![]() |
Amministrazione Apostolica
Personale
Decreto di erezione dell'Amministrazione Apostolica Sito dell'Amministrazione Apostolica Sito del seminario Documenti ufficiali Altri documenti dell'Amministrazione Apostolica Reazioni intorno alla costituzione dell'Amministrazione Apostolica In questa pagina
Nostra presentazione del 2002 Notizia sull'accordo (10 gennaio 2002)Notizia sulla costituzione dell'Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney La scomparsa di S. Ecc.za Rev.ma Mons. Licinio Rangel, Amministratore Apostolico Questa nostra presentazione verrà aggiornata via via che avremo nuove notizie e nuovi documenti, mediante delle aggiunte successive, in modo da mantenere il testo precedente
La notte di Natale del 2001 il Santo Padre ha firmato un documento col quale viene riconosciuta l’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney (il Santo Curato d'Ars), di Campos, Brasile. Questa struttura ecclesiastica è stata fondata da Mons. De Castro Mayer, già vescovo di Campos, e dopo la sua morte è stata retta da un nuovo vescovo, Mons. Licìnio Rangel. L’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney ha sempre mantenuto fedelmente lo scopo per cui è nata: tenendo fermi i principii della dottrina cattolica e il Magistero della Chiesa alla luce della Tradizione. L’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney ha sempre mantenuto strettissimi rapporti con la Fraternità Sacerdotale San Pio X, tanto che negli ultimi colloquii che quest’ultima ha avuto col Vaticano è stato sempre presente un delegato di Mons. Rangel. Allo stato attuale l’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney, che opera quasi esclusivamente nella diocesi di Campos, conta: 1 vescovo, 27 preti, 20 seminaristi, 100 suore, 50.000 fedeli,
Resta da capire quale sarà la posizione
ufficiale
dell’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney
nei confronti dell’Ordinario diocesano del luogo e nei confronti della
Conferenza Episcopale Brasiliana, quale sarà la posizione
ufficiale
del seminario di Campos dal punto di vista della conduzione e della
scelta
degli insegnati, e in qual modo sarà definita la questione della
posizione e della successione del suo vescovo Mons. Rangel, il quale
attualmente
versa in precarie condizioni di salute (che il Signore lo aiuti).
Con l’occasione, è il caso di ricordare
che un
accordo basato sulla piena autonomia sembrava poter essere possibile
anche
per la Fraternità San Pio X, già fin dal luglio del 2001,
salvo la questione della pregiudiziale posta dalla Fraternità: la
liberalizzazione dell’officio della S. Messa tridentina.
(10 gennaio 2002) (torna su)
Aggiornamento del 19 gennaio 2002 Ieri si è svolta la cerimonia con la quale l’Unione Sacerdotale San Giovanni Battista Maria Vianney è diventata l’Amministrazione Apostolica San Giovanni Battista Maria Vianney, retta da un proprio vescovo, con giurisdizione personale e alle dirette dipendenze della Sede Apostolica. La Santa Sede ha reso nota la lettera di benvenuto che S. S. Giovanni Paolo II inviò a Mons. Rangel il 25 dicembre dell’anno scorso. In attesa di leggere il decreto di erezione, riteniamo utile proporre alla riflessione alcune osservazioni. Nella lettera che il Papa ha inviato a Mons. Rangel a Natale (che pubblichiamo tra i documenti), vi sono alcuni elementi che lasciano perplessi. Il primo è quello relativo alla "giurisdizione territoriale" della nuova Amministrazione Apostolica. Essa è limitata alla diocesi di Campos. Ciò significa che il suo apostolato deve limitarsi al territorio di quella diocesi. Vero è che i sacerdoti della vecchia Unione Sacerdotale hanno sempre operato quasi esclusivamente in quella diocesi, ma è anche vero che questa nuova Amministrazione Apostolica, cosí concepita, è la riprova che Roma si tiene ferma ai riconoscimenti dello stato di fatto, piuttosto che ai riconoscimenti delle esigenze dei fedeli tradizionalisti, non ammettendo che possa esserci alcun vasto respiro per ogni realtà tradizionale esistente in seno alla Chiesa. È la stessa posizione che si tiene nei confronti della Fraternità Sacerdotale San Pietro. Questa esiste, oseremmo dire “quasi per forza”, poiché concepita a suo tempo come contraltare della Fraternità San Pio X, ma la si ostacola con ogni mezzo, sia da parte dei vescovi, sia da parte della Commissione Ecclesia Dei. E questi ostacoli non sono relativi alla stessa esistenza della Fraternità, ma riguardano il suo apostolato tradizionale, formalmente riconosciuto e praticamente osteggiato. Se la Santa Sede credesse veramente nella bontà intrinseca degli organismi tradizionali esistenti in seno alla Chiesa, dovrebbe lasciare ad essi la possibilità di svilupparsi in base alle esigenze dei fedeli, poiché, proprio come dice il Papa nella sua lettera, la legge suprema della Santa Chiesa è la salus animarum (cf. can. 1752 CIC). Nel caso di Campos accadrà invece, come accade in tutto il mondo cattolico, che se un fedele di Rio de Janeiro sente il bisogno di accostarsi alla liturgia tradizionale non potrà farlo, come fa il suo confratello che abita a Campos, a pochi chilometri da lui, poiché non ha a disposizione alcun organismo ecclesiastico che possa assisterlo, né potrà servirsi di quello di Campos. È vero che la legge suprema è la salus animarum, ma essa sembra essere tanto suprema da apparire relegata, almeno per certi fedeli, nel piú alto dei cieli, mentre invece su questa terra, nelle diocesi della Chiesa, si persegue solo il bene della chiesa, e della chiesa locale, affidato ai vescovi che spessissimo di liturgia tradizionale non ne vogliono proprio sapere.Siamo allibiti! Il comunicato ufficiale è solo di ieri, e già il “teologo del Vaticano” annuncia che tutto quello che assicura il Papa e che probabilmente è scritto sul decreto da lui firmato, ha solo un valore relativo e temporaneo, in attesa che non valga niente. Incominciamo davvero bene! Vuoi vedere che ha ragione la Fraternità San Pio X a non fidarsi del Vaticano? (torna su)
aggiornamento del luglio 2002 Dopo alcune incertezze sui contenuti e sui tempi della pubblicazione del Decreto di erezione della Amministrazione Apostolica Personale San Giovanni Maria Vianney, il sito internet della stessa Amministrazione Apostolica ha reso pubblico il documento. La cerimonia ufficiale per la nascita di questa Amministrazione Apostolica si è svolta a Campos, Brasile, il 18 gennaio, ma, a quella data, non si conosceva ancora il testo del Decreto di erezione. La cosa apparve strana a molti, poiché si capiva che Mons. Rangel avesse accettato di sottoscrivere pubblicamente la Dichiarazione solenne di sottomissione al Soglio Pontificio senza avere in mano il testo del Decreto di erezione e basandosi solo sulla fiducia. Non è che la cosa dovesse essere considerata
riprovevole di per
sé, anzi, la fiducia dimostrata da Mons. Rangel lasciava capire
che i colloquii avuti col Cardinale Castrillon fossero davvero ben
promettenti
per la causa della Tradizione. Peraltro, la lettera
del Papa a Mons. Rangel aveva sollevato qualche
perplessità
(vedi) e ci si aspettava dunque che
il
Decreto venisse reso pubblico il piú presto possibile. Comunque sia, il Decreto è stato finalmente reso pubblico e diciamo subito che il suo contenuto può considerarsi molto interessante: si tratta infatti di un documento davvero innovativo. Ma prima di considerare gli elementi positivi, pensiamo sia opportuno soffermarsi su due punti che appaiono, in prospettiva, come passibili di fraintendimenti. I - Per speciale mandato del Sovrano Pontefice, con decreto della Congregazione per i vescovi, è costituita l’Amministrazione Apostolica personale «San Giovanni Maria Vianney» che comprende solamente la diocesi di Campos in Brasile e che è giuridicamente equiparata alle diocesi direttamente soggette alla Santa Sede.Questo articolo del Decreto, quantunque logico per la particolare natura dell’attuale Amministrazione Apostolica San Giovanni Maria Vianney, di fatto stabilisce una limitazione per i fedeli brasiliani che per anni hanno avuto nella vecchia Unione Sacerdotale San Giovanni Maria Vianney un punto di riferimento di tipo tradizionale. In effetti, il Vescovo e i sacerdoti della vecchia Unione Sacerdotale, su pressante sollecitazione dei fedeli, esercitavano il loro apostolato anche fuori dalla Diocesi di Campos; si potrebbe dire: inevitabilmente. Questo non sarà piú possibile alla nuova Amministrazione Apostolica, tant’è vero che molti fedeli si stanno rivolgendo adesso alla Fraternità Sacerdotale San Pio X: anche questo inevitabilmente. Questa limitazione territoriale alla sola Diocesi di Campos, sembra debba addebitarsi principalmente alla forte opposizione della Conferenza Episcopale Brasiliana. Al di là degli aspetti formali e giuridici, che pure hanno la loro importanza e spesso i loro limiti, non si può evitare di far notare che ancora una volta i preconcetti e l’ostilità nei confronti della Tradizione della Santa Chiesa, tipici di molti Ordinarii diocesani, hanno finito col prevalere sull’interesse dei fedeli. Nonostante la prima cura della Chiesa resti ancora la salus animarum, ancora oggi si deve constatare come, per molti Vescovi, la cura per la salvezza delle anime dei fedeli continui ad essere subordinata agli interessi di bottega, alle ideologie personali e ai fumi modernisti che annebbiano la loro mente, fumi che già lo stesso Paolo VI aveva chiamato “fumi di Satana”. IV - L’Amministrazione Apostolica personale «San Giovanni Maria Vianney» è affidata alla cura pastorale di un Amministratore Apostolico, quale suo Ordinario proprio, che è nominato dal Sovrano Pontefice in base alle norme della legge comune.È comprensibile che quest'altro articolo del Decreto non potesse essere formulato che cosí, e sembra implicito che la successione dell’attuale Amministratore Apostolico debba avvenire nello spirito della specifica natura della stessa Amministrazione Apostolica: e cioè scegliendo il successore tra i presbiteri dell’Amministratore Apostolico stesso. Eppure, alla luce dell’esperienza attuale, è impossibile non notare che il richiamo “alle norme della legge comune”, e cioè alle norme del Codice di Diritto Canonico vigente, potrebbe rendere vana questa deduzione dettata dal buon senso. Il CDC (Can. 381 § 2) equipara l’Amministratore
Apostolico al Vescovo,
e stabilisce (Cann. 364 e 377) che per la sua successione si sottoponga
alla Sede Apostolica una terna di nomi alla cui definizione può
concorrere un gran numero di soggetti, sia indirettamente sia
direttamente,
terna che passa poi al vaglio del Legato Pontificio che dovrà
tenere
conto della Conferenza Episcopale. Vero è che il Sommo
Pontefice
nomina liberamente i Vescovi (Can. 377), ma nessuno può negare
che
è ancor piú vero che non si muove foglia che la
Conferenza
Episcopale non voglia. Per quanto riguarda la successione dell’attuale Amministratore Apostolico, Mons. Licinio Rangel, la Santa Sede ha già provveduto alla nomina di Vescovo coadiutore con diritto di successione del Rev. Padre Fernando Arêas Rifan, già Vicario di Mons. Rangel: e per adesso tutto va bene; ma in futuro? Mons. Fernando Arêas Rifan verrà consacrato
Vescovo
di Santa Romana Chiesa il 18 agosto 2002, alle ore 9, nella
Fundação
Rural de Campos - Av. Presidente Vargas, 180 - Pecuária - Campos
dos Goytacazes / RJ., da S. Em.za Rev.ma il Card. Darío
Castrillón
Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero, coadiuvato da S. Ecc.
Rev.ma Mons. Roberto Gomes Guimarães, Vescovo diocesano di
Campos
e da S. Ecc. Rev.ma Mons. Licínio Rangel, Amministratore
Apostolico
dell’Amministrazione Apostolica Personale San Giovanni Maria Vianney. Passiamo ora agli aspetti decisamente positivi. Intanto la chiamata al seggio vescovile del Padre Rifan
è un
elemento di grande importanza circa la decisa volontà del Santo
Padre di assicurare continuità e stabilità alla nuova
Amministrazione
Apostolica Personale, che potremmo benissimo chiamare “Tradizionale”.
Non
possiamo, quindi, che compiacerci per tanta attenzione e per tanta
preveggenza.
Questa decisione pone un punto fermo circa le intenzioni della Santa
Sede
riguardo alla liturgia, alla disciplina ecclesiastica e alla pastorale
tradizionali. Non v’è alcun dubbio che a partire dal gennaio di quest’anno, con questa decisione, la Santa Sede ha fatto scadere il valore limitativo della lettera Quattuor abhinc annos e dello stesso Motu Proprio Ecclesia Dei.Ma c’è di piú. Quando, nel 1999, ebbe inizio la sconcertante vicenda della Fraternità San Pietro (vedi), l’oggetto del contendere consisteva nel dibattuto uso esclusivo della liturgia tradizionale. L’allora Superiore generale della Fraternità, insieme alla maggioranza dei sacerdoti, affermava il diritto della Fraternità all’uso esclusivo della liturgia tradizionale e, sulla base di questo diritto negava ai sacerdoti della Fraternità la possibilità di celebrare col Novus Ordo e di “concelebrare” con i Vescovi diocesani. Ovviamente, fu chiaro a tutti che la discordia in seno alla Fraternità San Pietro era stata fomentata dai Vescovi e da una parte della Curia romana: 16 preti della Fraternità fecero ricorso a Roma. Il Superiore venne destituito, e venne imposto alla Fraternità l’obbligo della “concelebrazione” insieme alla facoltà-obbligo che ogni sacerdote potesse-dovesse celebrare col Novus Ordo ogni qual volta le circostanze lo avrebbero richiesto. Uno dei motivi principali addotti per umiliare in tal modo il Superiore, il Rev. P. Joseph Bisig, e la stessa Fraternità San Pietro, fu il richiamo al “diritto liturgico generale”, in base al quale “l’unica forma in vigore di celebrazione del Santo Sacrificio secondo il Rito romano … è il Messale Romano approvato e promulgato per autorità del papa Paolo VI, con la Costituzione Apostolica Missale Romanum del 3 aprile 1969” (si veda la lettera della Congregazione per il Culto Divino). Ora, l’art III del Decreto di erezione della nuova Amministrazione Apostolica di Campos, cosí recita: III - All’Amministrazione Apostolica è accordata la facoltà di celebrare la santa Eucarestia, gli altri Sacramenti, la Liturgia delle Ore e le altre azioni liturgiche, secondo il Rito romano e la disciplina liturgica prescritte da San Pio V, con gli adattamenti introdotti dai suoi successori fino al beato Giovanni XXIII.La “facoltà”, che comporta la “potestà”, accordata con questo Decreto non è limitata all’uso dei libri liturgici “secondo il Rito… di San Pio V”, ma include l’adozione della “disciplina liturgica prescritta da San Pio V”: il che significa che l’Amministrazione Apostolica di Campos ha la “facoltà”, il “potere”, di seguire fedelmente la Costituzione Apostolica Quo primum tempore del 19.7.1570. Questa “facoltà” non è accordata ad un prete, né ad un religioso, né tampoco ad un gruppo di fedeli, ma è accordata ad un Vescovo della Chiesa, a cui non si dà piú “la possibilità di usufruire di un indulto” (vedi la lettera Quattuor abhinc annos), ma si accorda il potere di usare i libri e la disciplina liturgica pre-conciliare per tutta la sua Chiesa particolare. Non può esservi alcun dubbio che, con questo Decreto, la Santa Sede ha sancito il superamento dell’“indulto” e ha liberato la Chiesa particolare di Campos dalla sottomissione al “diritto liturgico generale”. In questa Chiesa particolare, non solo non è necessario usare l’“indulto” o il Motu Proprio Ecclesia Dei adflicta, ma nessuno può pretendere che i sacerdoti in essa incardinati possano-debbano usare il Novus Ordo, né tampoco la concelebrazione. E dal momento che il Vescovo e i sacerdoti di questa Chiesa particolare sono sottoposti alla disciplina liturgica di San Pio V, essi non possono usare il Novus Ordo, né la concelebrazione, anche quando si trovano fuori dal territorio della loro Diocesi (Amministrazione Apostolica). Si tratta di una svolta decisiva nella vita della Chiesa. Anche se bisogna riconoscere che permangono ancora dei punti controversi, soprattutto per la grande disparità di trattamento che la Santa Sede ha adottato, nel giro di due soli anni, nei confronti degli Istituti dell’Ecclesia Dei. Per quanto riguarda i gruppi di cattolici fedeli alla Tradizione sparsi nel mondo e sottoposti alla giurisdizione dei propri Vescovi, essi hanno da adesso un considerevole punto d’appoggio per far valere i propri diritti. Nessun Vescovo può piú permettersi di affermare che la sola forma liturgica vigente nella Chiesa Cattolica è il Novus Ordo.Certo, questo Decreto non vincola nessun Vescovo in nessun modo, dal punto di vista della “norma”, ma lo vincola dal punto di vista “morale”; e nessuno può mettere in dubbio che l’esercizio della giurisdizione vescovile non corrisponde alla gestione di una società commerciale, ma è fondata sulla carità e sulla premura pastorale per il bene della Chiesa e la salus animarum, e quindi è fondata su presupposti eminentemente religiosi e morali, ai quali il Vescovo è obbligato ad attenersi piú di quanto sia tenuto ad attenersi alla norma giuridica (cfr. Can. 378). Se non altro perché le norme giuridiche hanno un valore passeggero, mentre la cura delle anime ha un valore perenne. Se poi tanti Vescovi continueranno a trattare i cattolici
fedeli
alla Tradizione come dei disturbatori e dei malfattori, applicando nei
loro confronti le norme della Chiesa nella maniera piú
restrittiva
possibile o non applicandole affatto, i fedeli avranno il diritto di
accusarli
di assoluta mancanza di carità cristiana e di totale
insensibilità
nei confronti delle loro ànime, potendoli cosí ritenere
non
legittimati ad esercitare la propria potestà di governo e di
insegnamento. §1. Ad idoneitatem condidatorum episcopatus requiritur ut quis sit:
(torna su)
Diamo qui di seguito alcune informazioni circa la costituzione dell’Unione Sacerdotale San Giovanni Maria Vianney
Quando, il 30 giugno 1988, Mons. Marcel Lefèbvre
ordinò
gli attuali quattro Vescovi della Fraternità Sacerdotale S. Pio
X, fu assistito, come d’uso nella Chiesa Cattolica, da un altro Vescovo
cattolico: Mons. De Castro Mayer, Vescovo Emerito di Campos,
Brasile. In occasione dell’ordinazione dei nuovi quattro Vescovi, Mons.
De
Castro Mayer, nell’omelia allora pronunciata, tenne a dichiarare: Già nel 1986, in seguito alle aperture di Giovanni
Paolo II nei
confronti degli Ebrei, e dopo l’avvenuta assemblea ecumenica di Assisi,
Mons.
de Castro Mayer aveva firmato, insieme a Mons. Lefèbvre,
la seguente dichiarazione: + Marcel Lefèbvre
Buenos Aires, 2 dicembre 1986 + Antonio De Castro Mayer Ciò nonostante, Mons. De Castro Mayer non faceva parte della Fraternità Sacerdotale San Pio X, fondata da Mons. Lefèbvre, nel 1970, col preciso e dichiarato scopo di conservare il sacerdozio cattolico tradizionale e con l’approvazione della Santa Sede. Nato il 20 giungo del 1904, a Campinas, nello stato di San
Paolo, Brasile,
viene ordinato sacerdote il 30 ottobre 1927. Per 13 anni insegna
filosofia
e teologia dogmatica nel seminario di San Paolo e dal 1940 è
assistente
generale dell’Azione Cattolica. Nel 1942 è Vicario Generale
della
diocesi di San Paolo. Il 23 maggio del 1948 riceve l’ordinazione
episcopale
e nel 1949 diviene vescovo di Campos. Al fine di assicurare la continuità dell’opera di Mons.
De
Castro Mayer, il 28 luglio del 1991 il Rev. Padre don Licinio
Rangel
riceve l’ordinazione episcopale da tre vescovi della Fraternità
Sacerdotale San Pio X, Mons. Bernard Tissier de Mallerais,
Mons.
Richard Williamson e Mons. Alfonso de Galarreta. Viva Dom Antonio, viva Dom Lefèbvre, viva Dom Licinio, viva i vescovi della Fraternità! Viva la Santa Chiesa Cattolica! per piú di mezz’ora si sentono risuonare nella chiesa gli evviva di entusiasmo e l’inno alla Santa Chiesa: «Noi ti amiamo, siam tuoi figli. (torna su) ALLA PRIMA PAGINA (Home)
|