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L’eredità di Papa Francesco: un bilancio teologico terza parte della Fraternità San Pio X Prima parte Seconda parte Terza parte Quarta parte Quinta parte Sesta parte ![]() 4 febbraio 2019 Papa Francesco firma documento sulla fratellanza umana 3 La fratellanza universale: orizzonte e finalità del pontificato La fraternità universale, sebbene messa in luce più tardi rispetto ad altri temi come l’ecologia o la sinodalità, costituisce in realtà la finalità logica del pensiero e dell’azione di Papa Francesco. Appare addirittura come la sintesi di tutto il suo pontificato: • la
«teologia del popolo» ne fornisce le radici, mettendo al
centro l’idea che tutti i popoli sono autentici portatori di una
missione spirituale;
• la misericordia ne costituisce il motore, l’energia pastorale che permette di integrare tutti e superare le opposizioni. • la fraternità universale è l’orizzonte, la forma compiuta verso cui tende l’intero progetto. Questo concetto di fratellanza prende forma in diversi testi, discorsi e gesti, ma la sua espressione più completa si trova nell’enciclica Fratelli tutti del 3 ottobre 2020. Tuttavia, per comprenderne il significato, è necessario tornare a un evento fondante: la firma del Documento di Abu Dhabi nel 2019. Questo momento chiarisce non solo l’enciclica, ma anche la visione globale di Francesco. 3.1 Abu Dhabi: un atto fondatore Il 4 febbraio 2019, Francesco si reca ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, dove firma con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, un Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. L’evento è storico per diversi motivi: è la prima volta che un Papa si reca nella penisola arabica; la firma avviene davanti a rappresentanti di numerose religioni, in un contesto pubblico e mediatico; il documento firmato non è semplicemente una dichiarazione d’intenti, ma un testo che impegna teologicamente entrambe le parti. Questo documento afferma in particolare che «il pluralismo e le diversità di religione, colore, sesso, razza e lingua sono una saggia volontà divina, con la quale Dio ha creato gli esseri umani» (32). Una tale formulazione va ben oltre la semplice tolleranza religiosa: presenta la pluralità delle religioni come parte del disegno positivo di Dio. Questo passaggio ha suscitato una profonda controversia. Nella dottrina cattolica tradizionale, se Dio permette il male o l’errore, non può mai volerli positivamente. Tuttavia, affermare che la diversità delle religioni è voluta da Dio equivarrebbe a dire che esiste una pluralità legittima di vie che conducono a Lui, il che mette in discussione l’unicità salvifica di Cristo e della Chiesa. A seguito della firma, è stato avviato un progetto architettonico ad Abu Dhabi, la Casa della Famiglia Abramitica, che riunisce tre luoghi di culto affiancati: una chiesa, una sinagoga e una moschea. Il complesso vuole essere il simbolo visibile della fratellanza umana promossa nel documento firmato da Francesco e Ahmad Al-Tayyeb, che dovrebbe consentire la coesistenza pacifica delle religioni in uno spazio comune. Esso illustra il concetto di un’unità costruita non sulla verità rivelata, ma sul riconoscimento reciproco e sulla cooperazione: tutte le religioni sono poste una accanto all’altra, come vie diverse verso lo stesso ideale umano. Per Francesco, questo Documento di Abu Dhabi è una pietra miliare. Lo rivendica esplicitamente in Fratelli tutti, presentandolo come fonte di ispirazione diretta della sua enciclica, affermando di voler riprendere e sviluppare le intuizioni espresse con il Grande Imam. Ciò conferisce all’evento del 2019 una portata dottrinale e pastorale importante e definitiva. 3,2 Sistema poliedrico e inclusività In Fratelli tutti, Francesco descrive una fraternità che deve estendersi all’intera società e persino all’umanità. L’obiettivo è la costruzione di «un’amicizia sociale inclusiva e una fraternità aperta a tutti» (33), all’interno di una «cultura dell’incontro» (34) e di un «dialogo tra le culture» (35). In questa visione, la Chiesa non appare più come l’unica fonte di fraternità umana. Si mette al servizio di un progetto comune a tutte le culture e religioni, un progetto di pace, giustizia e solidarietà. Francesco insiste in particolare sulla sorte dei migranti, che considera una prova decisiva per le società moderne: «I migranti sono una benedizione, una ricchezza, un dono che invita una società a crescere» (36). Bisogna quindi resistere alla «tentazione di creare una cultura del muro, di erigere muri, muri nel cuore, muri sulla terra per evitare l’incontro con altre culture, con altre persone» (37). Non muri ma ponti, non frontiere ma aperture. Per illustrare la sua visione, Francesco utilizza l’immagine del poliedro, già presente nella Evangelii Gaudium. «Né la sfera globale, che annulla, né la parzialità isolata, che rende sterile. […] Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutti gli elementi parziali che, in esso, conservano la loro originalità (38). Questa metafora contrappone la sfera, che schiaccia le differenze in un’uniformità forzata, al poliedro, che permette di mantenere la diversità all’interno di un insieme armonioso. È un’immagine seducente: ogni cultura, ogni religione conserva la propria identità, pur partecipando a una costruzione comune. Tuttavia, come non vedere la debolezza di una tale fratellanza? Infatti, se l’unità ricercata non si fonda su una verità trascendente che si impone a tutti, essa si basa solo su una volontà puramente politica di convivenza: una fratellanza molto fragile, quella in cui la pace sociale si sogna al di fuori dell’unità della verità! Ma soprattutto, se questa fraternità universale si presenta come un ideale morale e sociale, bisogna constatare che questa «amicizia sociale inclusiva» esclude praticamente Dio e che, «aperta a tutti», è concretamente chiusa a Cristo. Infatti, Cristo non ha più il diritto di offrire agli uomini una fratellanza trascendente che li ricollega a Dio divinizzandoli. È ridotto ad essere solo un modello di apertura e di umanità tra tanti altri... Non è più l’unico Salvatore, al centro della Storia. 3.3 I nuovi orizzonti della Chiesa Questa concezione della fratellanza ha quindi ripercussioni considerevoli sulla missione della Chiesa. Tradizionalmente, la Chiesa si considerava l’arca della salvezza: riuniva i popoli conducendoli alla verità rivelata e alla vita soprannaturale... Nella visione di Francesco, l’unità non si realizza più attraverso la conversione e la santificazione, ma attraverso la cooperazione e il dialogo. La Chiesa diventa una facilitatrice, un attore tra gli altri in un processo mondiale di fraternizzazione. La sua missione specifica viene assorbita in un progetto comune apparentemente più vasto, più universale, verso nuovi orizzonti. Quando Francesco afferma: «Oggi o ci salviamo tutti o non si salva nessuno» (39), non parla della salvezza eterna, ma della lotta contro la povertà, le ingiustizie e le sofferenze sociali. Il termine «salvezza» è ormai utilizzato solo in senso terreno, immanente, incentrato sulle condizioni di vita in questo mondo. L’inclusione di tutte le credenze senza distinzioni può avvenire, purtroppo, solo al prezzo di una vera e propria neutralizzazione del messaggio evangelico. Questa evoluzione si manifesta sul piano politico: Francesco invita a rafforzare le istituzioni internazionali, a promuovere una governance mondiale in grado di rispondere alle sfide planetarie... (40). La fraternità universale diventa così la base di un nuovo ordine mondiale, fondato sui diritti umani e sulla solidarietà globale, di cui il Papa è profeta e cantore. E questa fratellanza non rimane un’idea astratta. Si concretizza in ambiti specifici, primo fra tutti l’ecologia. Nella Laudato si’, Francesco sviluppa il concetto di “casa comune”: la Terra è presentata come un bene universale che appartiene a tutta l’umanità. La protezione dell’ambiente diventa quindi il terreno privilegiato in cui la fratellanza può esercitarsi concretamente. Prendendosi cura del pianeta, gli uomini si prendono cura gli uni degli altri. Così, la crisi ecologica appare come un’occasione per promuovere una solidarietà mondiale, superando i confini e le divisioni. Questa convergenza prepara la prossima tappa della nostra analisi: l’ecologia integrale, presentata da Francesco come una dimensione essenziale della fraternità universale e della missione della Chiesa nel mondo. NOTE 32 - Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, 4 febbraio 2019. 33 - Fratelli tutti, n° 94. 34 - Ibid., n° 30. 35 - Ibid., n° 136. 36 - Ibid., n° 135. 37 - Ibid., n° 27. 38 - Evangelii Gaudium, n° 235-236. 39 - Fratelli tutti, n° 137. 40 - Ibid., nn° 172-175. |