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Né scismatici né scomunicati parte quarta Articolo della Fraternità San Pio X Parte prima
Parte seconda Parte terza Parte quarta Parte quinta Parte sesta Parte settima Parte ottava Parte nona Parte decima Parte undicesima Parte dodicesima Parte tredicesima Parte quattordicesima Pubblicato sul sito informazioni della Fraternità San Pio X ![]() Ottobre 1962 - Processione d'ingresso dei Padri conciliari nella Basilica di San Pietro per il concilio Vaticano II La Chiesa non è bicefala «L’unico Corpo della Chiesa una e unica ha solo una testa, non due, come un mostro, ed è Cristo e il Suo Vicario. Il Signore disse a Pietro: Pasci le mie pecore. E disse “le mie”… » (1). L’unica Chiesa di Cristo, dunque, è anche Una e sotto Uno solo (2). E poiché Cristo e il Suo Vicario non sono due capi distinti, ma un solo ed unico Capo, la Chiesa non può ricevere da Cristo e dal Papa due orientamenti divergenti e ancor meno opposti. Se accade, è inutile dire a Chi è dovuto il dovere di fedeltà. Il Papa infatti è il Vicario e non il Successore di Cristo (3) e la Chiesa è il Corpo Mistico di Cristo, non il Corpo Mistico del Papa (4). E’ per questo che San Gerolamo scrisse a Papa Damaso: «Io sono solo di Cristo, primo capo: poi sono legato con la comunione a Vostra Beatitudine, cioè alla cattedra di Pietro, sapendo che la Chiesa è costruita su questa pietra» (5). Cristo è la «pietra angolare» su cui è edificata la Chiesa: Pietro è pietra solo «per partecipazione» (6). Egli ha sentito che «doveva essere pietra; ma non allo stesso modo di Cristo. E’ Cristo la Pietra veramente incrollabile; Pietro è incrollabile in virtù di Essa» (7). Il Papa è «testa e capo della Chiesa, ma sul piano visibile, nell’ordine giurisdizionale, ed è assistito da Cristo (infallibilità) durante il tempo misurato del suo pontificato» (8). Ne deriva che la comunione col Papa è inseparabile dalla comunione con Cristo; l’unità della Chiesa è unità con Cristo e col Suo Vicario, mai unità con il Vicario fuori di Cristo o contro Cristo. La ragione stessa ci dice che «si deve obbedienza a ciascuno secondo il suo rango»; diversamente si ribalta l’ordine della giustizia (9). La «persona» e la «funzione» del Papa Ma colui che Cristo ha associato a Sé come Capo della Chiesa e come Pietro, può permettere, favorire o volere nella Chiesa un orientamento divergente da quello voluto da Cristo o opposto ad esso? La Santa Scrittura e la teologia cattolica ci dicono che, tranne nel caso in cui l’autorità del Papa è impegnata nella misura coperta dall’infallibilità (10), questo è possibile. Pietro confessa la divinità di Cristo, e Gesù gli dice: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. Ed io ti dico (a te che hai confessato che io sono il Figlio di Dio): Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» (11). Lo stesso Pietro tenta di distogliere Cristo dalla Sua Passione e Gesù gli ribatte: «Lungi da Me, Satana! Tu mi sei di ostacolo (è questo l’esatto significato del termine «scandalo») perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (12). E affinché non si pensi che questo «scandalo» sia avvenuto perché il primato gli era stato solo promesso, ma non conferito, ecco il famoso episodio di Antiochia. Gesù Resuscitato ha conferito a Pietro il Primato, che egli esercita nella venerazione della prima comunità cristiana. Tuttavia, ad Antiochia Paolo si rende conto che Pietro era «reprensibile» perché lui ed altri guidati dal suo esempio «non camminavano rettamente secondo la verità del Vangelo» (13); benché inferiore e subordinato a Pietro, egli lo riprese «coram omnibus), davanti a tutti. San Tommaso commenta: «L’occasione del rimprovero non era leggera, ma giusta e utile: c’era il pericolo che correva la verità evangelica; il modo in cui fu fatto era adeguato perché pubblico e manifesto… dato che quella simulazione era un pericolo per tutti» (14). Dunque, la Santa Scrittura insegna che, tranne il caso dell’infallibilità, Pietro è fallibile e può rendersi «reprensibile». Identica è la lezione che ci dà la migliore teologia cattolica, che distingue tra la «persona» del Papa e la sua «funzione». Persona papæ potest renuere subesse officio papæ: la persona del Papa può rifiutare di sottomettersi al suo dovere di Papa – scrive il Gaetano – e aggiunge che la persistenza in un tale comportamento renderebbe il Papa scismatico per separationem sui ab unitate Capitis, per la sua separazione dall’unione con il Capo della Chiesa, che è Cristo (15). Quanto all’assioma «Là dov’è il Papa, lì è la Chiesa» - precisa il Gaetano – esso vale nella misura in cui il Papa si comporta da Papa e da capo della Chiesa; diversamente «né la Chiesa è in lui, né lui è nella Chiesa». Anche il cardinale Journet parla del «Papa cattivo, ma ancora credente» (16), della possibilità ammessa da «grandi teologi» di un «Papa eretico» e di un «Papa scismatico» (17). E a proposito egli scrive che il Papa «può anche peccare in due modi contro la comunione ecclesiastica». Il secondo modo consiste nel «rompere l’unità di direzione, che secondo la penetrante analisi del Gaetano si produrrebbe se egli si ribellasse come persona privata contro il dovere della sua carica, e rifiutasse alla Chiesa – tentando di scomunicarla o semplicemente scegliendo di vivere come un principe temporale – l’orientamento spirituale che essa ha il diritto di aspettarsi da lui in nome di uno più grande di lui: Cristo stesso e Dio». Ed aggiunge: «La supposizione di un Papa scismatico ci rivela inoltre, nel caso di un giorno tragico, il mistero della santità di questa unità di orientamento che è necessaria alla Chiesa; e forse potrebbe aiutare lo storico della Chiesa – o piuttosto il teologo dello storico della Chiesa – a illuminare di un raggio divino le oscure epoche degli annali del papato, permettendogli di mostrare come essa è stata tradita da alcuni dei suoi depositari». E’ evidente che se la teologia cattolica studia il problema posto da un Papa cattivo, scismatico o perfino eretico, è proprio perché – come dice il Gaetano, « persona papæ potest renuere subesse officia papæ » : la persona del Papa, tranne il caso in cui è impegnata la sua infallibilità, può rifiutare di piegarsi ai doveri della sua funzione di Papa. Un’ultima osservazione: poiché avevano operato una distinzione tra il «papato» e i suoi «depositari», tra la «persona» e la «funzione» del Papa, molti teologi si sono allineati personalmente durante i momenti bui del papato (18). Quanto a noi, per i quali queste epoche tenebrose sembrano passate per sempre, abbiamo perso l’abitudine di fare le dette distinzioni e, dopo il Concilio Vaticano II, abbiamo finito col confondere infallibilità con infallibilismo, come se il Papa fosse in tutto e sempre infallibile, e non in circostanze ben precise e nelle condizioni ben determinate (19). NOTE 1 – Bonifacio VIII, Bolla Unam Sanctam, Dz. 468. 2 - San Tommaso, IIa-IIæ q. 39 a. 1 e il Gaetano in IIa-IIæ q. 39. 3 - Cardinale Journet, L’Eglise du Verbe Incarné, Desclée de Brouwer, Fribourg, 1962, t. I, p. 526. 4 – Ibidem, p. 524; Il Gaetano, De comparata auctoritate papœ et concilii, cap. VIII, n° 519. 5 - Ep. XV, 2, citata da Leone XIII nell’Enciclica Satis cognitum del 29 giugno 1896. 6 – Leone XIII, Satis cognitum. 7 - Omelia De Pœnitentia attribuita a San Basilio, citata dal Concilio di Trento e da Leone XIII in Satis cognitum. 8 - Cardinale Journet, op. cit., p. 524. 9 - Citazione di Bossuet, in Dictionnaire de Théologie catholique, t. IX, col. 908. 10 – Si veda Dz. 1839. 11 - Matteo 16, 17-18. 12 - Ibidem, 16, 23. 13 - Gal. 2, 14. 14 - In omnes S. Pauli Epistolas. 15 - In IIa-IIæ q. 39 a. 1 n° 6. 16 - Op. cit., vol. I, pp. 547 ss. 17 - Ibidem, p. 626, vol. II, pp. 839 ss. 18 – Si veda Dictionnaire de Théologie catholique, voce schisme. 19 – Si rilegga sull’argomento la Costituzione Pastor Æternus del Vaticano I. |