NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
Esempio di nuova Chiesa conciliare e democratica
Arcivescovo zittito e… stizzito
Contestato mons. Alessandro Plotti
Accade nell’Arcidiocesi di Pisa
“Il tesoro e le potenzialità che la riforma
liturgica del Vaticano II ha portato e sviluppato nella coscienza ministeriale
e comunitaria del popolo di Dio”
La frase qui riportata è ripresa, pari pari, dalla
lettera che Mons. Alessandro Plotti, Arcivescovo di Pisa, ebbe a
scrivere nel 2002, a mo’ di esortazione, al Presidente del Comitato
Una Vox di Pisa, in seguito alla richiesta presentata da quest’ultimo
per la celebrazione della S. Messa tradizionale a Pisa.
A quel tempo protestammo energicamente presso le sedi
opportune, sia per il rifiuto
di concedere la celebrazione richiesta, sia per il tono della lettera,
ma dobbiamo confessare che quella particolare frase non ci fu molto chiara.
Oggi, a distanza di più di quattro anni, crediamo
di poter dire che si è alzato il velo: ora comprendiamo che cosa
intendeva Mons. Plotti con “la coscienza ministeriale e comunitaria
del popolo di Dio”.
Abbiamo avuta un’illuminazione ?
Neanche per sogno, … non siamo mica vescovi modernisti,
noi !
Abbiamo solo ricevuto in visione l’allegato comunicato
Ansa del 4 febbraio scorso.
In pratica si tratta di una cosa abbastanza semplice.
I fedeli che in questi anni hanno subito l’insegnamento
pastorale di Mons. Plotti hanno voluto dimostrargli, quella Domenica, nel
corso della celebrazione della S. Messa, di aver fatto tesoro del “tesoro”
apportato dal Vaticano II nella loro coscienza comunitaria. E quale
migliore dimostrazione se non zittire l’Arcivescovo, metterlo in disparte,
salire sul podio e dirgliene quattro?
Ora sì, ora finalmente abbiamo capito perché
Mons. Plotti ha bacchettato il Presidente del Comitato Una Vox di Pisa:
questi era stato così rispettoso da meritare solo un diniego ed
un rimprovero.
Poverino, che ne sapeva lui, povero cattolico ordinario,
degli usi e costumi dei moderni “cattolici adulti”, sempre al passo coi
tempi, che ritengono che la Chiesa sia una repubblica dove ognuno può
fare e dire ciò che vuole, soprattutto nel corso della S. Messa
?
Ma com’è che si è arrivati a tanto, in quel
di Pontedera ?
A onor del vero non ne sappiamo un granché, e
sinceramente non ce ne importa molto, Pontedera non è molto diversa
da migliaia di altre parrocchie dove i preti vanno “a ruota libera” col
permesso “delli Superiori”. |
(ANSA) - PONTEDERA (PISA), 4 FEB - Il vescovo annuncia l'allontanamento
del parroco, prova a spiegarne le motivazioni durante l'omelia,
ma i fedeli insorgono e lo interrompono: il clima si fa teso e il pastore
rinuncia a concludere il suo intervento.
Accade nel Duomo di Pontedera dove l'arcivescovo di Pisa,
Alessandro Plotti, interviene per celebrare la messa in cui
avrebbe dovuto spiegare il perché della rimozione di don
Claudio Desii, il sacerdote che aveva guidato per tre anni la
parrocchia più grande della città con, a detta della
maggior
parte della comunità, 'un modo nuovo di fare Chiesa' che aveva
saputo attrarre tanti ragazzi e giovani coppie.
L'esperienza di Don Desii era stata minata nelle settimane
precedenti dall'addio alla parrocchia di don Stefano Serafini, il cooparroco
che aveva manifestato al vescovo il desiderio di svolgere altre esperienze
pastorali. Sembra che gli altri
parroci cittadini, parte di laici e personaggi del cattolicesimo
locale non abbiano condiviso l'operato di don Desii e
manifestato il loro dissenso. Così, sentito il parere di un
consiglio pastorale spaccato, l'arcivescovo ha deciso di
rimuovere don Claudio dall'incarico.
"Stimo don Claudio e conosco le sue capacità - spiega
l'arcivescovo - e volevo che assieme a don Stefano creasse a
Pontedera un'unica comunità parrocchiale: hanno lavorato in
questa direzione, ma l'esperienza è fallita". E' a questo punto
che i fedeli cominciano a rumoreggiare, alcuni abbandonano la chiesa e
altri gridano all'arcivescovo: "Ora basta, ma cosa dice" e monsignor Plotti
smette di parlare, lascia l'ambone e torna a sedersi.
Durante la preghiera dei fedeli, molte le intenzioni
spontanee sono per don Desii e tra la commozione generale, compresa
quella del parroco, un fedele grida: "Vescovo hai sbagliato, ripensaci".
In diversi salgono all'ambone per difendere l'operato del parroco che
parla per ultimo ricevendo lunghi applausi. "Non so se accetterete
la mia benedizione - conclude il vescovo - ma il mio ruolo mi impone di
impartirvela". A messa conclusa, bambini, giovani, adulti ed anziani si
sono radunati intorno al parroco per esprimergli solidarietà.(ANSA). |
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In questo caso, poi, si tratta del ben noto Claudio Desii,
di cui ci siamo occupati in altre occasioni (vedi: caso
A; caso
B; caso
C), ben visto dall’Arcivescovo Plotti, come si legge nella lettera
del 2 febbraio con la quale Plotti lo destituisce su richiesta di certi
parrocchiani.
Quello che ci preme sottolineare, invece, è
che i guasti del Concilio sembrano davvero profondi e difficilmente riparabili.
L’Ansa, ovviamente, si è limitata a sintetizzare
la notizia (e ancora grazie che la cosa faccia ancora “notizia” !), ma
in poche righe si riconosce una Chiesa ridotta in macerie.
Da un po’ di anni il Desii fa il prete in modo quanto
meno singolare singolare, Plotti decide di sosituirlo, ma, da buon Vescovo
conciliare pensa di doversi produrre in un’apposita concione: nel corso
della quale farà capire a tutti quant’è saggia ed equilibrata
la sua decisione.
Ma non si reca a Pontedera in un giorno apposito, pensa
di “approfittare” della Messa di Domenica 4 febbraio, ben sapendo che in
qualche altro giorno i fedeli hanno ben altro da fare che partecipare alle
concioni arcivescovili.
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Ma, di grazia, come si fa ad “approfittare” della Messa
per una cosa del genere ?
Non si ha il timore che si possa profanare la Messa?
Beh! Forse qualche decennio fa ! Quando vigeva l’oscurantismo
preconciliare !
Ma oggi, dopo che il Concilio ha così opportunamente
arricchita la “coscienza ministeriale e comunitaria del popolo di Dio”,
oggi… a Messa si può fare di tutto.
E non “dopo la Messa”, per un qualche malinteso senso
di rispetto per la celebrazione dei Santi Misteri (… Dio ce scampi ! …),
ma proprio nel corso della Messa: all’omelia.
Bravo Plotti, come vescovo non c’è che dire ! |
Ma ecco che la “coscienza ministeriale e comunitaria
del popolo di Dio” si esprime in tutto il suo vigore e fervore: i fedeli
si alzano, si agitano, rimbeccano e zittiscono il loro vescovo. E
il vescovo che fa ? Afferrati mitra e pastorale si va a sedere mogio
mogio su una sedia.
A non basta: poco dopo, i fedeli, adusi ad usare e ad
abusare del presbiterio, dal microfono bacchettano il vescovo, con tanto
di intervento “democratico” del prete interessato. Il vescovo lascia fare
e, tra frizzi e lazzi conciliari, conclude questa strana cerimonia, che
dovrebbe essere una Messa, “benedicendo” i fedeli e la loro arricchita
“coscienza ministeriale e comunitaria”.
La cosa buffa è che il vescovo Plotti ha “licenziato”
Claudio Desii “per giusta causa”, perché sollecitato da certi parrocchiani
che non ne potevano più del “progetto di chiesa” avviato dal detto
Desii. Progetto che era stato commissionato tre anni fa a Desii e a
tale Serafini (anch’egli prete conciliare) dallo stesso Plotti.
Veramente una vera “repubblica” !
Nessuna meraviglia se, la Domenica successiva, Mons.
Plotti, dovendo amministrare le Cresime, si è presentato a Pontedera,
nella chiesa del Sacro Cuore, con tanto di scorta dei carabinieri.
Dobbiamo confessare che non sappiamo se la scorta è
stata richiesta da Plotti perché, un po’ stizzito, temeva un’altra
esplosione della “coscienza ministeriale e comunitaria” dei suoi affezionati
fedeli, oppure è stata disposta dalle forze dell’ordine perché
temevano che la rinnovata presenza dell’Arcivescovo a Pontedera potesse
esser vista dai fedeli del luogo come una grave provocazione.
Fatto è che alla farsa del 4 febbraio si è
aggiunto il ridicolo del’11 febbraio. Con buona pace del Concilio e dei
suoi “tesori”.
Che dire ?
Che, grazie a Dio, quest’anno Plotti raggiunge l’età
della pensione e, secondo lo strano uso della Chiesa conciliare, dovrebbe
lasciare il posto a qualcun altro.
Non vediamo l’ora !
febbraio 2006
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I
frutti del Concilio
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