le apparizioni come Lourdes e Fatima contengono, fa di esse qualcosa di più.
Come ha scritto Dietrich von Hildebrand:
Si tratta di grandi miracoli - in parte guarigioni miracolose, in parte avvertimenti soprannaturali - ma non rappresentano delle aggiunte alla Rivelazione in senso stretto, che si è chiusa con gli Apostoli. Nessuna rivelazione privata, come nel caso dei santi mistici, contiene dei messaggi indirizzati a tutti. Le persone che le hanno vissute hanno più il carattere di portavoce...”.

Portavoce della Madonna che erano al tempo stesso portavoce di Dio. E io, dal momento che assisto alla confusione e al caos tutto intorno a me, portati fino al cuore della Chiesa, voglio ascoltare ogni cosa che tali messaggi hanno da dire che ci possa portare fuori da questo pasticcio.

Voglio conoscere l’intera storia di Fatima. Non voglio mai più avere motivo di dubitare dei nostri vescovi e papi. E tutto sommato questo mi sembra un nobile obiettivo, ma chiarire per intanto le controversie intorno al Terzo Segreto sarebbe un primo passo incredibilmente importante.





maggio 2016

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