Tempo di ripasso
Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
8 l'uomo e il suo stato di natura (20)
Nei paragrafi che seguiranno troveremo un aiuto a comprendere la condizione
attuale dell'uomo, condizione in cui miserie e grandezze, materiali e spirituali,
si mescolano ogni momento, in drammatica e scandalosa dissonanza e sproporzione.
Già Cicerone, (morto nel 43 avanti Cristo), scriveva nell'Hortensius:
…L'uomo
non dalla natura madre, ma dalla natura matrigna sembra procreato, nudo,
fragile ed infermo nel corpo, coll'animo preso da mille molestie, sopraffatto
dai timori, fiacco e debole al lavoro, prono alla libidine; nel quale tuttavia
traspare, ma come ricoperta, una fiammella di divin fuoco, di ingegno,
di intelligenza… Per il che è avvenuto che antichi poeti e interpreti
delle divine tradizioni, dalla constatazione di queste miserie ed errori,
siano stati tratti ad affermare che per delitti contratti in altra vita
superiore noi ci troviamo ora a scontarne le pene…
Senza l'incidente di un primo peccato l'uomo che conosciamo sarebbe
la piú incompleta, la piú bizzarra, la piú contradditoria,
la piú inesplicabile delle creature.
Egli ha il senso innato della sua grandezza, aspira al bello e al buono,
eppure si sente attratto dalla turpitudine. Egli ha un immenso bisogno
di amare e di essere amato, di giustizia, di ordine, di felicità,
eppure odia, commette bassezze, fa il male, è infelice.
Tratteremo, quindi, in particolare della natura dell'uomo, quale è
stata creata da Dio all'origine e quale è diventata in seguito dopo
il peccato originale.
Capiremo meglio provenienza e profondità della nostra bassezza
e debolezza, ma mantenendo sguardo e speranza rivolti al nobile destino
che la misericordia divina e la redenzione ancora ci riservano, se vorremo.
8.1 L'uomo prima del peccato originale, (stato
di innocenza)
È articolo di fede, definito dal Concilio di Trento, dogmatico,
(Sessione V, Canone 1), che Adamo ed Eva furono stabiliti nello stato di
giustizia e di santità, intendendosi con ciò in particolare
che, fin dal primo momento della creazione, essi furono elevati all'ordine
sovrannaturale, (loro e tutti gli uomini che da loro fossero discesi).
Nella Genesi, (Cap. I, 26), leggiamo che Dio disse: Facciamo
l'uomo a nostra immagine e somiglianza…, il che non può
escludere una certa qual somiglianza spirituale con quanto è piú
proprio di Dio puro spirito, cioè con la sua Santità.
L'elevazione all'ordine sovrannaturale si ebbe attraverso alla concessione
da parte di Dio dei doni sovrannaturali, (cioè al di sopra delle
esigenze di ogni natura creata o possibile).
I doni sovrannaturali sono:
i) la predestinazione alla visione beatifica, cioè alla visione
diretta di Dio, visione che ci rende simili a Lui, (vedasi il paragrafo
precedente in proposito); la visione beatifica è "fine".
ii) la concessione della Grazia Santificante, cioè dell'aiuto
sovrannaturale necessario per raggiungere il fine sovrannaturale; la Grazia
Santificante è "mezzo".
I doni sovrannaturali si aggiungono ai doni naturali, cioè a
quelli che fanno parte dell'essenza di un essere.
I doni naturali per l'uomo sono compendiabili in anima intelligente
immortale, corpo mortale, ragione, volontà, libertà.
Come conseguenza del dono sovrannaturale della Grazia Dio concesse ad
Adamo ed Eva anche i doni preternaturali, cioè dei doni al di sopra
delle esigenze di un essere umano, ma non superiori a quelle degli esseri
di ordine superiore: gli angeli.
Dei doni preternaturali fanno parte le immunità dal dolore,
dalla morte, dalle malattie, dalla concupiscenza (in modo che il corpo
obbedisca all'anima, e la volontà alla ragione), e dall'ignoranza
(scienza infusa, sia naturale che sovrannaturale, quale e quanta si addiceva
al loro stato di progenitori del genere umano).
Senza l'elevazione all'ordine sovrannaturale il fine ultimo dell'uomo
sarebbe sempre stato Dio, ma Dio conosciuto ed amato conformemente alle
esigenze della natura umana considerata nei suoi puri elementi umani, quindi
mai con visione diretta di Dio quale è in se stesso, ma solo quale,
in un modo o in un altro, si trova riflesso nelle creature, (si veda l'Epistola
ai Romani, Cap. I, ver. 20,: …i suoi attributi invisibili, segnatamente
la sua eterna potenza e la sua divinità, dedotte dalle opere, chiaramente
si percepiscono nel mondo creato…).
Anche i mezzi a disposizione per raggiungere questo fine sarebbero
stati puramente naturali.
Questo stato ipotetico, detto di "pura natura", non è mai esistito.
8.2 L'uomo dopo il peccato originale, (stato di
natura decaduta e riparata)
Anticipiamo in questo paragrafo, per semplicità di esposizione,
le conseguenze, per noi (21), del peccato dei nostri progenitori, Adamo
ed Eva, ma solamente per quanto riguarda i doni ricevuti.
Rimandiamo a paragrafi successivi la trattazione del peccato originale,
della sua trasmissione, e della sua cancellazione con il battesimo.
A) I doni sovrannaturali furono persi; per riacquistarceli
Dio vorrà l'Incarnazione del Verbo e la Croce, e noi dovremo
collaborare all'opera di redenzione del Verbo.
Il Catechismo della Dottrina Cristiana di San
Pio X afferma:
75. L'uomo, a causa del peccato originale, doveva rimaner escluso
per sempre dal paradiso, se Dio, per salvarlo, non avesse promesso e mandato
dal cielo il proprio Figliuolo, cioè Gesú Cristo.
Il Catechismo Maggiore di San Pio X afferma:
64. I danni del peccato originale sono: la privazione della
grazia, la perdita del paradiso, l'ignoranza, l'inclinazione al male, tutte
le miserie di questa vita, e infine la morte.
66. Dopo il peccato di Adamo gli uomini non avrebbero piú
potuto salvarsi, se Dio non avesse loro usato misericordia.
67. La misericordia usata da Dio al genere umano fu di promettere
subito ad Adamo il Redentore divino, o Messia, e di mandarlo poi a suo
tempo, per liberare gli uomini dalla schiavitú del demonio, e del
peccato.
(Per queste ragioni lo stato attuale di natura è detto di natura
non solo "decaduta" ma anche "riparata").
B) I doni preternaturali furono persi in modo irreparabile,
e, in particolare l'immunità dalla concupiscenza, concupiscenza
intesa come desiderio sfrenato dei beni sensibili: approfondiamo questo
aspetto che ci tocca quotidianamente.
La concupiscenza, come sopra definita, è un difetto intrinseco
della costituzione umana, ma non è però in se stessa un peccato,
sebbene stimoli al peccato.
È una ribellione istintiva, involontaria, ma domabile con la
ragione e la grazia; ribellione però che copre di rossore l'uomo,
sentendosi cosí poco padrone di se stesso, (22).
Si noti però che la ribellione dell'uomo non cominciò
dal basso, ma dall'alto. La mente superba si ribellò a Dio e, allora,
anche le membra si ribellarono alla mente, le passioni alla ragione, il
corpo allo spirito.
C) I doni naturali furono indeboliti, non nella loro natura
intrinseca, ma nel loro esercizio, essendo le passioni causa di errore
per il giudizio e di traviamento per la volontà.
NOTE
20 - In questo gruppo di paragrafi ci appoggeremo, oltre che alle opere
citate al paragrafo 3.1 , in modo particolare anche a:
MONS. ATTILIO VAUDAGNOTTI,
Nuovo
Corso Quadriennale Di Cultura Teologica - Anno II - Teologia
Dogmatica,
Officio Catechistico Curia Metropolitana di Torino, 1960.
SAC. A. BOULENGER, La
Dottrina Cattolica - Parte Prima, Il Dogma, SEI, Torino,
1955.
21 - I teologi distinguono le conseguenze per noi da quelle per Adamo
ed Eva; di queste ultime non parleremo, per brevità e
perché non ci toccano
direttamente.
22 - Soltanto dopo il peccato, (Gen, II, 25 ; III, 7), Adamo
ed Eva sentirono questo rossore, e quella nudità, che prima era
innocente ed innocua, cominciò
a rivelare la prepotenza di istinti ignominiosi, istinti che bisognava
sedare sottraendo agli
occhi il fomite del disordine.
Se dunque i progenitori non sentivano prima del peccato originale nessun
disordine di
questo genere nelle loro
membra, ciò era dovuto al dono dell'immunità dalla concupiscenza,
ossia alla sottomissione
perfetta dei sensi al dettame
della ragione.
Si noti bene che l'istinto
al pudore non fu una conseguenza del peccato ma, anzi, prima del peccato
originale, Adamo ed
Eva possedevano per dono
di Dio una innata educazione al pudore, per cui potevano soddisfare ai
richiami sessuali con la
purezza angelica della mente
e la verginità del cuore.
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8.3
8.4
8.4.3
8.4.5
8.4.6
9
9.3
9.4
9.5
9.5.3
9.5.4
9.5.5
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