Bimbo nasce dopo quasi tre mesi
dalla “morte cerebrale” della madre

Pubblichiamo questa notizia a sempre attuale monito e a futura memoria circa la ormai diffusa e accettata pratica della vivisezione delle persone dichiarate morte a cuore battente e sottoposte al prelievo di organi.

Per quanto si sia dibattuto tanto in questi anni sulla questione, soprattutto dal punto di vista cattolico, la cosiddetta scienza non riesce a dare una sensata spiegazione del perché una persona supposta morta possa dare alla luce una persona viva, sia pure grazie ai mezzi artificiali usati della tecnologia medica.
La questione che la scienza non riesce ad affrontare, per la sua strutturale incapacità di comprensione del mistero della vita, non è relativa alla permanenza della vita in un corpo supposto morto, ma relativa al senso profondo della trasmissione umana dell'esistenza e della sua permanenza anche in presenza dei casi in cui si azzera la funzione cerebrale - secondo il responso delle apparecchiature mediche - mentre continua a pulsare il cuore, che in tempi normali veniva considerato il centro motore dell'esistenza in vita.

Questo caso che segnaliamo non è una novità assoluta, perché in questi ultimi vent'anni si sono verificati tanti casi del genere, senza che però sia venuta meno la supponenza della scienza circa la dichiarata totale legittimità tecnico-scientifica e “morale” della pratica del prelevamento degli organi da un corpo ancora col cuore battente.
Si dice che tale ultima condizione sia solo il prodotto“asettico” di un artificio tecnologico, ma si trascura di considerare il prevalente aspetto morale e “umano” e le relative implicazioni legate al fatto che un tale artificio tecnologico possa portare fino al concepimento di una nuova vita, com'è il caso che segnaliamo.

Ancora a mo' di monito ricordiamo uno degli ultimi casi simili verificatosi in Italia l'anno scorso.
Una società si dovrebbe supporre “civile” solo quando agisca tenendo primariamente presenti le esigenze legate al mistero dell'esistenza, che tale rimane anche in presenza delle successive ipotesi di lavoro della moderna speculazione scientifica, e non quanto inverta il processo intellettivo e privilegi le compiacenze tecnico-scientifiche scaturite da aprioristiche sperimentazioni medico-tecnologiche offerte a posteriori come “conquiste” della scienza atte a perpetuare l'esistenza in vita… come se si potesse arrivare a non morire mai!

Ma in questo nostro mondo moderno sembra non ci sia più posto per riflessioni che vadano al di là del mero sopravvivere e del relativo godimento terreno, tale che si rimane solo in pochi a richiamare l'attenzione sulla primaria importanza di riflettere sulle profonde motivazioni dell'esistenza terrena e sulle sue prospettive ultraterrene.
Ma questo è un altro discorso, perché attiene a Dio, e il mondo moderno conosce Dio solo per muovere illusoriamente guerra a Lui e per agire proditoriamente contro tutto quello che a Lui si richiami: dalla morale alla religione.

Non affrontiamo qui la questione semplice eppure complessa del prelievo di organi perché ne abbiamo già parlato più volte:
A proposito degli organi umani e del loro viaggiare da un corpo all'altro
A proposito di espianti e di trapianti
Espianti/trapianti: l'anima non conta più nulla?
Sui trapianti
Terza giornata nazionale dei trapianti
In bilico tra scienza e fede
La morte cerebrale: finalmente smascherata?
Lettera al cardinale Giovanni Saldarini sui trapianti
 Usa: salvato in extremis dall’espianto d’organi



Le due notizie

Portogallo

Nato bimbo a quasi 3 mesi dalla morte cerebrale della madre

8 Giugno, 2016 - 10:04

Un bimbo è nato in Portogallo dalla madre dichiarata morta quasi tre mesi fa. Lo riporta la Bbc. I medici hanno annunciato che il piccolo è venuto alla luce con taglio cesareo a Lisbona, sta bene, e pesa di 2,35 chilogrammi.
Il padre aveva dato il consenso alla continuazione della gravidanza quando i medici, il 20 febbraio scorso, avevano constatato la morte cerebrale della mamma, colpita da emoraggia cerebrale, ma anche le buone condizioni del feto. A gennaio un bimbo era nato in Polonia in simili condizioni, dopo 55 giorni nel grembo della madre uccisa da un tumore al cervello: pesava solo un chilogrammo ed è stato dimesso dall'ospedale solo nel mese di aprile.



Mamma in morte cerebrale,
 ma la gravidanza continua

Attaccata alle macchine per raggiungere la ventottesima settimana dopo un’emorragia cerebrale. Decisiva è stata la volontà dei familiari della vittima.
La madre è morta, ma i medici stanno tentando di tenere in vita il bambino che porta in grembo. Succede all’ospedale San Raffaele di Milano ed è un caso con pochi precedenti nel mondo.

Corriere della Sera, 30 ottobre 2014

Torna a casa il bimbo nato dalla madre morta: "La storia di un miracolo"

Torna a casa il bimbo nato dalla madre morta: "La storia di un miracolo"
Dopo poco più di un mese è stato dimesso dal San Raffaele di Milano il bimbo nato da una donna morta cerebralmente. Un'equipe medica competente e diversificata ha seguito il caso ed è arrivato il "lieto fine"

22 gennaio 2015 14:13

http://www.today.it/cronaca/dimesso-bimbo-nato-mamma-morta-milano.html



giugno 2016

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