Tempo di ripasso

Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
 

8.3    Il peccato originale

8.3.1  Premessa metodologica
Nell'accingerci a scrivere del peccato originale ci si consenta di farci scudo delle parole dette in proposito da Sant'Agostino, (morto nel 430),: Nihil ad praedicandum notius, nihil ad intelligendum secretius, (De Mor. Eccl., lib. 1, c. 22, n. 40), e cioè, traducendo liberamente, "Nessuna cosa si predica piú frequentemente, ma anche nessuna cosa è piú difficile a spiegarsi".
In tempi a noi piú vicini, (1546), il Concilio di Trento, dogmatico, condannò l'errore protestante sulla natura del peccato originale, (Sess. V, Can. 5), ma non definí la dottrina cattolica in proposito, pur facendo in materia alcune affermazioni importanti, (23).

In questa situazione adotteremo come metodo privilegiato, ovunque possibile, l'esposizione dei "fatti" quali risultano dalla Scrittura e dalla Tradizione, in modo che il credere quanto può sembrarci difficile o misterioso risulti perfettamente razionale e certo, perché perfettamente razionale e certo è credere in ciò che Dio ci ha rivelato, cioè in Dio stesso che non sbaglia e non mente. 
Successivamente, e in subordine, per spiegare e per completare ci appoggeremo a quelle tesi teologiche che ci sembrano migliori, ma la cui umana limitatezza esplicativa nulla toglie alla validità di quanto rivelato da Dio.
In apposito paragrafo elencheremo alcuni degli errori in materia condannati dalla Chiesa: ciò servirà non solo ad evitare di ripeterli ma anche a chiarire la verità per via di esclusione. 
Nel seguito supporremo noto al lettore il racconto della Genesi, e cioè di come Dio pose in mezzo al Paradiso Terrestre l'Albero Della Vita e l'Albero Della Scienza Del Bene E Del Male, di come ad Adamo ed Eva fu proibito da Dio di mangiare dei frutti dell'Albero Della Scienza Del Bene E Del Male, di come Adamo ed Eva, ingannati dal demonio,  peccarono mangiando il frutto proibito, di come Dio puní i nostri progenitori, castigandoli, impedendo loro di mangiare il frutto dell'Albero Della Vita e scacciandoli dal Paradiso Terrestre, promettendo però l'invio di un Redentore. 
 

8.3.2  Il peccato dei progenitori
Il peccato di Adamo ed Eva fu un grave peccato; ciò è di fede, definito dal Concilio di Trento, dogmatico, (Sess. V, Can. 1), (Denz. 1511).

La gravità del peccato risulta :

A) dalla pena severissima minacciata da Dio: In qualunque giorno ne mangerai, di morte morrai, (Gen. II, 17). Si veda anche Gen. III, 3. (24). 
B) dalla molteplice malizia della violazione: fu insieme un peccato di superbia ed orgoglio, (l'uomo bramò di essere simile a Dio per vie non rette), (25), di disobbedienza, di incredulità e ingratitudine, per Eva di scandalo per aver indotto al peccato Adamo, per Adamo di disordinata compiacenza alla proposta di Eva. 
C) dall'oggetto del divieto, ma solamente per quanto può valere il nostro modestissimo avviso, perché gli autori da noi piú stimati e seguiti ritengono invece unanimi che piú che di una proibizione si trattasse di una prova di ubbidienza e di sudditanza che, in quanto tale, risalterebbe meglio proprio se legata ad azione di poco conto. 
Senza voler negare né il dovere della creatura di dimostrare la propria obbedienza al Creatore né la legittimità e opportunità di una prova a questo riguardo, a chi scrive sembra piú consono a Dio che i suoi comandi siano volti al preservare le sue creature da mali reali, prima che al sottoporle a prove, per cosí dire, artificiali e di futile contenuto, per vedere se gli saranno lo stesso sottomesse.
L'Albero Della Scienza Del Bene E Del Male era un albero "speciale" e non si vede come negare una certa qual specifica efficacia ed azione al cibarsi del suo frutto, quando specifica e speciale efficacia è affermata al riguardo del cibarsi del frutto dell'Albero Della Vita, l'altro albero "speciale". (26) 
Conoscere il Bene e il Male è prerogativa esclusiva di Dio, come afferma, maliziosamente ma veracemente, anche il serpente: nel giorno in cui voi ne mangerete si apriranno allora i vostri occhi e diventerete come Dio, conoscitori del bene e del male…, (Gen. III, 5). 
Non si possono fissare gli occhi nel sole per rendersi conto di ciò che avviene al suo interno senza perdere la vista, (e per di piú nulla avendo imparato di quanto desiderato), e cosí il cibarsi del frutto dell'Albero Della Scienza Del Bene E Del Male costituiva, secondo chi scrive, un reale e grave pericolo da cui i nostri progenitori furono messi in guardia attraverso il divieto e l'annuncio delle conseguenze. 
La tremenda punizione che ricadde su Adamo ed Eva, e su di noi loro discendenti, conferma, anzi fonda, il giudizio cosí severo che abbiamo dovuto enunciare sul loro peccato, ma enunciare a malincuore, memori della parabola evangelica del fuscello e della trave nell'occhio, e spaventati al pensiero di con quanta maggiore facilità possiamo offendere gravemente Dio noi che siamo privi dei doni che i nostri progenitori avevano prima del peccato.
Ci conforta sapere dalla Sacra Scrittura e dalla Tradizione che Adamo ed Eva ottennero il perdono del loro peccato. Essa [la Sapienza], il primo uomo plasmato, il padre del mondo, custodisce, allorché creato solo; lo trae, poi, fuori dal suo delitto, e gli dà il vigore di dominare ogni cosa. (Sapienza, X, 1 e 2). (27).
La Chiesa greca celebra la festa di Adamo ed Eva la domenica che precede il Santo Natale. Quando Taziano nel II secolo asserí che Adamo si trovava dannato fra i reprobi, fu severamente rimproverato dai Santi Padri. 
 

8.3.3  Il peccato originale in noi discendenti di Adamo
Tratteremo del peccato originale, sua esistenza e trasmissione in noi discendenti di Adamo, prima riportando quanto risulta in proposito nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, e, poi, riportando la medesima dottrina quale è stata mirabilmente compendiata nel Catechismo di San Pio X
Successivamente ci occuperemo di questioni e obiezioni varie. 

Introduciamo l'argomento riportando quanto definisce il Concilio di Trento, dogmatico, nella Sessione V, Canoni 2 e 6, (Denz. 1512 e 1516).

Se qualcuno asserisce che la prevaricazione di Adamo ha nuociuto a lui solo e non alla sua progenie, che egli ha perduto solo per sé e non anche per noi la santità ricevuta da Dio e la giustizia, che perse; oppure che Adamo, inquinato dal peccato di disobbedienza, ha trasfuso a tutto il genere umano solamente la morte e le pene del corpo ma non anche il peccato, che è la morte dell'anima: sia anàtema, contraddice infatti all'Apostolo che afferma "Per un solo uomo il peccato entrò nel mondo, e attraverso il peccato la morte, e cosí la morte si trasferí in tutti gli uomini, [solo uomo] nel quale tutti peccarono", (Rom. V, 12), (Denz. 1512).
Questo stesso santo Sinodo dichiara tuttavia non essere sua intenzione comprendere in questo decreto in cui si tratta del peccato originale, la beata e immacolata Vergine Maria madre di Dio,… (Denz. 1516). 


8.3.3.1  Il peccato originale in noi: come esposto nella Rivelazione
Nell'Antico Testamento :
     - Il libro della Genesi ci mostra che i beni perduti da Adamo, (specialmente l'integrità, l'immortalità, la felicità terrestre), 
       furono perduti anche per i suoi discendenti: Adamo dunque ha nuociuto non solo a se stesso ma anche a tutta la famiglia 
       umana.
Altri passi biblici, (usati dai Padri della Chiesa contro l'eresia pelagiana), con grande probabilità sono riferibili al peccato originale, alle sue conseguenze, e alla sua trasmissione :
     - Nel libro di Giobbe, al Cap. XIV, troviamo, con riferimento all'uomo dalla vita breve e piena di affanni, il versetto 4: 
       Chi può trarre una cosa pura da una impura? Nessuno. (testo ebraico). 
       Chi potrà rendere mondo chi fu concepito di seme immondo?  Non tu forse, che sei solo? (testo della 
       Volgata). 
       (Un figlio senza peccato originale non può nascere da un padre con il peccato originale, e il peccato originale spiega la vita 
       breve e piena di affanni comune a tutti gli uomini).
Al Cap. XV troviamo il versetto 14: Nessuno è esente da peccato, nemmeno il bambino che deve ancora 
      nascere.
- Nel Salmo 50 (51), al versetto 7, leggiamo: Nel delitto fui procreato e nel peccato mi concepí mia madre
       (Davide, autore del salmo, non era figlio illegittimo, per cui il peccato in cui fu concepito non può essere che quello 
       originale, presente nella madre e nel padre e trasmesso al figlio; ciò a maggior ragione se il salmo si applica a tutti gli 
       uomini) 
- Nell'Ecclesiastico, Cap. XXV, il versetto 24 recita: Dalla donna il principio dell'iniquità e per lei moriamo 
      tutti!
     ( Eva che mangiò il frutto proibito e ne diede ad Adamo, e la morte che da allora colpisce ogni uomo ). 

Nel Nuovo Testamento :
La dottrina del peccato originale è asserita apoditticamente, ma per implicito nei Vangeli, per esplicito in San Paolo.
Nostro Signore Gesú Cristo predica come necessaria a tutti la rigenerazione spirituale e la grazia del battesimo: 
Rispose Gesœ: "In verità, in verità ti dico, se uno non sarà rinato dall'acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio." (Giov., III, 5). 
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo…, (Mar. XVI, 16).

L'uomo, dunque, nella sua nascita naturale, è come morto per la vita eterna.
San Paolo è esplicito :
E perciò, come per un solo uomo il peccato è entrato nel mondo, e per mezzo del peccato la morte, e cosí la morte si è trasmessa a tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… Poiché sino alla Legge il peccato era nel mondo - ma il peccato non viene imputato se non vi è legge - eppure la morte regnò da Adamo sino a Mosè, anche su quelli stessi, che non avevano peccato con prevaricazione simile a quella di Adamo, il quale è tipo di colui, che doveva venire. (Rom., Cap. V, versetti 12-14). 
E se per il peccato di uno solo la morte ha regnato per ragione di uno solo, a piú forte ragione quelli, che hanno ricevuta l'abbondanza della grazia e del dono della giustificazione, regneranno nella vita per mezzo del solo Gesú Cristo. E quindi come per il peccato di uno solo è venuta su tutti gli uomini la condanna, cosí anche per il merito di uno solo  viene su tutti gli uomini  la giustificazione che dà la vita. Infatti cosí come per la disubbidienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, cosí pure per l'ubbidienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. (Rom., Cap. V, versetti 17-19) (28). 
Si noti che San Paolo, pur non trattando direttamante del peccato originale ma della Redenzione, suppone questa dottrina come notissima a tutti i suoi lettori. Il dogma del peccato originale, dunque, faceva parte della Rivelazione evangelica, fin dai suoi inizi. 

Nella Tradizione :
Nei primi quattro secoli la credenza nel peccato originale era già professata con la pratica della Chiesa di battezzare i bambini, (dimostrata con testi di Origene e di San Cipriano, secolo III) (29).
Sant'Agostino propose e difese espressamente il dogma cattolico contro l'eresia pelagiana. Seguirono poi le definizioni del Concilio Milevitano del 417, (Denz. 219), del Concilio Cartaginese del 418, (Denz. 222-224), e del Concilio di Efeso del 431. 
 

8.3.3.2  Il peccato originale in noi: come spiegato nel Catechismo di San Pio X
Nel Catechismo della Dottrina Cristiana (30) leggiamo:

66. I primi uomini furono Adamo ed Eva, creati immediatamente da Dio: tutti gli altri discendono da essi, 
       che perciò son chiamati i progenitori degli uomini .
67. L'uomo non fu creato debole e misero come ora siamo noi, ma in uno stato felice, con destino e con doni 
       superiori alla natura umana.
68. L'uomo ebbe da Dio l'altissimo destino di vedere e godere eternamente Lui, Bene infinito; e perché 
       questo è del tutto superiore alla capacità della natura, egli ebbe insieme, per raggiungerlo, una potenza 
       soprannaturale che si chiama grazia.
69. Oltre alla grazia, Dio aveva dato all'uomo l'esenzione dalle debolezze e miserie della vita e dalla necessità 
       di morire, purché non avesse peccato, come purtroppo fece Adamo, il capo dell'umanità, gustando del 
       frutto proibito.
70. Il peccato di Adamo fu un peccato grave di superbia e di disubbidienza.
71. Il peccato di Adamo spogliò lui e tutti gli uomini della grazia e d'ogni altro dono soprannaturale, 
       rendendoli soggetti al peccato, al demonio, alla morte, all'ignoranza, alle cattive inclinazioni e ad ogni 
       altra miseria, ed escludendoli dal paradiso.
72. Il peccato a cui Adamo assoggettò gli uomini con la sua colpa, si chiama originale, perché, commesso al 
       principio dell'umanità, si trasmette con la natura agli uomini tutti nella loro origine.
73. Il peccato originale consiste nella privazione della grazia originale, che secondo la disposizione di Dio 
       dovremmo avere ma non abbiamo, perché il capo dell'umanità con la sua disobbedienza ne privò sé e noi 
       tutti, suoi discendenti.
74. Il peccato originale è volontario e quindi colpa per noi, solo perché volontariamente lo commise Adamo 
       quale capo dell'umanità; e perciò Dio non premia con il paradiso, ma neppure castiga con tormenti chi 
       abbia solo il peccato originale.
75. L'uomo, a causa del peccato originale, doveva rimaner escluso per sempre dal paradiso, se Dio, per 
       salvarlo, non avesse promesso e mandato dal cielo il proprio Figliuolo, cioè Gesú Cristo.
100. I bambini morti senza Battesimo vanno al Limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono; 
          perché, avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il paradiso, ma neppure l'inferno e il 
          purgatorio.
138. Tra i figli di Adamo fu preservata dal peccato originale solo Maria santissima; la quale, perché eletta 
         Madre di Dio, fu "piena di grazia", e quindi senza peccato fin dal primo istante; perciò la Chiesa ne 
         celebra l'Immacolata Concezione. (31)
139. Il peccato originale si cancella col santo Battesimo. 


8.3.4  Errori principali riguardo al peccato originale
Si osservano due principali correnti di pensiero erronee, (per opposti motivi); esse sono il naturalismo e il falso sovrannaturalismo
Il naturalismo nega l'elevazione dell'uomo allo stato sovrannaturale e la trasmissione del peccato originale. Fautori del naturalismo furono i Pelagiani e, successivamente, con linguaggio equivoco, gli Unitari, i Modernisti, i Razionalisti.
Il falso sovrannaturalismo ammette la creazione dell'uomo nello stato di giustizia originale, ma asserisce che questa era la sua condizione naturale e che, perciò, la natura umana, sprovvista di quei doni dopo il peccato originale, è totalmente corrotta. Fautori del falso sovrannaturalismo furono Lutero, Calvino, Baio, Giansenio.

Quanto alla narrazione della Genesi è ricorrente nel tempo l'eresia che vorrebbe interpretarla in senso allegorico e mitico, ad esempio come se il serpente esprimesse soltanto il piacere dilettevole, la donna la concupiscenza, l'uomo la superbia, escludendosi cosí la storia della tentazione, e tutto riducendo alla lotta delle passioni che travolgono la ragione come sperimentiamo anche noi.
La Chiesa ha espresso la sua riprovazione di tali sistemi con la risposta della Commissione Biblica a proposito del carattere storico dei primi capitoli della Genesi, (30 giugno 1909), (Denz. 3512-3514). 
 

NOTE
23 - Il Concilio di Trento, dogmatico, condannando la tesi protestante, ha affermato, (Sess. V, Can. 5), che: - il peccato 
       originale non va confuso con la concupiscenza; - il battesimo cancella il peccato originale, pur lasciando sussistere la 
       concupiscenza; - se la concupiscenza talora è chiamata "peccato" da San Paolo, la Chiesa ha sempre inteso questo nel 
       senso che essa deriva dal peccato e porta al peccato.
24 - Siccome Adamo ed Eva non morirono immediatamente risulta che l'espressione "di morte morrai" va intesa come 
       "diventerai soggetto alla morte".
25 - La parola "superbia" in teologia indica un desiderio smodato e perverso della propria eccellenza, superiorità, desiderio per 
       il quale l'uomo non si piega a Dio, e ai di Lui precetti, e ai suoi superiori, e spregia gli altri e ne cerca l'abbassamento. 
       La parola "orgoglio" può avere due accezioni diverse, una negativa, (quella qui usata), e una positiva : 
       - negativamente è una forma di superbia meno pronunciata; 
       - positivamente significa fedeltà coraggiosa alle proprie scelte oneste, coerenza con ogni nobile principio, e, quindi, anche 
         fermezza in ogni occasione nel difendere la propria giusta dignità morale; (Dante che rifiuta giustamente l'offerta di 
         rientrare a Firenze alla condizione di riconoscersi colpevole è esempio di sacrosanto orgoglio e non certo di superbia).
26 - E Jahve Dio disse allora: "Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi, conoscendo il bene e il male. 
     E ora, egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, cosí che ne mangi e viva 
     in eterno! (Gen. III, 22). (La frase è ironica).
     Cacciò l'uomo e, a oriente del giardino dell'Eden, fece dimorare i Cherubini e la fiamma della 
     spada folgorante, per custodire la via dell'albero della vita. (Gen. III, 24). 
     Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese: "A colui che vince, gli darà a mangiare 
     dall'albero della vita, che è nel paradiso di Dio". (Apocalisse II, 7).
     E se qualcuno togliesse dalle parole del libro di questa profezia, toglierà Iddio la sua parte 
     dall'albero della vita e dalla città santa, scritti in questo libro. (Apocalisse, XXII, 19). 
       L'Albero Della Vita è ancora citato in Apocalisse XXII, 2 e 14. 
       Si noti, di passaggio, che dell'Albero Della Vita si parla nel primo e nell'ultimo dei libri della Sacra Scrittura. 
27 - Si noti però che Adamo penitente riebbe la grazia a titolo personale, ma non poté piú ritrasmetterla alla sua discendenza. A 
        ciò si richiedeva un tributo di riparazione che egli non era in grado di offrire a Dio: ciò che non poteva una semplice 
        creatura lo potrà il Divino Redentore: il Figlio di Dio Incarnato. 
28 - Il testo greco dell'Epistola Ai Romani, V, 19, dice "…i molti [oi polloi] sono stati costituiti peccatori…". Si noti che non 
       "tutti" ma solo "i molti" furono costituiti peccatori: non contrassero infatti il peccato originale Maria Vergine, Madre di 
       Dio, e Gesú Cristo, Dio e Figlio di Dio. 
       La santità divina di Gesú è indubbia in quanto propria della divinità.
       La santità umana di Gesú è conseguenza della unione ipostatica della natura divina con la natura umana nella persona del 
       Verbo. Essa è affermata spesso nella Sacra Scrittura, ad esempio nei passi che seguono:
          Chi di voi mi convincerà di peccato? (Giov. VIII, 46).
          Per omnia nobis similem absque peccatum, (in tutto simile a noi eccetto che nel peccato), (Ebrei, IV, 15).
          Colui che non ha conosciuto peccato, (II Cor. V, 21).
          Nel quale non v'è peccato, (I Giov., III, 5).
       Gesú, non essendo stato toccato dal peccato originale, era, quindi, immune anche dalla concupiscenza e non era soggetto 
       alla tentazione interiore. Le tentazioni narrate dal Vangelo, (Luca IV, 1-13), non furono che una molestia di Satana. 
       L'esenzione dal peccato originale della Vergine Maria Madre di Dio è l'oggetto del dogma della "Immacolata Concezione".
29 - Si possono raccogliere passi notevoli di Padri greci, latini, siriaci in affermazione di questa fede, quantunque qualche 
       Padre, come San Giovanni Crisostomo, abbia potuto errare o non si sia espresso con molta perspicuità. 
30 - Il Compendio della Dottrina Cristiana che San Pio X prescrisse nel 1905 alle diocesi della provincia di Roma 
       comprendeva i testi che seguono: Prime nozioni di catechismo, (per fanciulli), Catechismo breve, Catechismo 
     maggiore, Istruzione sopra le feste del Signore, della Beata Vergine e dei Santi, Breve storia della 
     religione, Compendio di orazioni quotidiane.
       Il Catechismo breve è stato ampliato e ripubblicato nel 1913 con il titolo Catechismo Della Dottrina Cristiana
       ancora regnante San Pio X. Le nostre citazioni sono tratte dalla edizione stampata nel 1959 dalla Libreria Editrice 
       Vaticana, Città del Vaticano.
31 - Il Catechismo dà per scontato, in quanto ovvio, che Nostro Signore Gesú Cristo, in quanto Dio e Figlio di Dio, non fu 
       toccato dal peccato originale, perciò non lo afferma esplicitamente.
 



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8.4
8.4.3
8.4.5
8.4.6
9
9.3
9.4
9.5
9.5.3
9.5.4
9.5.5


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