Tempo di ripasso

Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
 

5 - LA  RIVELAZIONE
La Rivelazione è la manifestazione da Dio agli uomini delle verità che la ragione da sola non avrebbe potuto conoscere perché riguardano il fine soprannaturale dell'uomo. 
Tali verità sono principalmente quelle compendiate nel Credo o Simbolo Apostolico, e si chiamano verità di Fede, perché dobbiamo crederle, con piena fede, come insegnate da Dio, il quale né si inganna né può ingannare (7). 

5.1 - Gradualità della Rivelazione
La Rivelazione è avvenuta per gradi, e, a scopo di studio, possiamo distinguere quattro fasi principali. 

a) - Da Adamo ai Patriarchi: attraverso Noè ed Abramo, Dio è andato rivelando la "religione primitiva", 
       consistente in sette punti principali, e cioè: 
1) - Esistenza di un Dio unico; 
2) - Creazione dell'universo e dell'uomo; 
3) - Provvidenza di Dio che premia i buoni e castiga i malvagi; 
4) - Adorazione dovuta a Dio; 
5) - Distinzione dell'anima e del corpo; 
6) - Il peccato originale; sue conseguenze; promessa di un liberatore; 
7) - Esistenza degli angeli buoni e di quelli cattivi. 
b) - A Mosè Dio dà la legge scritta (prima di tutto i dieci comandamenti). 
c) - Attraverso i Profeti Dio rivela sempre meglio Se stesso, le Sue divine perfezioni, le Sue iniziative di 
       salvezza sul piano della promessa futura redenzione messianica. 
d) - Attraverso Nostro Signore Gesú Cristo Dio, Dio stesso rivela Se stesso (cfr; SAN PAOLO, Ebrei, I, 
       1-2). 
5.2 - Completezza della Rivelazione
Con Gesú Cristo e la morte degli Apostoli, che portano testimonianza di quanto insegnato da Nostro Signore, la Rivelazione è completa, e durerà immutabilmente fino alla fine del mondo: nulla sarà tolto, nulla sarà aggiunto (cfr. Matteo, V, 18; Luca, XVI, 16-17). 
Si osservi che la Rivelazione è immutabile e completa, ma invece è suscettibile di progresso la conoscenza che noi ne possiamo avere. I dogmi dell'Immacolata Concezione (esenzione di Maria Santissima dal peccato originale), dell'Infallibilità Papale (quando il Papa parla ex cathedra), dell'Assunzione (di Maria Santissima in Paradiso in anima e corpo), sono stati attinti dalla Chiesa dalla doppia fonte della Tradizione e della Sacra Scrittura, in cui erano già contenuti in germe. 
 

5.3 - Prove della Rivelazione
L'autenticità che un insegnamento è rivelato da Dio può essere garantita solo da prove tali che solo Dio può darle: tali prove sono le profezie e i miracoli, come attesta, oltre al buon senso, anche la Sacra Scrittura. 
A proposito delle profezie, ricordiamo: «…se il profeta ha parlato in nome di Jahvè e la sua parola non si avvera, non si compie, Jahvè non ha detto proprio questa parola…» (Deuteronomio, XVIII, 22), e ancora: «…sono Colui che al principio rivela la fine e, molto prima, quando non è stato ancora fatto…» (Isaia, XLVI, 10). 
A proposito dei miracoli, ricordiamo: «…Non credete che io sono nel Padre e il Padre è in me? Se non altro credetelo per le stesse opere…» (Giovanni, XIV, 11,12), e ancora: «…Se non avessi compíto tra loro opere, che nessun altro mai fece, non avrebbero colpa; ma ora hanno veduto e tuttavia hanno odiato me e il Padre mio…» (Giovanni, XV, 24). 
Le profezie e i miracoli, prove della provenienza divina della Rivelazione, sono quelli contenuti nell'Antico e nel Nuovo Testamento. 
 

5.4 - Eresie correnti che attaccano la Rivelazione (direttamente o indirettamente) 
La verità e la storicità dei fatti narrati nelle Sacre Scritture, e in particolare la verità e la storicità dei miracoli di Nostro Signore Gesú Cristo, sono attualmente insidiate specialmente dalla eresia modernista e dai suoi successivi sviluppi. 
I sofismi dei modernisti sono efficacemente svelati e contraddetti dalla enciclica di San Pio X "PASCENDI", (settembre 1907), sempre attualissima, illuminante, e di lettura non difficile.  In essa si troverà il contravveleno autorevole a tante affermazioni sottilmente insidiose che oggi vanno per la maggiore e vengono accettate senza diffidenza a causa della loro diffusione e dei pulpiti da cui, purtroppo, spesso provengono, in buona o in cattiva fede. 
Non avendo, tuttavia, tempo e spazio per riportare senza eccessive semplificazioni le articolate argomentazioni dell'enciclica ci basti per ora, a nostra difesa immediata, l'elenco di alcune delle 65 proposizioni moderniste formalmente condannate dalla Chiesa con il Decreto "LAMENTABILI", approvato da San Pio X solo due mesi prima dell'enciclica "PASCENDI" con cui condannò l'eresia modernista nel suo insieme. 
Proposizione condannata: 2. L'interpretazione della Chiesa dei Sacri Libri non deve, è vero, essere disprezzata; essa però 
                                              soggiace al giudizio piú accurato ed alle correzioni degli esegeti. 
Proposizione condannata: 4. Il magistero della Chiesa non può determinare il genuino senso delle Sacre Scritture nemmeno 
                                              con definizioni dogmatiche. 
Proposizione condannata: 5. Siccome nel deposito della fede si contengono solamente le verità rivelate, in nessun modo spetta 
                                              alla Chiesa di sentenziare sulle asserzioni delle discipline umane. 
Proposizione condannata: 9. Di troppa semplicità e ignoranza danno segno coloro che credono che Dio veramente è l'autore 
                                              della Sacra Scrittura. 
Proposizione condannata: 11. L'ispirazione divina non si estende a tutta la Sacra Scrittura al punto che essa preservi da 
                                                 qualunque errore tutte le singole parti. 
Proposizione condannata: 12. L'esegeta, se voglia utilmente darsi agli studi biblici, deve prima di tutto mettere da parte 
                                                 qualsiasi opinione preconcetta sulla origine soprannaturale della Sacra Scrittura e non 
                                                 interpretare questa altrimenti che gli altri documenti puramente umani. 
Proposizione condannata: 13. Le parabole evangeliche furono redatte artificiosamente dagli stessi Evangelisti e dai cristiani 
                                                della seconda e terza generazione, dando cosí motivo al poco frutto della predicazione di Cristo 
                                                 presso gli Ebrei. 
Proposizione condannata: 14. In parecchie narrazioni gli Evangelisti riferirono non tanto quello che era vero, quanto quello 
                                                che, sebbene falso, stimavano piú proficuo ai lettori. 
Proposizione condannata: 15. Gli Evangeli furono accresciuti di continue addizioni e correzioni fino alla definitiva stesura del 
                                                canone, perciò nei medesimi della dottrina di Cristo non rimase se non tenue ed incerta traccia. 
Proposizione condannata: 16. Le narrazioni di Giovanni non sono storia propriamente, ma una mistica contemplazione del 
                                                Vangelo; i discorsi contenuti nel suo Vangelo sono meditazioni teologiche intorno al mistero 
                                                 della salute, prive di verità storica. 
Proposizione condannata: 17. Il quarto Vangelo esagerò i miracoli non solamente perché apparissero piú straordinari, ma 
                                                 anche perché fossero piú adatti a significare l'opera e la gloria del Verbo incarnato. 
Proposizione condannata: 20. La rivelazione non potrebbe essere altro che la coscienza acquisita dall'uomo della sua relazione 
                                                 con Dio. 
Proposizione condannata: 21. La rivelazione costituente l'oggetto della fede cattolica non fu terminata con gli Apostoli. 
Proposizione condannata: 22. I dogmi che la Chiesa propone come rivelati non sono caduti dal Cielo, ma sono una 
                                                 interpretazione dei fatti religiosi che la mente umana si acquistò con laborioso sforzo. 
Proposizione condannata: 23. Può esistere in realtà una opposizione fra i fatti raccontati nella Sacra Scrittura e i dogmi della 
                                                 Chiesa fondati sopra di essi, sicché il critico può rigettare come falsi alcuni fatti che la Chiesa 
                                                 crede certissimi. 
Proposizione condannata: 24. Non è da riprovarsi l'esegeta che costruisce delle premesse, dalle quali segue che i dogmi sono 
                                                 storicamente falsi o dubbi, purché non neghi direttamente i dogmi stessi. 
Proposizione condannata: 25. L'assentimento della fede poggia in ultima analisi su una congerie di probabilità. 
Proposizione condannata: 26. I dogmi della fede sono da ritenersi soltanto secondo il senso pratico, cioè come norma 
                                                 obbligatoria dell'agire, non però come norma del credere. 
Proposizione condannata: 27. La divinità di Gesú Cristo non si prova dai Vangeli, ma è un dogma che la coscienza cristiana 
                                                 dedusse dalla nozione di Messia. 
Proposizione condannata: 28. Gesú, quando esercitò il suo ministero, non parlava allo scopo di insegnare che Egli era il 
                                                 Messia; né i suoi miracoli erano volti a dimostrarlo. 
Proposizione condannata: 29. Si può concedere che il Cristo che ci presenta la storia è molto inferiore al Cristo che è oggetto 
                                                 della fede. 
Proposizione condannata: 35. Cristo non sempre ha avuta la coscienza della sua dignità messianica. 
Proposizione condannata: 36. La resurrezione del Salvatore non è propriamente un fatto di ordine storico, ma un fatto di 
                                                 ordine meramente soprannaturale né dimostrato né dimostrabile, che la coscienza cristiana ha 
                                                 dedotto sensibilmente da altri fatti. 
Proposizione condannata: 37. La fede nella Resurrezione di Cristo in principio non versava tanto sul fatto stesso della 
                                                 resurrezione quanto sulla vita di Cristo, immortale presso Dio. 
Proposizione condannata: 38. La dottrina della morte espiatoria di Cristo non è evangelica, ma solamente paolina. 
Proposizione condannata: 52. Era alieno dalla mente di Cristo di costituire la Chiesa sulla terra, come società duratura per 
                                                 lunga serie di secoli; anzi, nella mente di Cristo, il regno del Cielo, unitamente alla fine del 
                                                 mondo, doveva essere prossimo. 
Proposizione condannata: 53. La costituzione organica della Chiesa non è immutabile; ma la società cristiana, non meno della 
                                                 società umana, va soggetta a continua evoluzione. 
Proposizione condannata: 54. I dogmi, i Sacramenti, la gerarchia, non sono che interpretazioni ed evoluzioni dell'intelligenza 
                                                 cristiana, le quali ingrandirono e perfezionarono il piccolo germe latente nel Vangelo con 
                                                 incrementi esterni. 
Proposizione condannata: 55. Simon Pietro non ha sospettato mai che da Cristo gli fosse affidato il primato nella Chiesa. 
Proposizione condannata: 56. La Chiesa Romana diventò capo di tutte le Chiese, non per ordinazione della Divina 
                                                 Provvidenza, ma per circostanze puramente politiche. 
Proposizione condannata: 57. La Chiesa si mostra ostile ai progressi delle scienze naturali e teologiche. 
Proposizione condannata: 58. La verità non è piú immutabile dell'uomo stesso, giacché essa si evolve in lui, con lui, e per lui. 
Proposizione condannata: 59. Cristo non insegnò un determinato corso di dottrina applicabile a tutti i tempi né a tutti gli 
                                                 uomini; invece iniziò piuttosto un certo movimento religioso adattato e da adattarsi ai diversi 
                                                 luoghi e tempi. 
Proposizione condannata: 63. La Chiesa si dimostra incapace a tutelare efficacemente l'etica evangelica, perché ostinatamente 
                                                 si attacca a dottrine immutabili, inconciliabili con gli odierni progressi. 
Proposizione condannata: 64. Il progresso delle scienze richiede che si riformino i concetti della dottrina cristiana intorno a 
                                                 Dio, alla creazione, alla rivelazione, alla persona del Verbo incarnato, alla redenzione. 
Proposizione condannata: 65. Il cattolicesimo odierno non potrà accordarsi con la vera scienza se non si trasforma in un 
                                                 cristianesimo adogmatico, cioè in un protestantesimo latitudinario e liberale. 
 
 

NOTE

7 - Si noti che anche i popoli pagani hanno sempre creduto che la loro religione fosse in qualche modo fondata su una 
      rivelazione divina. 



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6
7
8
8.3
8.4
8.4.3
8.4.5
8.4.6
9
9.3
9.4
9.5
9.5.3
9.5.4
9.5.5


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