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IL MOTU PROPRIO
Le prospettive
L'articolo “Le prospettive” in formato pdf Le premesse Una curiosa lettura del Breve esame critico 1988-2008 - un anniversario nell'annivesario Il testo del Motu Proprio: considerazioni e commenti Ci fu abrogazione ? La lettera di accompagnamento: considerazioni e commenti Le reazioni Le obiezioni L'applicazione Le prospettive Ultima ora Appendice - Canon Missae Appendice - Ritus romanus e Ritus modernus Luoghi e orari della S. Messa Istruzioni per l'uso Comunque si voglia considerare la questione, è indubbio che il Motu Proprio Summorum Pontificum cura ha aperta una nuova stagione nella vita della Chiesa. Sarebbe eccessivo parlare di un “voltar pagina”, anche perché questo dipende essenzialmente dalla Volontà di Dio, ma da qui in avanti si aprono nuove prospettive che è difficile prevedere dove possano condurre. Noi possiamo solo limitarci a fare la nostra parte, sperando sempre di pensare ed agire in maniera la più aderente possibile alla volontà di Dio, per la Sua Maggior Gloria. Fino ad oggi la tenuta e la perseveranza dei fedeli tradizionali,
con in testa i chierici, si sono dimostrate sensate ed efficaci. Da qui
in poi inizia un nuovo corso.
In un mondo che pretende di condursi impunemente come
se Dio non ci fosse, la vita del fedele di Cristo è costretta ai
margini, ai margini discriminati e irrisi di un contesto umano definitivamente
preda delle suggestioni del Demonio che “tamquam leo rugiens circuit,
quaerens quem devoret “ (come leone ruggente va in giro, cercando
chi divorare - 1 Pietro, 5, 8).
Lo stato di necessità in cui oggi ci troviamo, per il fatto di dover vivere in questo “giorno malvagio”, deve indurci a rifuggire dalla suggestione che si possa condividere questa o quella cosa partorita dalla dissoluzione di questo mondo moderno. Ciò che di accettabile oggi vi è in giro, è quanto rimane dell’educazione che la Chiesa ha impartita in duemila anni in nome di Nostro Signore Gesù Cristo, incidendo così profondamente nei cuori e negli spiriti che è impossibile che ne scompaiano le tracce. Ma anche queste sono velate e confuse dalla presenza di mille storture, spesso imbellettate e rese accattivanti. In questo quadro multicolore e abbacinante rientrano tante iniziative ecclesiali moderne, che si moltiplicano con l’illusione che si possa venire a compromesso col mondo. Il Demonio è riuscito a far credere, anche a molti chierici, che tra la Verità e l’errore vi sia comunque una via di mezzo: come se fosse umanamente concepibile che l’oro possa sempre brillare anche se mischiato col ferro e col piombo. Il Motu Proprio, dunque, è un punto di partenza,
non un punto d’arrivo.
Ciò nonostante, anzi proprio per questo, ognuno
deve fare il proprio dovere.
Ovunque possibile, occorre articolare dei gruppi di fedeli
che, comunque si vogliano chiamare, devono promuovere la celebrazione della
S. Messa e perseguire lo scopo della preparazione e dell’approfondimento
dottrinale.
Le realtà tradizionali esistenti vanno rafforzate, tenuto conto che le vecchie distinzioni, abusate fino ad oggi, non hanno più ragion d’essere. Oggi più che mai non è da soli che si può giungere alla meta: la solidarietà e l’amicizia cristiana non sono una scelta personale o di gruppo, ma un dovere di stato. Non si può rimanere seguaci di Cristo ognuno per conto proprio. Soprattutto oggi, in questo mondo che vuole tutti isolati per meglio aggredire e corrompere. Noi fedeli tradizionali non siamo tali in forza di
un’etichetta, ma per l’adesione alla Tradizione Cattolica, che ultimamente
si concretizza ad opera dei sacerdoti che in tanti anni hanno forgiato
la loro tempra nel fuoco della persecuzione e della esclusione dal corpo
ecclesiale. Comunque si voglia considerare questa realtà, questi
sacerdoti, da decenni sulla trincea della Tradizione Cattolica, devono
essere il nostro punto di riferimento, la nostra bussola. E se in Italia
è perfino difficile la loro personale frequentazione, occorre che
tutti, chierici e laici, ci si riferisca sempre alla loro direzione spirituale,
al loro esempio, al loro consiglio, pregando incessantemente Iddio che
mandi nuovi operai per la Sua messe.
Non bisogna dimenticare che, al di là dell’impressione che può provocare il linguaggio nudo e crudo, i tempi che viviamo sono tempi molto speciali, e molto speciali in termini negativi, sono tempi che nessuno può indicare come i tempi ultimi di cui parla il Vangelo, questo solo Dio lo sa, ma “ se li riconoscerete dai frutti”, questi sono tempi dai frutti amari, dai frutti avvelenati, tempi che fanno tremare le vene e i polsi. E in tempi così occorre chiamare a raccolta tutte le energie per poter resistere alle pressioni del maligno. Occorre prepararsi tenendo presente quanto accennato da Suor Lucia in un’intervista rilasciata al Padre Fuentes nel 1957: " La Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti alla fine dei tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo. La prima ragione è che Ella ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E una battaglia decisiva è uno scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l’altra sconfitta. …". Il Motu Proprio ha aperto un varco, da questo varco dobbiamo
far passare tutti gli elementi atti a recuperare alla causa della Tradizione
Cattolica quanti più sacerdoti è possibile, dobbiamo far
passare tutti gli elementi in grado di far capire ai fedeli che dietro
la bellezza della liturgia tradizionale vi sono una dottrina e un’educazione
cattolica che non servono ad appagare umane sensibilità, ma sono
indispensabili per collaborare col piano della Divina Provvidenza, che
una volta per tutte ha stabilito: “ … et portae inferi non praevalebunt
adversus eam ” (Mt. 16, 18-19).
Sulla base di quanto stabilito dal Motu Proprio, è
necessario che si costituiscano gruppi sempre più numerosi e motivati,
indipendentemente dal numero dei componenti, ed è necessario che
di questo si dia notizia alla Commissione Ecclesia Dei, la quale, prima
ancora di assolvere al dovere di aiutare e sostenere i fedeli tradizionali,
prenda atto della loro esistenza, al di là del numero e della collocazione
parrocchiale. Anche un solo fedele ha il diritto di usufruire di quanto
stabilito dal Motu Proprio, seppure in maniera ragionevolmente compatibile
con la particolare realtà in cui si trova, e questo va portato a
conoscenza della Commissione, perché lo faccia giungere fino al
Papa.
Nelle pagine interne abbiamo aggiunto alcune indicazioni per la formazione di questi gruppi e per la bisogna dei singoli fedeli, e l’abbiamo volutamente indicate col titolo invero leggero di “istruzioni per l’uso”. Un po’ perché vanno usate come le medicine, con la necessaria accortezza e con la dovuta ponderazione, “sotto il controllo del medico”; un po’ perché non si dimentichi che il Signore si serve in letizia: la problematica che viviamo è talmente seria che va affrontata con forza e determinazione, con durezza se necessario, ma sempre col sorriso sulle labbra e con cuore gioioso, non viviamo per prendere sul serio questo mondo, ma per lasciarlo senza alcun rimpianto, lieti di aver servito Iddio e speranzosi di gioire in eterno della sua beatifica visione. Solo il demonio si prende sul serio, ma lui non può
fare diversamente. … Lui è il demonio!
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Il numero del giornale in formato pdf L'articolo “Le prospettive” in formato pdf (Ottobre 2008)
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