Tempo di ripasso
Appunti di catechismo a cura di G. L. G.
8.4 Il Battesimo
Per trattare del Battesimo è necessario premettere qualche nozione
sulla Grazia e sui Sacramenti in generale.
8.4.1 La Grazia (cenni)
Abbiamo visto nei paragrafi 7 ed 8 precedenti che l'uomo, fin dal primo
istante della creazione, fu elevato all'ordine sovrannaturale e predestinato
alla visione beatifica, cioè alla visione diretta di Dio. Essendo,
quindi, l'uomo destinato a un fine sovrannaturale, Dio gli fornisce un
aiuto proporzionato, cioè sovrannaturale, per arrivarvi e per goderne
il possesso: tale aiuto si dice Grazia.
Tale aiuto è un dono gratuito, sovrannaturale, interiore, che
solo Dio ci accorda grazie ai meriti di Nostro Signore Gesú Cristo,
per farci giungere alla visione beatifica che è il fine sovrannaturale
per cui siamo stati creati.
La Grazia si suole distinguere in Grazia Abituale, (cioè
permanente), e in Grazia Attuale, (cioè connessa ad
un atto particolare).
La Grazia Abituale è detta anche Grazia
Santificante. In connessione con la Grazia Attuale
si parlerà anche di Grazia Sacramentale.
La Grazia Abituale è necessaria per entrare in Paradiso,
perciò è detta anche Grazia Santificante. Essa dà
all'anima la santità, cioè una bellezza vera e interiore
amata da Dio, le ispira un amore generoso per Dio, la rende docile alla
volontà di Dio.
La Grazia Santificante viene data nel Battesimo, (Grazia
prima), viene aumentata con i sacramenti e con le buone opere, (Grazia
seconda), viene conservata con la vigilanza e la preghiera, viene indebolita
dal peccato veniale e dalla tiepidezza, viene perduta con il peccato mortale,
viene riacquistata con il sacramento della penitenza o confessione, (Grazia
seconda).
La Grazia Attuale corrisponde alla azione di Dio; in un certo
senso è l'opposto della tentazione.
Essa ci è concessa di volta in volta per un atto particolare,
affinché porti alla salvezza dell'anima: è un soccorso, una
ispirazione, una illuminazione. Essa non dà accesso al Paradiso,
ma aiuta ad ottenere la Grazia Santificante, a mantenerla, ad accrescerla.
Essa è concessa anche all'anima in peccato mortale per aiutarla
ad ottenere la Grazia Abituale Santificante.
La Grazia è necessaria; quella santificante per fare atti
meritevoli del Paradiso e per entrarvi dopo la morte; quella attuale è
necessaria per vincere le tentazioni, per conservare la Grazia santificante
e per ristabilirla se la si è persa col peccato mortale.
La Grazia è data a tutti in quantità sufficiente, perché
Dio è buono, è giusto e lo ha promesso.
«…Nessuna prova vi ha sorpreso se non umana; Dio però
è fedele, che non permetterà che voi siate tentati oltre
il vostro potere, ma con la tentazione provvederà anche il buon
esito dandovi il potere di sostenerla…» (I Corinti,
X, 13).
Dio dà la Grazia ai giusti affinché perseverino e progrediscano.
Dio dà la Grazia ai peccatori affinché si convertano
(Ez. XXXIII, 11; II Petr. III, 9; Rom. II, 4).
La Grazia richiede la nostra cooperazione.
Gesú ci dice di vigilare e pregare per non cadere in tentazione.
Non aspettiamoci grazie facili e comode che farebbero di noi dei Santi
senza pena né sacrificio. Non aspettiamoci grazie invincibili che
trionferebbero su tutte le nostre passioni senza che noi dovessimo lottare.
Le opere dei giusti sono meritevoli, e non potrebbero esserlo senza
l'azione simultanea della Grazia efficace e del libero arbitrio.
Noi possiamo resistere alla Grazia perché Dio rispetta la libertà
dell'uomo, e nemmeno vuole essere amato per forza, (I Cor. III,
8-9; I Cor. XV, 10; II Cor. VI, 1; Matt. XXIII, 37;
Matt.
XI, 20-24). Resistendo alla Grazia si pecca e si è puniti.
Dio ci comunica la Grazia sia direttamente che indirettamente.
Direttamente e per se stesso: lo Spirito soffia dove vuole,
(Giov. III, 8). Ne sono un esempio i buoni pensieri e i rimorsi.
Indirettamente: con la mediazione di cause seconde, e in particolare
attraverso i Sacramenti da Lui istituiti a questo scopo.
Tratteremo dei Sacramenti in generale nel paragrafo che seguirà;
anticipiamo che essi conferiscono, oltre alla grazia Santificante, anche
la Grazia Sacramentale, che è, per cosí dire, il diritto
a ricevere a tempo opportuno le Grazie Attuali necessarie per adempiere
gli obblighi che derivano dal sacramento ricevuto: ad esempio quando fummo
battezzati ricevemmo il diritto di avere le grazie necessarie per vivere
cristianamente.
8.4.2 I Sacramenti in generale
I Sacramenti sono segni efficaci della Grazia, istituiti da Nostro
Signore Gesú Cristo, per santificarci: esaminiamo passo passo questa
definizione.
Segni della Grazia: segno vuol dire una cosa che ci richiama
alla mente una altra cosa, ad esempio l'orma impressa nella neve è
il segno del passaggio di una persona.
I sacramenti sono segni, cioè riti, cose esterne visibili che
ci indicano la Grazia di Dio: ad esempio nel battesimo l'acqua è
il segno che l'anima viene lavata dalla macchia del peccato originale ed
arricchita della Grazia Santificante per virtú dello Spirito Santo.
Segni efficaci: i segni delle cose materiali non producono tali
cose, invece i segni dei sacramenti producono la Grazia che indicano, (purché
chi li riceve non ponga ostacolo). Ad esempio nel battesimo noi non vediamo
la Grazia scendere sull'anima, ma siamo certi della sua venuta quando vediamo
l'azione esterna del sacramento.
Istituiti da Gesú per santificarci: solo Dio può
dare la Grazia. I sacramenti sono stati istituiti tutti da Nostro Signore
Gesú Cristo (Eucarestia e Ordine durante
l'Ultima Cena, gli altri dopo la risurrezione), perciò la Chiesa
non può mutarli ma deve custodirli. È Nostro Signore Gesú
Cristo medesimo che per mezzo di questi segni opera in noi la santificazione:
l'uomo non è che un agente secondario che compie l'azione esterna
ma è incapace di sua natura a produrre la Grazia.
I sacramenti sono azioni morali di Nostro Signore Gesú Cristo,
compiute con le mani e la voce dell'uomo suo ministro, perciò l'efficacia
del sacramento non dipende dalla santità del ministro umano, cosí
come l'effetto di una medicina non dipende dal medico che la ha ordinata.
Si noti la saggezza e la misericordia del piano divino.
Legando l'efficacia di un sacramento a degli atti per noi visibili,
e insieme rendendola indipendente dalla santità del ministro, santità
che non è da noi controllabile, Dio ci permette di essere certissimi
di avere ricevute le grazie spirituali da cui dipende la nostra salvezza,
anche se non possiamo vederle e toccarle, e anche se il minsitro disponibile
non è privo di peccato.
Tre cose sensibili compongono un sacramento: la materia, la forma,
il ministro.
Materia, forma, ministro del sacramento furono già determinati
da Nostro Signore Gesú Cristo, e neanche la Chiesa li può
variare perché altrimenti non ci sarebbe piú sacramento.
Per materia si intende la cosa sensibile che si usa o
che si fa per compiere l'atto del sacramento: ad esempio l'acqua nel battesimo,
(la cosa che si usa), e l'accusa dei peccati nella penitenza, (la cosa
che si fa).
Per forma si intendono le parole o le azioni che determinano
il fine per cui adopera la materia, e quindi comunica a questa il carattere
specifico di materia sacramentale: ad esempio nel battesimo le parole Io
ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo
e l'aspersione dell'acqua sul corpo del battezzando.
Per ministro si intende la persona che, applicando la
materia, e proferendo le parole della forma, abbia contemporaneamente sia
l'autorità che la volontà di compiere il sacramento.
L'intenzione necessaria è quella di fare ciò che fa la
Chiesa e, in tal caso, il sacramento è valido ed efficace anche
se il ministro non crede agli effetti del sacramento che amministra; (vedasi
quanto detto sopra a proposito di Istituiti da Gesú Cristo per
santificarci).
Se il sacramento fosse nullo per difetto di intenzione del ministro
Dio manderà al soggetto ben disposto grazie sufficienti per pentirsi
dei suoi peccati, ma non saranno le grazie sacramentali.
I sacramenti conferiscono la Grazia Santificante, (grazia prima
quella dei sacramenti che possono essere conferiti a un'anima non in grazia,
[battesimo e penitenza]; grazia seconda quella dei sacramenti che possono
essere conferiti solo a un'anima già in grazia, [cresima, eucarestia,
ordine, matrimonio, estrema unzione], conferiscono la Grazia Sacramentale,
(aiuto speciale che il Signore ci dona in forza del sacramento per conseguire
i fini del sacramento medesimo), e, nel caso del battesimo, cresima e ordine,
imprimono anche nell'anima un carattere incancellabile, gloria per gli
eletti, vergogna per i dannati.
Il soggetto dei sacramenti deve essere adatto, (ad esempio l'ordine
non può essere conferito alle donne), deve avere la volontà,
almeno presunta, di ricevere il sacramento, deve avere le disposizioni
morali necessarie, (se esse mancano si imprime il carattere ma non viene
infusa la Grazia: ad esempio chi si confessa senza pentimento non riceve
la Grazia Santificante).
Gli effetti di un sacramento che dipendono dalle disposizioni di un
soggetto sono di santità e aumento di grazia,
(tanto piú quanto meglio è disposto e preparato chi lo
riceve), oppure sono nulli, (se il soggetto a sua insaputa non ha le disposizioni
necessarie), oppure sono di morte, (se il soggetto non ha le disposizioni
necessarie e lo sa e riceve lo stesso il sacramento commettendo il peccato
mortale di sacrilegio).
I sacramenti non sono in vendita e sono dati a chi ne ha bisogno.
Il ministro del sacramento ha un diritto di giustizia, (Matteo
X, 10; Luca X, 7), a ricevere, da chi può darlo, un onorario cioè
una ricompensa per il suo servizio che però non è un "pagamento",
(perché il sacramento ha valore infinito, e perché esso è
un dono gratuito di Dio), e nemmeno è una "elemosina", (perché
l'elemosina è dovuta solo per carità).
8.4.2.1 Canoni del Concilio Di Trento (dogmatico) sui Sacramenti
in generale
Questi canoni o regole di fede espongono con chiarezza e precisione
la dottrina della Chiesa, e bastano a confutare tutti gli errori sui sacramenti.
La loro conformità o la loro opposizione ad una dottrina, dichiara
tale dottrina ortodossa o eretica.
I - Se qualcuno dice che i sacramenti della nuova legge non
sono stati istituiti tutti da Nostro Signore Gesú Cristo; o che
sono piú o meno di sette e cioè: il Battesimo, la Cresima,
l'Eucarestia, la Penitenza, l'Estrema Unzione, l'Ordine e il Matrimonio,
o che qualcuno di questi sette non è veramente e propriamente un
sacramento, sia scomunicato.
II - Se qualcuno dice che i sacramenti della nuova legge non differiscono
dai sacramenti dell'antica legge se non per le cerimonie e i riti esteriori,
sia scomunicato.
III - Se qualcuno dice che i sette sacramenti sono cosí identici
fra loro che non vi è niente che renda piú degno l'uno dell'altro,
sia scomunicato.
IV - Se qualcuno dice che i sacramenti della nuova legge non sono necessari
alla salvezza, ma sono superflui e che senza di essi o senza il desiderio
di riceverli, gli uomini ottengono da Dio, mediante la sola fede, la grazia
della giustificazione, benché tutti non siano necessari ad ognuno,
sia scomunicato.
V - Se qualcuno dice che i sacramenti sono stati istituiti col solo
scopo di alimentare la fede, sia scomunicato.
VI - Se qualcuno dice che i sacramenti della nuova legge non contengono
la grazia che significano o che non conferiscono la grazia a quelli che
non oppongono ostacoli, dando ad intendere che sono soltanto segni esteriori
della grazia o della giustizia ricevuta mediante la fede e che sono una
specie di distintivi di professione cristiana utili agli uomini per distinguere
i fedeli dagli infedeli, sia scomunicato.
VII - Se qualcuno dice che, mediante i sacramenti, anche se convenientemente
ricevuti, la grazia, in quanto viene da Dio, non è concessa sempre
e a tutti, ma è accordata di tanto in tanto e a qualcuno, sia scomunicato.
VIII - Se qualcuno dice che i sacramenti della nuova legge non conferiscono
la grazia in virtú dell'azione compiuta (ex opere operato),
ma che la sola fede nelle promesse divine è sufficiente per ricevere
la grazia, sia scomunicato.
IX - Se qualcuno dice che non vi sono tre sacramenti: il Battesimo,
la Cresima e l'Ordine che imprimono nell'anima un carattere, cioè,
uno speciale segno spirituale e indelebile che impedisce a questi sacramenti
di essere ripetuti, sia scomunicato.
X - Se qualcuno dice che tutti i cristiani hanno il potere di predicare
e d'amministrare tutti i sacramenti, sia scomunicato.
XI - Se qualcuno dice che nei ministri dei sacramenti, quando li producono
e li conferiscono, non è richiesta almeno l'intenzione di fare ciò
che fa la Chiesa, sia scomunicato.
XII - Se qualcuno dice che il ministro che è in peccato mortale,
anche se ha osservato tutto ciò che è essenziale per la preparazione
e il conferimento dei sacramenti, non produce e non conferisce un sacramento,
sia scomunicato.
XIII - Se qualcuno dice che i riti della Chiesa cattolica, ricevuti,
approvati e usati nell'amministrazione solenne dei sacramenti, possono
essere trascurati od omessi senza peccato dai ministri se a loro sembra
giusto, o sostituiti da altri nuovi riti da qualunque pastore preposto
alle chiese, sia scomunicato.
segue
Vai alle parti seguenti
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