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Intervista a Don Martin Fuchs della Fraternità San Pio X dopo le sue dimissioni dalla Fratenità, del 30 dicembre 2014 30 marzo 2014 Intervista condotta da D. Grof, per conto del sito ceco REX! dove è stata pubblicata ![]() Don Martin Fuchs è un sacerdote del Distretto austriaco della FSSPX impaginazione e neretti sono nostri
“La fiducia nei
Superiori è oggi in qualche modo scossa, è distrutta.”
(Don Martin Fuchs, Dichiarazione sulle sue dimissioni) REX!: Padre, potrebbe dirci gentilmente come sono state accolte le sue dimissioni dal suo Superiore del Distretto? Era pieno di amarezza, come nel caso di alcuni altri sacerdoti, o è stato un po’ più gentile? Don
Martin Fuchs: Io esposi al nuovo Superiore le mie opinioni
personali sulle relazioni della Fraternità con Roma, quando
l’estate scorsa mi recai al Distretto.
Quindi non è stata una
novità per lui.
REX!: Nella sua dichiarazione sulle dimissioni hai scritto: “La fiducia nei Superiori è oggi in qualche modo scossa, distrutta.” Può dirci brevemente perché? Don
Martin Fuchs: Negli ultimi 14 anni, avevo notato come i
Superiori avessero deviato dalla via del nostro Fondatore, Mons.
Lefebvre. In un primo momento non potevo crederci. Li scusavo e cercavo
di dare una buona interpretazione alle loro ambigue dichiarazioni, ma
mi sono reso conto che esse diventavano sempre più frequenti, e
che la loro decisione di ricercare una soluzione canonica era
definitiva, senza preoccuparsi di risolvere le differenze dogmatiche.
Guardando indietro, ci siamo resi conto che c’erano almeno tre principali bugie: Bugia n° 1: Essi hanno chiesto la liberalizzazione della “vecchia” Messa. Ora, la Messa tridentina non era mai stata abrogata, essa è stata libera, sempre. Pertanto non c’era bisogno di alcuna liberalizzazione. Bugia n° 2: Essi hanno chiesto la revoca delle “scomuniche”. Il nostro Fondatore aveva sempre considerato queste cosiddette scomuniche come nulle e non avvenute. Quindi, ciò che è nullo e mai avvenuto non necessita di essere revocato. Chiedendo la revoca delle scomuniche, essi hanno ammesso che le scomuniche comminate nel 1988 fossero assolutamente giustificate. Il che significherebbe che Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer avessero compiuto un atto ingiusto. Bugia n° 3: Essi hanno intrapreso i colloqui con Roma perché le due condizioni che avevano chieste sarebbero state soddisfatte, mentre invece non era vero: la “vecchia” Messa non è libera, né può essere celebrata in qualsiasi momento. Mi sono chiesto: può Dio benedire queste bugie? REX!: Nelle dimissioni, Lei ha citato altre diverse importanti ragioni. Vuole riassumerle in poche parole o illustrare un punto in particolare? Don
Martin Fuchs: Mons. Lefebvre ci ha mostrato come negoziare
con Roma. Egli disse chiaramente cosa pensasse della nuova Messa, cosa
pensasse delle “scomuniche”, cosa pensasse del futuro dialogo con Roma,
e cosa pensasse di un accordo pratico. Tutte le sue risposte furono
fissate chiaramente e furono importanti per la tutela della
Fraternità San Pio X. Ciò nonostante, i Superiori non
hanno seguito la linea da lui tracciata, e non hanno voluto
seguirla.
Si legga il sermone di Padre Jean di Morgon del 26 gennaio di quest’anno, e si vedrà come Mons. Fellay, Mons. de Galarreta e Mons. Tissier de Mallerais hanno mutato i loro punti di vista. Se si prende la Dichiarazione di queste tre Vescovi – al punto 11 - si deve ammettere che un accordo pratico è dato come una possibilità. Se si realizzasse tale accordo, il Papa invierebbe un visitatore apostolico, il quale chiederebbe l’accettazione del concilio Vaticano II e su questo esigerebbe dai vescovi relative garanzie per il futuro. Così, la sparizione della Fraternità San Pio X sarebbe solo una questione di tempo. REX!: Se ricordo bene, Lei era anche responsabile di una cappella della FSSPX a Budapest, in Ungheria? Che può dirci di quei fedeli? La sostengono o almeno hanno capito la sua decisione? Cosa pensano della politica di Mons. Fellay? Don
Martin Fuchs: Sì, ero responsabile della cappella della
FSSPX a Budapest.
Per quanto ho potuto vedere, i fedeli hanno seguito attentamente le relazioni tra la FSSPX e Roma. I Superiori non informano i fedeli sulla situazione, così i fedeli ricorrono a Internet. Lì hanno trovato la lettera dei tre vescovi e la risposta della Casa Generalizia, e ne sono rimasti molto insoddisfatti. La gran parte di essi ha compreso benissimo la mia decisione. Essi hanno perso completamente la fiducia nei Superiori della Fraternità. REX!: Credo che Lei adesso viva ad Aigen, in Austria. Come è cambiata la sua vita da quando ha lasciato la Fraternità San Pio X? Mi pare che Lei ad Aigen serva una piccola cappella. Don
Martin Fuchs: In passato io ho spesso riascoltato le prediche e
riletto i libri di Mons. Lefebvre. Non intendo seguire nuove vie.
Desidero seguire solo il nostro Fondatore nel suo insegnamento
cattolico senza compromessi.
Qui ad Aigen, voglio essere un
sacerdote per tutti quelli che chiedono il mio servizio sacerdotale.
REX!: Torniamo alla questione delle dimissioni. Qual è stata l’ultima goccia che lo ha indotto a decidere di lasciare la Fraternità San Pio X? E ci può spiegare quanto sia stato difficile per Lei fare questo passo? (Nella sua lettera di dimissioni Lei ha scritto: “Col cuore affranto, ho comunicato al Superiore Generale le mie dimissioni…”). Naturalmente, è molto più facile per i fedeli dire addio e lasciare la loro cappella, possiamo solo immaginare quanto sia più difficile per un sacerdote. Quanto aiuto ha ricevuto dagli attuali fedeli nella sua decisione? Don
Martin Fuchs: Io ho 52 anni, quindi non è stato affatto
facile lasciare la Fraternità. Ho dovuto cercare una nuova
sistemazione sacerdotale, altrimenti sarei stato costretto a rinunciare
al sacerdozio, cosa che non intendo fare. Io sono entrato nella
Fraternità per preservare la fede cattolica: e sono diventato un
sacerdote della Fraternità perché sapevo che solo Mons.
Lefebvre formava veramente dei sacerdoti cattolici.
I fedeli della cappella di Aigen mi sostengono in tutti i modi che possono. Dato che la cappella di Aigen appartiene ad una famiglia privata, il cambiamento è stato molto facile. REX!: Puà darci informazioni più dettagliate sullo stato attuale della Tradizione in Austria, riguardo sia ai sacerdoti sia ai fedeli laici? Don
Martin Fuchs: La situazione della Tradizione in Austria è
certamente diversa da quella di altri paesi. Le distanze [tra
cattolici] sono molto grandi. Il numero dei fedeli non è
particolarmente elevato, ed è elevata la loro età, anche
se questo varia da regione a regione.
Ho l’impressione che molti fedeli
non abbiano capito che il problema principale non è la Santa
Messa, ma il concilio Vaticano II e le nuove definizioni della
libertà religiosa e il nuovo ecumenismo. È su questi
documenti che sono basati gli altri cambiamenti: la nuova Messa, i
nuovi Sacramenti, la Bibbia ecumenica, il nuovo Codice di Diritto
Canonico, il nuovo Catechismo, ecc.
REX!: È d’accordo, Padre, con la mia sensazione che l’atmosfera nell’attuale FSSPX è avvelenata dalla paura, dalla diffidenza, dallo spionaggio e dalla delazione? La mia esperienza è che quando ho passato delle informazioni vitali ad un sacerdote del suo ex Distretto, in un passato recente, egli ha sempre usato un indirizzo personale di posta elettronica, piuttosto che quello ufficiale della FSSPX. Un altro esempio nel suo ex Distretto: qualche settimana fa ho scritto una e-mail a un altro sacerdote; egli mi ha risposto, ma quando ho risposto a mia volta, il mio messaggio è stato ripetutamente respinto come spam. Tuttavia, quando ho usato un altro indirizzo e-mail, senza utilizzare certe “parole chiave”, ecco che non c’è stato alcun problema. È così che mi sono convinto che tutta la corrispondenza ufficiale del Distretto austriaco della FSSPX è costantemente monitorata, esattamente come avviene in Francia, Svizzera, Benelux e Germania. Don
Martin Fuchs: Purtroppo, devo dire che c’è un clima di
sfiducia. Se non si è d’accordo con il nuovo corso, si è
sorvegliati. Guardi il processo di Don Pinaud.
I Superiori hanno creato un indirizzo e-mail a suo nome e l’hanno usato
per scrivere ai suoi amici.
I Superiori sanno con chiarezza e in coscienza di aver abbandonato la missione di Mons. Lefebvre. Essi non tollerano alcuna critica del loro nuovo corso, e quindi obbligano i sacerdoti ad essere ubbidienti e leali. Io ricordo distintamente che fu così che venne trattata la Fraternità dalla nuova Roma, dopo il concilio Vaticano II. Quando feci visita al mio parroco nel 1987, per spiegargli la mia posizione, egli mi disse: “Tu e Mons. Lefebvre siete disubbidienti. È necessario ubbidire al Papa!” Se Mons. Lefebvre si fosse attenuto a questo, non avrebbe mai fondato la Fraternità San Pio X. I Superiori hanno vietato la vendita del libro rivelatore di Don Pivert,“Mgr. Lefebvre. Nos rapports avec Rome”, il quale spiega e chiarisce proprio gli intendimenti di Mons. Lefebvre. Le informazioni fornite ai sacerdoti della Fraternità in questi ultimi 12 anni, sono state insufficienti e fuori del tempo. A giustificazione di questo, i Superiori hanno detto che le relazioni con Roma dovevano essere tenute segrete. Il nostro Fondatore, al contrario, ha sempre parlato pubblicamente e senza ambiguità. Una questione così importante come la fede non può mai essere trattata in segreto. REX!: Come risponde a coloro che accusano la Resistenza di dividere un già piccolo gregge? Don
Martin Fuchs: Siamo qui sulla terra per andare in Paradiso. Ecco
perché dobbiamo preservare la Verità e vivere secondo
questa Verità. I fedeli che hanno sostenuto la Fraternità
San Pio X, lo hanno sempre fatto per la Fede e la Verità. Ora,
però, entrambe le cose sono in grande pericolo, se questo
tradimento continuerà ancora a lungo.
REX!: Padre, immagini che un sacerdote della FSSPX sia in serio dubbio su cosa fare - se restare o andare. Cosa gli direbbe? Cosa dovrebbe considerare? Don
Martin Fuchs: Fino a quando i Superiori non parleranno in modo
chiaro e veritiero, e fino a quando non si terranno chiaramente a
distanza dalla Roma modernista, io posso dargli solo questo consiglio: lascia la Fraternità!
Ai fedeli della Resistenza, io dico: sostenete i sacerdoti che se ne vanno e approntate dei posti dove essi possano dire la Santa Messa. Ho l’impressione che molti sacerdoti non abbiano veramente studiato la situazione o che siano troppo presi dai loro doveri, mentre altri non vogliono vedere la realtà a causa delle conseguenze. REX!: In gran parte i sacerdoti della FSSPX sono probabilmente convinti che la linea di Mons. Fellay sia disastrosa, eppure, al pari di Mons. Tissier, pensano che sia necessario attendere il prossimo Capitolo Generale. Pensa che questa strategia possa cambiare qualcosa, visto che sappiamo che la maggioranza dei membri del Capitolo è stata nominata da Mons. Fellay? Don
Martin Fuchs: Se si riflette sul cambiamento dei tre
vescovi, non c’è molto da sperare. La loro intenzione è di fare un
accordo con Roma. Si arriva alle stesse conclusioni leggendo le
dichiarazioni e le risposte dei Superiori di Distretto - su questo non
c’è dubbio!
REX!: Padre, qual è la tua opinione sulle sei condizioni preliminari concordate nell’ultimo Capitolo Generale? Don
Martin Fuchs: Sono del tutto insufficienti a proteggere la
Fraternità, così come è stata fondata da Mons.
Lefebvre. La terza condizione è ridicola sine qua non: almeno un vescovo. -
Solo un vescovo? A fare che? A muoversi secondo le intenzioni di Roma? Questa sarebbe la fine della
Fraternità! E che dire della prima cosa che si auspica?
Un proprio tribunale ecclesiastico di prima istanza! Anche questo si
muove nella stessa direzione: una seconda istanza può cancellare
il giudizio di prima istanza in ogni momento.
REX!: Che ne pensa dell’idea che Mons. Williamson assicuri la continuazione dell’“Operazione sopravvivenza”, consacrando uno o più vescovi? Condivide quest’idea? Don
Martin Fuchs: Sì. Io l’ho incoraggiato a consacrare
dei vescovi il più presto possibile. Egli non vuole fare altro
che seguire le orme di Mons. Lefebvre.
REX!: C’è qualcosa di particolare che vuole dire ai nostri lettori a mo’ di conclusione? Don Martin Fuchs: Dobbiamo seguire il nostro Fondatore! Dobbiamo costituire una nuova Fraternità o una struttura in cui sacerdoti e fedeli lavorino insieme basandosi su una chiara dichiarazione sulla dottrina e sugli scopi. Dobbiamo trovare una casa, una sorta di centro, dove organizzare l’apostolato, coordinarlo e garantirlo. Ci serve anche una fondazione per le necessità (assicurazione sanitaria, ecc.) dei sacerdoti a riposo, al fine di assicurare il loro sostentamento. Grazie, Padre, per il suo tempo, e grazie anche per quello che fa! Siamo felici che nella nostra zona ci sia un bravo sacerdote come lei. Che Dio la benedica! (torna
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