Tempo di ripasso

Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
 

8.4.5.   Il Battesimo dei bambini
I bambini privi della grazia battesimale non possono godere della visione beatifica di Dio, il che, anche se essi non soffrono di questa mancanza, è per loro una perdita grandissima per l'eternità, perciò si hanno i doveri di:
- avere particolari riguardi per le donne incinte, per non nuocere al bambino non nato che portano in grembo;
- battezzare i bambini al piú presto, (vedi Catechismo di San Pio X n. 303);
- battezzare anche i feti abortivi e i parti anormali, (eventualmente sotto condizione se non si è sicuri che siano viventi);
- battezzare i bambini in pericolo immediato di morte, anche contro la volontà dei genitori, anche non cattolici, (questo 
   argomento delicato è trattato nel paragrafo 8.4.5.3 che segue).
 

8.4.5.1     Liceità del battesimo dei bambini per volontà dei genitori cattolici
È lecito che i genitori cattolici facciano battezzare i figli prima che abbiano l'uso di ragione, in particolare i neonati.
Ciò si spiega con molti argomenti.

a) Come il peccato originale è contratto senza consenso, cosí esso è rimesso senza consenso per la forza del 
    sacramento, (Denz. 780).
b) Il battesimo degli infanti è attestato dalla Tradizione:
    - Nell'Antico Testamento la circoncisione, simbolo del battesimo, veniva eseguita sul neonato otto giorni 
      dopo la nascita.
    - Negli Atti degli Apostoli (XVl, 33) e nella I Corinti (I, 16) si parla del battesimo di una famiglia intera, 
      è verosimile che anche i bambini siano stati battezzati.
    - Nelle catacombe si è trovata l'iscrizione "cristiana figlia di cristiani" relativa ad una bambina di 
      pochi anni, (cosí è stato insegnato a chi scrive quando era ragazzo), quindi la bambina era stata battezzata.
    - S. Ireneo (II secolo) scrive «…tutti coloro che rinascono nel Signore, infanti e bimbi e pargoli e giovani e 
      adulti…», passo in cui il battesimo degli infanti è dato per scontato.
c) Il Catechismo del Concilio Di Trento, al n. 177, afferma : 
    «…[gli infanti] si fanno forti però della fede dei genitori, se questi sono credenti; se non lo sono, 
    supplisce, per usare le parole di S. Agostino, la fede della Chiesa… in verità possiamo dire che essi sono 
    offerti al Battesimo da tutti coloro che bramano di offrirli, e per la carità dei quali entrano a far parte della 
    comunione dello Spirito Santo…».
d) Il battesimo non viola la libertà del bambino.
    - Come i genitori hanno il dovere di provvedere al figlio meglio che possono, e gli danno una cittadinanza, 
      una lingua, una educazione, una cura medica prima ancora che il bambino sia in grado di capire, cosí è 
      loro dovere provvedere alla salvezza della sua anima assicurandogli la felicità eterna il piú presto 
      possibile, tanto piú che non sono pochi i pericoli di morte per il figlio prima che raggiunga l'età della 
      ragione.
    - Il Catechismo di San Pio X lo dice implicitamente:
      «(302) Siamo obbligati a mantenere le promesse e le rinunzie fatte dai padrini a nome nostro nel 
        Battesimo, perché esse ci impongono solo quello che Dio impone a tutti, e che dovremmo noi stessi 
        promettere per salvarci».
    - Se l'obbiezione proviene da persona non credente gli si può facilmente obbiettare che non deve agitarsi 
       per una cerimonia da lui ritenuta inefficace.
e) Lo afferma il Concilio di Trento, dogmatico, Sessione Vll, 3 marzo 1547, Decretum de sacramentis
    Canones de sacramento baptismi:
    Can. 12. Se qualcuno dice che nessuno deve essere battezzato se non a quella età in cui Cristo fu 
                   battezzato, oppure proprio in punto di morte: sia scomunicato.
    Can. 13. Se qualcuno dice che i neonati, in quanto privi della fede attuale, dopo il Battesimo, non devono 
                   essere annoverati tra i fedeli e che, per questa ragione, devono essere ribattezzati allorquando 
                   raggiungono l'età della ragione, o che è meglio non battezzare affatto piuttosto che battezzare 
                   nella sola fede della Chiesa i bambini che non credono con la fede attuale e personale: sia 
                   scomunicato.
    Can. 14. Se qualcuno dice che ai cristiani battezzati in tenera età bisogna chiedere, quando hanno raggiunta 
                   l'adolescenza, se vogliano confermare le promesse fatte a loro nome dai padrini al momento del 
                   Battesimo e, nel caso in cui rispondessero negativamente, che bisogna abbandonarli alla loro 
                   libertà e, finché non giungano alla resipiscenza, non costringerli a condurre una vita cristiana con 
                   nessun altro castigo che la privazione della Eucarestia e degli altri sacramenti: sia scomunicato. 


8.4.5.2    Liceità o illiceità del battesimo dei bambini figli di non cattolici
La materia è delicata e riguarda il battesimo dei figli degli ebrei e degli infedeli.
La dottrina della Chiesa in materia è riportata nel Denzinger dal numero 2552 al numero 2562 e nel numero 3296.
Cercherò di riassumerla il piú fedelmente possibile. Adotterò la semplificazione di parlare di "figli di non cattolici" accomunando cosí "i figli degli ebrei" e "i figli degli infedeli" perché in alcuni passi si parla degli uni e in altri degli altri, (secondo l'occasione che ha data origine ai documenti), ma dal contesto mi pare chiaro che i medesimi passi valgono per entrambi: il lettore potrà controllarlo di persona sul Denzinger.

Secondo il diritto naturale i figli dei non cattolici che non abbiano l'uso della ragione sono sotto l'autorità dei genitori finché non sono in grado di provvedere a se stessi, perciò va contro il diritto naturale battezzarli contro il volere dei genitori, salvo che nei casi particolari che seguono, (Denz. 2552-2554).
Si possono battezzare i bambini figli di non cattolici di cui si possa ragionevolmente dubitare che, a causa di una infermità in corso, muoiano prima di raggiungere l'età della ragione, (Denz. 3296).
Se un bambino figlio di non cattolici è stato abbandonato dai genitori allora è doveroso battezzarlo, anche se nel frattempo i genitori lo reclamassero indietro, (Denz. 2556).
I bambini figli di non cattolici, orfani di genitori, che abbiano un tutore non possono essere battezzati senza il consenso di quest'ultimo. (Denz. 2557).
Se uno dei genitori non cattolici si converte al cattolicesimo allora può far battezzare i figli bambini anche contro il volere dell'altro genitore. (Denz. 2557).
La richiesta di battesimo dei bambini presentata da genitori non cattolici non va accolta se risulta che tale richiesta nasce da motivi superstiziosi, (quali il ritenere che il battesimo protegga dagli spiriti maligni o dalle malattie). (Denz. 2559).
Un bambino figlio di non cattolici che sia stato battezzato non deve essere restituito ai genitori non cattolici, ma affidato a cattolici pii che lo educhino nella vera fede, (Denz. 2562) . 
 

8.4.5.3    Come battezzare un bambino in pericolo immediato di morte
Quando non c'è tempo e modo di avere un sacerdote e il bambino è in pericolo di morte allora il battesimo può essere amministrato da chiunque, anche infedele, purché egli abbia intenzione di fare ciò che fa la Chiesa.
Il bambino va battezzato qualunque forma abbia, anche se deforme, anche i feti abortivi.
Se il bambino sembra morto allora va battezzato "sotto condizione" cioè premettendo alle parole sacramentali le parole "se sei vivo io ti…"
Si deve versare l'acqua in modo che scorra, (non solo inumidire), sul capo del battezzando, pronunciando contemporaneamente le esatte parole: «Io ti battezzo nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo».
La persona che versa deve essere la stessa che pronuncia le parole.
Se fosse impossibile versare l'acqua sul capo allora si può versarla su altra parte del corpo, ma non sui vestiti.
È accettabile l'acqua piovana, di fiume, di stagno, di mare, di fonte, ottenuta sciogliendo neve o ghiaccio o grandine, la rugiada, l'acqua distillata.
È materia dubbia, da usare sotto condizione solo in mancanza d'altro, un miscuglio di acqua e altre sostanze in poca quantità, (ad esempio thé o caffé).
È materia invalida ogni liquido che contenga acqua in proporzione trascurabile. 
 



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