LE FAMIGLIE CHE
 DOMINANO IL MONDO

parte trentatreesima

I ROTHSCHILD: UNA DELLE “DIECI FAMIGLIE” CHE DOMINANO IL MONDO INTERO

di Don Curzio Nitoglia






I Rothschild dal «’14/’18» a oggi

Finalmente sono riuscito a procurarmi alcuni libri molto validi sui Rothschild, che arrivano sino al 2012.

Perciò, dopo aver seguìto – per sommi capi – quanto ci narra Pietro Ratto, dal 1914 in poi, mi aiuterò con quest’altri volumi, i quali purtroppo presentano l’inconveniente che, essendo scritti da autori francesi, studiano (molto bene) le vicende della Banca Rothschild; ma, soprattutto, se non esclusivamente, in Francia. Comunque, gli autori sono molto seri e hanno condotto ricerche assai approfondite con consultazione degli Archivi privati dei Rothschild francesi, messi a loro disposizione dalla Casa stessa. 

Il primo di questi è quello di MARTINE ORANGE, Rothschild, une banque au pouvoir, (Paris, Albin Michel, 2012).
In esso l’autrice ci spiega che – nel 1981 – la Banca Rothschild fu nazionalizzata dal Presidente della Repubblica francese François Mitterrand (1916 – 1996 (1)) e sembrava dover scomparire dalla scena della politica e dell’alta finanza, almeno in Francia.

Invece, nel 2011, appena trent’anni dopo la nazionalizzazione, la Banca Rothschild è ancora la Banca più potente di Francia.

Il libro della dottoressa Martine Orange ci mostra come dal Secondo Impero, instaurato da Napoleone III (1852–1870), sino a oggi – almeno a Parigi – i Rothschild stanno ancora al vertice del potere finanziario e, quindi indirettamente, anche politico.

Essi, molte volte, sono venuti in soccorso della “destra conservatrice” del gaullista Georges Pompidou (1911 – 1974 (2)) e di  Nicolas Sarkozy (28 gennaio 1955 (3)), ma i Rothschild hanno sovvenzionato anche “la sinistra moderata” di Jacques Delors (1925 (4)) e di François Hollande (1954 (5)), la quale spesso ha dovuto far ricorsa alla “Banca delle banche”.

Guidata oggi da David de Rothschild, la Banca dell’omonima famiglia, ha saputo evitare gli scogli della crisi “subprime” (6), restando l’ultima Grande Banca Familiare del mondo occidentale, mentre tutte le altre sono fallite.

Il libro è assai meticoloso, ripieno di numerose citazioni e anche di “rivelazioni” che erano sconosciute al mondo profano.

Martine Orange è una giornalista del quotidiano “Le Monde” (di cui il generale de Gaulle fu uno dei primi e principali promotori nel 1944, quando uscì per la prima volta il 19 dicembre; esso è aperto alla borghesia intellettuale e cattolico/liberale e di sinistra) che si occupa di economia, ha scritto anche altri libri molto interessanti per esempio Ces Messieurs de Lazard, Paris (Albin Michel, 2006).

Gli altri due libri di cui mi avvarrò sono: ELIZABETH ANTÉBI, Edmond de Rothschild, l’homme qui racheta la Terre sainte (Paris, Editions du Rocher, 2003), che ha ottenuto il “Premio Zadoc–Kahn”. 

La dottoressa Antébi (un nome che in ebraico designa una persona originaria della città di Aintab / Gaziantep nella Turchia) è nata il 13 luglio 1945 a Parigi, è dottore in storia delle scienze religiose presso la Scuola pratica degli Alti Studi di Parigi; inoltre, è autrice di vari filmati televisivi e ha pubblicato parecchi libri, tra cui I Missionari ebrei della Francia 1860–1939 (Paris, Calmann–Lévy, 1999).

Nel presente libro studia soprattutto la storia di Edmondo de Rothschild (1845 – 1934), il figlio del fondatore della linea francese della Casa omonima, James (1792 – 1868), mettendo in chiaro, per la prima volta, l’azione discreta per non dire nascosta di Edmondo nella genesi dello Stato d’Israele.

Edmondo a 37anni, nel 1882, si consacrò interamente alla fondazione delle prime colonie ebraiche in Palestina, allora sotto la dominazione ottomana.

Teodoro Herzl, appena 15anni dopo, nel 1897 – a Basilea in Svizzera – creò la prima organizzazione sionista, in senso politico vero e proprio.

Teodoro Herzl, appena 15anni dopo, nel 1897 – a Basilea in Svizzera – creò la prima organizzazione sionista, in senso politico vero e proprio.

La dottoressa Antébi ci spiega che nel 1900, Edmondo, aveva già speso la cifra equivalente al bilancio preventivo di uno Stato, per aiutare le vittime ebraiche dei pogrom a installarsi in Palestina, secondo la vecchia idea, mai sopita dopo il 70 d. C., della a) compera (“gueoulah”) della terra palestinese dai ricchi proprietari Libanesi e  della b) “redenzione” di essa, tornando essa ad appartenere al “Popolo eletto”, che l’avrebbe così santificata.

Infine, mi baserò su HERBERT R. LOTTMAN, La Dynastie Rothschild (Paris, Seuil, 1995).

Herbert era un autore statunitense, nato il 16 agosto 1927 a New York e morto a Parigi il 27 agosto 2014, che si era specializzato in storia francese.

Lottman (che viene dall’ebraico “Laut” = puro e “man” = uomo), nel suo libro, parte dalla nascita della Casa Rothschild a Francoforte nel 1744; poi passa a sviscerare le vicende della Banca durante l’epoca napoleonica, studiando la figura del capostipite parigino, James (1792 – 1868), mentre i suoi fratelli si stabiliscono a Napoli, Vienna a e Londra.

Certamente la figura di James è affascinante e il Lottman tratta anche dei suoi discendenti parigini: Guy (20 maggio 1909, Parigi – 12 giugno 2007, Ferrières–en–Bries) e suo figlio David (New York 15 dicembre 1942). Inoltre, affronta le vicissitudini della Dinastia Rothschild in Francia, che è riuscita a sormontare la depressione economica del 1929, poi le spoliazioni del regime di Vichy (1941 – 1944) e, infine, anche la nazionalizzazione del 1982 a opera del Presidente François Mitterrand.

Certamente la Banca Rothschild francese è riuscita a sopravvivere anche grazie all’aiuto della sponda londinese, discendente da Lionello, che dall’«isola isolata» dall’Europa continentale arrivava a salvare “capra e cavoli” ogni qualvolta le sedi di Vienna, Francoforte/Berlino o Parigi si trovassero in difficoltà nella “Vecchia Europa”.

Il libro di Lottman ha potuto servirsi degli Archivi segreti e ancora inediti della Famiglia Rothschild, che ha messo a sua disposizione anche la corrispondenza privata da essa gelosamente custoditi. Tutto ciò lo fa somigliare all’opera indimenticabile di Egone Conte Corti (La famiglia dei Rothschild, 1928, II ed., Proceno di Viterbo, Effedieffe, 2021), che ci ha condotto nella storia della Banca francofortese dalla nascita (1744) alle soglie del Primo Conflitto Mondiale (1914). 

Per ora continuo la storia della “Banca delle Banche”, fondandomi ancora e principalmente sul libro di PIETRO RATTO, I Rothschild e gli altri, (Bologna, Arianna Editrice, III ed., 2020), che anche non essendo perfetto (ma, la perfezione non è di questo mondo) ci fornisce pur sempre alcune notizie molto interessanti.

L’Autore spiega che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Guy de Rothschild, organizzò la rinascita della sua famiglia in patria, che – con l’invasione tedesca della Francia e sotto il regime “collaborazionista” di Vichy – aveva dovuto vivere in sordina.

Il 30 giugno del 1949 Edouard Rothschild morì e suo figlio Guy dovette prendere il timone della Banca francese. Innanzitutto, egli ritardò l’annuncio della morte di suo padre, come avveniva spesso nei decessi di famiglia, per ottenere il tempo sufficiente per far scendere il prezzo delle “azioni/Rothschild” tutto d’un colpo, grazie alla “svalutazione pilotata” del valore delle proprietà del caro estinto; quindi, il prezzo del pagamento della tassa di successione sul patrimonio del defunto veniva drasticamente diminuito e si risparmiava “qualche cosetta” con il fisco (cfr. H. R. LOTTMAN, I Rothschild, storia d’una dinastia, Milano, Arnoldo Mondadori, 1994, p. 270), il che non guasta mai, soprattutto in Casa /Banca Rothschild, che sono – è proprio il caso di dirlo – “tutti casa, sinagoga, banca e loggia”.

Nel 1953 Guy varò l’enorme e potentissima Société d’Investissement du Nord, in cui accorpò le partecipazioni delle principali società finanziarie che gli appartenevano o di cui aveva la maggioranza delle quote; come la Nickel, la Royal Dutch o Shell, la Compagnie française de Pétroles, Peñarroya (una società cilena per l’estrazione di zinco, rame e piombo), la Compagnie du Chemin de Fer du Nord (che si estendeva alle ferrovie del Belgio e alle miniere del medesimo e inoltre del Congo belga), la Banque Ottomane e la potentissima De Beers (una miniera di diamanti, fondata in Sudafrica nel 1888 da Cecil Rhodes (7)).

Nel frattempo, la moglie di Guy de Rotschild, Alix, servendosi della “Aliah des jeunes”, aiutava i giovani ebrei che si trasferivano in Israele.

Successivamente, Guy, si dette all’acquisto di nuove miniere di ferro, di pozzi di petrolio e alla costruzione di reti ferroviarie, che avrebbero collegate tutte queste imprese (in Mauritania, nel Sahara e specialmente in Algeria); tuttavia, queste industrie, nonostante la “rivoluzione algerina del 1954/62, con la conseguente nazionalizzazione delle imprese straniere, continuarono a restare nelle mani dei Rothschild.

Fu proprio Guy che fece far carriera al professorino di letteratura francese, Georges Pompidou, sino a farlo diventare (come Macron) Direttore Generale della Banque Rothschild; poi lo raccomandò anche a de Gaulle, il quale prima lo prese benevolmente come Capo di Gabinetto della Presidenza della Repubblica (nel 1959); poi, Pompidou divenne finalmente Primo Ministro (nel 1962), sino a diventare, nel 1969, Presidente della Repubblica lui stesso, in quanto “uomo dei Rothschild”.  Ecco chi comanda veramente “da dietro le quinte”. I Partiti, i Governi, i Presidenti e i Generalissimi passano, ma le Banche restano: “Stat Banca Rothschild, dum volvitur orbis politicorum”. Naturalmente, Pompidou non dimenticò mai il favore fattogli da Guy (e come avrebbe potuto restare Presidente, se  lo avesse dimenticato… idem per il nostro “super/Mario Monti/Draghi” con la Goldman Sachs). Infatti, quando il nickel cominciò a essere sorpassato come lega metallica e la Nickel/Rothschild ebbe dei seri problemi economico/lavorativi, il duo de Gaulle/Pompidou decise di far coniare una nuova moneta da un Franco Francese proprio in nickel, risolvendo i problemi dei Rothschild… proprio come le mascherine antivirus hanno aiutato un tantino la FIAT degli Elkann a non perdere troppo come industria automobilistica nonostante la pandemia e il conseguente “lockdown” o confinamento.

Frattanto, nel 1957, Edmond II de Rothschild, che era subentrato a Guy, il quale aveva sposato una cattolica nel 1956, intensificò l’impegno della sua Casa e Banca a favore della causa sionista in Palestina e finanziò massicciamente la “Guerra dei sei giorni” (5 giugno 1967 – 10 giugno 1967) d’Israele contro Siria/Giordania/Egitto, che terminò con la vittoria fulminea e schiacciante d’Israele, sotto il comando del generale Moshe Dayan (cfr. P. RATTO, I Rothschild, cit., p. 55).

Sùbito dopo la vittoria d’Israele, Edmond II si recò a “Gerusalemme a toccare – per primo tra i “laici” – il “Muro del pianto” “riconquistato”, che suo nonno aveva tentato di comprare, ma invano, dai Palestinesi.

Infine Guy, “ritornando sulla scena… degli affari” convertì la de Rothschild Frères in Banque Rothschild, rendendola da Banca d’affari (più esclusiva e selezionata) in Banca di deposito, permettendo a una clientela più ampia, per quanto sempre molto ben selezionata, di affidarle i propri risparmi. Inoltre, raggruppò tutte le attività della Famiglia in un’unica potentissima multinazionale, Le Nickel, che inglobava – come abbiamo visto sopra – anche la Rio Tinto (miniere di uranio, piombo, zinco e smeraldi dell’America, Australia e Africa) la Peñarroya (miniere di piombo, zinco, carbone dell’Italia, Francia, Africa e Brasile, nonché del Rame cileno).

Tuttavia la decisione più importante fu quella – annunciata nel 1967 – di trasformare la Compagnia del Nord in una gigantesca multinazionale, che riunisse in sé tutte le attività economico/finanziarie dei Rothschild. Fu così che – nel giro di un decennio – l’attività pecuniaria della Compagnia decuplicò di valore, arrivando a una quota pari a un miliardo e trecento milioni di euro attuali (P. RATTO, cit., p. 55).

La prossima puntata abborderemo in generale «l’affare Mitterrand» 1981/1982 e infine «lo sbarco dei Rothschild a New York» ove studieremo il loro intersecarsi con i Warburg (8)  (di lontana origine italiana, trasferitisi in Germania, poi a Londra e infine negli Usa) e i Rockefeller (nati in Germania e poi spostatisi in America).   



NOTE

1 - François Adrien Marie Mitterrand fu Presidente della Repubblica francese per due mandati settennali consecutivi dal 1981 al 1995, sotto la Quarta Repubblica fu Ministro ben undici volte, tra cui agli Interni e alla Giustizia. Dal 1946 fu Deputato al Parlamento francese sino al 1958; poi fu Senatore dal 1959 al 1962; di nuovo deputato dal 1962 al 1981. Nel 1971 divenne Segretario del Partito Socialista Francese. Nel 1974 fu sconfitto da Valéry Giscard d’Estaing alle elezioni per la Presidenza della Repubblica, ma nel 1981 sconfisse a sua volta d’Estaing, Presidente uscente. S’impegnò a non estradare i terroristi dell’estrema sinistra rifugiatisi in Francia. Nel 1986 nominò Jacques Chirac come Primo Ministro. Il suo secondo mandato presidenziale (1988/95) fu occupato soprattutto dalla partecipazione attiva della Francia alla Guerra del Golfo contro l’Iraq di Saddam Hussein. Inoltre, fu favorevole al Trattato di Maastricht. Nella sua giovinezza fu cattolico tradizionalista, vicino a Vichy e a Charles Maurras. Studiò presso i padri Maristi di Parigi dal 1925 al 1934. Nel 1936 si laureò in Lettere e nel 1937 si diplomò in Scienze politiche e in Diritto pubblico. Mitterrand, nel 1939 fu inviato sulla Linea Maginot e sembra che facesse parte della “Cagoule” (passamontagna o cappuccio) o “Organizzazione Segreta d’Azione Rivoluzionaria Nazionale”, la Milizia di estrema destra filo–petainista, a destra dell’Action Française di Maurras reputata troppo teorica e poco pratica, nata già negli anni Trenta, che ebbe come Capo carismatico Eugenio Deloncle e il padrone della L’Oréal cosmetici di Eugenio Schueller e Giuseppe Darnand, che era molto vicina a Pétain e alle Waffen SS (cfr. P. PÉAN, Une jeunesse française, François Mitterrand 1934–1947, Paris, Fayard, 1998). Nel 1940 fu fatto prigioniero dai Tedeschi e fu internato in un Campo di prigionia in Germania. Lì si avvicinò al mondo socialista e riuscì a evadere il 10 dicembre 1941 ma tornato in Francia andò a combattere con i collaborazionisti del Maresciallo Philippe Pétain di Vichy dal 1942 al 1943, quando entrò a far parte della Resistenza antitedesca, pur conservando – in pieno accordo con i Partigiani antitedeschi – le sue mansioni presso l’Amministrazione filogermanica di Vichy. Una volta eletto Presidente, rompendo un tabù, ogni anno depose una corona di fiori sulla tomba di Pétain (in quanto, eroe della Prima Guerra Mondiale e non come collaborazionista con il III Reich durante la Seconda Guerra), che era stato condannato a morte dalla Francia di de Gaulle, pena che fu commutata in ergastolo.    
2 - Georges Pompidou fu Primo Ministro dal 1962 al 1968 e poi Presidente della Repubblica dal 1969 al 1974. Ha studiato alla Scuola Normale Superiore di Parigi. Ha insegnato al liceo dal 1935 al 1945, prima a Marsiglia e poi a Parigi. Sùbito dopo la liberazione della Francia, nell’agosto del 1944, si mise in contatto con de Gaulle come collaborazionista dei gaullisti. Perciò, entrò a far parte del gabinetto de Gaulle e lasciò l’insegnamento. Fu Presidente del Consiglio dal 10 settembre 1944 al 20 gennaio 1946. Nel 1948 fu nominato Capo di Gabinetto del generale Charles de Gaulle. Nel maggio 1953 lasciò l’attività politica, temporaneamente, per diventare Direttore Generale della Banca Rothschild sino al maggio 1958.  Il 1° giugno tornò alla politica con de Gaulle ma dopo l’insediamento del generale de Gaulle alla Presidenza della Repubblica (8 gennaio 1959) ritornò a lavorare presso la Banca Rothschild e il 5 marzo del medesimo anno fu nominato da de Gaulle Membro del Consiglio Costituzionale. Il 14 aprile 1962 fu nominato Primo Ministro e mantenne l’incarico ininterrottamente sino al 10 luglio 1968. Durante le sommosse del maggio 1968 parigino riuscì a padroneggiare abbastanza bene la situazione; tuttavia, in disaccordo con de Gaulle ritenne che la repressione violenta della rivoluzione studentesca fosse controproducente. Infatti, prevedeva (a ragione) che la protesta violenta si sarebbe esaurita nel giro di poco tempo. Tuttavia, non capì che la (ben più pericolosa) rivolta intellettuale e morale avrebbe continuato a serpeggiare in tutta Europa e a fare danni che perdurano ancora oggi, nel mondo intero. Perciò, scese a patti con gli studenti sessantottini, fece riaprire la Sorbona e mise in libertà gli arrestati. Il generale de Gaulle non accettò la mossa di Pompidou e il 31 maggio 1968 promosse una manifestazione gaullista di massa, sulla spianata dei Campi Elisi. Alle elezioni anticipate del giugno 1968 il movimento gaullista conquistò una maggioranza schiacciante, grazie al contributo determinante di Pompidou. Tuttavia le divergenze sorte tra Pompidou e il generale durante il maggio ’68 si acuirono sempre più. Il 28 aprile del 1969 de Gaulle rassegnò le dimissioni da Presidente della Repubblica. Fu allora che Pompidou si presentò alle elezioni presidenziali, sostenuto oltre che dai gaullisti moderati anche dal tecnocrate liberista/radicale Valéry Giscard d’Estaing, ottenendo una maggioranza schiacciante (45%) rispetto al secondo candidato eletto con il solo 23%. Al secondo turno, il 15 giugno 1969, Georges Pompidou fu eletto con il 58% dei voti. Il 20 giugno s’insediò alla Presidenza della Repubblica Francese. Fu uno dei padri dell’Unione Europea fin dal 1969, assieme al Cancelliere tedesco e socialdemocratico Willy Brandt. Il 2 aprile 1974 dopo una lunga malattia iniziata già nel 1969, ma scoppiata nel 1972, morì a Parigi. Pompidou fu amico intimo di Guy de Rothschild (cfr. A. FREREJEAN, C’était Georges Pompidou, Paris, Fayard, 2011; E. BALLADUR, La tragédie du pouvoir. Le courage de Georges Pompidou, Paris, Fayard, 2013).   
3Nicolas Sarkozy è stato Presidente della Repubblica Francese dal 16 maggio 2007 al 15 maggio 2012. Era già stato Ministro delle Finanze (2004) e due volte Ministro dell’Interno (2002–2007). Suo padre era un aristocratico ebreo/ungherese, naturalizzato francese, sua madre Andreina Giovanna Mallah, era figlia di un medico sefardita, di Salonicco, convertito al Cristianesimo. Si è laureato in legge. “Sposato” in terze “nozze” con Carla Bruni. Appartiene all’area neogollista di Jacques Chirac. Fu eletto Deputato nel 1988 sino al 2007. Il 6 maggio del 2007 è eletto Presidente della Repubblica con il 54% dei voti. Le sue posizioni filoatlantiche (piuttosto rare in Francia) gli ottennero il soprannome “L’Americano”. Nel 2011 fu uno dei più accesi sostenitori – assieme a Obama – dell’intervento militare in Libia, entrando in conflitto con l’Italia del Governo Berlusconi (anch’egli con Gianfranco Fini, neogollista pure lui), il quale cercò, ma inutilmente, di fermare l’attacco unilaterale francese alla Libia, durante il Vertice di Parigi del marzo 2011, orchestrato da Sarkozy. Solo dopo una pressione abbastanza forte degli Usa e di Obama, Berlusconi dovette piegarsi al diktat francese e concesse l’uso delle basi aeree italiane in Sicilia alla Francia, nonostante che questa avesse come scopo anche la distruzione degli interessi petroliferi italiani in Libia, onde soppiantare le aziende italiane che si occupavano dell’estrazione e dell’esportazione del petrolio. Il 22 aprile 2012 uscì sconfitto, al primo turno, nella corsa alla rielezione come Presidente della Repubblica. Fu così che, il 6 maggio 2012, venne rieletto François Hollande  (cfr. G. QUAGLIARIELLO, La Francia da Chirac a Sarkozy, Bologna, Il Mulino, 2007; M. VALENSISE, Sarkozy. L’ultimo gollista, Novara, Edizioni Boroli, 2007).  
4 - Jacques Delors nacque a Parigi il 20 luglio del 1925. È stato un economista e politico francese. È conosciuto per il suo filo/europeismo. Fu Presidente della Commissione europea. Il padre lavorava alla Banca di Francia (dei Rothschild), anche lui lavorò nella medesima banca dal 1945 al 1962. Fu nominato Primo Ministro da Pompidou. Politicamente fu vicino ai democristiani francesi di orientamento personalista, con Emmanuel Mounier (1905 – 1950) e Jacques Maritain (1882 – 1973) quali padri spirituali, ma era anche molto vicino alla cultura marxista di estrema sinistra. Nel 1974 aderì al Partito Socialista guidato da Mitterrand. Nel 1979 entrò nel Parlamento europeo. È membro dell’Aspen Institute (come Mario Draghi e Giorgia Meloni) e del Club di Roma.
5 - François Hollande è un politico francese, Segretario del Partito Socialista dal 1997 al 2008. È stato eletto Presidente della Repubblica nel 2012 ed è rimasto in carica sino al 2017.  Sconfisse Nicolas Sarkozy al primo turno. Fu la prima volta nella storia delle elezioni francesi che un Presidente in carica sia stato sconfitto dallo sfidante già al primo turno e non al ballottaggio del secondo turno. Hollande, seguendo la politica socialista, aumentò sùbito la tassazione; fece passare la legge sulla legalizzazione dei matrimoni tra coppie dello stesso sesso. La sua politica fiscale fu assai gravosa, rendendolo molto impopolare. Fu così che rinunciò di candidarsi al secondo mandato dopo il 2017. Il padre (Georges Gustave, † 2020) era un medico che aveva posizioni politiche d’estrema destra, molto vicino al Maresciallo Philippe Pétain e ai collaborazionisti di Vichy. Durante la guerra d’Algeria fu vicino all’«OAS»; perciò, per nulla vicino ai gaullisti. François fu educato in un Collegio dei “Fratelli delle Scuole Cristiane” di San Giovanni Battista de La Salle, a Rouen. Poi compì gli studi liceali a Parigi e si laureò in Giurisprudenza. Insegnò Scienze Politiche sino al 1991. Nel 1979 aderì al Partito Socialista Francese, su invito dell’economista e banchiere – molto vicino ai Warburg e ai Rothschild – Jacques Attali (nato ad Algeri il 1° novembre 1943, trasferitosi con la sua famiglia a Parigi nel 1956, passato da “Consigliere speciale” di Mitterrand nel 1981 alla “Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo” di Londra nel 1991. Nel 2007 fu nominato da Sarkozy Presidente della “Commissione per la Liberazione e la Crescita” e successivamente riconfermato da Emmanuel Macron, scoperto proprio da Attali e lanciato da lui in politica, nel medesimo incarico, al quale collaborava anche Mario Monti). Hollande divenne Consulente Economico dell’allora Segretario del “PSF”, François Mitterrand, di cui Attali fu la vera e propria “eminenza grigia”. Nel 1981 divenne, assieme alla signora Ségolène Royal, uno dei Consiglieri ufficiosi di Attali e Assistente di Mitterrand per la politica estera. Dal 1989 al 1995 fu vicesindaco di Tulle, divenendone sindaco nel 2008. Fu anche portavoce di Lionel Jospin e fu molto vicino a Jacques Delors. Nel 1997 divenne Segretario del “PSF”. Nel maggio 2012 concorse alle elezioni presidenziali e sconfisse Sarkozy con 18milioni di voti contro i 16milioni di Sarkozy. Nel 2013 appoggiò la legge sul “matrimonio per tutti” e per le “adozioni gay”, dimenticando quasi totalmente i problemi economici dei Francesi che nel 2013 erano abbastanza critiche. Fu nel gennaio del 2015, in séguito degli attentati terroristici degli integralisti islamisti a Parigi con 17 morti, che la sua popolarità crollò quasi totalmente. Il crollo definitivo ebbe luogo prima nel novembre del 2015 a Parigi e poi a Nizza nel luglio del 2016, portando il «PSF» al terzo posto dopo il «Fronte Nazionale» di Marine Le Pen, scendendo al disotto del 20% dei voti. Fu così che il 1° dicembre 2016 Hollande annunciò di rinunciare a candidarsi alle elezioni presidenziali dell’aprile 2017, in cui divenne Presidente Emmanuel Macron (l’uomo dei Rothschild) il 14 maggio 2017. Cfr. F. BACHY, François Hollande, un destin tranquille, Paris, Plon, 2001; ID., L’enigme Hollande, Paris, Plon, 2005 ; R. BRIZZI – G. GOODLIFFE, La Francia di Hollande, Bologna, Il Mulino, 2013.
6 - Subprime significa “seconda possibilità” e indica quei prestiti finanziari che le banche statunitensi concedono “legalmente” a un soggetto che non può accedere ai tassi d’interesse di mercato, in quanto, ha avuto problemi pregressi come debitore insolvente; insomma, quello che fanno illegalmente gli “usurai”. Questa pratica ha conosciuto un notevole lancio, verso la metà degli anni Novanta del XX secolo. Essa ha contribuito allo scoppiare della crisi finanziaria del 2008. Fu così che si arrivò al più grande fallimento bancario della storia, quella della Banca Lehman Brothers (la quarta Banca d’affari americana, fondata nel 1850), il 15 settembre 2008. La Lehman si era fusa con la Kuhn Loeb nel 1977, dietro la quale vi era la Goldman Sachs in cui lavoravano Mario Draghi e Mario Monti. 
7 - Cecil Rhodes fu un imprenditore britannico, nato il 5 luglio 1853 nel Regno Unito e morto il 26 marzo 1902 a Città del Capo in Sudafrica. La Colonia britannica Rhodesia (oggi Zambia e Zimbabwe) si chiama così in onore del suo nome (Rhodes). Egli fu Primo Ministro del Sudafrica, allora Colonia britannica, dal 1890 al 1896, gettando le basi del futuro apartheid, grazie al suo razzismo culturale (anche se non biologico …), che è rimasto in auge in Sudafrica sino al 1991. Tuttavia, egli fu inviso ai Boeri, coloni sudafricani di origine olandese, perché cittadino britannico. Fece parte della Massoneria nella Loggia Apollo University Lodge di filiazione della Gran Loggia Unita d’Inghilterra (cfr. Sito Ufficiale della “Gran Loggia Unita d’Inghilterra, Freemason’s Hall”, 60 Great Queen Street, Londra). Tuttavia, uscì quasi sùbito dalla Massoneria perché deluso dalla sua mancanza d’iniziativa e fondò una sua Società Segreta con lo scopo di estendere il predominio britannico sul mondo intero; insomma, era, decisamente, un Globalista ante litteram. La sua attività fu in realtà febbrile e riuscì a estendere il proprio predominio economico/finanziario sul settore minerario dell’intero Sudafrica, acquistando per 5milioni di sterline (circa 500milioni di euro odierni) la principale società mineraria concorrente. A soli 35anni Rodhes controllava già il 90% del mercato dei diamanti di tutto il mondo e iniziò a espandersi pure in quello dell’oro. Nel 1889 fondò la “British South Africa Company”, che era una compagnia commerciale ma dotata di un suo esercito di “contractor” ben addestrato e ben armato per estendere de facto e non solo in teoria il controllo britannico su tutta l’Africa. Poi – usando denaro, forza e inganno – iniziò a creare un suo “Impero” personale nel nord del Sudafrica e col placet dell’Inghilterra ottenne la facoltà di amministrare i territori a occidente del Mozambico e a nord del Transvaal. Frattanto, in Zambia finanziò le guerre inglesi contro i Boeri, che si conclusero con il massacro degli Afrikaner di origine olandese. In Zimbabwe, riuscì a imbrogliare il re Lobengula, dandogli pochi fucili vecchi, mal funzionanti e inoltre un battello a vapore molto antiquato. Nel 1890 fondò la città di Salisbury, oggi Harare, che è la capitale dello Zimbabwe. Nel medesimo anno divenne anche Primo Ministro della “Colonia del Capo” e iniziò a far leggi a favore dell’industria mineraria e a sfavore degli indigeni e dei minatori. Tramite il “Glen Grey Act” legalizzò l’allontanamento dei neri dalle loro terre per favorire, da vero “filantropo”, lo sviluppo industriale e fu così che divenne Amministratore “legale” e ufficiale della futura Rhodesia.
Tuttavia, le mire imperialistiche di Rhod erano ostacolate da Paul Kruger (1825 – 1904), il leader della “resistenza boera” contro il governo britannico del Sudafrica, che fu Presidente della Repubblica del Transvaal, nonché Capo del Governo. Kruger era di origini prussiane; egli entrò nell’esercito e divenne il Comandante Generale della Repubblica Sudafricana o del Transvaal. Nel 1877, in séguito dell’annessione del Transvaal da parte inglese, divenne il leader della resistenza boera. La Prima Guerra Boera vide la sconfitta dei Britannici e il Transvaal ottenne l’indipendenza nel 1881, ma dopo la scoperta dell’oro in Transvaal, le brame imperialistiche britanniche si riaccesero. Nel 1895 gli eventi precipitarono; infatti, Rhod finanziò un’azione militare di un corpo scelto di mercenari o “contractor” per rovesciare il governo del Transvaal e porlo sotto la Rhodesia britannica (allora “Colonia del Capo”), però, l’azione fallì, la verità venne a galla e Rhodes dovette lasciare la carica di Primo Ministro. Tuttavia, non si dette per vinto e – durante la Seconda Guerra Boera del 1899 – Rhodes dette un aiuto decisivo alle forze armate britanniche.
Rohdes, negli ultimi anni della sua vita, ebbe a che fare con un’avventuriera senza scrupoli, forse anche più di lui…, che era la principessa polacca Caterina Radziwill, (1858 – 1941) la quale lo accusò, infine, di averla sedotta e abbandonata, ma senza fornire nessuna prova. La Radziwill nacque a San Pietroburgo, era figlia di un generale russo di nome Rzewuski, a soli 15anni sposò il principe polacco Guglielmo Adam Radziwill e si spostò a Berlino. Nel 1899 lasciò il marito per dedicarsi a una vita avventurosa che la condusse in Inghilterra e poi in Sudafrica, ove conobbe Cecil Rhodes, il fondatore della “Compagnia diamantifera De Beers” e gli chiese di sposarla. Siccome Rhod non accettò l’invito, ella falsificò la sua firma e incassò gli assegni per la somma di 600mila Franchi, intascandoli tutti quanti. Tuttavia, fu denunciata, condannata e imprigionata nel 1902 per due anni a Colonia Capo. Dopodiché rientrò a Londra. Nel 1921, durante una controversia sui “Protocolli dei Savi di Sion” all’«hotel Astor» di New York, prese la parola e sostenne che essi erano un falso fabbricato dalla Polizia Segreta Russa, asserendo di aver conosciuto personalmente l’autore del falso a Parigi nel 1904, ma tutto ciò risultò essere non vero, poiché i “Protocolli” erano stati pubblicati almeno tre/quattro anni prima.
Pochi anni dopo l’«affare Radiziwill», il 26 marzo 1902, Rhodes morì, lasciando “questa valle di lacrime” e ogni suo bene alla “Rhodes Scholarship”, una fondazione che fornisce ancor oggi borse di studio per i giovani più promettenti di tutto il Commonwealth affinché possano recarsi a perfezionarsi a Oxford, in piena e perfetta continuità di coerenza con la sua idea della superiorità intellettuale dell’élite di Oxford. Insomma, Klaus Schwab di Davos non ha inventato nulla di nuovo. Cfr. SARAH MILLIN, Rhodes, Londra, 1933.
8 -  Cfr. JACQUES ATTALI, Il banchiere dei banchieri. Sir Siegmund Warburg (1902–1982), tr. it., Milano, Sperling & Krupfer, 1987.

 
FINE DELLA PARTE TRENTATREESIMA

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maggio 2022
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