GNOSI E MUSICA NEL ‘900

Saggio breve sulla cultura esoterica musicale
del XX secolo

(parte quarta)

di Luciano Pranzetti



Nostra presentazione

L’ambito complessivo della Tradizione cattolica, intesa secondo l’attuale esigenza dei fedeli di preservare e perpetuare l’immutabile insegnamento della Chiesa di Dio, è spesso vincolato dalla necessità di “conservare”, che lo porta a trascurare la vera radice del male che affligge oggi la pratica della Fede.
Si nota come in genere difetti una visione più ampia che inquadri la crisi attuale nel complessivo deterioramento della tenuta della Fede, direttamente connesso col monito di Nostro Signore circa la sua possibile sparizione, o estrema riduzione, al momento del Suo ritorno escatologico.
Tenere conto di tale processo di deterioramento è indispensabile per comprendere correttamente ciò che è accaduto e che inevitabilmente accadrà ancora, fino a che si esauriranno tutte le possibilità concesse da Dio all’opera devastatrice del Demonio.

In questa ottica, il lavoro dell’amico Luciano Pranzetti, relativamente alla musica e al suo progressivo degenerare dall’armonia alla disarmonia, dall’ordine al disordine, dall’ordo al chaos, come egli ben ricorda richiamandosi al noto motto massonico, costituisce un validissimo contributo per delineare un aspetto del quadro complessivo dell’opera di sovversione della Creazione in generale e del bene dell’uomo in particolare.

Lungi dal rappresentare un aspetto quasi evasivo della vita dell’uomo, la musica è una componente intrinseca dell’esistenza, direttamente connessa con l’ordine e l’armonia volute da Dio.
Il prologo del Vangelo di San Giovanni, che riprende l’incipit biblico della Genesi (Εν αρχη, In principio), ricorda che prima di tutto era il Verbo, per mezzo del quale tutto è stato fatto. Il Verbo creatore, che è insieme parola e suono, idea innata e pronunciata, è indicato nella Genesi (1, 3) con il “Fiat lux”, la potenza della parola di Dio che diviene atto della Creazione; la parola espressa, il suono, che diviene luce e per ciò stesso rende esistente l’opera di Dio.
Suono e luce divine sono quindi la radice da cui scaturisce il creato, e quindi l’uomo stesso, e rappresentano i suoi elementi sia basilari sia normativi. È quindi evidente il nesso stretto tra il suono, l’armonia espressa da Dio, e la luce di Dio, senza la quale il creato non esisterebbe; nesso che può indicarsi con le espressioni “luminosità della musica” e “musicalità della luce”, entrambe in grado di suggerire l’armonia luminosa del creato, la cui opposizione è la disarmonia tenebrosa dell’opera dell’Avversario.

È questa luciferina opera del Demonio che ci tratteggia l’amico Pranzetti nel presentarci la progressiva degenerazione della musica, accentuatasi nel corso degli ultimi secoli e raggiungente un primo culmine ai giorni nostri.

Proprio ultimamente ci è capitato di ascoltare una plastica presentazione di questo processo, in occasione dell’incredibile esibizione della sedicente “suor” Cristina. Uno dei personaggi che l’hanno sostenuta e “lanciata” ha pensato bene di affermare, accanto alla “suora” sorridente e compiaciuta, che la musica “moderna” è la cosa più importante del vivere civile: più della politica e della religione.
Ed è proprio così, come descrive l’amico Pranzetti: la musica moderna, ormai connotata dalle sue disarmonie luciferine sopravanza anche la religione, almeno nei limiti concessi da Dio e secondo la disponibilità degli attuali uomini di Chiesa, introducendo così l’avvento del mondo capovolto che prelude al trionfo illusorio dell’Anticristo.

Nota dell'Autore

La natura del sito www.unavox.it  è esclusivamente  apologetica nel senso della Santa Tradizione e, pertanto, gli interventi che vi sono pubblicati afferiscono a tematiche d’ordine teologico/etico/liturgico connesse alla vita e alla storia della Chiesa cattolica. Con ciò, è ragionevole che l’intera produzione vi eserciti l’indagine, l’analisi e l’esegesi di marca ortodossa, niente escludendo laddove si ravvisino la necessità e il dovere d’intervento con lo scopo di correggere o confutare le derive che, specialmente dal Concilio Vaticano II ad oggi, caratterizzano la cosiddetta “nuova teologìa” con conseguenti aberrazioni della dogmatica, della pastorale, della liturgìa e dell’etica sacramentale. Gli autori che vi scrivono, sono attenti tanto al passato quanto all’attualità sicché è frequente leggere di eventi o di questioni antiche così come di fatti quotidiani.

Da una generica e rapida catalogazione degli argomenti, si osserva come il sito accolga  interventi di vario contenuto ed oggetto in cui l’autore espone il proprio pensiero in ordine a tematiche sia strettamente teologiche o filosofiche e sia a tematiche afferenti al territorio dell’arte pittorica, della letteratura, dell’architettura, del comportamento sociale con riflessi e legami alla categoria trascendente della Tradizione e della spiritualità.
   
Pertanto, acclarata la possibilità di perlustrare il  territorio estetico con elaborati in cui si evidenzino connessione e interdipendenza con l’aspetto apologetico, abbiamo creduto utile, giovevole ed opportuno, esporre, previa valutazione della Direzione, un nostro lavoro che si impernia sul tema  “Gnosi e musica nel ‘900”, argomento di fattispecie non particolarmente trattato.
  
E’ un breve saggio, richiestoci nell’aprile del 2011 da Mons. Ennio Innocenti, e inserito nel IV volume della sua monumentale opera “La Gnosi Spuria – Ed. Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Roma 2001” col titolo poco sopra riportato e che volentieri mettiamo a disposizione dei lettori di questo sito. 
In esso saggio, tralasciati gli antecedenti della classicità e quelli dei secoli contigui al ‘900, abbiamo tracciato la fisionomia della moderna Gnosi, così come ci è parsa essere incistata, per sostanza e forma, a  talune opere musicali delle quali diamo brevi cenni, curando soprattutto di evidenziare la cifra esoterica che le connota, con una breve rappresentazione, posta in conclusione, della moderna massificata musica di consumo ove maggiormente si evidenzia il rovinoso e corrosivo messaggio della Gnosi, e riportando il giudizio  di un noto ed autorevole esponente gesuita, padre Antonio Spadaro, attuale Direttore di “Civiltà Cattolica” che, in pratica, ha spalancato le porte del tempio di Cristo alle correnti mefitiche e ai miasmi della musica satanista rockettara.
L’idea della musica (?) come possibile luogo di incontro con Dio è stata ben espressa da Giovanni Paolo II al Congresso Eucaristico di Bologna del 1977 dove, oltre a citare le parole di < blowin’ in the wind > si incontrò con l’autore Bob Dylan e con Adriano Celentano. Ma papa Wojtyla ha incontrato anche Bob Geldof [la cui figlia Paula, tossicodipendente, nell’aprile 2014 si è suicidata con massiccia dose] e Quincy Jones. E hanno suonato alla sua presenza, in Vaticano, tanti altri artisti (!) come Lou Reed, i Nomadi, Claudio Baglioni e tanti altri” (I Gesuiti benedicono il rock: <La musica di Springsteen & Co parla all’anima> - Orazio la Rocca in: La Repubblica, 22 febbraio 2007). 

E non si pensi che questo sia un caso isolato di mellifluo modernismo perché già il cardinale G. F. Ravasi, allora Vescovo e già presidente del “Pontificium Consilium de Cultura”, in un’intervista (Il Giornale 26 maggio  2010) affermava la “presenza dell’Assoluto divino anche nell’arte dissacrante” in accordo con la Costituzione Conciliare “Lumen gentium 8,2”.

Ci proponiamo, a tal proposito ed impegni permettendo, di svolgere una ricognizione sulla moderna e cosiddetta “musica sacra” affinché si possa conoscere come e in qual misura la Chiesa – o certi uomini di Chiesa – abbiamo inquinato il santo deposito del gregoriano, e della grande tradizione polifonica cattolica, con l’introduzione di canti e cori di osceno, pagano e mondano contenuto e di sciocca  forma musicale.
 
Ma torniamo al nostro saggio, con un’avvertenza: in taluni, ma pochi, passi del saggio non si è potuto prescindere da un linguaggio tecnico e specifico che, tuttavia, abbiam cercato di rendere flessibile adattandolo a una maggiore cerchia di lettori che non fossero musicisti. Il lettore troverà un paio di riferimenti attuali in discordanza con la cronologia del saggio stesso; l’abbiamo inseriti  per maggiormente lumeggiare taluni argomenti. Ciò detto, per dovere e per informazione, e grati alla Direzione per averci concesso la pubblicazione di un tema non frequente sullo scenario dell’apologetica cattolica, passiamo all’esposizione.

Maggio 2014

GNOSI E MUSICA NEL ‘900
Saggio breve sulla cultura esoterica musicale
del XX secolo


Parte IV




Ezra Pound



Gli anni del secondo dopoguerra sono l’incubatrice ove fervono, pronte ad esplodere, le contestazioni giovanili. Si profila un Nuovo Ordine Mondiale che l’oligarchìa politico/finanziaria occulta ha, da tempo, programmato e che si concretizza con una nuova configurazione degli stati nazionali destinati a fondersi in realtà più ampie, come si dimostra con l’incoerente scacchiera europea, in cui, decapitata l’autonomia dei popoli, su di essi vigilano e dominano i commissarii politici, apparentemente rettori delle sorti comuni ma, in realtà, come ben disse Ezra Pound “camerieri dei banchieri”. E’ l’Europa degli economisti e delle caste, della nuova finanza e dei derivati. Del tutto assente lo spirito comune che il Cristianesimo, cancellato dalla Costituzione di Strasburgo, aveva modellato nel corso di una storia bimillenaria.


   
La pace vi ha portato  nuove mode, usi, costumi nuovi e comportamenti più liberi, ispirati alla “american way of life”, lo stile di vita americano. Con la Coca Cola, il chewing gum, il boogie–woogie, e i jeans arrivano lo slang e l’inglese - il sostituto delle lingue europee continentali, così come è stato programmato  nel progetto Extension of the English Speaking idea (Ruskin, Rhodes, Erlanger) - e, soprattutto, arriva uno spirito libertario/massonico che spinge ed urge a forme di vita svincolate dal principio di autorità, dalle secolari consuetudini tipiche dell’Europa latino/cristiana – famiglia raccolta attorno al tavolo, rispetto delle istituzioni, la chiesa quale centro della comunità – e soprattutto, uno spirito e una cultura di tipo anarcoide che corrode e svelle i fondamenti della legge e dell’ordine di Dio.



Incentrati su Karl Marx:
Theodor Adorno, Herbert Marcuse
Max Horkeimer e Jürgen Habermas


La Scuola di Francoforte, trasferitasi negli USA, specialista nella creazione di “stati d’animo”, la scuola di Max Horkheimer, di Th. W. Adorno e di Herbert Marcuse, ha diffuso il nuovo verbo, nunzio di relativismo, di nichilismo, di contestazione – l’uomo a una dimensione -  e le università americane sono le prime a scendere nelle strade e a contrapporsi alla legalità con segnali di forte audacia e di ribellismo. Seguono la Francia, la Germania e l’Italia che daranno il meglio di sé con la formazione di gruppi terroristici di chiara – altro che sedicente! - ispirazione anarco/marxista.
Ma non è questo il tema che ci siamo proposti di esaminare ché l’addentrarci in questo complesso labirintico, di cui molte sono più le ombre che le luci, dovrebbe esigere l’esame di pagine e pagine, di documenti e documenti, e di ricerche che, a tutt’oggi, son lungi dall’aver chiarito i ruoli e di quei gruppi e delle stesse istituzioni politiche interessate. Vogliamo, perciò, limitarci all’àmbito musicale e alle mutazioni sostanziali che questo risentì  fino a divenire egemone una forma che gli specialisti del settore definiscono “musica di consumo”.


    
Col termine “beat” si indica la pulsazione ritmica del jazz. Il movimento, sviluppatosi in Inghilterra all’inizio degli anni ’60, spinto dal blues e dal primo rock ‘n roll americano, venne personificato da un gruppo di Liverpool  che fece da battistrada alla formazione di altri numerosi gruppi. Ma già prima, negli anni ’50 era sorta, in California, la “beat generation”, una dottrina e uno stile di vita più che un mero pensiero accademico, che esaltava il vagabondaggio, l’alcool, il sesso libero e promiscuo, la comune quali strumenti di emancipazione e di un ritorno alla natura di russoiana memoria. Apparvero i “figli dei fiori”, gli hippies. I loro esponenti videro nell’irrazionalismo mistico, e nella filosofia zen, l’alternativa alla tradizione e alla società industriale. E negli stati di allucinazione, prodotti dall’assunzione di sostanze psicotrope – LSD, psilocibina, peyote – personaggi come Timothy Leary, Allen Ginsberg, Jack Kerouac, Andy  Warhol, William Burroughs intravidero la “Gnosi chimica”, come bene la definisce Mario Arturo Jannaccone (Rivoluzione psichedelica – ed. Sugarco, Milano 2008) e, per essa, la possibilità di pervenire alla “luce cosmica” e all’assoluto, di sperimentare un’esistenza estetica inimitabile, e di suggere il midollo della vita.




The Beatles - Gli Scarafaggi
Nel 1965, la Regina d'Inghilterra, capo della chiesa anglicana,
conferisce loro il titolo di SIR” - baronetti.
   
Frattanto, a Liverpool, come si disse, ai primi degli anni ’60, quattro giovani avevano formato un complesso musicale, rivoluzionaria novità di cui  non fu percepita, sul momento, la dirompenza etica ed eversiva avendo fatto più notizia il loro abbigliamento e la folta zazzera. Sicché i quattro capelloni, Beatles, questo il nome che si attribuirono, divennero il manifesto vivente dell’anticonformismo giovanile con la musica che, fattasi innesco determinante, provocò la deflagrazione mondiale. Il successo che arrise al quartetto fu di  inimmaginabile ed inarrestabile impatto e, sull’onda dell’evento, altri gruppi apparvero seco recando ognuno un’impronta diversa e sempre più spinta e dilatata all’oltranza.
Sono di quegli anni i Rolling Stones, gli Yardbirds, gli Animals, i Pretty-things, e poi  gli Small faces  e i Metallica. Lo stile, il ritmo musicale  di vivace, frenetica ed irruenta motilità segnata dal battere delle percussioni ed amplificato a regime di centinaia di decibel, fu denominato “Rock ‘n roll” e cioè, “ondeggia e rotola”. Esso si espresse, all’inizio, per lo più nel ballo dove, abbandonati gli schemi classici  ed eleganti fissati da usanze e da scuole, e sostanziati da regole e procedure, aprì alla libertà “cinetica” e all’inventiva estemporanea dei movimenti che non differivano dalle acrobazie circensi, assumendo contemporaneamente, soprattutto presso i giovanissimi – con la scaltra entrata di personaggi adulti  in veste di ideologi e guru - valore di libertà e fenomeno di costume, simbolo di protesta e di ribellione verso il mondo fino allora codificato dall’etica conservatrice laica e, nella fattispecie religiosa, dal Cattolicesimo.
   
Geneticamente, nacque come adattamento “bianco” del “rhytm and blues” afroamericano ed in Italia si affermò con i cantanti così detti “urlatori”. 
A partire dal ’60 lo stile rock si espande e si diversifica in modi e strutture, principiando dal beat inglese e, poi, nel fenomeno della “pop music”. Di seguito si ebbero: country rock, folk rock, punk rock, new wave, metal rock, hard music, heavy metal, acid ed altre numerose sigle.
La svolta, quella che conferì al rock una configurazione di facciata -  non struttura sia chiaro! -  anche “culturale” e filosofica, fu l’adesione dei Beatles alla scuola orientale del guru Osho Rajneesh, fondatore della comunità degli “arancioni”,  una scuola, meglio, una sètta di impronta atea, coagulo del più distillato sincretismo edonista che promuove l’aggregazione sociale come incontro libero tra gli associati, dove si pratica l’ipnosi con cui percepire il Nulla e, infine, la sessualità quale strumento di elevazione. Da questo momento, il rock si infarina di filosofìa con esiti che pervengono nella direzione di un progressivo inoltramento verso regioni infere e sotterranee. L’assunzione di droghe “pesanti” si fa pratica quotidiana e raccomandata, le esibizioni tendono a farsi “segnavia” di condotta trasgressiva fino ai confini del sordido, fino ai territorii della neuropatologìa, dell’alienazione mentale  e della possessione diabolica.


   
Appaiono, nei testi, messaggi subliminali e non, espressivi del culto di Satana con, in prima linea, il gruppo dei Kiss, acronimo, non smentito, di “Knights In Satan’s Service”, Cavalieri al servizio di Satana. Il saggio di Carlo Climati “Inchiesta sul rock satanico – Ed. Piemme, 1998”  affronta in modo dettagliato e completo il delicato e grave problema evidenziando come anche le copertine degli album discografici stiano in linea con la nuova direzione: immagini ove non ci si perita di raffigurare Satana – il caso del gruppo rock “Dio” – o addirittura l’icona blasfema di un Cristo “sbudellato” del gruppo “Deicide”.
Dai proclami di libertà si passa, col tempo, ai manifesti dell’ateismo conclamato fino all’avversione palese alla Chiesa cattolica, ai suoi dogmi, alla sua morale e ai suoi rappresentanti. Scenografie blasfeme, come quella di una grande croce di cristalli con sopra “inchiodata” la sconcia kabbalista cantante Louise Veronica Ciccone, alias “Madonna” (!) – Roma, 21 aprile 2006 – sono sempre più ricorrenti nel corso dei raduni rock, con i gruppi alla ricerca di più scioccanti, perversi ed erotici apparati coreo/scenografici.


   
Intanto, come ben documenta Stefano Marzorati – Autostrada per l’Inferno – Ed. Sperling & Kupfer, Milano 1995 – nel mondo del rock appare la “Signora Nera”: la morte. Droga, sesso sfrenato, denaro, abuso di alcoolici, esibizioni oltre il limite delle possibilità fisiche, provocano i primi suicidii e i primi decessi per crollo psicofisico. Sono tutti personaggi per lo più di giovane età in cui il vuoto, creatosi con l’erosione dei valori e delle virtù cristiane, è stato occupato dalle forze del male. E’ la “gioventù bruciata” fatta emblema, a cui è offerta la tragica sublimità della follìa nicciana che sprofonda nell’abisso del nichilismo esistenziale, è il mito del superuomo prometeico che brucia come olocausto, è la dannazione faustiana di vite che si perdono nell’illusione di consumare “in tempore brevi tempora multa”.
Riportammo, nella nostra nota, la notizia della morte della figlia del cantante inglese Bob Geldof – aprile 2014 - suicida per dose massiccia di droga, ma i lettori ricordano che già nel marzo precedente s’era uccisa, impiccandosi, la moglie del cantante satanista Mick Jagger, capo del gruppo Rolling Stones. La figura più emblematica della tragica morte, resterà quella di John Lennon (1940) eminenza dei Beatles, fasullo filosofo e esperto di orientalismo, assassinato a New York l’8 dicembre 1980. Aveva espresso, da pensatore quale non era, una sua peregrina perplessità quando aveva affermato: “Non so se scomparirà prima: il rock ‘n roll o il Cristianesimo” (Philip Norman: John Lennon. Biografia – Ed. Mondadori, Milano 2009, pag. 265). Quell’8 dicembre(!) il Cristianesimo continuava, ma John Lennon scompariva.


   
Sono, oggi, numerosissimi  i  personaggi del circo della musica rockettara morti per cause legate alla musica “satanica”, e per lo più suicidi, con larga presenza di omicidi e di violenza varia, addirittura nello stesso àmbito familiare. Ed allora, prima di assegnare a questa oscura regione dell’arte riconoscimenti di validità culturale ed estetica, o di nascosta possibilità di evoluzione spirituale, talune autorevoli riviste cattoliche farebbero bene a scorrere il bollettino funebre delle centinaia di giovani e meno giovani dissoltisi per le conseguenze della propria trasgressiva vita e per una scelta sterile quanto aberrante.
D’altra parte, cosa ci si può aspettare da testi deliranti come: “Voglio vivere in fretta, morire giovane e lasciare un bel cadavere “ (John Dereck); “Forse la sola legge naturale legata al successo è che l’uomo famoso è costretto alla fine a commettere il suicidio” (Don Delillo); “Se hai bisogno di sangue, dàttelo da te” (Iron Maiden); “Muori giovane, muori in bellezza” (Blondie)?
Ma ciò che desta il biasimo e lo sdegno è la correità di una stampa, pur anche cattolica, che esalta siffatto culturame e lo diffonde come modello da imitare, e chi tenta di denunciare tale losca connivenza viene deriso e silenziato con l’accusa di passatista nostalgico, un “laudator temporis acti”. E sono ancora numerosi i gruppi che, abbracciato il versante “underground”, sotterraneo, fanno espresso riferimento alle varie scuole di esoterismo che vanno dal calderone New Age, dall’induismo, dallo spiritismo, al salutismo somatolatrico, alle teorie teosofiche, antroposofiche, magico/occultistiche, energetiche e financo ai contattisti UFO, fino al vero e duro satanismo moderno i cui capiscuola restano Albert Pike, Jules Doinel, Aleister Crowley, Sandor A. La Vey, Ronald Hubbard, Marco Dimitri. A questi si rifanno: Beatles, Led Zeppelin, Kiss, cantanti come Jimmy Page, David Bowie, Ozzy Osborne, Sting. E tutta la legione.



Conjunctio oppositorum
   
E’ da dire che, di siffatta filosofìa, i presupposti reggenti sono: ateismo, sesso libero etero ed omo, droga. Questi fondamenti sono la  prova della marca gnostica di quanti operano la “conjunctio oppositorum” – l’unione degli opposti – coniugandovi  la filantropìa a pro della foresta amazzonica, dei malati di AIDS, della FAO, delle adozioni a distanza, dell’infanzia africana.  Satana, in quest’epoca di dissoluzione, non ha bisogno di sottili o clamorose gesta per dominare le anime né tanto meno praticare la possessione fisica che, al postutto, lo spirito postconciliare della cattolicità ritiene essere, per la più parte, manifestazioni psicopatologiche perfettamente curabili con la psicoanalisi e con i farmaci.



Conteggio dei rave parties consumati
   
La discoteca, i “rave parties”, i massicci raduni rocchettari sono, oggi, il campo di reclutamento e riserva di caccia del demonio.  Il resto lo fa un’economìa legata a questo mercato e di profitto in cui le grandi disponibilità finanziarie della massoneria hanno facile gioco nel creare e sostenere mode, tendenze stati d’animo, flussi d’opinione e di droga ben canalizzati.

Ciò che desta inquietudine, rafforzando la convinzione di essere testimonii di un orrido degrado culturale ed etico, è l’interscambiabilità dei ruoli che, da alcuni anni si pratica, con celebri direttori di orchestra e cantanti lirici che si cimentano col rock e cantanti rock che tengono sedicenti concerti in teatri lirici. Naturalmente non è tanto la  curiosità di un grande direttore che dirige brani metallari o technomusic, quanto la creazione di uno stato d’animo che conduce a considerare la musica di consumo e quella lirica, sinfonica, da camera, melodica di pari dignità forma e contenuto. Se possiamo tirar un’analogìa, ci sia lecito dire che è la stessa  che corre con le recenti canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: ciò che la Gerarchìa ha voluto sottolineare non è tanto la santità dei due pontefici quanto il fatto che è “santo” il Concilio Vaticano II, di cui, i due pontefici  furono rispettivamente promotore e gestore.

Si domanda, Luciano Pirrotta (Abstracta n. 20 pag. 86), se certa musica rock eserciti e provochi dannosi effetti sui giovani. Noi ne siamo più che convinti, intanto perché la falcidie suicidaria non accenna a fermarsi e poi perché Woodstock 1969 continua e l’autostrada della dissoluzione, checché ne pensi, scriva e dica padre Antonio Spadaro S. J, più si lorda e s’inonda del sangue delle vittime offerte al Moloch dell’edonismo, al principe, cioè, e dominus  di questo mondo, a Satana.
(fine)

                                                          
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maggio 2014

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