L’eredità di Papa Francesco: un bilancio teologico

quarta parte

 





4 ottobre 2019
Papa Francesco pianta un albero nei giardini del Vaticano
in occasione dell’apertura del Sinodo sull’Amazzonia



Presentiamo un saggio sulla valutazione teologica del pontificato di Papa Francesco, che sarà pubblicato in sei parti. Il testo completo sarà pubblicato in formato pdf insieme alla parte finale.


4 L’ecologia integrale: concretizzazione della fraternità universale

L’ecologia è uno dei temi principali del pontificato di Francesco. È stata esposta in modo sistematico nell’enciclica Laudato si’, pubblicata il 18 giugno 2015, e si inserisce in una visione ampia che Francesco chiama «ecologia integrale».

Questo concetto non si limita alla protezione della natura: abbraccia le dimensioni sociali, economiche e culturali della vita umana. L’ecologia integrale è presentata come una risposta globale alla crisi attuale e come un terreno concreto in cui può svilupparsi la fraternità universale. In questo senso, è l’applicazione pratica del progetto esposto in Fratelli tutti e nel Documento di Abu Dhabi.



4.1 Di fronte alla constatazione di un fallimento universale, un’ecologia che va oltre la natura

Francesco parte da una constatazione cupa: il mondo moderno sta attraversando una crisi profonda. Il progresso scientifico e la crescita economica, lungi dall’aver portato un vero benessere, sono stati accompagnati da gravi squilibri. La tecnica e la finanza dominano la politica, e la ricerca del profitto immediato prevale sulla giustizia sociale e sul rispetto del creato (41).

In Laudato si’, descrive un mondo in cui lo sviluppo materiale non è stato accompagnato da un progresso morale. La conseguenza è uno sfruttamento sfrenato delle risorse naturali, un inquinamento massiccio, la scomparsa di specie animali e vegetali e, soprattutto, l’aggravarsi delle disuguaglianze tra ricchi e poveri (42).

Per Francesco, questa crisi è globale: riguarda sia il pianeta che le società umane. Rivela un degrado simultaneo dell’ambiente e della vita sociale, che egli riassume con l’espressione «tutto è collegato» (43).
La crisi ecologica e la crisi sociale sono due aspetti dello stesso disordine. L’ecologia integrale ne sarà la soluzione.

Il termine «ecologia» indica innanzitutto, nel senso classico, lo studio delle relazioni tra gli esseri viventi e il loro ambiente. Francesco riprende questa definizione, ma vi aggiunge una dimensione specificamente umana: l’ecologia integrale include il modo in cui l’uomo organizza la sua vita, le sue città, la sua economia, la sua cultura e le sue relazioni sociali (44).

Pertanto, la questione ecologica non si limita alla protezione delle foreste o degli oceani. Riguarda anche la pianificazione territoriale, le condizioni di lavoro, l’uso delle tecnologie e, più in generale, tutto ciò che plasma la vita umana collettiva. In questo senso, l’ecologia integrale costituisce un tentativo di sintesi delle scienze umane e sociali. Comprende la politica, la sociologia, l’economia, la cultura e la scienza ecologica in senso stretto. Francesco cerca di proporre una visione globale e olistica dell’umanità nel suo ambiente (45).

Questo progetto ricorda alcune filosofie moderne, come il positivismo di Auguste Comte, che vedeva nella sociologia il coronamento di tutte le scienze. Allo stesso modo, per Francesco, l’ecologia integrale si presenta come il culmine di una riflessione universale sulla condizione umana e sul posto dell’uomo nel mondo.


4.2 Priorità ai poveri e governance globale

Al centro della Laudato si’ c’è un’esigenza fondamentale: la difesa dei poveri.
Francesco insiste sullo stretto legame tra crisi ecologica e ingiustizia sociale. Le prime vittime del degrado ambientale sono infatti le popolazioni più vulnerabili: quelle che vivono in regioni sovrasfruttate, inquinate o esposte a catastrofi naturali. Egli parla addirittura di un «debito ecologico» che i paesi ricchi avrebbero contratto nei confronti dei paesi poveri (46).

Questo debito non si limita al saccheggio delle risorse naturali, ma include anche le conseguenze sociali ed economiche della globalizzazione. Si impongono quindi due priorità: l’opzione preferenziale per i poveri – principio derivato dalla dottrina sociale della Chiesa, ma qui ampliato a una dimensione mondiale (47) – e una profonda revisione dei modelli di sviluppo, per ridurre il consumo di energie non rinnovabili e promuovere uno stile di vita più sobrio.

Francesco invita quindi a limitare in modo significativo l’uso delle risorse (48), al fine di preservare il pianeta per le generazioni future. Questo discorso ecologico si accompagna quindi a un discorso morale e sociale sulla giustizia e la solidarietà.

Affinché questi cambiamenti siano possibili, Francesco ritiene che siano necessarie strutture in grado di imporre decisioni su scala planetaria. Parla della «maturazione delle istituzioni internazionali» dotate di un vero potere di regolamentazione e sanzionatori (49).

Questa idea va oltre la semplice cooperazione tra Stati. Presuppone l’esistenza di una governance globale in grado di coordinare gli sforzi, fissare norme comuni e obbligare gli attori economici a rispettare le regole. Francesco si mostra quindi favorevole a una maggiore integrazione politica, in cui le nazioni delegano parte della loro sovranità a organismi internazionali.

Questo orientamento è in linea con la sua visione di fraternità universale, in cui aspirava, sul piano politico, alla creazione di strutture globali. In pratica, l’ecologia diventa il campo in cui questa fraternità può essere vissuta e costruita: la crisi ecologica viene utilizzata come leva per promuovere l’unità mondiale. La difesa del pianeta diventa il pretesto e il motore di un progetto di integrazione politica e sociale su scala universale.

L’ecologia integrale non si limita quindi alla protezione della natura. Diventa uno strumento di coesione mondiale. Mobilitando le coscienze attorno a una causa comune – la salvaguardia del pianeta – permette di riunire popoli, culture e religioni che non avrebbero altro terreno d’intesa. Da questo punto di vista, l’ecologia è la traduzione concreta della fratellanza universale. Offre un progetto federativo, capace di unire l’umanità in un’azione collettiva.


4.3 La conversione ecologica: una nuova spiritualità

Ma Francesco non si limita a proporre misure tecniche o politiche. Egli invita anche a una vera e propria «conversione ecologica». Questa conversione implica un cambiamento interiore, una trasformazione delle mentalità e dei comportamenti (50). Si traduce in una presa di coscienza della nostra interdipendenza con tutti gli esseri viventi, nell’adozione di uno stile di vita sobrio e rispettoso dell’ambiente e nella partecipazione a una cittadinanza ecologica, che impegna ogni individuo in uno sforzo collettivo.

In Laudato si’, Francesco presenta addirittura l’approccio ecologico come un’esperienza spirituale intensa. Prendersi cura della natura diventa un atto di carità, di misericordia, un modo per entrare in comunione con il creato e unirsi agli altri uomini (51).
Questa spiritualità si basa in gran parte su una visione naturalistica dell’uomo. Non si tratta tanto di elevare l’anima verso Dio quanto di sentirsi connessi alla Terra e alle altre creature. Questo approccio culmina nell’immagine della «casa comune» e in alcuni riferimenti simbolici, come l’uso del linguaggio di San Francesco d’Assisi per parlare della «nostra sorella Terra» o della «nostra madre Terra» (52).
Una tale spiritualità si rivela profondamente pericolosa: ponendo l’accento sulla natura e sull’immanenza, scivola verso una forma di panteismo implicito, in cui Dio viene confuso con il creato.
Il sinodo sull’Amazzonia e l’episodio della Pachamama hanno ben illustrato questo pericolo, dando luogo a cerimonie a dir poco ambigue, se non idolatriche.

In definitiva, questa «conversione ecologica» non si limita a un cambiamento di stile di vita: propone una nuova forma di spiritualità e, in realtà, una nuova visione del mondo. L’uomo non è più visto innanzitutto come una creatura chiamata ad elevarsi verso il suo Creatore, ma come un elemento tra gli altri nel grande insieme della natura. La comunione con Dio è sostituita da una comunione orizzontale con il creato, vissuta nell’immanenza, e la missione della Chiesa si confonde con la salvaguardia dell’equilibrio terrestre.

Tuttavia, dopo aver ridefinito l’orizzonte della Chiesa (la fraternità universale) e il suo campo d’azione (l’ecologia integrale), Francesco deve ancora proporre un metodo per attuare questo progetto all’interno della Chiesa stessa. Questo è il ruolo della sinodalità, che mira a trasformare la struttura della Chiesa per adattarla alla sua nuova missione e alle sfide ecologiche.



NOTE

41
- Cfr. Laudato si’, n° 18, 54, 56.
42 - Ibid., nn° 20-22, 48.
43 - Ibid., nn° 70, 91, 117.
44 - Ibid., n° 137-139.
45 - Ibid., nn° 141-142.
46 - Ibid., n° 48-52.
47 - Ibid., n° 158.
48 - Ibid., n° 192.
49 - Ibid., n° 175.
50 - Ibid., n° 216-220.
51 - Ibid., n° 233-242.
52 - Ibid., n° 1.




 


 
ottobre  2025
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